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Capitolo 31 - Conclusione

Ho portato a termine il mio compito, ho finito di narrare la mia storia; non mi resta da dire, a chi l’ha letta, che spero comprenda l’autenticità di questa narrazione. È la storia di un’anima penitente passata dall’oscurità alla luce. Vorrei che fossero valutate bene le prove a favore e contro la possibilità che il mondo spirituale ha di interagire con gli umani. In quanto a voi che pensate che il vangelo della speranza dopo la morte sia troppo dolce e troppo comprensivo per i peccatori, sapete cosa significa soffrire i tormenti di una coscienza che si è risvegliata? Avete la consapevolezza di quanto sia duro e ripido il sentiero che l’anima deve risalire se desidera tornare a Dio e quanto sia cosparso di lacrime amare e sforzi sovrumani? Riuscite a capire cosa significa dover porre rimedio, passo dopo passo, con anni di oscurità, sofferenza e amara e profonda angoscia, a tutti gli atti, le parole e i pensieri di una vita terrena? Perché, sappiatelo, il nostro debito deve essere ripagato fino all’ultimo centesimo; ognuno deve arrivare a bere anche la feccia sul fondo della coppa che egli stesso ha riempito. Potete immaginare cosa significhi per noi vagare, sentendoci completamente impotenti e senza speranza, vedendo come l’amara maledizione dei nostri propri peccati si ripercuote sui nostri discendenti, e quanto lo sporco del nostro passato insozza e avvelena il loro sangue?

Potete capire cosa significhi sapere che ognuna di quelle vite è marchiata a causa dei nostri errori, appesantita dalle inclinazioni sbagliate con le quali è nata? Che questo fardello della nostra coscienza – nella misura in cui siamo stati noi a contribuire a formare il carattere di ognuna di quelle vite – è un peso che continua a trascinare verso il basso la nostra anima quando cerca di risalire, fino al momento in cui tutto è stato debitamente espiato, fino a quando non avremo aiutato quelle persone ad uscire dalla palude in cui le nostre scatenate passioni hanno contribuito a gettarli? Capite ora come e perché vi sono spiriti che ancora lavorano sulla Terra pur essendo morti centinaia di anni fa? Capite ora cosa prova uno spirito quando chiama dall’oltretomba le persone in vita, e specialmente quelle che ha portato alla rovina – loro oltre che propria – e scopre che tutti sono sordi ai suoi richiami, che tutti i cuori sono chiusi ai suoi pianti di tormento e rimorso? Ora quello spirito non può annullare nemmeno uno degli atti sbagliati o vendicativi che ha compiuto. Non può evitare nemmeno una delle conseguenze delle sofferenze che ha causato agli altri o a se stesso; tra lui e il mondo dei vivi sulla Terra è sorto un terribile muro, si è generata una terribile distanza, e se nessun ponte lo aiuta a tornare e a parlare a coloro che ha fatto soffrire, gli è negato anche confessare il proprio pentimento, gli è negata anche questa pur tardiva riparazione che può offrire.

Non è allora meraviglioso che alcuni che hanno varcato la soglia della morte possano tornare e mettere in guardia i propri fratelli verso ciò che li attende dopo la morte? Perché è molto più facile per una persona pentirsi mentre è ancora in vita, piuttosto che farlo dopo essere giunta nell’Aldilà, dove non può più avere a che fare con le cose della Terra, se non tramite l’intermediazione di altri.

Ho incontrato una volta uno spirito che durante il regno della Regina Anna aveva defraudato una persona della sua proprietà falsificando dei documenti. Quello spirito restò a lungo sul Piano Terrestre, incatenato a quella casa e a quella terra, incapace di rompere le proprie catene, fin quando un medium, al quale aveva confessato il luogo in cui aveva nascosto i documenti autentici, e al quale aveva svelato i nomi dei veri proprietari, non fu in grado di aiutarlo. Quel povero spirito fu liberato, grazie alla sua confessione, dalle catene che lo tenevano imprigionato a quella casa, ma non dalla sua prigionia sul Piano Terrestre. Dovette lavorare su quel piano fino al momento in cui i suoi sforzi lo elevarono più in alto, portando aiuto a coloro che con il suo crimine aveva condotto sulle vie del peccato e della morte. Fino a quando non pose riparo ai danni che aveva provocato sulla Terra, il suo spirito non fu in grado di lasciare il Piano Terrestre.

Qualcuno può forse affermare che la sua punizione sia stata troppo lieve? Chi può giudicare il proprio fratello, dire a che punto la misericordia di Dio deve giungere e permettere invece che quel peccatore sia dannato per l’eternità? Ma pochi hanno il coraggio di ammettere che questo è il vero significato del loro credo, o di comprendere realmente, anche solo con la mente, le vere conseguenze della fede nella punizione eterna per qualunque figlio di Dio abbia sbagliato.

Con queste pagine ho cercato di comunicare la vera esperienza di una persona che le Chiese avrebbero potuto considerare un’anima dannata, dal momento che era morta senza credere in nessuna Chiesa e in nessuna religione, e aveva solo una vaga idea dell’esistenza di Dio. Certo, la mia coscienza mi aveva sempre sussurrato che doveva esistere un Essere Supremo, un Essere Divino, ma io continuavo ad allontanare da me quel pensiero. Mi nascondevo dietro un falso senso di sicurezza e indifferenza, nascondendo la testa sotto la sabbia come uno struzzo; ora che ho compreso che vi è un Essere onnipotente che regna sull’Universo, non credo lo si possa ridurre ad una personalità, a immagine dell’uomo, né che se ne possano definire gli attributi. In tutto ciò che ho appreso non ho trovato nulla che mi faccia propendere verso la fede in una forma di religione piuttosto che verso un’altra. Ciò che ho imparato è che è necessario liberare la mente, se possibile, dai vincoli di ogni dottrina.

L’infanzia della razza umana, nella quale il suo stato mentale somiglia a quello di un bambino, può essere chiamata l’Età della Fede. La Madre Chiesa gli fornisce il conforto e la speranza dell’immortalità, e solleva la sua mente dalla responsabilità del riflettere in modo autonomo sulla Causa Prima, che gli spieghi il perché della sua esistenza e dell’esistenza del mondo. Questa fede soddisfa ancora gli animi semplici, che credono senza porsi domande. Tra le prime tribù selvagge gli uomini più spirituali divennero stregoni, poi preti, e in seguito, man mano che le ere si sono succedute, sono nate le idee delle Chiese ufficiali.

Giunge poi l’Età della Ragione, nella quale lo sviluppo delle facoltà intellettuali dell’uomo fa sì che non sia più soddisfatto dalla fede cieca nell’ignoto, e il latte materno delle Chiese non placa più la sua fame mentale; ha bisogno di un cibo più consistente, e se questo gli è negato, rompe con la Madre Chiesa che in passato l’ha nutrito, ma che ora soffoca lo sviluppo della sua anima. La ragione dell’uomo richiede maggiore libertà e il giusto nutrimento. Deve trovare queste cose in qualche luogo e, nella lotta tra il figlio ribelle che sta crescendo e la Madre Chiesa che cerca di mantenere il potere che aveva su di lui quando era bambino, la Fede, una volta sufficiente come cibo, è ora considerata qualcosa di nauseante e da rifiutare a qualunque costo; per questo l’Età della Ragione diviene un tempo di sradicamento di tutti i credi del passato.

Giunge poi un altro stadio nel quale il bambino, divenuto un giovane che ha visto e gustato personalmente le gioie, i dolori, le pene, i piaceri e i benefici della ragione, che ha quindi imparato a dare il giusto valore ai poteri e ai limiti delle proprie facoltà razionali, volge di nuovo lo sguardo verso la fede che ha abbandonato e riconosce che anch’essa ha le sue bellezze e il suo valore. Vede che anche se la sola fede non è sufficiente a nutrire la sua anima oltre l’età dell’infanzia, la ragione da sola, priva della fede, è un nutrimento duro e freddo, che non riesce a sostenere l’anima che sta diventando consapevole dell’universo incommensurabile e infinito da cui è circondata e dei misteri che contiene, misteri che la ragione non è in grado di spiegare. Si volge di nuovo verso la fede e cerca di unirla alla ragione, in modo che le due possano assistersi a vicenda.

Ora, Fede e Ragione sono i principi centrali di due diverse sfere di pensiero nel Mondo Spirituale. La Fede è il principio della religione, e la Ragione è il principio della filosofia. Queste due scuole di pensiero, che a prima vista appaiono l’una opposta all’altra, sono in grado però di fondersi nello sviluppo mentale della stessa personalità, e la mente ben equilibrata è quella in cui entrambe sono ben proporzionate. Se una predomina di gran lunga sull’altra, l’individuo – mortale o spirito disincarnato – avrà una mentalità ristretta verso una direzione o verso l’altra, e sarà incapace di inquadrare nel modo giusto qualunque problema. La sua mente somiglierà ad un veicolo a due ruote, i cui diametri siano diversi; di conseguenza, nessuna delle due ruote potrà progredire finché non si porrà rimedio allo squilibrio.

Un uomo può essere perfettamente coscienzioso nel suo desiderio di ricerca della verità, ma se le sue facoltà intellettuali e morali non sono equamente sviluppate, la sua mente sarà come una via bloccata da enormi massi; di conseguenza i raggi eterici della stella della verità non potranno raggiungere per nulla il suo animo, oppure riceverà immagini distorte della verità, che diverranno semplicemente fonte di pregiudizio e di errore. L’intelletto può essere definito l’occhio dell’anima, ma se la vista di quell’occhio è imperfetta, l’anima resta nell’oscurità mentale, non importa quanto grande sia il suo desiderio di luce. La vista mentale deve essere sviluppata e utilizzata in modo che possa diventare chiara e forte.

La fede cieca e ignorante non è una protezione contro l’errore: la storia delle persecuzioni religiose in tutte le ere ne è la prova certa. Le grandi menti della Terra, alle quali si devono le grandi scoperte, sono quelle in cui le facoltà morali e intellettuali sono bilanciate, e l’uomo o lo spirito perfetto è quello in cui tutte le qualità dell’anima sono state sviluppate al loro punto più elevato. Ogni attributo dell’anima, mentale o morale, ha un raggio colorato corrispondente, e la fusione di questi forma la bellezza e i diversi colori dell’arcobaleno, e come quest’ultimo essi si fondono l’uno nell’altro a formare il tutto perfetto.

In certe anime lo sviluppo di alcune facoltà avviene più rapidamente che in altre; in altre certi semi di intelletto e di moralità non danno alcun segno di vita, ma nonostante ciò esistono, di conseguenza cominceranno a svilupparsi, sulla Terra o nel Mondo Spirituale, fino a raggiungere la perfezione.

Il male è causato dalla mancanza di sviluppo degli attributi morali in certe anime, e dallo sviluppo eccessivo di altre qualità. Le anime che ora dimorano nelle sfere più basse, stanno semplicemente attraversando un processo di educazione grazie al quale vengono risvegliate le loro facoltà morali dormienti. Per quanto terribili siano le sofferenze che devono sopportare in questo processo, sono necessarie per raggiungere lo scopo finale.

Nella sfera nella quale ora dimoro vi è un palazzo splendido, che appartiene alla Confraternita della Speranza. Questo palazzo è un luogo di riunione per tutti i membri della nostra Confraternita. In esso vi è una magnifica sala costruita con la controparte spirituale del marmo bianco. Questa sala è chiamata la «Sala delle conferenze»; lì ci raduniamo per ascoltare le conferenze date dagli spiriti avanzati della sfera più elevata.

Sul fondo della sala c’è un quadro molto bello, dal titolo «L’uomo perfetto». Rappresenta, in forma angelica, uno spirito relativamente perfetto. Dico «relativamente perfetto» perché anche la massima perfezione immaginabile o raggiunta, può essere solamente relativa in rapporto a quella delle altezze sempre più elevate eternamente possibili all’anima. Diversamente da Alessandro, che si lamentava di non avere altri mondi da conquistare, l’anima non ha limiti di fronte alle possibilità delle sue conquiste intellettuali e morali. L’universo della mente è infinito quanto quello della materia, e altrettanto eterno. Di conseguenza, nessuno può utilizzare la parola «perfetto» con l’implicazione di un punto oltre il quale il progresso è impossibile.

Nel dipinto, questo angelo relativamente perfetto è rappresentato in piedi sulla sommità delle sfere celesti. La Terra e le sue sfere sono molto al disotto di lui. Il suo viso mostra meraviglia e venerazione per quelle lontane regioni che la mente dei mortali non può concepire, regioni che stanno oltre il nostro sistema solare; regioni che sono divenute per l’angelo la sua nuova Terra Promessa.

Sul suo capo porta un elmo d’oro, che simboleggia la forza e la conquista spirituali. Ad un braccio porta uno scudo d’argento, simbolo della Protezione della Fede. I suoi abiti sono di un bianco abbagliante, simbolo della purezza della sua anima, e le ali spiegate simboleggiano il potere dell’intelletto di elevare i propri pensieri verso le regioni più elevate dell’universo. Dietro l’angelo vi è una nuvola bianca, sormontata da un arcobaleno, i cui colori si fondono in perfetta armonia, e simboleggia che l’angelo ha sviluppato al massimo grado tutti gli attributi intellettuali e morali della sua anima.

Sarebbe impossibile riprodurre con mezzi terreni i ricchi colori di questo quadro. Mi hanno detto che tuttavia sono povera cosa rispetto all’originale, che è nella sfera più elevata di tutte, e rappresenta un ex gran maestro del nostro ordine passato nelle sfere che sono oltre i limiti del nostro sistema solare. Copie di questo quadro si vedono nei livelli superiori di ogni sfera della Terra, negli edifici della Confraternita della Speranza. Simboleggiano il legame tra la nostra Confraternita e le sfere più elevate del sistema solare, e anche le altezze alle quali tutti possono aspirare nelle ere eterne che si aprono davanti a noi. Nessuno, nemmeno il fratello più degradato che lavora nelle sfere inferiori della terra, nemmeno l’anima più bassa che lotta nelle tenebre più profonde del peccato, è escluso, perché tutte le anime sono uguali di fronte a Dio, e non vi è nulla che sia stato raggiunto da uno che non possa essere ottenuto da tutti coloro che lottano duramente per raggiungerlo.

Questa è dunque la conoscenza che ho ricevuto da quando sono giunto qui dalla Terra, ma non posso dire di aver visto che una fede particolare aiuta o ritardi il progresso delle anime, tranne per il fatto che certi credi hanno la tendenza a bloccare la mente, ad oscurare la chiarezza della sua visione e a distorcere le idee della giustizia e dell’errore, impedendo a coloro che professano tali credi di possedere la perfetta libertà di pensiero e l’assenza di pregiudizio, le sole cose di cui l’anima ha bisogno per crescere fino alle sfere più elevate.

Ho scritto questa storia dei miei viaggi nella speranza che tra coloro che la leggono vi siano alcuni che ritengano utile approfondire l’argomento anche se pensano che forse potrebbe non essere una storia vera; ve ne possono essere altri che hanno perso i loro cari, le cui vite non sono considerate dalle Chiese come degne di vita eterna; vorrei chiedere a queste persone che sono in pena per loro di mantenere la speranza, e credere che quelle persone a loro care, anche se hanno sbagliato, non saranno mai perdute per sempre. Mai, mai saranno perdute in modo irreparabile, anche se alcuni sono periti di propria mano e in circostanze che sembrava escludessero qualsiasi speranza. Vorrei chiedere a coloro che sono sulla Terra di meditare su ciò che ho riferito, e di pregare per aiutare e soccorrere chi più ne ha bisogno.

Dalla mia dimora nella Terra della Luce – così simile alla terra nella quale sono nato – tornerò ancora spesso a lavorare sul piano terrestre tra coloro che sono infelici. Lavorerò ancora anche alla grande opera di comunione tra i vivi sulla terra e coloro che essi chiamano morti.

Passo spesso una parte del giorno con Bianca, e posso aiutarla e proteggerla in molti modi. Sono rallegrato anche, nella mia casa nel Mondo Spirituale, dalla visita di molti amici e compagni dei miei viaggi, ed in quella terra luminosa, circondato da tante memorie di amore e di amicizia, attendo con cuore grato il momento felice nel quale il pellegrinaggio terreno della mia amata giungerà a termine, quando la lampada della sua vita sarà esaurita, e verrà a raggiungermi in una casa ancora più luminosa, dove per entrambi brilleranno per sempre le stelle gemelle della Speranza e dell’Amore.

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