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Capitolo 11 - Ahrinziman

Andavo sempre a queste riunioni di materializzazione in compagnia di quello spirito sublime di cui ho parlato in precedenza, e il cui nome mi era stato comunicato in seguito: Ahrinziman, la «Guida orientale». Dal momento che ora posso vederlo chiaramente, ve lo descrivo. È un uomo di aspetto maestoso, vestito con un abito fluttuante, lungo e bianco, bordato di giallo, con alla vita una cintura dello stesso colore. Il suo colorito, leggermente scuro, è quello di un orientale. I suoi tratti sono decisi e belli, come quelli di certe statue di Apollo, anche se la sua espressione orientale lo differenzia dal tipo greco perfetto. I suoi occhi scuri sono grandi, dolci e teneri come quelli di una donna. Ma nella loro profondità si intuisce un fuoco latente ed un ardore passionale che, anche se ben dominato dalla sua forte volontà, danno al suo sguardo e ai suoi modi un calore e una forza straordinari.

Da questa espressione appassionata, deduco che ha conosciuto nella sua vita terrena la dolcezza e l’intensità di un amore e di un odio profondi. Le sue passioni sono ora purificate da qualunque impurità terrena e gli permettono di stabilire dei legami di simpatia con chi, come me, lotta ancora con la propria natura inferiore e cerca di dominare le proprie passioni. Una corta barba nera gli copre le guance ed il mento, ed i lunghi capelli ondulati gli ricadono sulle spalle. La sua statura, pur essendo imponente, possiede tutta la grazia e la dolcezza della razza orientale. In effetti, le particolarità di ogni etnia sono così pronunciate che ogni spirito porta ancora con sé, per lungo tempo, le tracce della propria nazionalità terrena. Anche se erano passati dei secoli dal momento in cui Ahrinziman aveva lasciato il suo corpo terreno, i segni che differenziano i popoli orientali da quelli occidentali erano ancora evidenti in lui.

Il suo aspetto, in fondo, non sarebbe molto diverso da quello di un uomo sulla terra, se non fosse per la luminosità abbagliante del suo corpo e del suo viso. Nessuna parola potrà mai descrivere questa strana e meravigliosa visione, eterea eppure distinta e tangibile, che caratterizza gli spiriti delle sfere superiori.

Durante la sua vita terrena, Ahrinziman aveva già studiato profondamente le scienze occulte, e dopo il suo arrivo nel mondo spirituale aveva esteso le sue conoscenze ad un punto tale che i suoi poteri sembravano senza limiti. Di temperamento ardente e passionale come me, aveva imparato a dominare le sue passioni durante i lunghi anni della vita spirituale. Oggi egli è in una sfera molto elevata, dalla quale discende per aiutare gli spiriti caduti che lottano con sincerità per la propria crescita. La sua simpatia e la sua comprensione nei confronti delle loro debolezze li predispone ad accettare il suo aiuto, mentre quello proveniente da uno spirito che non fosse mai caduto sarebbe accolto più difficilmente.

Nonostante la sua grande bontà e compassione, possiede una volontà alla quale non ci si può opporre, quando pensa sia necessario utilizzarla. Ho avuto più volte io stesso l’occasione di osservare il modo in cui frena certi spiriti indisciplinati e facilmente irascibili, sui quali agisce con la sua volontà, quando sono sul punto di fare qualcosa di nocivo per se stessi o per altri. Questi spiriti vengono praticamente paralizzati, eppure egli non li tocca nemmeno. È grazie alla sua volontà, ben più forte della loro, che riesce ad immobilizzarli.

Dopo di ciò dimostra loro, con la sua benevola e notevole saggezza, le conseguenze che la loro azione avrebbe causato su loro stessi e sugli altri. Dopo averli istruiti, li libera dal sortilegio temporaneo che aveva gettato su di loro con la forza della sua volontà e li lascia liberi di agire come loro aggrada, e cioè di commettere o meno il peccato di cui ora conoscono la portata ed il prezzo. Raramente ho visto spiriti che persistono nel loro comportamento dopo un tale avvertimento. Nonostante io sia stato considerato una persona dalle decisioni immutabili, e dotato di una forte volontà, mi sono sentito spesso debole come un bambino vicino a lui, e più di una volta mi sono inchinato alla giustezza delle sue decisioni.

Vorrei insistere sul fatto che nel mondo spirituale l’essere umano è completamente libero di obbedire alle proprie inclinazioni e, se così decide, di rifiutare i consigli che gli vengono dati. I limiti entro i quali uno spirito può realizzare i propri desideri, e la misura nella quale può violare i diritti degli altri, sono regolati dal grado di legge e di ordine che regna nella sfera alla quale appartiene. Ad esempio, nelle sfere più basse, là dove non esiste che la legge del più forte, potete fare ciò che vi piace. Potete oltraggiare uno spirito ed asservirlo al limite della sopportazione. Ed un altro, più forte di voi, agirà su di voi allo stesso modo. Gli schiavi più oppressi della terra sono meno sfortunati di quelli che ho visto nelle sfere più basse, dove non vige nessuna legge, e dove non vivono che gli spiriti che per tutta la loro vita hanno ignorato le leggi divine ed umane, dandosi la legge che permette loro di opprimere il loro prossimo.

In quelle sfere sembra che, per quanto forte e crudele possa essere uno spirito, se ne trovi sempre uno più forte di lui, più crudele, più malvagio, più tirannico, che a sua volta lo opprime, fino ad arrivare a quelli che si può dire regnano sull’Inferno, come re o imperatori del male. Questo processo continua finché il male diventa un rimedio a se stesso. Ad un certo punto anche lo spirito più cattivo e dispotico aspirerà finalmente a un’altra vita, e desidererà una legge che limiti questo disordine, una forza superiore alla sua. Questo sentimento sarà la prima tappa, il primo slancio verso una vita migliore, che costituirà per i Fratelli della Speranza inviati in quelle oscure sfere la fessura attraverso cui potersi introdurre per stimolare quel desiderio di miglioramento e far loro capire che vi è ancora speranza.

In funzione del suo livello, lo spirito trova a ogni tappa del suo progresso un grado di legge e di ordine superiori, al quale deve essere pronto a conformarsi, proprio come si aspetta che altri vi si conformino. Un’obbedienza perfetta alle leggi morali supreme non si trova che nelle sfere superiori, ma esistono vari gradi di osservanza nelle sfere intermedie. Colui che rispetta i diritti degli altri vedrà rispettati i propri, mentre colui che calpesta i diritti del proprio prossimo subirà a sua volta lo stesso trattamento da chi è più forte di lui.

Nel mondo spirituale, l’essere umano è libero sotto tutti i punti di vista. Può essere studioso o pigro, fare il bene o il male, può attirare su di sé la benedizione o la maledizione. Come è lui, così saranno coloro che lo circondano. La sfera per la quale è pronto sarà sempre per lui quella più elevata che può raggiungere, fino al momento in cui, grazie ai suoi sforzi, diverrà degno di abitare in una sfera più alta. Perciò nel mondo spirituale i buoni non hanno bisogno di nessuna protezione contro i cattivi.

La loro differenza di elevazione spirituale erige tra loro una barriera insormontabile. Quelli che sono in alto possono sempre, se lo desiderano, discendere ed assistere coloro che sono più in basso. Ma tra i primi ed i secondi esiste un abisso che i secondi non possono superare. È solo sulla terra (e sugli altri pianeti in cui esiste la vita fisica) che può esserci una commistione di buone e cattive influenze di forza pressoché simile. Dico a ragione «pressoché simile» perché, anche sulla terra, il bene è più forte. È l’essere umano stesso che abbandona questo potere a causa del suo attaccamento alla sua natura più bassa.

Molto tempo fa, il cuore dell’uomo era semplice e puro come quello di un bambino, e il mondo spirituale era molto vicino a lui, anche se non lo sapeva. Ma gli esseri umani si sono oggi allontanati dal mondo spirituale, e lo ricercano proprio come dei marinai su un battello ricercano il porto nella nebbia. Dei piloti benevolenti del mondo spirituale si tengono vicini a loro, pronti a sostenerli per dirigerli verso il paese luminoso dal quale possono portare un tesoro di luce e di speranza ai combattenti affaticati della terra.

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