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Capitolo 18 - Verso l’Inferno

Mi sarebbe piaciuto porre tante altre domande ad Hassein, riguardo alle numerose e strane forme di vita del Piano Astrale. Ma stavamo per lasciare rapidamente questo piano, e la nostra strada ci avrebbe condotto attraverso quelle sfere inferiori che avevo in precedenza già parzialmente esplorato. Attraversavamo lo spazio a una velocità folle. La velocità alla quale ci spostavamo, prossima alla velocità del pensiero, è difficilmente immaginabile dall’intelletto umano. Volavamo sempre più verso il basso, allontanandoci sempre più dalle sfere luminose. Una sorda inquietudine si impadronì delle nostre anime e pose fine alle nostre conversazioni. Era come se presentissimo l’orrore di quel paese e le sofferenze dei suoi abitanti.

Cominciai a percepire in lontananza grandi masse di fumo nero come l’inchiostro che, simili ad uno scuro mantello, gravavano sopra il paese dove ci stavamo recando. Avvicinandoci, vedemmo che quelle mostruose nuvole nere erano pervase da livide fiamme sulfuree, come se fossero emanate da miriadi di giganteschi vulcani. L’aria era così opprimente che potevamo appena respirare, mentre una sensazione di sfinimento, quale non avevo mai provato, paralizzava le mie membra. Infine, la nostra guida dette l’ordine di fermarci, e lo facemmo sulla sommità di una grande montagna nera che sembrava levarsi da un mare d’inchiostro. Da lì vedevamo estendersi all’orizzonte un paese terrificante e orribile.

Lì ci fermammo per un po’ di tempo, prima di separarci dagli amici che ci avevano accompagnati. Dopo un semplice pasto di frutti spirituali nutrienti che avevamo portato con noi, la nostra guida, a nome della Confraternita, offrì una breve preghiera per la nostra protezione e la nostra forza, poi ci stendemmo per riposarci sulla cima di quella montagna nera.

Quando mi svegliai, dopo un piacevole sonno, trovai tutti già in piedi. Fummo suddivisi in piccoli gruppi di due o tre, al fine di poter entrare nel paese nemico senza destare sospetti. Dovevamo disperderci nelle tenebre come dei missionari che portavano aiuto e salvezza a chi avrebbe accettato la nostra assistenza.

Constatai con stupore che in me, mentre dormivo, si era verificata una trasformazione che mi rendeva più adatto all’atmosfera e all’ambiente in cui ormai mi trovavo. Era come se mi fossi ricoperto di uno strato di materia particolarmente densa appartenente a quella sfera. Percepivo il corpo più pesante e, cercando di sollevarmi e di planare come in precedenza, mi accorsi che potevo farlo solo con grande difficoltà. L’atmosfera non mi opprimeva più come prima, e la sensazione di paralisi che si era impadronita delle mie membra si era attenuata. Ognuno di noi ricevette una provvista di una sostanza fortificante sufficiente per la durata della nostra permanenza in quella regione, poi la nostra guida ci dette le ultime raccomandazioni e gli ultimi inviti alla cautela.

Hassein venne dunque verso di me per congedarsi e per comunicarmi le ultime direttive che Ahrinziman mi aveva inviato: «Tornerò di tanto in tanto per portarti notizie di Bianca e dei tuoi amici. Tu potrai anche, in quelle occasioni, inviare loro un messaggio per il mio tramite. Non dimenticare mai che qui sei completamente circondato dalla menzogna e dalla perfidia. Non credere a nessuno di coloro che potrebbero affermare di venire a te come nostro messaggero, a meno che non possa darti la nostra parola d’ordine. Gli abitanti di questa sfera possono percepire anche i tuoi pensieri, ma non sono in grado di leggerli in modo chiaro, perché tu sei più avanti di loro come sviluppo spirituale. Il fatto che, in una certa misura, tu abbia rivestito la loro condizione penetrando nella loro sfera, permetterà loro di percepire parte dei tuoi pensieri, ma in modo imperfetto e solo nella misura in cui le tue emozioni formano una base comune con le loro.

Con la messa in opera di tutte le loro forze intellettuali ordiranno con grande maestria piani e intrallazzi per tentarti e intrappolarti. Vi sono, in questa regione, esseri umani che durante la vita terrena erano tra gli uomini più intelligenti del loro tempo, ma che, nonostante ciò, avendo condotto una vita malvagia sono sprofondati in questa bassa sfera, in cui dominano tutto il loro seguito; qui sono divenuti tiranni ancora più malvagi e dispotici di quanto lo siano stati sulla terra. Stai dunque in guardia e ricordati tutti i consigli che ti abbiamo dato. Riceverai, di tanto in tanto, aiuto e incoraggiamento dai tuoi amici fino alla fine della tua missione dalla quale, come speriamo, tornerai vincitore. Addio, caro amico. Possa la benedizione di Dio Padre essere con te!».

Con mio grande dispiacere, mi separai da Hassein per mettermi in marcia con i miei compagni. L’ultima visione che avemmo durante la nostra discesa fu quella delle figure bianche dei nostri amici, stagliate sul cielo nero, che ci facevano dei cenni d’addio.

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