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Capitolo 22 - Una grande città dell’Inferno

Poco dopo, vidi Fedele seduto a poca distanza, che evidentemente mi stava aspettando. Ero felicissimo di rivederlo e affidarmi alla sua guida. Ci salutammo con grande cordialità e mi disse che gli era stato chiesto di accompagnarmi per un qualche tempo durante quel viaggio. Mi raccontò varie esperienze istruttive che aveva vissuto, ma che non ripeterò perché non riguardano la mia avventura.

Fedele mi condusse sulla cima di un’alta torre, dalla quale ci era possibile vedere nella sua totalità la città che ci apprestavamo a visitare. Riteneva che il vederla dall’alto prima di entrarvi sarebbe stata un’esperienza utile e interessante per me. Eravamo costantemente avvolti da una notte nera e da una nebbia scura ma non molto densa, attraverso la quale quindi riuscivamo a vedere. L’oscurità era interrotta qua e là da quella curiosa luminosità fosforescente che ho già descritto, ma anche dalle orribili fiamme accese dalle passioni violente degli abitanti spirituali di quel luogo.

Raggiunta la sommità della torre, costruita in pietra nera, vedemmo un’ampia parte di quell’oscuro paese. All’orizzonte apparivano nuvole gonfie e nere, e di fronte a noi si stendeva la grande città, composta da un curioso miscuglio di fasto e rovina, come tutte le città che avevo visitato in quella regione. Era circondata da un immenso territorio vuoto, senza alberi. Spessi vapori color del sangue incombevano su quella città di sofferenza e crimine. Castelli imponenti, palazzi lussuosi, edifici eleganti, tutto era segnato dalla rovina e dalla decadenza, e tutto era macchiato dal marciume dei peccati che vi erano stati commessi. Anche se quasi completamente intaccati dalla decomposizione, gli edifici si mantenevano eretti grazie al magnetismo dei loro abitanti spirituali. Questi edifici dureranno fino a quando li sosterranno i legami intessuti durante le vite terrene dai loro abitanti, e cadranno in polvere nel momento in cui il pentimento distruggerà quei legami, e renderà la libertà a quegli spiriti. Tuttavia, saranno sostituiti da altri costruiti a immagine della vita terrena depravata di altre anime decadute. Qui si alza un palazzo, là una capanna; come le vite e le ambizioni degli spiriti che vi dimorano sono state intrecciate e mescolate sulla Terra, così sono ora disposte le abitazioni nel mondo spirituale.

Voi che oggi vivete sulla Terra, avete mai preso seriamente in considerazione che le persone con le quali vi associate durante la vostra vita terrena formano con voi dei legami spirituali che trascendono la morte? Che i legami magnetici che formate sulla Terra con altre persone per fini condannabili, incatenano i destini di quelle persone al vostro nel Mondo Spirituale, e che potrete distruggere quei legami solo con grandi difficoltà? Ad esempio, ho visto con i miei occhi l’orgoglioso palazzo patrizio di un aristocratico, costruito dalla sua ambizione e sfigurato dai suoi crimini, circondato dalle dimore volgari dei suoi schiavi, parassiti e cortigiani. I vincoli magnetici che il principe aveva formato con tutti coloro che avevano realizzato i suoi perversi disegni avevano riunito, nel Mondo Spirituale, le dimore di questi ultimi attorno al suo palazzo. Ora non gli era più possibile liberarsi del fastidio che gli arrecavano, proprio come loro non erano più in grado di sottrarsi alla sua tirannia, e ciò fino a quando un desiderio più elevato non fosse emerso nell’anima dell’uno o degli altri e non li avesse elevati in una sfera superiore. Erano così costretti a rivivere incessantemente la loro esistenza terrena, come se recitassero una ridicola parodia del loro passato in un sogno interminabile, o come se rivivessero incessantemente lo svolgersi dei loro atti passati con chi vi aveva preso parte. Non potevano sfuggire all’assedio della loro coscienza e dei loro ricordi, e ciò fino a quando l’ultima scintilla di lussuria e perversione non si fosse spenta nella loro anima.

Come ho già detto, quella grande città del Mondo Spirituale era ricoperta a tratti da zone di luce pallida che sembrava fosse dovuta a un fumo fosforescente di color grigio metallico. Mi fu detto che quella luce emanava dalla forza intellettuale di alcuni abitanti che avevano votato la loro intelligenza superiore al Male e la cui anima, anche se decaduta, non era sottosviluppata. Pur privi della vera luce del cuore, comunque possedevano ancora la luce snaturata delle loro facoltà intellettuali. In altre parti della città, l’atmosfera sembrava incendiata. Lingue di fiamma danzavano nell’aria, spostandosi da un luogo all’altro come un fuoco fatuo trasportato da correnti d’aria. Vidi gruppi di spiriti scuri camminare nelle strade, incuranti o inconsapevoli di quelle fiamme spettrali generate nell’atmosfera da loro stessi, create dalle loro forti passioni che si manifestavano in forma di fiamme spirituali.

Mentre osservavo quella città di anime morte e perdute, fui sommerso da un’ondata di emozioni, perché mi resi conto che quei muri e quelle costruzioni cadenti somigliavano stranamente a quella città terrena che conoscevo bene e mi era tanto cara: quella dove avevo sempre vissuto. Chiesi al mio compagno che significato avesse tutto ciò. Ero vittima di una allucinazione? Quanto vedevo davanti a me, era il passato, il presente o il futuro della mia città natale?

«È tutto nello stesso momento - rispose -. Di fronte a te vi sono gli edifici e gli spiriti del passato di questa città, o meglio, di tutto ciò che vi è di malvagio nel suo passato. Ma puoi notare anche che vi sono case non finite: sono quelle che stanno costruendo i loro abitanti terreni attuali, che stanno preparando, senza saperlo, per la loro vita dopo la morte. Queste case ancora incompiute diverranno nel futuro come le case che vedi ora già finite, quando coloro che le costruiscono con le loro emanazioni spirituali avranno portato a termine l’opera della loro vita di peccato e oppressione.

Osserva bene quanto vedi, perché così potrai tornare sulla Terra come messaggero, e avvertire i tuoi compatrioti del destino che attende molti di loro. Se la tua voce troverà ascolto anche in uno solo dei cuori ai quali parlerai, e farà cessare la costruzione anche di una sola di queste case incompiute, avrai fatto una buona opera e la tua visita qui avrà portato buoni frutti. Non è comunque questo il motivo principale della tua visita: anche qui c’è del lavoro da svolgere per entrambi. In questa città infernale ci sono anime che possiamo sottrarre alle tenebre, e verranno rimandate sulla Terra per annunciare agli esseri umani il terribile contrappasso che hanno dovuto subire e che vorrebbero fosse risparmiato agli altri.

Da quando esiste l’umanità si è prodotta un’evoluzione straordinaria nella vita e nel pensiero degli esseri umani, e possiamo supporre che tale sviluppo debba essere attribuito soprattutto all’influenza di coloro che sono venuti sulla Terra a mettere gli altri in guardia dall’abisso nel quale l’orgoglio e i sensi li avevano precipitati. L’idea che Dio danni i malvagi in vista di una punizione eterna è inammissibile. Non bisognerebbe al contrario far sapere che Dio manda sulla Terra i Suoi figli penitenti affinché assistano e fortifichino i mortali nella loro lotta contro il male? Anche noi due siamo stati peccatori; agli occhi di alcuni, per noi non c’era possibilità di redenzione. Eppure abbiamo trovato grazia davanti a Dio, anche all’ultima ora. Non dovrebbe esistere la stessa speranza per quelli che sono qui? Se costoro sono caduti più in basso di noi, dobbiamo forse per questo porre un limite all’elevazione che possono raggiungere se si pentono? No! Respingiamo quindi sempre l’esecrabile pensiero che gli orrori dell’Inferno durino eternamente. Dio è misericordioso e nessuno può porre limiti alla Sua grazia».

Discendemmo dalla torre e traversammo la città. In una grande piazza, di cui ben conoscevo la controparte terrestre, trovammo riuniti un gran numero di spiriti oscuri che ascoltavano un proclama pubblico. Questo suscitava in loro in modo evidente derisione e collera, le cui espressioni risuonavano dappertutto. Avvicinandomi, venni a sapere che si trattava di una dichiarazione che era stata fatta da poco nella città terrena, in favore del miglioramento delle condizioni di vita del popolo. Là dove ci trovavamo, nella cittadella della tirannia e dell’oppressione, quella decisione non risvegliava che proteste e desiderio di impedirne con tutti i mezzi la realizzazione sulla Terra; quegli spiriti oscuri attorno a me avevano infatti deciso, per quanto fosse in loro potere, di dedicarsi a far sì che i buoni fini di quella legge non si realizzassero.

Riguardo a ciò, bisogna sapere che più i mortali oppressi e sfruttati rispondono alla tirannia con la violenza, più gli spiriti delle sfere infernali possono influenzarli al fine di seminare discordia e confusione, e creare ancora più ingiustizia e sofferenza. Più gli esseri umani diventano liberi, illuminati e moralmente elevati, meno rischiano di attirare con le loro passioni spiriti malvagi, e meno questi ultimi possono manipolare i mortali. I cattivi spiriti gioiscono della miseria, delle guerre e del sangue che scorre, e tornano sempre volentieri sulla Terra per ravvivare le passioni omicide e crudeli degli esseri umani. Quando queste sono portate al parossismo, nei momenti delle grandi oppressioni nazionali e delle sollevazioni popolari, gli abitanti degli abissi infernali vengono attirati sulla superficie della Terra, dove eccitano e spingono a scatenare delle rivoluzioni. Queste, iniziate con motivazioni alte, pure e nobili, sotto l’influenza delle passioni e dell’istigazione di tali esseri delle sfere inferiori, diventano alla fine solo il pretesto per massacri e eccessi di ogni sorta. A seguito di questi eccessi, si produce inevitabilmente una reazione. I demoni e coloro che dominano vengono spazzati via da forze più potenti, e alla fine non restano che rovine e cadaveri. Allora, negli Inferi, è abbondante la raccolta, perché le sfortunate anime che avevano ceduto all’influenza dei cattivi spiriti vengono trascinate assieme ad essi.

Mentre osservavo la folla, Fedele diresse la mia attenzione verso un gruppo di spiriti che ci guardavano e manifestavano la chiara intenzione di venire a parlarci.

«Mi allontano un momento - mi disse Fedele - e ti lascio parlare da solo con loro. Sono già venuto qui in passato, potrebbero riconoscermi. Desidero che tu ti faccia la tua opinione su di loro. Ma resterò nei paraggi e tornerò da te più tardi, quando lo reputerò utile. Per il momento, qualcosa mi dice che è meglio che ti lasci».

Detto ciò si allontanò, mentre gli spiriti oscuri si avvicinavano, facendo dei segni amichevoli. Pensai bene di rispondere alle loro gentilezze, anche se mi ispiravano il più profondo disgusto, essendo particolarmente sporchi e repellenti. Uno di loro mi toccò la spalla, e guardandolo ebbi la vaga sensazione di averlo già visto. Scoppiò in una risata orribile, e mi disse:

«Ti saluto, amico mio. Mi sembra che tu non ti ricordi di me; io invece ti ricordo bene! Ci siamo incontrati sul Piano terrestre Assieme ad altri volevo aiutarti, ma tu non hai accettato la nostra offerta. Al contrario, ci hai giocato un brutto scherzo. Ma ti abbiamo perdonato, perché siamo dei bravi ragazzi, come potrai constatare se ci conoscerai meglio».

Anche un altro si avvicinò e mi disse con un ghigno diabolico:

«Guarda guarda chi si vede... amico mio, adesso sei qui con noi, a quel che sembra, in questo bel paese! Cos’hai fatto per meritare quest’onore? Chi hai ucciso o fatto uccidere? Sai, nessuno è qui se non ha almeno un crimine sulla coscienza. Molti tra noi possono vantare tanti omicidi quanto sono i fantasmi di Macbeth. I nostri concittadini più distinti li contano addirittura a centinaia! Finalmente allora hai ucciso quell’uomo! Ah! Ah! Ah!».

Scoppiò in una risata abominevole, e mi voltai per allontanarmi, dal momento che li avevo riconosciuti. Mi tornò infatti improvvisamente in mente il ricordo di quando avevo rischiato di diventare un omicida; quegli esseri spaventosi erano gli spiriti che mi avevano incitato, indicandomi il modo di soddisfare il mio desiderio di vendetta, anche se ero privo del corpo terrestre. Però mi impedirono di fuggire. Pensavano che appartenessi al loro mondo, e volevano tenermi con loro per divertirsi e vendicarsi su di me della precedente sconfitta.

Potevo vedere le loro vere intenzioni, celate dietro modi falsamente amichevoli. Esitai un istante su cosa fosse meglio fare. Infine decisi di seguirli e vedere cosa avrebbero fatto, tenendomi però pronto a liberarmi di loro alla prima occasione. Lasciai che mi prendessero sottobraccio, ed entrammo in una grande casa prospiciente la piazza, che - mi dissero - apparteneva loro, dove desideravano presentarmi dei loro amici. Fedele passò vicino a me, e mi comunicò interiormente il seguente avvertimento:

«Va con loro, ma guardati dal partecipare ai loro divertimenti, o dal lasciare che il tuo spirito si abbassi al loro livello».

Entrammo nella casa e salimmo lungo un’ampia scala in pietra grigia per metà crollata, che recava dappertutto i segni e le macchie della vergogna e del crimine. A tratti nei gradini vi erano dei buchi nei quali un uomo sarebbe potuto facilmente cadere, ritrovandosi così prigioniero dell’ambiente chiuso al disotto della scala. Mentre passavamo al disopra di uno di quei buchi, qualcuno cercò di farmi perdere l’equilibrio spingendomi. Se non fossi stato in guardia, sarei inciampato e caduto. Saltai di lato, e poco mancò che anche il mio amabile compagno cadesse. Gli altri scoppiarono a ridere, mentre quello che mi aveva spinto mi lanciava uno sguardo pieno di odio. Allora lo riconobbi: era colui la cui mano si era bruciata nel cerchio di fuoco color argento che circondava Bianca, quando il suo amore mi aveva attirato presso di lei e mi aveva salvato dalla seduzione di quegli spiriti malvagi. Teneva la mano accuratamente nascosta sotto il mantello nero, ma potevo vedere attraverso di esso il suo braccio avvizzito. Adesso sapevo che avrei dovuto diffidare di lui.

Dalla scala raggiungemmo una superba sala illuminata da un fuoco, con alle finestre delle tende scure, stracciate, spruzzate di sangue fresco come se quel luogo fosse stato la scena di un massacro. Vedevo lungo i muri della sala dei mobili antichi, sporchi e rovinati, ma che conservavano qualcosa del loro passato splendore. La sala era piena di spiriti di uomini e donne. Ma che uomini e donne! Avevano perso tutta la bellezza del loro sesso. Erano più sporchi dei peggiori gaglioffi che si possano incontrare di notte nelle taverne della Terra. Solo all’Inferno le donne possono degradarsi fino a quel punto. Gli uomini avevano se possibile un aspetto ancora più orribile, e se volessi descriverli mi mancherebbero le parole. Mangiavano, bevevano, urlavano, danzavano, giocavano a carte e litigavano. La scena era più orribile di tutto ciò che è possibile vedere sulla Terra.

Potevo percepire un debole riflesso della vita terrena di ciascuno e sapevo che tutti, senza eccezione, avevano non solo condotto una vita licenziosa, ma si erano resi colpevoli anche di omicidio. Alla mia sinistra si trovava una duchessa del sedicesimo secolo, che aveva avvelenato non meno di sei persone, per odio e per gelosia. Accanto a lei si trovava un uomo che, nella stessa epoca, aveva fatto assassinare dai suoi bravi diverse persone che lo infastidivano, e ne aveva anche uccisa una con le sue mani in modo sanguinario durante una disputa. Più oltre, una seconda donna aveva ucciso il figlio illegittimo, perché rappresentava un ostacolo alle sue ambizioni di fortuna e posizione sociale. Era in quel luogo da qualche anno e a differenza degli altri sembrava provasse un qualche rimorso. Decisi perciò di provare ad avvicinarla e a parlarle non appena possibile.

Il mio ingresso era stato salutato da risate e applausi isterici; mentre una mezza dozzina di mani mi afferravano e mi trascinavano verso la tavola, quelli gridavano: «Beviamo alla dannazione di questo nuovo fratello! Battezziamolo con un bicchiere di vino nuovo!». Prima che riuscissi a capire le loro intenzioni, tutti avevano alzato in aria i loro bicchieri urlando e ridendo in modo terribile, ed uno di loro gettò verso di me un bicchiere pieno di una bevanda infiammata. Ebbi la presenza di spirito di gettarmi di lato, così la maggior parte del liquido cadde a terra. Solo una piccola quantità cadde sul mio mantello e lo bruciò come avrebbe fatto del vetriolo. Il liquido cadde al suolo e si trasformò in una fiamma bluastra, e infine scomparve con una detonazione.

Misero poi davanti a me un piatto pieno a prima vista di pezzi di carne scelta. Guardando meglio, scoprii che brulicava di ripugnanti larve. Non appena mi allontanai disgustato, qualcuno mi mise un braccio attorno al collo: era una vecchia strega, i cui occhi malvagi e la cui espressione mi fecero rabbrividire. Per invitarmi a giocare a carte con lei, fece una smorfia terribile che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto essere un sorriso seduttore, dal momento che intuii che sulla terra era stata una donna di grande bellezza, mentre adesso sembrava più vecchia e mostruosa di tutto ciò che si può immaginare. Come è effimera la bellezza fisica!

«Ogni giocatore mette in gioco la propria libertà», disse. «Abbiamo inventato questo passatempo per ricordarci dei bei tempi passati. Qui non c’è del denaro da vincere, perché il denaro si trasforma subito in sporcizia nelle nostre mani; per questo abbiamo scelto di giocare in questo modo. Ci impegniamo a diventare schiavi di chi ci vince al gioco, e a fare nostri schiavi quelli che vinciamo. Se vuoi farci compagnia per un po’, potrai convincerti di quanto sia interessante questo gioco.

Gli altri qui - proseguì con tono arrogante e ostile - sono solo delle canaglie, feccia di strada, e fai bene ad allontanarti da loro e dai loro divertimenti. Ma io sono una duchessa reale, e tutti i miei amici sono nobili. Tu fai certamente parte dell’élite, perciò ti accetteremo volentieri tra noi».

Con movenze grottescamente regali, mi invitò a prendere posto accanto a lei. Se fosse stata un po’ meno orribile sarei stato tentato di obbedire, se non altro per curiosità, per conoscere il gioco. La mia ripugnanza però era più forte della curiosità, e mi scusai dicendo la verità, e cioè che le carte non avevano mai veramente suscitato il mio interesse. In ogni caso volevo avvicinarmi alla donna alla quale desideravo parlare. Rapidamente riuscii a raggiungerla facendomi largo tra la folla.

Una volta accanto a lei, le parlai a voce bassa, chiedendole se era pentita dell’uccisione del suo bambino, se desiderasse lasciare quel luogo e se fosse pronta per questo ad affrontare una vita difficile. Il suo viso si illuminò alle mie parole, e mi rispose incuriosita:

«Cosa vuoi dire?».

«Stai tranquilla, non voglio che il tuo bene. Se vuoi seguirmi, troverò il modo per lasciare questo luogo terribile».

Mi strinse la mano in segno di assenso: non osava parlare, poiché altri spiriti si stavano avvicinando a noi in modo preoccupante, con il loro falso atteggiamento amichevole.

La duchessa e i suoi compagni si erano messi a giocare a carte; stavano già litigando, accusandosi a vicenda di barare, cosa che corrispondeva certamente al vero. Sembrava volessero battersi per rompere la monotonia della loro esistenza. Vidi anche che degli spiriti si erano raggruppati vicino alla porta con l’evidente intenzione di non lasciarmi uscire. Vidi il mio nemico con la mano avvizzita mormorare degli ordini ad un gruppo di spiriti particolarmente primitivi, che nella loro vita terrena dovevano essere stati degli schiavi. Una mezza dozzina di uomini e donne mi invitarono a prender parte alle loro danze. Era una danza orrenda, del tipo di quelle che si vedono nelle descrizioni delle messe nere delle streghe del passato, e mi guardo bene dal descriverla.

Alla vista di quella scena, mi dissi che forse quelle antiche storie di stregoneria contenevano dopotutto un fondo di verità. Può darsi, pensai, che alcune donne accusate di essere streghe fossero possedute da spiriti infernali, che a volte attiravano delle anime per farle partecipare alle loro orge in questa sfera infernale. Non so se sia veramente così, ma scoprii in ogni caso una notevole concordanza tra ciò di cui ero stato testimone e i racconti di streghe di cui avevo sentito parlare.

Mentre quelle creature si avvicinavano nella loro danza grottesca, notai che cercavano di passare dietro di noi per accerchiarci. Il mio istinto mi avvertì di non permettere che il cerchio si chiudesse. Mi addossai al muro, presi la mano della donna e le sussurrai di non separarsi da me. Tutti gli spiriti ormai si dirigevano verso l’angolo della stanza in cui ci eravamo ritirati. Il loro aspetto selvaggio e la crudeltà dei loro occhi contrastavano con la loro finta cordialità. Si avvicinavano e ci stringevano sempre di più, una massa in movimento che sembrava la personificazione del male.

Avevano smesso i loro litigi uniti nel comune desiderio di attaccarmi e farmi a pezzi. Proprio come si sente il tuono all’avvicinarsi del temporale, si potevano sentire minacciose parole di odio, mentre quei demoni danzavano davanti a noi e si abbandonavano alle loro stramberie. Improvvisamente si levò un grido e la folla urlò furiosa:

«Tra di noi c’è una spia, un traditore, un nemico! È uno dei fratelli maledetti venuto dall’Alto per spiarci e toglierci delle vittime. A morte! Linciatelo! Fatelo a pezzi! Gettatelo nelle segrete! Sbarazziamocene!».

Si gettarono su di noi come una valanga. Per un istante pensai che tutto fosse finito, e mi pentii improvvisamente di essere entrato in quella stanza. Ma, proprio nel momento in cui stavano per raggiungerci, Fedele, aiutato da un altro spirito, ci tirò attraverso il muro che si era aperto dietro di noi. Il muro si richiuse così in fretta che la folla urlante si chiese come avevamo fatto a scomparire.

Fummo trasportati poco lontano, in un luogo dal quale potevamo vedere, attraverso il muro divenuto trasparente ai nostri occhi, la diabolica brigata di spiriti litigare e battersi tra loro, mentre ognuno accusava gli altri di averci permesso di fuggire.

«Vedi, disse Fedele, se tu ti fossi unito alle loro attività per un solo istante, ci sarebbe stato impossibile aiutarti, perché anche tu saresti stato rivestito del loro stesso magnetismo, e il muro ti avrebbe tenuto prigioniero. Saresti divenuto troppo grossolano per attraversare la materia di cui è fatto il muro. Quegli spiriti non hanno finito di darti la caccia, perciò se li rivedrai dovrai fare molta attenzione. Perché quel breve momento in cui ti sei posto sotto la loro influenza, quando hai evitato di seguire sul piano terrestre il loro piano diabolico, è stato sufficiente a creare, tra te e loro, un legame che sarà difficile da rompere, fino a quando tu non avrai raggiunto un grado di sviluppo spirituale molto più elevato, tale da costituire un abisso tra te e loro.

Mi avevano detto che tu ancora non eri riuscito a dominare completamente le tue passioni. È vero che hai imparato a controllarle, ma il tuo desiderio di vendetta nei confronti di chi in passato ti ha offeso non è ancora spento. E finché quel sentimento albergherà in te, non ti sarà possibile liberarti completamente di quegli spiriti, soprattutto quando ti troverai nella loro sfera, in cui sono veramente potenti. Anch’io ho combattuto una battaglia simile a quella che stai combattendo tu oggi. Nessuno meglio di me sa quanto sia difficile perdonare quando siamo stati gravemente offesi. Ma so anche che un giorno tu sarai in grado di farlo con tutto il cuore. In quel momento quei cattivi spiriti non avranno più alcuna possibilità di intervenire nel tuo destino.

Ora le mie direttive prevedono che ti conduca al palazzo di uno spirito che sarai sorpreso di conoscere. Il suo nome ti è familiare, anche se ha vissuto sulla Terra prima di te.

Hai potuto constatare che gli spiriti di questa sfera non possono facilmente ingannarti riguardo al loro vero stato spirituale e alle loro vere intenzioni. Sappi che tu devi questa facoltà a Bianca, il cui puro amore affluisce costantemente verso di te come un torrente continuo di acqua cristallina. Lei ti mette in grado di percepire le cose da un livello più elevato e guardare dentro questi bassi spiriti per vedere tutta la loro perversità. Tra te e lei esiste ora un legame così forte che tu sei inconsapevolmente partecipe della grazia della sua natura più elevata, e allo stesso modo lei partecipa della forza che è in te. Con il tuo attuale grado di sviluppo, sarebbe facile per questi spiriti infernali dominarti e ingannarti. Ma a causa della percezione più chiara e più pura di cui tu benefici grazie alle preghiere di Bianca, puoi vedere le cose così come sono veramente, proprio come le vedrebbe uno spirito puro. È inutile quindi che cerchino di ingannarti. La forza dell’amore con cui Bianca ti protegge è veramente grande. Lei è come uno scudo che ti protegge nel corso di qualunque prova.

Prima di lasciare questa sfera, devo mostrarti un’altra visione che temo ti rattristerà tanto quanto ti istruirà. L’uomo che incontrerai è simile a quello che tu avresti potuto diventare, se fossi stato solo nella battaglia con il peso scoraggiante dei tuoi peccati e delle tue passioni, cioè se tu non beneficiassi dell’amore che da Bianca affluisce costantemente a te. Crediamo che la vista di quel personaggio ti renderà doppiamente indulgente verso quegli sfortunati che sei in grado di aiutare (meglio di chiunque altro, proprio perché saresti caduto in basso come loro senza l’aiuto di Bianca). Sappiamo che, nella pienezza della tua riconoscenza, cercherai di rendere agli altri ciò che è stato fatto per te».

Non appena ebbe finito di parlare, lasciammo quel luogo in silenzio. Il mio cuore era troppo commosso perché potessi rispondere. Avevamo lasciato quella donna sfortunata sotto la protezione di un angelo raggiante delle sfere superiori, e ci era stato assicurato che avrebbe ricevuto tutto l’aiuto possibile per la sua crescita spirituale.

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