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Secondo Punto - L’Asse Verticale dell’Amore

천일국 주인 우리 가정은 참사랑을 중심하고, 하늘부모님과 참부모님을 모시어 천주의 대표적 가정이 되며, 중심적 가정이 되어 가정에서는 효자, 국가에서는 충신, 세계에서는 성인, 천주에서는 성자의 가정의 도리를 완성할 것을 맹세하나이다

La nostra famiglia, proprietaria della Cheon Il Guk, giura di servire il Genitore Celeste ed i Veri Genitori, rappresentando il Cielo e la Terra e divenendone il centro; noi perfezioneremo la strada del dovere familiare, come figli e figlie di pietà filiale nella nostra famiglia, patrioti nella nostra nazione, santi nel mondo e figli e figlie sacri per il Cielo e per la Terra, mettendo al centro il Vero Amore.

Generalmente, si crede che l’amore fiorisca nell’intimità delle relazioni personali nella famiglia. Le relazioni, tuttavia, non sono il punto di partenza del vero amore. Il vero amore orizzontale tra le persone si basa sull’asse verticale della relazione con Dio e sulla responsabilità individuale di ciascuno di perfezionare il proprio carattere. Una volta che l’amore individuale è collegato all’amore verticale di Dio, si crea la base per relazionarsi con gli altri in modo appropriato nel vero amore. Senza di questo, le relazioni non saranno equilibrate, vacilleranno e cadranno a pezzi.

Il secondo punto del Giuramento della Famiglia descrive come stabilire l’asse dell’amore verticale della famiglia. Le parole servire il Genitore Celeste ed i Veri Genitori descrivono la connessione della famiglia alla dimensione celeste. La nostra famiglia è fermamente unita al Genitore Celeste attraverso la nostra devozione a Lui e alla Sua volontà. Le parole rappresentando il Cielo e la Terra e divenendone il centro mostrano la strada per stabilire l’asse verticale sulla terra. L’asse verticale è saldamente ancorato alla sua base quando prendiamo responsabilità per noi stessi e ciò che ci circonda. Questo significa che la nostra famiglia promette di prendere posizione e realizzare la propria responsabilità pubblica per la provvidenza di Dio, indipendentemente da quello che fanno o non fanno gli altri.

Il secondo punto del Giuramento della Famiglia delinea l’asse dell’amore verticale anche in un’altra maniera, definendo una scala ascendente di amore pubblico, chiamato strada del dovere familiare. Il punto di partenza è la pietà filiale. I figli e le figlie di pietà filiale servono i propri genitori senza lamentarsi e quindi onorano la propria famiglia più che loro stessi. Questa etica familiare di vivere per il bene più grande si espande nella virtù civica del patriota, che vive per il bene della comunità e della nazione. Ad un livello ancora più alto c’è la via del santo, che abbraccia il mondo amando persino i propri nemici. L’apoteosi dell’amore pubblico è la via dei figli e figlie sacri per il cielo e per la terra, la cui portata d’amore si espande a tal punto da abbracciare il cosmo e raggiungere persino il cuore di Dio. Nel servire uno scopo sempre più alto, partendo dalla famiglia e comunità fino ad arrivare alla nazione, al mondo ed infine al cosmo, passo dopo passo, accediamo al trono di Dio. Stabilendo quindi l’asse dell’amore verticale, il nostro amore e la nostra vita arriveranno ad assomigliare all’amore e alla vita di Dio.

Servire Dio ed i Veri Genitori

Il servizio descrive l’attitudine fondamentale della fede. Include in sé la dedizione a Dio, ma anche molto altro. Da un lato, la parola coreana 모시다 (moshida) indica la tradizionale etica della cavalleria. Per servire fedelmente il proprio signore, un cavaliere o un servitore dovevano obbedire e servire senza lamentele. Condividendo con il proprio signore la missione pubblica di difendere il regno, il cavaliere o il servitore in cuor proprio si sentiva come un giovane assistente. Le preoccupazioni, il benessere e le sofferenze del signore sarebbero state anche le sue preoccupazioni, il suo benessere e le sue sofferenze. Il signore, in cambio, doveva amare il suo fedele servitore come fosse suo figlio. Poteva porre fiducia in lui e poteva contare sul suo aiuto per qualsiasi compito.

Tuttavia, nell’etica tradizionale coreana, che si basa sulla famiglia, il significato del servizio va più in profondità. I coreani consideravano il re come il genitore della nazione. Quindi dovevano servire il re con lo stesso cuore con il quale si servono i propri genitori. Nella famiglia, servire i propri genitori non è una questione di dovere, ma di profondo amore. Il cuore di servizio è manifestato appieno nel prendersi cura dei genitori anziani, nel sostenerli e nel cercare di soddisfare i loro desideri per la famiglia. È un cuore pieno di gratitudine per tutti gli anni in cui i genitori hanno investito con amore e sacrificio per il bene dei figli. Inoltre, servire i propri genitori significa portare avanti il loro investimento nella famiglia, trasmettere il loro amore, le loro speranze e i loro sogni alle generazioni future.

È questo il cuore che dobbiamo avere nel servire Dio, il nostro Genitore Celeste e Re. Attraverso il servizio e la dedizione a Dio, cresce la nostra conoscenza della Sua volontà e del Suo cuore. Condividiamo il Suo fardello nella battaglia per purificare tutto il male che c’è noi, nelle nostre famiglie, nella nazione e nel mondo. Vogliamo diventare gli affidabili assistenti e campioni di Dio per la causa del bene. Alla fine, scopriremo di essere stati trasformati, a somiglianza di Dio.

Servire i Veri Genitori è la stessa cosa. A livello esteriore, siamo collaboratori dei Veri Genitori, partecipiamo con loro nell’impresa divina di restaurare questo mondo di male e di creare il Regno di Dio. Interiormente, imitiamo lo stile di vita, l’attitudine e il cuore dei Veri Genitori, con lo scopo di incarnare l’immagine dei Veri Genitori in noi stessi.

Tutte le religioni parlano della fede in Dio in modi e termini differenti. Tutte le religioni, tuttavia, hanno un concetto del servizio, come illustrato da questi passaggi delle sacre scritture:

O voi che credete, temete Allah e cercate il modo di giungere a Lui, e lottate per la Sua Causa, affinché possiate prosperare. – Corano 5.35

Velocemente compaio dinanzi a coloro che mi offrono le loro azioni, che con incrollabile devozione adorano solo me, il loro più caro diletto. Poiché mi amano, sono i miei servitori, e io li salverò dai dolori terreni e dalle tempeste della vita. – Bhagavad Gita 12.6-7

Il vascello sacrificale: l’uomo superiore, prende posizione quando la giustizia lo richiede ed accetta fermamente il decreto del cielo. – I Ching 50

Fa del volere di Dio il tuo volere, in modo tale che Lui faccia del tuo volere il Suo. Annulla i tuoi desideri davanti ai desideri di Dio, in modo che Lui potrebbe annullare i desideri altrui dinanzi ai tuoi.1 – Mishnah, Abot 2.4

San Paolo fornisce un buon esempio di servizio a Dio e a Cristo. Nella sua seconda lettera ai Corinzi, descrive il suo servizio: “ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso, di essere a lui graditi” (2Cor 5:9). Paolo capì che Dio aveva affidato a lui e ai suoi compagni evangelisti un compito importante, “Dio… ha messo in noi la parola della riconciliazione” (2Cor 5:19). Paolo vide sé stesso come rappresentante di Cristo: “Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro” (2Cor 5:20) e “come collaboratori di Dio” (2Cor 6:1). Servendo Dio e Cristo in questa maniera, Paolo descrive sé stesso e i suoi compagni rinnovati e trasformati: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura” (2Cor 5:17) e “infatti l’amore di Cristo ci costringe” (2Cor 5:14). Allo stesso tempo, Paolo soffriva di una debolezza fisica, “una spina nella carne”, per condividere le sofferenze di Cristo come fossero le sue (2Cor 12:7-10). Paolo si dedicò nel servire il Signore Gesù, e nel servirlo fu trasformato a immagine di Cristo.

Tuttavia, da ciò che sappiamo su Gesù dal Principio Divino, riconosciamo che esiste un livello ancora più profondo di servizio rispetto a quello che Paolo conosceva. Questa è l’unità a livello di cuore, oppure 심정 (shimjung), con il Gesù vivente. Paolo non conobbe mai Gesù di persona. Come avrebbe potuto conoscere le frustrazioni del suo cuore, per il fatto che di non aver potuto adempiere le più profonde speranze del suo Padre Celeste? Come avrebbe potuto sentire il cuore spezzato di Dio nel vedere il Suo unico amato figlio salire sulla croce senza aver realizzato il sogno del Regno? Tuttora, molti cristiani, che seguono Paolo come modello del cristiano ideale, non hanno compreso il cuore di Dio e di Gesù.

Siamo davvero così soddisfatti della nostra relazione con Dio da essere certi che Egli è contento di noi? Dovremmo piuttosto ricercare il più profondo dolore di Dio e approfondire il Suo 한 (han), parola coreana che significa risentimento e dolore profondi e irrisolti. Dovremmo provare ad immedesimarci nella situazione di Dio come genitore, i cui figli vagano ancora, persi nella profonda oscurità e nell’angoscia, insensibili al Suo amore e sordi alla Sua saggezza.

In lacrime, Dio rivelò a Padre Moon la profondità del Suo dolore. Da allora, l’unico desiderio di Padre Moon è stato quello di consolare Dio e alleviare il Suo profondo dolore. Servendo Dio fino a questo punto, Padre Moon arrivò a capire il cuore di Dio, il Genitore, tormentato dalla condizione di tutti gli esseri umani.

Allo stesso modo, dovremmo servire Dio e i Veri Genitori sviluppando un cuore di genitore. Risuoneremo allora con il cuore di Dio e diventeremo i Suoi collaboratori nell’alleviare le sofferenze dell’umanità. La via del servizio è “la via di un servo, ma con il cuore di un genitore”2. Nel servire le persone con il nostro corpo, manteniamo un cuore di genitore. Quando abbiamo un cuore di genitore, non possiamo pensare in maniera egocentrica. Un genitore non perde mai la pazienza con i propri figli. Il suo cuore continua ad amare per l’eternità e perdona i propri figli mille volte.

Mantenere un cuore di genitore ci aiuta ad avere il punto di vista di Dio nell’amare gli altri. È un segreto per superare la nostra natura caduta. Per esempio, se il marito ha un cuore di genitore verso la moglie, può superare il dolore causato da delle parole offensive dette in un momento di rabbia. Può sempre vedere la moglie come figlia di Dio.

Gli insegnamenti spirituali e religiosi tradizionali sono individualistici. In genere, questi insegnamenti concepiscono ogni essere umano da solo di fronte a Dio e all’universo, in grado di determinare il proprio futuro a seconda della propria fede e/o dalle proprie azioni. Tendono a trascurare i legami familiari. Supponiamo che, in una coppia che si ama, il marito commetta un errore e finisca all’inferno. Può la moglie godere delle delizie del paradiso, sapendo che il marito soffre nell’eterno tormento? Come si sentirebbero dei genitori in cielo, sapendo che uno dei figli soffre all’inferno? Avendo un cuore di genitore, non potremmo mai essere felici sapendo che il nostro coniuge, i nostri figli o i nostri genitori soffrono all’inferno. Preferiremmo stare all’inferno per salvarli, anche se questo richiedesse un’eternità.

Alcune religioni descrivono la vita come un percorso spirituale verso l’illuminazione, percorso che avviene nel corso di numerose vite. I legami d’amore e la famiglia sono solo uno stato temporaneo che cessa al momento della morte. La vita sulla terra non è altro che una scuola nella quale impariamo delle lezioni da portare con noi nella prossima reincarnazione, mentre amore e affetto vengono dimenticati. Tralasciando il problema di come sia possibile ricordare le “lezioni” delle vite passate e dimenticare l’amore, la dottrina della reincarnazione presenta un universo senza cuore, nel quale l’amore è privo del suo sommo valore. Ciò è incompatibile con l’insegnamento cristiano del Dio d’amore. Se Dio è un Dio di vero amore il Cui cuore divino è un cuore di genitore, allora nella Sua creazione deve aver sicuramente provveduto all’esistenza eterna delle famiglie di vero amore.

Il Giuramento della Famiglia ci chiama a servire Dio ed i Veri Genitori come famiglie. È in qualità di famiglie che dobbiamo raggiungere Dio e assomigliarGli. La nostra vita in famiglia dovrebbe rispecchiare la vita di Dio. L’amore divino che scorre tra le persone della Trinità dovrebbe scorrere anche nelle relazioni che compongono la famiglia. Tali famiglie sono eterne; il loro vero amore dura eternamente. Attraverso famiglie e comunità d’amore, uniremo le persone del mondo in un solo cuore.

Noi Saremo Responsabili

Il polo terrestre dell’asse verticale dell’amore è descritto dalla frase la nostra famiglia… rappresentando il Cielo e la Terra e divenendone il centro. Se analizziamo questa frase, possiamo individuare due parti: “la famiglia che rappresenta (대표적, taep’yō-jeok) il Cielo e la Terra” e “la famiglia che è il centro (중심적, jūngshim-jeok) del Cielo e della Terra”. Queste due frasi rappresentano due diversi aspetti del prendere responsabilità per la volontà di Dio.

Il Giuramento della Famiglia riconosce che prendiamo responsabilità come famiglie. Qualunque leader, che sia in campo imprenditoriale, politico o artistico, ha come base il supporto del proprio coniuge e della propria famiglia. Quando un membro della famiglia assume una posizione pubblica, il resto della famiglia deve fare dei sacrifici. I coniugi e i figli dei politici prendono parte nella faticosa campagna elettorale. Le mogli dei ministri passano molto tempo a supportare i propri mariti, aprendo spesso le porte di casa ad un flusso costante di riunioni e di ospiti. Quando una persona si sacrifica per una missione pubblica, tutta la famiglia si trova insieme nella stessa posizione. Il Principio Divino usa il termine “figura centrale” per indicare coloro che, nella storia biblica, hanno preso responsabilità per la volontà di Dio, anche se, in realtà, si è tratta di famiglie centrali: la famiglia di Adamo, di Noè, di Abramo e così via.

Una famiglia che promette di rappresentare il cielo prende posizione per la volontà di Dio. Dichiara il suo amore per Dio e si determina a compiere la Sua volontà. Tale famiglia diventa il partner oggetto attraverso cui Dio può operare. La famiglia di Abramo fu questo tipo di famiglia rappresentativa. Abramo obbedì alla chiamata di Dio e lasciò la sua casa per andare in una terra sconosciuta. In obbedienza a Dio, Abramo decise di sacrificare suo figlio Isacco, che a sua volta accettò consapevolmente di essere sacrificato. Per la volontà di Dio, Rebecca, sua nuora, accettò di lasciare la sua casa per sposare un uomo che non aveva mai incontrato prima. Per la volontà di Dio, Giacobbe e la sua famiglia rischiarono la loro vita per riconciliarsi con Esaù. Attraverso le tre generazioni di Abramo, Isacco e Giacobbe, questa famiglia pose la fondazione per il popolo scelto e per la venuta di Cristo. Attraverso questa famiglia Dio poté benedire il mondo intero (Gen 12:1-3).

Una famiglia che rappresenta il mondo rappresenta anche la storia. Ognuno di noi è il frutto della storia e vive in circostanze influenzate dalla storia. Per questo, il Principio Divino insegna che “io” come individuo devo prendere responsabilità non solo per i miei peccati, ma per tutti i peccati della storia che ricadono su di me:

Io devo prendere su di me la croce della storia e accettare la responsabilità di realizzare la sua chiamata. A questo fine, io devo realizzare…tutte le missioni lasciate dai profeti e dai santi del passato, chiamati nelle rispettive epoche a portare la croce della restaurazione.3

Quindi, l’espressione “rappresentare il Cielo e la Terra” ha un significato verticale nel contesto della volontà di Dio (in cielo) e delle circostanze ereditate dalla storia (sulla terra).

La desinenza 적 (jeok) significa “come” oppure “simile”. Questa indica la differenza tra l’Unica Famiglia che al momento rappresenta il cielo e la terra – la Vera Famiglia – e la nostra famiglia. La nostra famiglia rappresenta una parte della volontà di Dio. La nostra famiglia rappresenta una piccola fetta della storia, non tutta. In altre parole, siamo una famiglia rappresentativa (taep’yō-jeok), che nella propria dimensione limitata somiglia alla famiglia rappresentativa (taep’yō), che rappresenta il tutto.

Per esempio, la famiglia che rappresenta gli Stati Uniti è composta dal Presidente e dalla First Lady. Gli americani non sono stati felici quando un recente presidente è stato scoperto essere donnaiolo. Vorremmo piuttosto che i nostri leader siano delle persone esemplari, che mostrino il meglio della nostra nazione al mondo. Inoltre, il presidente degli Stati Uniti prende decisioni che influenzano la storia. Per esempio, George W. Bush, nell’affrontare il problema dell’Iraq, dovette fare i conti con gli errori dei suoi predecessori, che permisero a Saddam Hussein di rimanere al comando. I presidenti successivi dovranno affrontare le conseguenze della sua decisione di entrare in guerra con l’Iraq, nel bene e nel male.

La famiglia che rappresenta il cielo e la terra è padrona delle circostanze. Ha un’attitudine di completa dedizione, indipendentemente dagli errori passati e da quello che fanno o non fanno gli altri. Questo è stato il cuore di Martin Lutero quando affisse alla porta della cattedrale di Wittenberg le sue novantacinque tesi, osando proclamare ciò che altre migliaia di persone credevano, ma che non avevano il coraggio di dichiarare apertamente. Alcuni anni dopo, quando si trovò di fronte ad una delegazione papale, disse: “Eccomi, sono qui! Non posso fare altro! Che Dio mi aiuti!”. Lutero lottò per la giustizia quando tutti gli altri si nascondevano nel silenzio. Per questo fu la persona che Dio poté elevare come leader nella Sua provvidenza. Questo tipo di persone possono cambiare il corso della storia.

Dio desidera trovare persone che possano rappresentare il meglio dell’umanità, delle quali possa fidarsi ed essere fiero. Siamo noi persone del genere? La Chiesa dell’Unificazione ha una tradizione fondata sul lavoro di missionari pionieri. Lavorando da soli in una città straniera, i membri possono coltivare l’attitudine di unici rappresentanti di Dio. Un missionario pioniere non ha altri che Dio su cui fare affidamento. Se fallisce, nessuno prende il suo posto. D’altra parte, le famiglie che vivono nelle metropoli con un gran numero di membri possono facilmente diventare negligenti, pensando che gli altri prenderanno le redini del gioco. Possono perdere la consapevolezza di essere i rappresentanti della loro comunità di fronte a Dio. Quando Padre e Madre Moon intrapresero vari tour di discorsi pubblici in America, ebbero successo anche in stati in cui c’erano pochi membri isolati. Infatti, la percentuale di ospiti era spesso più alta negli stati con minore numero di membri, perché ciascuno di essi aveva l’attitudine di essere il solo rappresentante di Dio. Con questo cuore, si impegnarono duramente per portare un risultato positivo. Alla luce di questo, un pugno di membri veramente dedicati può cambiare una nazione.

La seconda parte della frase, “divenendo il centro” (del cielo e della terra), descrive le relazioni orizzontali della famiglia con gli altri. Una famiglia centrale prende responsabilità per il benessere delle persone che si trovano intorno. A seconda dello scopo della propria missione, una famiglia può essere centrale per il clan, per la comunità, per la regione o per la nazione. Come detto precedentemente, il Giuramento della Famiglia usa la desinenza -적 (jeok), che significa “come” o “simile”, per indicare la differenza tra la portata limitata della centralità della nostra famiglia (jūngshim-jeok) e la centralità assoluta (jūngshim) della Vera Famiglia.

Il governatore è la figura centrale della sua regione; il sindaco è la figura centrale della sua città. La loro politica influenza il benessere delle persone sotto la loro giurisdizione. Una città che investe nell’educazione crea cittadini migliori e promuove la crescita economica, mentre una negligente applicazione delle leggi ambientali può portare ad avere centinaia di malati nella comunità. Tuttavia, ci sono anche delle figure centrali che si occupano del benessere interiore e spirituale della comunità. Pur non avendo una posizione esteriore o un titolo solenne, se portiamo con noi l’amore e le benedizioni di Dio, possiamo fare del bene a tante persone. Tali persone sono i pilastri interiori della società, come riconoscono varie tradizioni spirituali:

Il santo stimola il cuore degli uomini e da allora il mondo intero è in pace. – I Ching 31

I rabbini Assi e Ammi, in un tour di ispezione dell’educazione, andarono in una città e chiesero di vedere i suoi protettori. Il consiglio della città si fece avanti, ma i rabbini dissero: “Questi non sono protettori, ma sabotatori di una città! I protettori sono gli insegnanti dei giovani e gli istruttori degli anziani, in quanto è scritto: «se il Signore non protegge la città, invano vegliano le guardie» (Sal 127:1)” – Lamentazioni di Rabba

Egli non mette in mostra il suo valore morale, tuttavia tutti i principi seguono le sue orme. Così l’uomo giusto, vivendo una vita fatta di semplici verità ed onestà, da solo è in grado di portare pace e ordine nel mondo. – Il Giusto Mezzo 33

Nella Bibbia, le azioni delle figure centrali nella provvidenza di Dio non hanno avuto impatto solo su di sé, ma anche sul loro popolo e persino sul corso della storia. Per esempio, Mosè scelse dodici leader per compiere uno spionaggio nella terra di Canaan. La loro poca fede portò sventura a tutto il popolo d’Israele, che dovette vagare per quarant’anni nel deserto. Al contrario, la forte fede di Giosuè gli permise di riportare vittorie per Israele, ovunque andassero. Giovanni Battista era la figura centrale per il Giudaismo, la cui missione era quella di portare l’intera Israele a Gesù Cristo. Dato che Giovanni godeva del rispetto del popolo, la sua testimonianza a Gesù e il suo successivo dubbio furono cruciali nella direzione che il popolo ebreo prese nel riconoscere o meno Gesù.

Oggi come famiglie centrali siamo responsabili di diffondere la volontà di Dio alle persone della nostra comunità. Gesù disse: “Siete voi la luce del mondo…Così deve risplendere la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano il bene che voi fate e ringrazino il Padre vostro che è in cielo” (Mt 5:1416).

La responsabilità di una famiglia di stare nella posizione di partner oggetto di fronte a Dio e di frutto della storia è indicata nella frase rappresentare… il cielo e la terra. La dimensione della responsabilità, in relazione agli altri, è indicata dalla frase divenire il centro del cielo e della terra. “Rappresentare” (taep’yo) descrive quindi l’aspetto verticale della responsabilità, mentre “divenire il centro” (jungshim) descrive l’aspetto orizzontale della responsabilità. Ciò è illustrato nel diagramma nella Figura 2.

Come famiglie centrali che vivono nell’era dei Veri Genitori, siamo partecipi di un momento cruciale per la storia, paragonabile al tempo della venuta di Gesù. Noi abbiamo un’opportunità unica, negata fin dai tempi di Gesù – creare l’autentico regno di Dio sulla terra. Facendo da pionieri in questo percorso, possiamo aprire a migliaia di persone il cancello per il regno. In questo senso, le nostre famiglie sono centrali per il cosmo e per il suo destino.

D’altra parte, se falliamo, miliardi di persone soffriranno in miseria. Il mondo cadrà in un vortice di immoralità, nel quale la civiltà collasserà, l’AIDS dilagherà e le persone, prive di speranza, saranno succubi della legge della giungla. La via della vera famiglia è l’ultima e la migliore speranza per il mondo, ma il fatto che le persone conoscano questa speranza o meno dipende esclusivamente da noi.

figura 2

Figura 2: La famiglia che rappresenta il cielo e la terra e ne diviene il centro

Il Dovere Familiare

Il secondo punto del giuramento delinea una scala verticale d’amore, che si estende verso il cielo fino a Dio e che si fonda sulla nostra responsabilità pubblica sulla terra. Nel descrivere ulteriormente i vari livelli della scala, il giuramento ci chiama a perfezionare la strada del dovere familiare. Il termine coreano per “strada del dovere” è 도리 (do-ri), composto da due caratteri cinesi. 道 (도) indica il Tao in lingua cinese. Tao significa la Via o Condotta da seguire. 理 (리) è il termine li in cinese, tratto dalla metafisica confuciana, che significa il principio immanente della natura. Quando usato in riferimento all’essere umano, indica la virtù innata di una persona. Quindi, 도리 (do-ri) significa il percorso di virtù, la via del dovere. È uno stile di vita in armonia con l’ordine del cosmo e che illumina la bontà morale innata di una persona.

Nel Giuramento della Famiglia, è la famiglia intera a percorrere il cammino della virtù: perciò, viene chiamata strada del dovere familiare (가정의 도리, kajonge dori). Il dovere familiare è definito da una quadruplice etica di responsabilità pubblica: 1) la pietà filiale o responsabilità verso la famiglia; 2) il patriottismo o responsabilità verso la società e la nazione; 3) l’amore verso i propri nemici, caratteristica del santo, che porta pace tra le nazioni; e 4) l’amore verso Dio e tutta la creazione come figli e figlie divini. La responsabilità pubblica è un dovere familiare per almeno tre motivi.

Innanzitutto, il Giuramento della Famiglia prospetta l’ideale di una famiglia che insieme si dedica alla realizzazione di queste responsabilità pubbliche. I coniugi si aiutano a vicenda. I figli crescono e continuano il lavoro dei loro genitori. Tutti i membri della famiglia si uniscono nel portare avanti i sacrifici che richiede il servizio alla comunità. Se un membro della famiglia se ne andasse, danneggerebbe la capacità della famiglia di realizzare i propri doveri.

Nel suggerire ai cristiani di rimanere single, San Paolo si preoccupò di questo problema: “chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie” (1Cor 7:32-33). Ma il Giuramento della Famiglia concepisce una famiglia unita nel servizio pubblico come più forte e più capace rispetto a dei singoli individui. Dietro ad ogni uomo di successo c’è una grande donna, come espresso da una canzone popolare “io posso volare più alto dell’aquila; tu sei il vento sotto alle mie ali” (I can fly higher than an eagle; you are the wind beneath my wings, Wind beneath my wings, Bette Midler).

Inoltre, la famiglia è la scuola fondamentale dell’etica. Il modo in cui impariamo a relazionarci in famiglia con i nostri figli, fratelli, coniugi e genitori modella il modo in cui ci relazioniamo con le persone al di fuori della famiglia.

Un figlio con un buon rapporto con i propri genitori ha buone possibilità di avere buoni rapporti anche con le altre figure “autoritarie” nella sua vita. Un fratello maggiore che si prende cura dei suoi fratelli minori si prepara a trattare bene i propri subordinati o i suoi colleghi futuri. Le lezioni che si apprendono come genitori sono lezioni senza prezzo su come essere un leader. Quindi, la capacità di comportarsi in modo etico all’interno della società ha le sue radici nella famiglia.

Terzo, l’etica del dovere nella famiglia è la base di tutti i doveri sociali. Ciò può essere riassunto in un singolo principio etico: il servizio dell’insieme. La famiglia è il primo insieme in cui viviamo. Prendere responsabilità per il bene della famiglia è dunque il primo livello del servizio per l’insieme. Il servizio alla nazione, al mondo o al cosmo non è altro che un’estensione di questo principio su una scala sempre più allargata.

Quindi, secondo un ben noto trattato confuciano, il Classico sulla Pietà Filiale, la pietà filiale è la radice di tutte le virtù e il principio dietro ogni insegnamento morale:

Ora, la pietà filiale è la radice di ogni virtù, e la gemma da cui crescono tutti gli insegnamenti morali […] Avendo ricevuto il nostro corpo – ogni singolo capello e pollice di pelle – dai nostri genitori, non possiamo pensare di ferirli o far loro del male: questo è l’inizio della pietà filiale. Una volta che abbiamo definito il nostro carattere praticando la via della pietà filiale, in modo da rendere il nostro nome famoso nel corso dei secoli, di modo che i nostri genitori vengano glorificati: questa è la destinazione della pietà filiale. Comincia con il servizio ai genitori; prosegue con il servizio al re; si completa una volta definito il carattere.4

In questo senso, l’etica della pietà filiale, il corso dei doveri della famiglia al suo livello più elementare, stabilisce lo stesso principio che si applica ai tre livelli successivi menzionati nel Giuramento del Famiglia: i patrioti che vivono per il bene della nazione, i santi che vivono per il mondo, e i figli e figlie del Cielo che vivono per il bene del cosmo intero. Insieme, questi quattro livelli formano una scala verticale dell’amore, a partire dalla famiglia fino a raggiungere i limiti dell’universo. Eppure, ogni piolo della scala non è che un’estensione dell’etica familiare di base.

La Gratitudine

Perché serviamo l’insieme? Perché l’insieme ci ama, si prende cura di noi e ci dà enormi benefici. Il servizio dell’insieme non deve essere forzato, tramite la legge; dovrebbe essere un’espressione gioiosa di gratitudine. I nostri genitori ci hanno donato la vita, “i nostri corpi -ogni singolo capello e pollice di pelle- sono ricevuti da parte dei nostri genitori”. Loro si sono sacrificati per nutrirci e crescerci, dimenticando il loro comfort per darci ciò di cui avevamo bisogno. Per questa ragione, proviamo naturalmente gratitudine verso i nostri genitori, e vogliamo servirli e prenderci cura di loro. Allo stesso modo, la nostra nazione ci protegge mantenendo l’ordine, la legge e la pace nella società. Ci sostiene guidando l’economia grazie a sistemi efficienti di trasporto e comunicazione. Sostiene le nostre libertà e le istituzioni democratiche, che ci permettono di contribuire al benessere degli altri. Immaginate quanto sarebbe difficile la vita senza il sostegno e la protezione della nazione e delle sue istituzioni. Pertanto, dovremmo essere grati alla nazione come lo siamo verso i nostri genitori, e dovremmo desiderare di contribuire al suo benessere, come cittadini e patrioti.

Inoltre, il mondo – la società umana del passato, presente e futuro – comprende l’ambiente sociale nel quale possiamo prosperare. Siamo indebitati verso le persone del mondo, per i benefici, spirituali che materiali, della civilizzazione. I prodotti che mangiamo e usiamo nelle nostre case vengono da tutto il mondo: banane, cioccolato e caffè dal Sud America, petrolio dal Medio Oriente, televisioni dal Giappone e vestiti dalla Cina. Inoltre, la vita per come la conosciamo noi oggi non sarebbe possibile senza le fondamenta della civiltà poste in luoghi come Israele, la Grecia, Roma, l’India, la Cina, l’Africa e l’Europa Occidentale. La religione, la filosofia, la scienza, la matematica, la tecnologia, l’arte e la musica che noi diamo per scontate si sono sviluppate grazie ai successi di persone di ogni terra e razza. Per contro, la povertà e il degrado in una parte del mondo possono avere effetti dannosi in tutto il mondo: per esempio, una malattia mortale che si sviluppa tra una popolazione impoverita dell’Africa può diventare un’epidemia a livello mondiale. Quando riconosciamo quanto riceviamo dalle persone da ogni parte del mondo, e ci rendiamo conto di quanto il mondo è diventato interconnesso, non possiamo che desiderare di aiutare tutte le persone del mondo a raggiungere pace e prosperità. Siamo grate alle persone del mondo per la loro esistenza che ci arricchisce, e in cambio vogliamo lavorare per il benessere del mondo diventando santi che amano il mondo.

Infine, siamo indebitati nei confronti di Dio il nostro Creatore, e nei confronti della Sua creazione, il mondo spirituale e quello fisico. Il nostro pianeta ci nutre in molti modi, a partire dal nostro stesso respiro. Tutte le creature della terra contribuiscono al nostro benessere. Quindi, dovremmo lavorare per proteggere la Terra e curarne l’ambiente. La Terra sta soffrendo a causa dell’inquinamento chimico nell’atmosfera, nei fiumi e negli oceani, e a causa delle scorie nucleari sepolte sottoterra. Quindi, dovremmo fare la nostra parte per ripulire la Terra dagli agenti inquinanti innaturali che la fanno soffrire e che mettono in potenziale pericolo la nostra esistenza. Anche il Cielo ci aiuta, guidandoci e ispirandoci con amore e saggezza divini. La gratitudine per l’amore di Madre Natura che ci nutre e per la guida e la saggezza del Cielo ci spingono a metterci al loro servizio come figli e figlie divini per il Cielo e per la terra.

Da ciascuno di questi livelli, dal più piccolo al più grande, vengono nutrimento, sostegno e guida, come dai nostri genitori. Ad ogni livello offriamo devozione filiale e servizio con un cuore grato. Così completiamo il ciclo eterno dell’amore verticale.

Senso di Responsabilità

Nel servire l’insieme, ogni individuo comincia a sentire il senso di responsabilità nei confronti dell’insieme. Lui o lei possono essere fieri dei successi dell’insieme, a cui in parte contribuisce. In cambio, l’insieme valorizza l’individuo come una parte inseparabile del tutto, fondamentale per le sue funzioni. Per esempio, il figlio leale nel servire i suoi genitori serve la famiglia nel suo insieme. Comincia a sentirsi fiero del suo contributo per la famiglia. Comincia a sentire il senso di responsabilità: la sua famiglia ha bisogno di lui e dipende dal suo aiuto; è parte integrante del benessere della sua famiglia. Servendo la comunità in cui è inserito, un individuo ne diventa una colonna portante. Il sindaco e altre personalità civili lo apprezzano e contano su di lui. Non è un outsider o un semplice ricevente passivo della generosità della sua comunità; è parte integrante della comunità, orgoglioso del suo contributo alla sua prosperità.

La nostra natura innata desidera avere il valore più elevato ed essere fiero di grandi cose. Per raggiungere questo grande valore, dobbiamo servire un insieme più grande – la nazione, il mondo, il cosmo e Dio. Vorremmo poter essere orgogliosi di far parte di ciascuna di queste entità, e sentire un senso di partecipazione nel loro progresso. A tutti noi piacerebbe essere tenuti in gran conto dalla nostra nazione, dal mondo, e persino da Dio. Quindi, il principio di servire un insieme più grande non ha limiti.

Il corso dei doveri della famiglia deriva dalla legge naturale. È lo schema universale del cosmo applicato al mondo umano. Il mondo naturale è organizzato secondo il principio per cui entità di livello inferiore servono e sono parte delle entità al livello superiore. Un elettrone trova il suo posto nell’universo quando è parte di un atomo. Se un atomo si unisce ad altri atomi per formare una molecola di zucchero, per esempio, questo elettrone diventa parte di un alimento per la vita, e ne ottiene il valore. Incorporato nella cellula di una carota, diventa parte di un essere vivente. Quando un essere umano mangia la carota, l’elettrone si unisce al corpo di un figlio di Dio. In questo modo, un minuscolo elettrone, che potrebbe disperdersi nell’immensità dello spazio, diventa parte di un essere del valore più alto. Tutti gli elementi nel cosmo, ad ogni livello, trovano il loro valore come parte di un insieme. La vita umana dev’essere in armonia con il mondo naturale; per questo, l’etica umana riflette la legge della natura.

La Strada dei Figli e delle Figlie di Pietà Filiale

Al giorno d’oggi, la maggior parte delle persone pensa all’etica in termini di virtù individuale. Una persona etica è onesta, degna di fiducia, mantiene le sue promesse, tratta gli altri con correttezza e rispetto. Nella società individualistica che è l’America di oggi, le relazioni sono fluide: si entra così come si esce dalle relazioni seguendo la propria volontà. La democrazia americana è una aggregazione volontaria di individui sovrani, e i nostri valori etici ne sono una conferma. È un’etica adatta all’andare e al venire di relazioni orizzontali.

Consideriamo il fatto che molte persone oggi vedono il matrimonio come un contratto. È possibile chiedere assistenza a un avvocato per stilare un accordo prematrimoniale. Il divorzio è una scelta difficile e dolorosa, ma quando c’è il consenso di entrambe le parti, non è più complicato di una decisione per terminare un rapporto commerciale. Questo ci lascia una domanda: il cuore vede l’amore come un contratto? Nel matrimonio, anche quando i sentimenti d’amore si raffreddano, rimangono profondi legami affettivi che non è facile rompere. Il divorzio fa male, e fa molte vittime, oltre alle due parti del “contratto” di matrimonio – in particolar modo, i figli.

L’etica tradizionale, tuttavia, si basa sulle norme inerenti nella relazione. Le relazioni in sé stesse portano con sé delle norme, e all’individuo è richiesto di subordinarsi a queste norme. La relazione delle relazioni è verticale – è il dovere filiale verso i genitori. Noi non scegliamo i nostri genitori. Noi non possiamo scegliere le circostanze della nostra nascita. I nostri genitori rimangono i nostri genitori per sempre. Non possiamo divorziare da loro. L’esistenza del nostro rapporto con i nostri genitori non dipende dalla nostra volontà; dobbiamo accettare qualsiasi difficoltà possa sorgere. Eppure, proprio per questi motivi, le persone vivono la relazione con i loro genitori come una delle poche relazioni veramente durature nella propria vita.

Questa è l’etica della pietà filiale. Amiamo, serviamo e obbediamo ai nostri genitori perché sono i nostri genitori, e non necessariamente perché vogliamo farlo. Non c’è niente di “volontario” nella pietà filiale. Ci insegna che vivere onorando i propri doveri è un atto nobile in sé. In confronto alla pietà filiale, l’etica volontaristica convenzionale è superficiale e spesso egoista.

Se gli americani dovessero considerare l’etica della devozione filiale verso i propri genitori come il modello per tutte le relazioni, si preparerebbero naturalmente a un matrimonio che perduri “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”. Vedrebbero il matrimonio non semplicemente come una relazione, ma come un legame eterno e infrangibile.

È scritto nei Dieci Comandamenti: “Onora tuo padre e tua madre” (Es 20:12). In tempi passati, un figlio devoto o una figlia devota ai propri genitori riceveva ammirazione dagli altri. Eppure, oggi molti americani hanno dimenticato l’etica della devozione filiale. Pensano che quando escono di casa a diciott’anni per studiare o lavorare, non hanno più obblighi nei confronti dei propri genitori. Credono che i loro genitori si aspettino che se la cavino da soli, mentre i genitori vivranno il resto della loro vita senza il peso dei figli. Inoltre, si aspettano di non dover provvedere al welfare dei propri genitori, visto che la loro pensione permetterà loro di smettere di lavorare, trasferirsi in Florida e godersi gli ultimi anni della propria vita.

Invece, in realtà, i genitori anziani desiderano la compagnia dei propri nipoti più di ogni altra cosa al mondo, considerandoli come il frutto della propria vita. Nonostante molte persone anziane desiderino vivere in modo indipendente, desiderano anche che i loro figli e nipoti facciano loro visita spesso. Per loro, i legami d’amore costruiti durante queste visite sono come un tesoro. Tristemente, molti anziani nella nostra società sono completamente ignorati dalle loro famiglie, infelicemente “parcheggiati” in ospizi per anziani finché la morte non se li porta via.

“Persino i corvi portano cibo ai loro genitori” dice un proverbio coreano.

Nella società di oggi, tuttavia, alcune persone sono così prive d’amore che si tengono in contatto con i propri genitori in modo calcolatore, pensando: “Se li aiuto per alcuni anni in più, mi daranno una grossa eredità”. Cittadini rispettabili in ogni altro aspetto impoveriscono i propri genitori, per evitare costose spese sanitarie che potrebbero ridurre la porzione di eredità che riceverebbero alla loro morte. Nel tristemente celebre caso Menendez, due giovani hanno ucciso i propri genitori per ottenere l’eredità, convincendo una giuria di esserne giustificati a causa di anni di abusi subiti. Il caso è sintomatico dei nostri tempi, in cui l’amore filiale è stato sostituito dagli intrighi sul conto in banca dei genitori. È ora che gli americani riscoprano l’etica della devozione filiale, che è in effetti esplicita nella tradizione giudeo-cristiana.

In Asia, l’etica della pietà filiale (효, hyo) esalta la devozione dei figli come la virtù più alta. I figli e figlie (자) di pietà filiale (효) sentono di avere un debito di gratitudine nei confronti dei loro genitori, che hanno versato lacrime, sudore e sangue per portarli al mondo, nutrirli e crescerli. A partire dalla loro infanzia, questi figli devoti offrono ai loro genitori la loro obbedienza volontaria. Crescendo, giungono a comprendere gli ideali e i desideri più profondi dei loro genitori. Rispettano i valori dei loro genitori e vogliono renderli fieri di loro.

Per fare degli esempi: dei figli devoti si sforzeranno di andare d’accordo tra loro, perché sapranno che ciò renderà felici i propri genitori. Molti genitori emigrati trovano lavori umili e risparmiano per dare un’educazione ai figli: quando essi diventano professionisti di successo, realizzano il sogno dei loro genitori. Inoltre, i figli devoti si prendono cura dei genitori nella loro vecchiaia. Se i genitori dovessero anche diventare rimbambiti e incontinenti, non vorrebbero mai lasciarli in un ospizio per anziani, ma li accoglierebbero e si prenderebbero cura di loro. È una nobile espressione di pietà filiale, quando i figli sacrificano il loro confort per prendersi cura dei genitori.

Quando i Genitori non sono all’altezza

Nessuno ha genitori perfetti. Spesso i genitori fanno cose che feriscono altre persone o i loro stessi figli. Ciononostante, un buon figlio rimane devoto. Il Vangelo di Luca ricorda che quando Gesù aveva 12 anni, i suoi genitori lo lasciarono a Gerusalemme. Ci volle un giorno di viaggio perché si accorgessero dell’assenza del bambino. Possiamo supporre da questo episodio che i suoi genitori non avessero molta cura del loro figlio. Sicuramente non gli erano devoti come se fosse il Cristo, e non potevano neanche comprendere il suo comportamento quando disse: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Nonostante tutto, Gesù rimase obbediente ai suoi genitori come un figlio devoto (Lc 2:51).

In Oriente, ci si aspetta che i figli rimproverino i genitori se questi prendono una strada sbagliata, per spingerli a non compiere un atto che potrebbe macchiare la reputazione della famiglia. Tuttavia, non dovrebbero diventare dei moralisti verso i loro genitori, ma rimanere umili, anche quando cercano di far loro da guida. L’esempio leggendario di un figlio devoto che sopporta dei genitori ostili è quello dell’antico re cinese Shun. I genitori di Shun avevano persino cercato di ucciderlo, ma lui non cessò mai di essere un figlio di pietà filiale. Un giorno i suoi genitori gli fecero scavare un pozzo, con l’intenzione di seppellirlo vivo mentre scavava. Informato del loro piano, Shun scavò un tunnel laterale, in modo da sopravvivere e ritornare poi in superficie. In quei giorni, i re cinesi non lasciavano lo scettro ai propri figli, ma cercavano nel loro regno la persona la cui virtù l’avrebbe resa la persona più adatta a regnare. La devozione filiale di Shun era così rinomata che Re Yao lo scelse come successore e gli diede il trono dell’impero.

Sia in Oriente che in Occidente, i figli hanno il problema del risentimento verso i propri genitori. Se un figlio tiene dentro di sé questo risentimento, può inasprirsi e causare danni permanenti all’anima. È meglio che il figlio trovi qualche sbocco per esprimere il suo cuore virtuoso, per esempio impegnandosi di più per essere buono e giusto, nonostante l’atteggiamento sbagliato dei genitori. Il figlio avveduto fa delle concessioni alle colpe dei genitori. Impara dai loro errori e si impegna a non ripeterli nella sua vita.

Per trovare esempi di figli devoti che avevano motivo di nutrire risentimento e lamentela nei confronti dei genitori, ci basta leggere la Bibbia e confrontare le storie di Isacco e Cam. Sicuramente Isacco si sarebbe potuto lamentare in cuor suo dopo che suo padre fallì nel sacrificare gli animali, non tagliando i due gli uccelli (Gen 15:9-16). A causa dell’errore superficiale di suo padre, i discendenti di Isacco furono costretti a diventare schiavi in Egitto. E tuttavia, quando Abramo chiese a Isacco di offrirsi come sacrificio umano, Isacco obbedì pienamente. Come vi sareste sentiti, nei panni di Isacco? Invece di aver perso fiducia in suo padre per il suo fallimento, Isacco era deciso a sacrificare persino la sua vita per aiutare suo padre a redimersi davanti a Dio. La sua devozione a Dio e la sua pietà filiale verso il padre di fronte alla morte sono celebrate nella letteratura ebrea:

Isacco è andato con gioia e volontariamente con suo padre sul Monte Moria, per offrire la sua giovane vita al Dio che onorava. Mentre si stavano dirigendo verso la loro destinazione, Isacco disse a suo padre: “Padre, sono ancora giovane, e temo che il mio corpo tremi alla vista del pugnale, causandoti dolore; temo che l’offerta non sia perfetta come vorrei che fosse”.5

Anche il figlio di Noè, Cam, aveva motivi di risentimento verso suo padre. Anno dopo anno, Noè fatico per costruire l’arca, mentre il popolo si prendeva gioco di lui, chiamandolo folle e matto. Suo padre probabilmente gli chiedeva di lavorare a lungo, per aiutarlo a costruire l’arca. Gli altri giovani potrebbero averlo deriso per questo. La Bibbia racconta che, dopo il Diluvio, Cam non portò rispetto a suo padre, mentre questi dormiva nudo nella tenda e convinse i suoi fratelli a fare altrettanto (Gen 9:22-25). Con quest’azione, Cam espresse anni di risentimento represso. Ma il risultato fu disastroso. Cam venne maledetto a causa della sua mancanza di pietà filiale. Ancora peggio, a causa del peccato di Cam, la provvidenza di Dio attraverso Noè fu distrutta.

Praticamente tutti hanno motivi di risentimento verso qualche figura di autorità nella propria vita. Chiunque può criticare l’operato di un leader. La domanda è: saremo come Isacco, determinato a mantenere la sua devozione nonostante i difetti del suo leader, e addirittura desideroso di aiutarlo a superarli? O saremo come Cam, pronto a criticare il leader, e addirittura esporre i suoi difetti davanti agli altri? Isacco digerì il suo risentimento e lo espresse in un modo amorevole e costruttivo, mentre Cam si lasciò guidare dal suo risentimento, e lo espresse con odio e in modo distruttivo.

Tradizionalmente, le figlie con l’amore filiale più eccezionale sono quelle che servono in maniera incondizionata i propri suoceri. Nella Bibbia, si trova l’esempio di Rut. Quando morì suo marito, era ancora una donna giovane e bella, e avrebbe potuto facilmente risposarsi. Ciononostante, Rut preferì servire la suocera Naomi, che aveva a sua volta perso il marito. La accompagnò nel lungo viaggio per tornare in Israele, verso un futuro incerto. Quando Rut sposò Boaz, diede a Naomi il proprio primo figlio. Le persone reagirono con gioia: “Il suo nome sia celebrato in Israele! Egli consolerà l’anima tua e sarà il sostegno della tua vecchiaia; l’ha partorito tua nuora che ti ama, e che vale per te più di sette figli” (Rut 4:14-15).

In Corea ci sono molti esempi di nuore, che, anche se rimaste vedove, hanno servito i genitori del marito con fede, anche quando dovevano prendersi cura dei loro propri figli. Padre Moon dice:

Oggi, quando chiediamo a una donna che sta per sposarsi perché vuole sposarsi, questa risponderà che lo fa per essere amata. Questo va corretto. Piuttosto, dovrebbe dire che si sposa per poter amare il padre e la madre, i fratelli e le sorelle di suo marito, in modo da amare tutto il clan del marito, e persino la nazione a cui appartiene. Se farà così, nel giro di un decennio, verrà elevata fino a occupare la posizione di madre dell’intera famiglia – sicuramente più di una semplice nuora. Ma se lei pretende di ricevere amore, i suoi problemi non avranno fine: verrà lasciata in un angolo, poi in una stanza secondaria, e poi fuori dalla porta.6

Patriottismo

La società e la nazione sono le entità immediatamente superiori alla famiglia.

Le famiglie hanno il dovere civico di contribuire al benessere della comunità. Infatti, la prosperità della società dipende dal coinvolgimento delle famiglie. Nel Giuramento della Famiglia, questo è il corso dei doveri della famiglia di … patrioti nella nazione.

Noi onoriamo quei patrioti che hanno sacrificato le loro vite per fondare la nazione, apprezziamo la grandezza delle loro azioni. Quando la nazione era in grande difficoltà, si sono fatti avanti e si sono fatti carico della battaglia contro il male. Re David, Giovanna d’Arco, e George Washington sono solo alcuni dei patrioti la cui fede in Dio ha dato loro il coraggio di affrontare nemici terribili e prevalere. Ad oggi, rimangono degli esempi per noi.

Nella Bibbia, Re David è un esempio della strada del patriota. La sua dedicazione al bene di Israele non ha mai vacillato. Anche quando Re Saul divenne geloso del suo valore e cominciò a complottare contro di lui, David non mutò mai la sua lealtà al suo re. Anche una volta cacciato nel deserto, continuò a combattere i nemici di Israele. Pur avendo la possibilità di uccidere Re Saul, che era diventato suo nemico, si astenne dal provocargli alcun male. Quando Saul morì in battaglia, David non se ne rallegrò; il suo lamento è ricordato nella Bibbia:

Il tuo vanto, Israele, sulle tue alture giace trafitto! Perché sono caduti gli eroi? Non fatelo sapere in Gat, non l’annunziate per le vie di Ascalon, non ne faccian festa le figlie dei Filistei, non ne esultino le figlie dei non circoncisi! – 2Sam 1:19-20

In Corea, l’ammiraglio Lee fu un patriota il cui coraggio e sacrificio sono celebrati ancora oggi. Come David, dovette avere a che fare con un re che era sleale e opportunista. Eppure, non vacillò mai nel suo patriottismo, e alla fine sacrificò la sua vita per il suo paese.

Prima di cominciare la sua missione a livello cosmico come Messia e Vero Padre, Padre Moon è stato un patriota. Come studente vissuto durante la Seconda Guerra in Giappone, si unì al movimento clandestino per l’indipendenza coreana. Più di una volta, è stato rinchiuso in prigione e ha subito varie torture, piuttosto che tradire i suoi compagni. Inoltre, ha vissuto anche con l’etica di un santo, e quando la Corea venne liberata, trovò una via di fuga per i poliziotti giapponesi che lo avevano arrestato e torturato.

La strada del patriottismo comincia con il buon cittadino che contribuisce con il suo tempo e il suo denaro al benessere della comunità. Le comunità beneficiano enormemente dal lavoro di volontari, che formano associazioni di ogni tipo per rafforzare il tessuto sociale – chiese, organizzazioni senza scopo di lucro, club civili, partiti politici, sindacati e gruppi di sostegno per varie cause. I sociologi chiamano queste associazioni “strutture mediatrici”. Danno alla società delle fondamenta variegate per essere forte e stabile. Sono un cuscinetto tra le famiglie e il governo nazionale, fornendo una struttura per l’autogoverno senza gli eccessi di una burocrazia troppo pesante.

L’Amore al di là della Famiglia

L’etica del patriottismo ci insegna a mettere gli interessi della società al di sopra della famiglia. Quando Gesù predicava agli emarginati della società, sua madre e i suoi fratelli vennero da lui dove stava insegnando e cercarono di chiamarlo. Tuttavia, lui non interruppe la sua predicazione, dicendo:

«Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su coloro che gli sedevano intorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chiunque avrà fatto la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre» – Mc 3:33-35

Servendo i nostri vicini e aiutando gli estranei possiamo sciogliere i muri della diffidenza e costruire legami comunitari. Purtroppo, dal momento che gli individui generalmente identificano la propria felicità individuale con il benessere della propria famiglia, l’egocentrismo caduto si manifesta spesso a livello familiare. Noi possiamo superare l’egocentrismo andando oltre i naturali legami affettivi familiare per vivere per il bene degli altri.

Quando le famiglie perseguono solo il proprio interesse, accumulando benedizioni solo per sé stesse, bloccano il flusso di amore verticale, che dovrebbe estendersi verso l’alto, ad ogni livello. Di conseguenza, il circolo orizzontale di amore e benedizioni nella società è bloccato allo stesso modo. Quindi, le società dove le famiglie non hanno senso civico di solito vengono impoverite. Nelle oligarchie in America Latina e in Asia, poche famiglie ricche detengono la maggioranza della ricchezza nazionale, mentre le masse languiscono in povertà. Il nepotismo è molto diffuso. Le persone di talento al di fuori dell’élite ricca trovano poche opportunità di avanzamento. Governi paternalisti ed enti religiosi fanno poco, perché le stesse famiglie dell’élite li controllano. Queste famiglie si contentano di vivere con le persone della loro stessa classe sociale, e hanno pochi contatti con quelli al di sotto. C’è ben poca speranza per la vasta maggioranza dei poveri.

L’America, d’altro canto, beneficia enormemente della circolazione senza limiti di benedizioni, frutto della sua tradizione di virtù civica e filantropia. L’imprenditore self-made Andrew Carnegie era un calvinista, e credeva che la sua fortuna fosse un dono di Dio e un’espressione della predestinazione divina; pertanto, credeva di dover vivere seguendo questa chiamata donando tutto quello che aveva. Dopo aver donato i suoi milioni per costruire biblioteche per tutto il paese, morì come un uomo povero. Lui mise il servizio alla nazione davanti al benessere della sua famiglia, e stabilì una tradizione di filantropia per l’élite americana.

Alcuni insegnamenti dei “valori della famiglia” innalzano la famiglia come la cosa più importante nella vita. Sicuramente, questo è un correttivo necessario per l’eccessivo individualismo della cultura americana. Ciononostante, secondo il Principio Divino, la famiglia non dovrebbe concentrarsi su sé stessa. Una buona famiglia si dedica al bene dell’entità che le sta sopra: la comunità e la nazione. In questo modo, il dare e ricevere verticale di amore della famiglia verso lo scopo superiore è una fonte costante di energia, che rivitalizza il flusso di amore all’interno della famiglia. Sappiamo che quando un’entità persegue solo il proprio scopo individuale, perde la connessione con l’insieme di cui fa parte e che la sostiene. Le famiglie che valorizzano il proprio matrimonio e la propria famiglia a scapito di tutto il resto sono destinate a perdere proprio quell’amore che è così importante per loro.

I membri della famiglia con una mente orientata al pubblico danno la priorità ad attività della chiesa o della comunità che danno un beneficio alla società, anche a scapito del tempo da dedicare alla sfera privata. I primi membri della Chiesa d’Unificazione in Corea hanno percorso una strada di patriottismo esemplare quando, nel 1970, le mogli lasciarono i mariti e i figli per svolgere lavoro missionario per tre anni. La Chiesa coreana mantiene tuttora la tradizione di una condizione annuale di testimonianza di 40 giorni. Tuttavia, ogni famiglia di patrioti inevitabilmente compie tali sacrifici, in tempo di pace come in tempo di guerra. In tempi di guerra, i soldati rischiano le loro vite sul campo di battaglia, mentre le loro mogli soffrono mesi di solitudine ed incertezza. Una persona genuinamente pubblica che serve la sua comunità in tempi di pace ha richieste diverse verso il proprio sposo o la propria sposa. Adattandosi a queste richieste, un marito o una moglie fedeli partecipano ugualmente alla responsabilità pubblica.

Il Valore del Patriottismo

A partire dalla guerra del Vietnam, il patriottismo è stato sminuito in America, in particolar modo dalla Sinistra. In effetti, il nazionalismo diventa ripugnante a livello morale, quando la nazione che siamo chiamati a servire agisce in modo corrotto o per opprimere altri popoli. Ciononostante, questo disprezzo per il patriottismo diffuso tra le élites di sinistra ha solo contribuito a una cultura di egoismo. In ultima analisi, negare il valore del sacrificio patriottico diventa una giustificazione per l’individualismo egoista. L’America di oggi mostra molti sintomi di perdita di valori civici: il diffondersi di droghe illegali, corruzione dei politici, evasione fiscale, sfaldamento dei legami familiari.

Perché una nazione possa prosperare, necessita di un acceso spirito patriottico. Le persone di ogni nazione dovrebbero essere orgogliose dei suoi buoni valori. Agli americani basta vivere per poco tempo in un altro paese per poterne apprezzare i buoni punti.

Non ci dovrebbe essere niente di disinformato nel nostro patriottismo. Non deve essere un nazionalismo sciovinista, “la mia nazione ha ragione o torto”. Siamo chiamati a servire il nostro paese secondo la volontà di Dio e secondo la nostra coscienza illuminata. Se il governo dovesse agire in modo corrotto, noi possiamo essere agenti della riforma. Quando sosteniamo un politico, non dovrebbe essere né per ingraziarselo, né per sostenerne ciecamente il partito di appartenenza. Il nostro sostegno dovrebbe essere basato sul fatto che le politiche di un partito sono migliori rispetto a quelle proposte da un altro. Potremmo persino raggiungere una posizione dalla quale guidare le sue politiche verso la volontà di Dio, per il miglioramento della nazione.

Secondo la misura in cui conosciamo e comprendiamo la verità, abbiamo un dovere patriottico nei confronti della nostra nazione. Dovremmo offrire ai politici della nostra nazione ogni opportunità possibile per capire la verità. Loro hanno una coscienza, e sentono il peso della loro posizione di leader. Se noi facciamo del nostro meglio per raggiungerli e loro non rispondono in alcun modo, si tratterà di un loro fallimento. Ma se noi non facciamo del nostro meglio per provare ad educarli, sarà un nostro fallimento. Come scrisse il profeta Ezechiele, noi che conosciamo la verità di Dio siamo i guardiani della nazione. Stando in una posizione elevata e guardando più in là degli altri, siamo responsabili di avvisare la nazione e guidarla sulla giusta strada:

O figlio dell’uomo, io ti ho costituito sentinella per gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia. Se io dico all’empio: Empio tu morirai, e tu non parli per distoglier l’empio dalla sua condotta, egli, l’empio, morirà per la sua iniquità; ma della sua morte chiederò conto a te. Ma se tu avrai ammonito l’empio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece sarai salvo. – Ez 33:7-9

La Strada del Santo

Il mondo in cui viviamo è pieno di conflitto e lotta, nazione contro nazione, razza contro razza, religione contro religione. Le persone tendono a guardare il mondo dal punto di vista del loro gruppo di appartenenza. Dovunque ci siano conflitti con altri, giustificano la propria posizione sulla base del proprio interesse e del ricordo lontano di torti subiti. Per esempio, nei paesi ricchi, le persone possono essere insensibili allo sfruttamento economico che esse stesse compiono nei confronti di nazioni meno sviluppate. E potrebbero non riconoscere nemmeno le questioni morali che sorgono quando la cultura occidentale viene imposta su altre nazioni, scavalcando i valori tradizionali di queste, in nome dello “sviluppo”. Persone di queste nazioni o razze prese di mira, dal canto loro, sono propense a diffidare della buona volontà delle persone di potere. Queste sono solo alcune delle ragioni per cui persone buone si trovano da parti opposte e si vedono reciprocamente come nemici. Chiunque ami il mondo deve imparare ad amare i propri nemici. Questa è la via del santo.

I santi sono spinti dall’amore di Dio, che trascende le nazioni, le razze e le classi sociali. Lasciano alle spalle la vita comoda tra i propri simili per aiutare persone che non appartengono alla stessa razza, etnia o rango sociale. Martin Luther King, Albert Schweitzer, Mohandas Gandhi e Madre Teresa furono santi con questa qualità d’amore. San Francesco lasciò la famiglia benestante per vivere in mezzo ai poveri ed insegnare loro la strada del Vangelo. Il Buddha lasciò gli agi del palazzo alla ricerca della soluzione alla sofferenza umana. Questi, e molti altri santi, noti e sconosciuti, hanno sacrificato ogni tipo di comodità e hanno rischiato lo sdegno dei potenti per aiutare i poveri e gli emarginati. Vivendo una vita povera e semplice, essi non furono corrotti dalla realtà mondana. Seguendo il cammino dell’altruismo, pieni di amore divino, dedicarono la loro vita per il bene di tutte le persone.

Ama il tuo Nemico

Amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45 perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti – Mt 5:44-45

Gesù ci insegnò ad amare i nostri nemici. Amare i propri nemici non è un ideale utopico, ma il modo più pratico per risolvere i conflitti. È un precetto di tutte le religioni del mondo. Il Buddha insegna: “In questo mondo, l’odio non cessa mai tramite l’odio; solo attraverso l’amore esso si estingue. Questa è una legge eterna” (Dhammapada 57). Il Corano afferma: “Respingi l’azione cattiva con qualcosa che sia migliore: colui dal quale ti divideva l’inimicizia, diventerà un amico affettuoso” (Corano 41.34). Giacobbe mise in pratica l’amore per il nemico quando incontrò suo fratello Esaù, il cui cuore bramava vendetta. Offrendo le sue ricchezze con estrema umiltà, Giacobbe mosse il cuore del fratello e i due si riconciliarono completamente (Gen 33:1-11). Gesù mise in pratica l’amore per i nemici sulla croce; il suo cuore era pieno di perdono e di amore per le persone che l’avevano condannato (Lc 23:34). Quel supremo atto d’amore permise a milioni di anime di ricevere la salvezza.

Amare i propri nemici è la strada per rassomigliare a Dio, il nostro Genitore Celeste. L’amore di Dio è l’amore di un genitore verso i suoi figli prodighi. Egli non può che amarli, anche se questi gli si ribellano. Se Dio dovesse giudicare severamente chiunque rifiuti il Suo amore, nessuno rimarrebbe vivo sulla terra! Padre Moon disse:

Il motivo per cui Dio non punisce, anche se, vedendo un nemico, potrebbe sentire l’impulso di ucciderlo e vendicarsi, è che Egli pensa ai genitori del nemico, a sua moglie e ai suoi figli, che lo amano. Essendo ben consapevole dell’amore incredibile nei confronti di questa persona, Dio non può colpirlo con la Sua verga di ferro. Quando comprendete appieno tale cuore di Dio, potreste fare vendetta sui vostri nemici? Se conosceste tutte queste cose, andreste persino ad aiutare il nemico. In questo modo, voi vi avvicinate alla Nobile Via del Principio celeste, la Nobile Via che desidera abbracciare tutto, con al centro l’amore… Dio vede sempre le cose in questa prospettiva. Questa è la maniera in cui dovremmo comprendere l’insegnamento di amare il proprio nemico.8

Persino il nostro nemico ha una famiglia amorevole che lo ama e che egli ama. Dio pone l’amore sopra ogni altra cosa e non violerebbe mai ciò. L’essenza di Dio è infatti amore e Dio creò gli esseri affinché realizzassero il loro scopo attraverso l’amore. Dio ci ama costantemente. Nel mondo ideale, in cui l’amore di Dio è perfettamente corrisposto, la nostra risposta in bellezza dona gioia a Dio. In questo mondo malvagio, in cui l’amore di Dio è disprezzato, Dio esprime il Suo amore nella forma di amore sacrificale, che prende la croce su di sé.

Mentre le persone malvagie usano la forza per sconfiggere i propri nemici, l’unica arma che Dio ha a disposizione per sconfiggere il male è l’amore sacrificale. In effetti, usare la forza sarebbe controproducente. Potrebbe sconfiggere il nemico una volta, ma non riuscirà a distruggerlo. Prima o poi, questo avrà la sua vendetta. Anche quando un conquistatore uccide il nemico, il desiderio di vendetta che sorge nel nemico perseguita il vincitore dal mondo spirituale e porta a questo malasorte e sventura. L’amore sacrificale, al contrario, può muovere il cuore del nemico ad abbandonare l’inimicizia per sempre. Può trasformare un nemico in un amico.

Mahatma Gandhi, seppur lottando per liberare l’India dal governo inglese, non odiò mai gli inglesi. In realtà, egli divenne stretto amico di Lord Mountbatten, governatore inglese dell’India. Attraverso la sua protesta non violenta, egli fece appello alla coscienza dell’Inghilterra e portò gli inglesi dalla sua parte. Egli disse:

Avendo messo da parte la spada, l’unica cosa che mi rimane da offrire a coloro che mi si oppongono è il calice dell’amore. È offrendo questo calice che mi aspetto di avvicinarli a me. Non riesco a pensare che l’inimicizia tra uomo e uomo sia permanente.

Anche Martin Luther King mise in pratica l’amore per il proprio nemico. Egli disse:

L’odio moltiplica l’odio, la violenza moltiplica la violenza, e la durezza moltiplica la durezza in una spirale discendente di distruzione. Quando Gesù disse “Ama il tuo nemico”, egli enunciò una profonda e fondamentalmente ineludibile esortazione. Nel mondo moderno non siamo forse arrivati ad un punto tale per cui dobbiamo amare i nostri nemici – o cos’altro? Non potremo mai eliminare un nemico combattendo l’odio con l’odio; eliminiamo il nemico eliminando l’inimicizia.10

Come può amare il nemico essere efficace? La strada dell’amore affonda le sue radici nella bontà assoluta di Dio e della Sua creazione. Ogni persona, non importa quanto malvagia, ha una coscienza, che ricerca il vero amore. Persino il punto di inizio del male era in origine una buona creazione di Dio. L’arcangelo Lucifero divenne malvagio e divenne Satana, perché sentì una mancanza d’amore e ne desiderò di più. Perciò, noi possiamo muovere il cuore di un nemico (che nell’odio si trova sotto al controllo di Satana) donando a lui il vero amore che ha sempre desiderato. Possiamo amare nella maniera in cui Satana non può amare e fare ciò che Satana non può fare: sacrificarci per il bene di qualcun altro. L’amore sacrificale, perciò, richiede che noi perseveriamo per il tempo che serve affinché il nostro nemico sia spinto ad arrendersi con lacrime di pentimento. Le parole del Dott. King sono ancora fresche ed educative:

Ai nostri avversari più feroci diciamo: “Pareggeremo la vostra capacità di infliggere sofferenza con la nostra capacità di sopportare la sofferenza. Risponderemo alla vostra forza fisica con la nostra forza dello spirito. Fateci ciò che volete e noi continueremo ad amarvi… Gettateci in prigione, e noi continueremo ad amarvi. Mandate i vostri esecutori di violenza incappucciati nelle nostre comunità a mezzanotte e lasciateci mezzi morti e noi continueremo ad amarvi. Ma siate certi che noi vi sfiniremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno otterremo la libertà, ma non solo per noi stessi. Faremo così appello al vostro cuore e alla vostra coscienza, cosicché vi conquisteremo nel mentre del cammino e la nostra vittoria sarà una doppia vittoria.11

Nessuno può offrire amore sacrificale a lungo, se motivato da interesse personale. Per definizione, il sacrificio di sé deve raggiungere il punto di negazione di sé, altrimenti non è autenticamente sacrificale al punto da andare oltre all’amore dell’Arcangelo. Fintanto che una persona rimane centrata su di sé, questa calcola quanto ha dato e teme che il nemico possa approfittarsi della sua generosità. L’oggetto della sua generosità presto percepisce il suo atteggiamento egoistico e indurisce il suo cuore, trattando di conseguenza l’altro con disprezzo. Piuttosto, il segreto dell’amore sacrificale è di connettersi alla Fonte trascendentale dell’amore. Affinché il nostro amore porti frutto e sciolga il cuore del nemico, dobbiamo connetterci a Dio, la fonte del vero amore. Questo è il significato che si cela dietro alle parole dell’apostolo Giovanni:

Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui. Per questo l’amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo. Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore. Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo. – 1Gv 4:16-19

Il Coraggio di un Santo

Ci vuole coraggio per amare un nemico, come ne mostrò Martin Luther King quando assieme ai dimostranti per i diritti civili sfidò il Ku Klux Klan e affrontò i cani della polizia che ringhiavano. Ci vuole anche compassione e assoluta auto-disciplina. Poco dopo che fu iniziato il boicottaggio degli autobus a Montgomery, la signora Coretta King e il suo primo figlio sfuggirono per un pelo di saltare in aria per via della dinamite che era stata posizionata sul portico anteriore della loro casa. Nonostante rimasero entrambi illesi, una folla di neri infuriati accorse subito, assetata di vendetta. Il Dott. King alzò la mano e esortò a non continuare la catena di violenza, non compiendone loro stessi. Il nervoso poliziotto che passava di lì sentì che il Dott. King gli aveva salvato la vita quella notte, poiché quella folla si sarebbe potuta trasformare in una orda assassina. Anche se lui stesso era stato la vittima dell’indicibile atto di violenza, il Dott. King espresse parole distensive di pace e di perdono.

Gli unificazionisti stettero in apprensione per la vita di Padre Moon nel 1991, quando egli andò in Corea del Nord per incontrare Kim Il Sung. Era lo stesso uomo che quarant’anni prima aveva internato Padre Moon nel campo di concentramento di Heungnam, con la chiara intenzione che morisse per malnutrizione e lavori forzati, e che in seguito ordì diversi piani per assassinarlo. Nonostante ciò, Padre Moon entrò in territorio nordcoreano, disarmato e indifeso. Anche se poteva essere arrestato e ucciso in qualsiasi momento, Padre Moon in seguito raccontò che in Nord Corea il suo spirito si sentiva leggero come l’aria. Non serbava alcun risentimento verso il suo arcinemico. Era pronto a sacrificare la sua vita, se ciò avrebbe liberato il Presidente Kim e il popolo nordcoreano. Quando Padre Moon e Kim Il Sung si abbracciarono al loro incontro, risolsero decenni di ostilità nel calore di una nuova amicizia.

Ciascuna religione ha i suoi missionari, che mettono in pratica la strada del santo. Lontani dalla famiglia e dai cari, sopportano difficili circostanze, vivendo in paesi del terzo mondo dell’Africa e dell’Asia. Crescono i figli di queste nazioni nelle loro case adottive e imparano ad amare la nazione della loro missione più della loro terra natale. Dovremmo tutti seguire l’esempio di questi santi e dedicarci alla guarigione del mondo.

Figli e Figlie Divini

L’apice dell’amore verticale è diventare figli e figlie divini per il Cielo e per la Terra. La strada dei figli e delle figlie filiali verso i nostri genitori mostra il giusto cammino per avere un cuore devoto a Dio, il nostro Genitore divino. La strada del patriota per la nazione fornisce più insegnamenti per amare Dio, che desidera benedire la nostra nazione con pace e prosperità. Inoltre, la strada del santo – amare il proprio nemico – ci porta in risonanza con l’amore universale di Dio, che oltrepassa i confini nazionali, razziali e di religione.

Gesù ci insegnò di amare Dio con tutto il nostro cuore, tutta la nostra anima e tutta la nostra mente (Mt 22:37). Quando scacciò i mercanti dal Tempio, Gesù gridò “non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato” (Gv 2:16), dimostrando quanto il suo fervore nel proteggere l’onore e la santità di Dio, il suo Padre celeste. Allo stesso modo, quando Padre Moon afferma che la verità più fondamentale dell’universo è che Dio è il nostro Genitore e che noi siamo i Suoi figli, egli non descrive l’atteggiamento di un figlioletto bramoso di ricevere regali da un dolce paparino cosmico. Padre Moon parla di una figura adulta, un figlio o una figlia filiale che farebbe qualsiasi cosa in suo potere per aiutare il suo Genitore celeste. Padre Moon insegna che il nostro Genitore celeste è un Dio solo, appesantito da tante preoccupazioni, bisognoso dell’aiuto di figli e figlie filiali che alleggeriscano il suo peso e che lo assistano per giungere alla vittoria.

In cosa è diverso un figlio o una figlia filiale da un santo? Per prima cosa, si tratta di un figlio del diretto lignaggio di Dio. Gesù era il figlio unigenito di Dio. Egli parlò della sua speciale relazione con il suo Padre celeste: “Perché il Padre ama il Figlio, e gli mostra tutto quello che egli fa” (Gv 5:20). Allo stesso modo, Dio non ci vuole diversi da Gesù. Anche noi, siamo destinati a diventare i veri figli e figlie di Dio, come promesso, “Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui” (1Gv 3:2). Attraverso i Veri Genitori, possiamo rinascere come figli di Dio ed essere innestati nel Suo lignaggio. Possiamo essere liberati dalla subdola stretta con cui il diavolo tiene le nostre anime, un antico legame di sangue che perdura attraverso le generazioni, dal tempo di Adamo ed Eva. Ciò ci permetterà di manifestare la nostra natura originale in tutta la sua gloria.

Tuttavia, l’unico modo in cui possiamo crescere fino ad incarnare la natura originale donataci da Dio è di offrirGli devozione. Dobbiamo prima servire Dio e dedicarci alla Sua volontà; allora, potremo risuonare con il Suo cuore infinito. La pietà filiale farebbe sì che la nostra prima preoccupazione sia Dio, nostro Padre. Desidereremmo difenderLo da coloro che Lo rinnegano. Gesù chiamò benedetti coloro che si ergono per Dio, sopportando persecuzioni per il Suo bene, “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5:11-12). Desidereremmo sostenere i fardelli di Dio e alleggerire il Suo carico di lavoro per purificare il mondo di male. Desidereremmo vedere Dio sorridere, mentre contempla la nostra unità nell’amore e nella gioia.

Secondo, i figli e le figlie divini sono sacri. Essere sacro significa essere dedito al servizio di Dio. Nell’antica Israele, il sacerdote si occupava di mantenere la sacralità del Tempio di Gerusalemme come dimora di Dio, per timore che Dio potesse offenderSi e lasciare il Tempio, portandoSi via la Sua benedizione. Solo dopo una speciale preparazione che consisteva nell’astenersi dall’attività sessuale, indossando abiti speciali ed effettuando dei riti di santificazione, i sacerdoti potevano accedere al Luogo Sacro del Tempio. Allo stesso modo, i figli e le figlie divini hanno cura di non essere contaminati dal peccato. Santificano il loro corpo, come templi di Dio (1Cor 3:16), e tengono le loro famiglie lontane dell’immoralità, per il bene della purezza e della santità di Dio, il loro Genitore celeste. Amano così tanto il loro Genitore celeste che non farebbero niente che Gli potrebbe causare dolore.

Questo non significa ritirarsi in convento. Piuttosto, come disse San Paolo, un figlio divino vive in mezzo al mondo, ma non vi si conforma. Egli rende il suo corpo un “sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” (Rom 12:1-2), attraverso il quale l’amore di Dio può risplendere. In particolar modo, egli supera la tentazione di scendere a compromessi con il male. Spesso, siamo tentati di razionalizzare e di abbassare i nostri standard come modalità pratica di raggiungere l’obiettivo e ottenere sostegno. Tuttavia, il compromesso nelle questioni legate alla sacralità può inficiare qualsiasi risultato verrà prodotto.

L’Amore per il Cosmo

Terzo, i figli e le figlie divine per il cielo e per la terra espandono il loro amore per abbracciare il cosmo. Il loro amore verticale si estende ad un livello superiore dell’amore del santo per il mondo. In coreano, mentre il termine “mondo” (세계, segye) indica l’umanità, il termine “cosmo” (천주, ch’ônju) significa cielo e terra. Il cosmo include la società umana, l’universo materiale e il mondo spirituale. Abbraccia spazio e tempo.

I figli e le figlie divini per la terra amano la natura e proteggono l’ambiente. Sono amici degli animali e li trattano con rispetto. Padre Moon ama le attività all’aperto e ne ha parlato abbondantemente. Quando si dedica alla pesca, egli rigetta in mare il primo pesce che cattura, non importa quanto grande possa essere. Quando cattura un pesce, prega, ringraziando il pesce, che dona la sua vita per il bene dei figli di Dio. In questo modo, dimostra rispetto per queste preziose creature.

I figli e le figlie divine per il cielo posseggono un amore che abbraccia persino il mondo spirituale. Possono abbracciare il cielo perché rispettano gli standard della legge celeste. Il mondo spirituale è governato dall’amore; la sua atmosfera è amore; le sue vie sono dominate dalla risonanza dell’amore. Se una persona dovesse essere parziale nell’amore, amando solo coloro che sono buoni verso di lui, ma odiando coloro che possono averlo ferito, costui non avrebbe ancora interiorizzato appieno la legge celeste.

Allo stesso tempo, il mondo spirituale è macchiato dal fardello della storia, congelato negli schemi mentali degli innumerevoli spiriti che portano risentimento storico. La maggior parte del mondo spirituale è ancora dominato da Satana e dai suoi servitori, che cercano di distruggere tutto ciò che è buono e divino. Questi “principati e potenze” spirituali hanno un’enorme influenza sul mondo fisico. Affinché abbraccino la vastità del mondo spirituale, i figli e le figlie divini devono essere pronti ad andare fino al fondo dell’inferno. Seguono le orme di Gesù, il figlio unigenito di Dio, che si abbassò per farsi carico della sofferenza dell’umanità, sopportando persino la croce.

Infine, vivere per il cielo significa guardare oltre le questioni quotidiane e porre attenzione a come le azioni di una persona verranno ricordate in quanto al loro significato ultimo. Anche se la portata della nostra vita potrebbe essere piccola e locale, non possiamo sapere appieno in quale misura abbia effetto sul mondo. Il Principio Divino riporta come dei piccoli errori da parte delle figure centrali abbiano avuto un impatto devastante per centinaia di anni a seguire. Ricordiamo la disattenzione di Abramo nel compiere la sua offerta, l’errore di Mosè nel colpire la roccia due volte, o la mancata veglia dei discepoli di Gesù nel giardino del Getsemani. Poiché anche le nostre vite sono collocate in un tempo di grande significato provvidenziale, dovremmo preoccuparci dell’impatto a lungo termine delle nostre parole e azioni, persino centinaia e migliaia di anni a venire. Come figli e figlie divini per il cielo e per la terra, condividiamo questa stessa consapevolezza e missione. Questo ci porta ancora una volta alla sommità della scala d’amore descritta prima: servire Dio e i Veri Genitori.

Il Disegno di Dio della Famiglia comincia con la Responsabilità Pubblica

Sin dalla Caduta Umana, le persone hanno posto i propri scopi egocentrici davanti alla responsabilità pubblica. Quando Adamo ed Eva mangiarono il frutto, si dimenticarono di Dio, il loro Genitore. Si dimenticarono del Suo scopo di creazione. Di conseguenza, fallirono nello stabilire una famiglia secondo il disegno di Dio.

Il progetto di Dio per l’istituzione della famiglia è lo schema della Base delle Quattro Posizioni. Nella Base delle Quattro Posizioni, la priorità è la connessione verticale con Dio. L’asse verticale dell’amore definisce la qualità dell’amore e stabilisce la tradizione d’amore che viene tramandata alle generazioni successive. Questo asse viene creato sulla base del servizio verso Dio e del compimento della propria responsabilità. Si sviluppa vivendo in accordo alla strada del dovere familiare, che significa vivere per il bene della collettività ad ogni livello. Una volta che l’asse verticale dell’asse è perfezionato nella famiglia, marito e moglie possono sperimentare il vero amore l’uno verso l’altra e crescere i propri figli nel vero amore. Per farla semplice, il disegno di Dio per la famiglia comincia con la responsabilità pubblica e si completa con relazioni umane appaganti.

Nelle famiglie convenzionali, c’è una divisione economica dei compiti tra pubblico e privato. C’è la funzione di portare a casa la pagnotta, tradizionalmente svolta dal padre, che va fuori nel mondo per guadagnare da vivere alla famiglia. Poi c’è la responsabilità di prendersi cura della casa e allevare i figli, di cui generalmente si fanno carico la madre. Normalmente, le persone non pensano al lavoro come ad uno degli aspetti dell’amore all’interno della famiglia. La famiglia esiste nonostante le richieste del lavoro. Tuttavia, questa visione è erronea. La vita lavorativa dovrebbe essere considerata il contributo della famiglia al bene pubblico.

Una buona moglie è orgogliosa del servizio alla comunità e alla nazione che il marito offre. Lo ama ancora di più per questo. Lei desidera che suo marito sia degno del suo amore, non solo per il riguardo privato che egli le dimostra, ma anche in virtù del suo valore pubblico nel mondo esterno. Quando un tale uomo ama sua moglie, questa si sente affermata al punto da avere la stessa dignità. Lo stesso vale per i mariti le cui mogli lavorano o si impegnano per il servizio alla comunità.

I soldati e le loro famiglie possono capire questo punto. È indimenticabile il momento in cui la moglie di un soldato e i figli corrono ad abbracciarlo al suo ritorno dalla guerra. Durante la sua assenza, il desiderio della famiglia di rivederlo è amplificato dall’orgoglio per il servizio che egli offre alla sua nazione. L’intensità del loro amore raggiunge un picco di esplosività, rilasciato al loro ricongiungimento.

Oggi, pensiamo generalmente all’amore in termini orizzontali, ma in realtà tale amore non è vero se è disconnesso dell’asse verticale del servizio pubblico, che sostiene la società, la nazione, il mondo e il cosmo. Potremmo paragonare l’amore verticale al tronco di un albero e l’amore orizzontale ai suoi rami. Un albero maestoso possiede un tronco robusto e spesso, e i suoi rami si estendono ampiamente e coprono il terreno con una ampia ombra. Un albero con un tronco corto ed esile ha dei rami striminziti, che non possono andare molto lontano.

Gesù insegnò il Grande Comandamento “amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza” (Mc 12:30). Esso descrive l’asse verticale dell’amore. “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mc 12:31) descrive l’asse orizzontale. L’amore per Dio è la fondazione per l’amore per il prossimo – e per l’amore nella famiglia. Amare Dio non significa unicamente dedicarsi alla preghiera e al culto. Significa amare come Dio ama, ciò amare l’intera estensione della creazione di Dio, includendo la famiglia, la società, la nazione, il mondo e il cosmo.

Per queste ragioni, il secondo punto del Giuramento, che descrive le strade dell’amore verticale, precede il terzo punto, che descrive l’espansione dell’amore orizzontale nella famiglia. Tutte le famiglie devono stabilire un inamovibile asse verticale d’amore per saldare e far crescere l’amore nella famiglia. Nel secondo punto, la quadruplice strada del dovere familiare descrive l’etica dell’amore verticale attraverso la quale una famiglia si relaziona con la dimensione pubblica e in ultima analisi a Dio. Nel terzo punto, i Quattro Grandi Regni del Cuore descrivono l’etica delle relazioni orizzontali d’amore nella dimensione privata della famiglia. Nell’ordine dell’amore, lo scopo dell’insieme ha la priorità sullo scopo individuale, ciò che è pubblico ha la priorità su ciò che è privato. L’asse verticale dell’amore sta alla base di tutte le relazioni nella famiglia, come mostrato dal diagramma in Figura 3.

L’asse verticale dell’amore è alimentato dal flusso di energia verso l’alto e verso il basso. Nella famiglia, come figli che servono i genitori con amore filiale, ci sentiamo eternamente grati per la loro premura e il loro amore sacrificale. Per livelli via via più estesi, questa reciprocità va rafforzandosi. Nel servire la nazione come patrioti, impariamo ad apprezzare i benefici che la nazione offre. Nel servire il mondo come portatori di pace, diventiamo più consapevoli della ricchezza che riceviamo dal nostro mondo interdipendente. Più oltre, come figli e figlie divini per il cielo e per la terra, ci sentiamo ancor di più indebitati con Dio, nostro Creatore e Salvatore (1Gv 4:10; Rm 5:8-10).

Man mano che mettiamo in pratica l’amore filiale, l’asse verticale dell’amore viene assicurato nella famiglia. Relazionandoci a dimensioni di responsabilità pubbliche sempre maggiori, questo asse si sviluppa. Alla fine, diventiamo persone di natura divina, che prendono responsabilità per il loro mondo, comportandosi con amore in tutte le situazioni. Nel frattempo, amiamo come Dio ama, serviamo Dio e diventiamo uno con Dio.

Sulla fondazione dell’amore verticale, le relazioni orizzontali nella famiglia possono svilupparsi. Come disse Padre Moon, il vero amore richiede l’incontro dell’orizzontale e del verticale:

Il luogo del vero amore è il punto d’incontro dove il verticale e l’orizzontale di intersecano con un angolo di 90 gradi. Questo perché l’amore percorre la distanza più breve possibile.12

Perché l’amore verticale viene prima? Un geometra usa una livella ad acqua o un filo a piombo per determinare la vera linea verticale e poi aggiusta l’angolo del telescopio per misurare l’estensione orizzontale del terreno. Il filo a piombo è attirato dalla gravità verso il centro della terra, perciò si trova sempre sul giusto asse verticale. In questo modo, stabilisce un punto di riferimento per la misura. Questa è una buona analogia dell’amore. Le nostre relazioni orizzontali includono una moltitudine di persone di diversi tipi e diverse circostanze. Dal nostro punto di vista soggettivo, non possiamo dire quale direzione sia in piano, orizzontale. L’amore verticale, tuttavia, scorre solamente da un punto. C’è solo una Fonte divina d’amore. Di conseguenza, prima stabiliamo l’asse verticale, e poi lo utilizziamo per tracciare gli assi orizzontali.

figura 3

Figura 3: L’asse verticale dell’amore

Dopo aver stabilito correttamente l’asse dell’amore verticale, l’espansione dell’amore all’interno della famiglia è naturale, armoniosa e gioiosa. Questo viene descritto nel terzo punto del Giuramento come i Quattro Grandi Regni del Cuore. Inoltre, questo amore orizzontale non si ferma alla mia piccola famiglia. Come descritto nel quarto punto, esso continua ad espandersi alla comunità, alla nazione, al mondo e al cosmo, andando a creare una famiglia globale cosmica. Solo l’amore orizzontale ancorato a questo asse verticale ha la capacità di espandersi senza limiti e senza confini. La sua traiettoria è vera perché il suo obiettivo è vero.

  1. Muhammad Marmaduke Pickthall, trad., The Meaning of the Glorious Qur’an (Mecca and Medina: Muslim World League, 1977); Swami Prabhavananda and Christopher Isherwood, trad., The Song of God: The Bhagavad-Gita (Hollywood, CA: Vedanta Press, 1972); John Blofeld, trad., I Ching, The Book of Change (London: George Allen & Unwin, 1965); R. Travers Herford, ed., The Ethics of the Talmud: Sayings of the Fathers (New York: Schocken Books, 1925); Vedi World Scripture, pp. 551, 544.
  2. Frase presa dal “Mio Giuramento”.
  3. Il Principio Divino, pag.177
  4. James Legge, The Sacred Books of China, part 1: The Shu King, Religious Portions of the Shih King, and the Hsiao King, Sacred Books of the East, vol. 3 (Oxford: Clarendon, 1879).
  5. Genesis Rabbah 56.11, Louis I. Newman and Samuel Spitz, A Talmudic Anthology (Behrman House, 1945).
  6. Sun Myung Moon, “True Unification and One World”, 30 Marzo 1990.
  7. Vedi World Scripture, pp. 705-6.
  8. Sun Myung Moon, “True Unification and One World”.
  9. Mohandas K. Gandhi, All Men are Brothers (New York: Continuum, 1982), p. 84.
  10. Martin Luther King, “Loving Your Enemies,” in Strength to Love (Philadelphia: Fortress, 1963), pp. 51-52.
  11. , 54-55. 12 Sun Myung Moon, “True Unification and One World”.
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