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Quarto Punto - La Famiglia Universale

천일국 주인 우리 가정은 참사랑을 중심하고, 하늘부모님의 창조이상인 천주대가족을 형성하여 자유와 평화와 통일과 행복의 세계를 완성할 것을 맹세하나이다

La nostra famiglia, proprietaria della Cheon Il Guk, giura di formare la famiglia universale che comprende il Cielo e la Terra e di completare il mondo di libertà, pace, unità e felicità, che è l’ideale di creazione di Dio, mettendo al centro il Vero Amore.

Le famiglie che vivono nel vero amore parteciperanno alla formazione della famiglia globale dell’umanità. Questo dovrebbe essere un processo naturale per ciascuna famiglia che cerca il benessere dell’insieme e vive in accordo ai quattro aspetti dell’etica: la pietà filiale, la virtù civica, l’amore per l’umanità e l’amore per Dio e per il cosmo. Dal momento in cui la nostra famiglia vive per il bene degli altri, il nostro amore si espande per abbracciare l’universo e l’universo, a sua volta, abbraccia la nostra famiglia. Padre Moon afferma:

Io esisto per la mia famiglia, la mia famiglia esiste per la nostra società, la nostra società esiste per la nostra nazione, la nostra nazione esiste per il mondo, tutto il mondo esiste per Dio, e Dio esiste per voi e per me, per tutta l’umanità. In questo grande circolo di dare e ricevere c’è armonia, c’è unità, e vi è un processo eterno di crescente prosperità. Inoltre, poiché in questo circolo tutte le realtà esistenti realizzano il proprio scopo di creazione, vi è abbondante e profonda gioia. Questo è il Regno dei Cieli, in cui traboccano i sentimenti di felicità.1

Filosofi da Platone a Marx hanno sognato il benessere globale dell’umanità. Ma le loro visioni sociali erano inadeguate, perché concepirono la comunità composta solo da individui, ignorando il ruolo centrale della famiglia. Infatti, la famiglia che pone al centro il vero amore e che coltiva il vivere per il bene degli altri è la chiave per stabilire la famiglia mondiale.

Nel mondo di Dio non ci sono barriere che dividono le persone per classe, razza, etnia, nazionalità o religione. San Paolo disse “Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3:28). Gesù venne per il bene di tutto il mondo, “poiché Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3:16). Sono stati piuttosto i suoi seguaci che lo hanno invece utilizzato come stendardo per inneggiare un gruppo di credenti contro un altro. Il Principio Divino insegna che “il Cristianesimo deve trasformare il mondo in quell’unica famiglia globale che Dio voleva stabilire fin dal tempo della creazione”2. Le altre religioni mondiali hanno aspirazioni simili.

Pertanto, dobbiamo smettere di pensare alla salvezza come una questione individuale. Non dovremmo ritenerci contenti e soddisfatti fino a quando tutti gli individui del mondo saranno stati salvati. In questo modo ci colleghiamo al cuore di Dio, che, come nostro Padre in Cielo, vuole che ognuno dei Suoi figli possa vivere una vita divina: “Com’è vero che io vivo – dice il Signore Dio – io non mi compiaccio della morte dell’empio, ma che l’empio si converta dalla sua via e viva” (Ez 33:11).

La Vera Genitorialità

Il mondo è entrato in un’epoca in cui la comunicazione è globale e istantanea, dove la gente abitualmente viaggia in tutte le parti del mondo nel giro di poche ore. Le economie nazionali, che per secoli furono isolate e autarchiche, hanno lasciato il posto a un’economia globale in cui il capitale e le merci si spostano rapidamente e senza ostacoli. La conoscenza delle culture straniere è cresciuta ad un punto tale che non ci si può più comportare come se le nostre amate credenze e tradizioni definiscano l’unico modo corretto di pensare e di vivere. Purtroppo, nonostante il progresso materiale verso un villaggio globale, ancora oggi scoppiano conflitti tribali ed etnici in ogni angolo del mondo. Ciò che manca al mondo, per poter raggiungere pienamente una coscienza planetaria, è la capacità di mettere in pratica l’amore fraterno. Come afferma il Principio Divino:

Gli uomini di tutti i sei continenti attraversano gli oceani in cerca di amicizia e amore fraterno. Tuttavia, una famiglia può essere costituita soltanto quando ci sono un padre e una madre: soltanto allora può svilupparsi l’amore fraterno. Quando Cristo ritornerà come il Genitore dell’umanità tutti gli uomini si ritroveranno in un’unica grande famiglia e vivranno in armonia nel villaggio globale.3

Come precedentemente discusso in relazione ai Quattro Grandi Regni del Cuore, l’amore fraterno è favorito dall’amore dei genitori. Nell’amore di genitore di Dio e di Cristo, l’amore fraterno fra tutti i popoli potrà veramente fiorire. L’amore del Padre Celeste ha questa qualità di abbraccio universale. Quando siamo immersi nell’amore di Dio, il nostro cuore ci conduce verso tutte le persone, senza distinzione alcuna. Tuttavia, la sola fede in Dio non è stata sufficiente a far sì che le persone di tutte le religioni e di tutte le razze si unissero come fratelli e sorelle. Perché la fede tradizionale non è sufficiente come base per la pace?

La Caduta dell’Uomo vide la corruzione dell’amore umano nella famiglia. Nella famiglia, i genitori avrebbero dovuto incarnare l’amore spirituale di Dio e poi rendere sostanziale quell’amore attraverso le loro azioni. Tuttavia, dopo che Adamo ed Eva caddero, essi non poterono più incarnare l’amore di Dio nella loro vita. A causa della loro situazione problematica, i loro figli Caino e Abele iniziarono la tradizione malvagia di omicidio e di guerra. Da quel punto di partenza corrotto, la famiglia dell’umanità si è disgregata in clan, tribù e nazioni in guerra tra di loro. Fino ad oggi, all’umanità sono mancati dei genitori fisici e tangibili, che incarnassero l’amore di Dio e che realizzassero la pace tra tutti i figli di Dio.

Proprio per questa ragione, Dio mandò Gesù Cristo nel mondo. Il profeta Isaia profetizzò che Cristo avrebbe preso le redini del governo e sarebbe stato chiamato, “Padre eterno, Principe della Pace” (Is 9:5). Ciò significa che se Gesù fosse stato ricevuto come il Signore della Gloria, sarebbe diventato il Vero Genitore e avrebbe stabilito il Regno di Dio di pace sulla terra. Tali furono anche le notizie date alla sua nascita, “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2:14). Gesù venne a riconciliare il mondo in un’unica fratellanza.

Tuttavia, la crocifissione di Gesù rimandò la realizzazione di questo ideale fino al Secondo Avvento. Quando Cristo apparirà di nuovo sulla terra, verrà come il Vero Genitore fisico. Egli ricreerà l’ideale di Adamo ed Eva, ripristinerà la radice Divina della famiglia umana ed espanderà il regno della vera fratellanza, in grado di abbracciare il mondo intero.

Per prepararsi a quel giorno, Gesù, dopo la sua resurrezione, ha ispirato numerosi cristiani verso l’ideale di un’unica famiglia umana. All’inizio questo ideale fu sommerso nelle sofferenze della chiesa dei primi tempi, perseguitata dall’Impero Romano. Il risultato della fusione del Cristianesimo con la cultura politica imperiale romana portò al feudalesimo del Medioevo. L’ideale della fratellanza cristiana non emergerà pienamente fino alla venuta della moderna democrazia.

John Locke e gli altri pensatori del 18° secolo che posero i fondamenti filosofici della democrazia respinsero il modello di società medievale simile ad una famiglia sotto il dominio del re, genitore benevolo della nazione. Locke rifiutò la monarchia poiché era un’istituzione corrotta e negò il principio per cui chiunque potesse stare nella posizione di genitore. Piuttosto, il governo avrebbe dovuto basarsi su un contratto sociale tra cittadini uguali, creato per mantenere la pace e assicurare la difesa pubblica del regno.

Dietro alla teoria politica della democrazia c’è il principio protestante, che rifiutò l’autorità del papato in favore del “sacerdozio di tutti i credenti”. Tutte le persone sono uguali davanti a Dio per ciò che riguarda la loro salvezza (Gal 3:28). Di conseguenza, tutti i cittadini sono uguali per ciò che riguarda i loro diritti e doveri politici. Tutte le persone sono uguali di fronte alla legge di Dio; poiché “quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza della loro coscienza” (Rom 2:15). Allo stesso modo, tutti i cittadini sono uguali di fronte alle leggi della nazione sancite nella Costituzione.

Il rispetto dei diritti di tutte le persone e la loro uguaglianza davanti alla legge è frutto dell’amore genitoriale di Dio e di Cristo, che non mostra preferenze. L’amore fraterno inizia dalla pienezza dell’amore che i genitori danno a ciascuno dei propri figli. In una famiglia, i genitori sanno mediare nelle liti tra i loro figli, abbracciano entrambi le parti e le fanno crescere. Essi mostrano ai loro figli come apprezzare i lati positivi dei loro fratelli. Allo stesso modo, la democrazia può mantenere la pace tra i suoi partiti politici solo se ci sono persone che hanno la mente ed il cuore dei genitori, pronti a portare la riconciliazione, la cortesia e lo spirito di solidarietà tra tutti i cittadini.

Un tempo la fondazione cristiana dell’America era sufficiente per realizzare questo, grazie alla celebrazione di Dio come Padre e alla promozione delle virtù tra i cittadini. Nel motto “una nazione sotto Dio”, gli americani poterono trovare un terreno comune sotto l’ombrello del loro credo e dei principi morali condivisi. Si poteva fare affidamento sui cittadini virtuosi per eleggere leader virtuosi. Tuttavia, la fede cristiana dell’America non è stata all’altezza dell’ideale di Dio. In particolare, essa non ha saputo porre fine al razzismo – contro i neri, gli orientali, gli ispanici ed i nativi americani. Dal 1960, con il declino del cristianesimo e la perdita degli standard morali, l’avidità, la partigianeria e la corruzione sono cresciuti, minando così le fondamenta della democrazia.

Padre Moon proclama una nuova filosofia sociale, che egli chiama Genitorialità, che invita i leader della società ad agire con la mente ed il cuore di veri genitori, ad abbracciare e a riconciliare i fratelli in lotta – i bianchi e i neri, la destra e la sinistra. Quando la virtù del vero amore di genitori pervaderà il dibattito politico, i rappresentanti politici sapranno guardare con empatia alle ragioni promosse dai loro avversari, invece di cercare di demonizzarli. Le controversie saranno risolte con civiltà e compromesso. Padre Moon ha detto che:

La democrazia è promotrice dell’internazionalismo, ma la Genitorialità è ancora più elevata. Sappiate che l’era della Genitorialità sta arrivando… Si può scegliere Dio attraverso un’elezione? No! La democrazia ha il potenziale di creare una cultura di sfiducia. Perché? Perché essa premia le persone che agiscono per il proprio tornaconto. Le persone utilizzano l’inganno, la calunnia verso i loro rivali, mobilitano il potere finanziario e umano, qualsiasi cosa, al fine di portare avanti le loro cause personali.4

I leader che hanno un cuore di veri genitori non sono quel tipo di politici la cui tirannia ed oppressione furono giustamente criticate da Locke e da altri teorici della democrazia. La sovranità di Dio ha una qualità che questo mondo ha visto raramente, poiché pone al centro il vero amore. In una democrazia, la qualità della leadership dipende dalla maturità e dalla virtù dei suoi cittadini. Quando la società è popolata da famiglie giuste, che amano Dio e che manifestano il vero amore di genitori, tra queste, alcune saliranno alla posizione di leadership e diventeranno i genitori della nazione.

I Tre Ruoli Soggetto

La vita umana è pervasa da strutture di autorità. Imparare a relazionarsi bene con le persone in posizione di autorità è quindi essenziale per realizzare qualsiasi posizione di responsabilità sociale e per godere di tutti i benefici della cittadinanza. Da parte loro, le persone in posizioni di autorità necessitano di maturità e di saggezza per adempiere alle loro responsabilità sociali. Padre Moon descrive tre ruoli di autorità nella vita umana: il genitore, l’insegnante e il leader (o il proprietario) e li spiega a partire da un concetto che chiama “i Tre Ruoli Soggetto”.

Tra i ruoli di genitore, insegnante e leader, il ruolo fondamentale è quello di genitore. Avere esperienza come genitore è una formazione preziosa per le maggiori responsabilità di insegnante e di leader. Come San Paolo afferma nel descrivere le qualifiche di un vescovo, “Perché, se uno non sa governare la propria famiglia, come potrà aver cura della chiesa di Dio?” (1Tim 3:5), la società trarrebbe enorme beneficio se i suoi leader, insegnanti e autorità fossero in grado di svolgere il proprio lavoro con il cuore di un vero genitore.

Perciò, un insegnante con il cuore di un genitore farà emergere le migliori qualità individuali di ciascuno studente, dando ad ognuno un’attenzione personale. Un tale insegnante non limiterà la portata dell’educazione unicamente alla materia specifica in questione, ma vedrà il proprio compito come l’educazione dell’intero essere umano. Un insegnante d’eccezione è più di un docente scolastico; egli diventa anche un secondo genitore, che aiuta a formare le vite degli studenti. Egli sa quando essere paziente di fronte alle mancanze dei propri studenti, quando dare parole di riprensione e quando spronarli e sfidarli ad uscire fuori dalla loro zona di comfort.

Allo stesso modo, i leader che portano il cuore e l’esperienza di genitore nel loro compito di gestione delle persone hanno una visione più chiara sulla vita e una maggiore versatilità nel trattare con i loro sottoposti nelle diverse situazioni. Essi investono in modo disinteressato per sostenere e proteggere le loro persone, proprio come fanno i genitori per i loro figli. Ecco perché alcuni grandi leader della storia vennero riconosciuti come genitori. La gente comune chiamava il Presidente Lincoln “Padre Abramo”, poiché li seppe condurre fuori dalla Guerra Civile. Lincoln incarnò l’autorità dei genitori nella sua severità contro la schiavitù e la secessione, pervasa però di un amore profondo: “Non dobbiamo essere nemici”, supplicò al Sud nel suo primo discorso inaugurale. I seguaci più vicini di Mahatma Gandhi lo chiamavano “Bapu”, che significa “Papà”, poiché li guidò nella loro lotta per l’indipendenza dal colonialismo.

I ruoli di genitore, insegnante e leader sono necessariamente intrecciati. Un buon genitore non trascura di educare e di formare i propri figli e deve essere anche un leader nella gestione domestica della famiglia. Tutti e tre questi ruoli soggetto traggono la loro autorità dall’amore che sgorga da Dio. Essi prendono Dio come loro esempio, come disse Padre Moon:

Dio è l’Eterno Vero Genitore, l’Eterno Vero Maestro, l’Eterno Vero Leader e Re. Come figli di Dio, dobbiamo diventare in primis veri genitori, proprio come Dio. Dobbiamo seguire la via del vero maestro, proprio come Dio. E inoltre dobbiamo seguire la via del vero leader, proprio come Dio. Questo è il concetto dei Tre Ruoli Soggetto. Il loro modello ultimo è Dio.5

Una persona in posizione di autorità fa bene a cercare la prospettiva di Dio nello svolgere i suoi compiti, chiedendo sempre amore e saggezza al Genitore di tutti, al fine di saper essere un genitore verso le persone con cui ha a che fare.

Gli ideali democratici di libertà, uguaglianza e opportunità saranno realizzati in modo migliore in una società che si fonda sulla Genitorialità, in cui i suoi leader mettono in pratica i Tre Ruoli Soggetto. Nell’amore dei genitori, tutti i figli sono uguali. In famiglia, i genitori desiderano vedere i propri figli eccellere e sono ancora più felici se questi superano i genitori stessi. L’amore dei genitori sa compensare le debolezze dei propri figli, i quali vengono incontro ai bisogni dei figli malati o portatori di handicap. Pertanto, in una società fondata sulla Genitorialità, dove tutti appartengono alla famiglia di Dio, l’uguaglianza sarà la regola. La posizione o il rango sociale conteranno poco rispetto al valore eterno di ciascuno di noi come figlio di Dio. Questo è anche lo stato delle cose nel mondo spirituale: avrà poca importanza se qualcuno è stato un ricco uomo d’affari o un umile lavoratore, in Cielo la posizione è decisa in base alla qualità dell’amore di ciascuno.

La Famiglia Universale che abbraccia il Cielo e la Terra

Qual è il significato delle parole la famiglia universale che comprende il Cielo e la Terra? Letteralmente, il coreano 천주 대가족 (cheonju dae kajok) significa “cosmico (천주), grande (대), clan (가족)”. Un clan o famiglia allargata, 가족 (kajok), comprende cugini, zii e zie, e anche i parenti lontani che si sentono collegato nel cuore. Potete indicativamente stimare le dimensioni del vostro clan: esso comprende tutti i parenti che vorrebbero venire al funerale di un vostro genitore o al matrimonio di vostro figlio o figlia. Esso comprende anche il lignaggio familiare e gli antenati. La famiglia universale, 대가족 (dae kajok), esprime la solidarietà dei numerosi clan del mondo che condividono gli uni verso gli altri gli stessi legami di cuore.

Come famiglia cosmica 천주 (cheonju), l’umanità comprenderà il cielo e la terra, il mondo fisico e il mondo spirituale. Comprenderà tutta la natura, fino ai confini dell’universo fisico. Rammento che la singola famiglia comprende la casa e le proprietà, così come tutti i membri della famiglia. Allo stesso modo, il pianeta Terra è la dimora dell’umanità, la famiglia globale. La Terra è la nostra madre, che fornisce sostentamento alla nostra vita fisica. I suoi animali e le sue piante sono tutte creature di Dio. I nativi americani sono consapevoli da tempo immemore che anche le creature sono dei clan della famiglia cosmica, chiamandoli “popolo alato” (gli uccelli), “popolo alto” (gli alberi), “popolo lungo” (i fiumi) e così via.

In questa epoca industriale, abbiamo perso la nostra connessione con la natura e abbiamo iniziato a calpestare le creature a noi prossime, avvelenando l’aria e le acque, devastando le foreste e le pianure della madre Terra. Eppure, Dio affidò la Sua creazione agli esseri umani. Siamo i signori della natura; pertanto, determiniamo la vibrazione spirituale del nostro ambiente e anche la sua prosperità fisica. Dove le persone sono malvagie, la creazione geme (Os 4:2-3). Laddove vivono persone buone, i luoghi da essi frequentati sono luminosi, come disse una volta il Buddha, “Sia nel villaggio o nella foresta, nella valle o su una collina, ovunque monaci devoti dimorano, delizioso, è davvero quel luogo”6. Per esempio, la comunità di Findhorn in Scozia era rinomata per la produzione di verdure giganti, grazie al potere della preghiera e della meditazione.

Mettendo al centro il vero amore, la famiglia universale amerà la Terra e la trasformerà in un giardino traboccante di ricchezze. Nel frattempo, la Terra e le sue creature attendono con grande speranza che gli esseri umani, dotati di libero arbitrio, continuino il loro corso attraverso il compiersi della restaurazione, “poiché la creazione aspetta con impazienza la manifestazione dei figli di Dio” (Rom 8:19).

Il mondo spirituale è anch’esso parte della famiglia universale. Relazionarsi con la dimensione dello spirito è una realtà universale dell’esperienza umana, dal culto degli gli spiriti della natura negli aborigeni, al culto degli antenati in Oriente, al fascino che oggi suscitano gli angeli. Il mondo dello spirito contiene tutte le essenze del tempo: il passato, il presente e il futuro. Esso include tutte le generazioni: i nostri antenati, i nostri contemporanei e i nostri discendenti.

In particolare, la nostra vita terrena è profondamente influenzata dall’eredità e dal patrimonio che derivano dal lignaggio e dal mondo spirituale. Dovunque troviamo conflitto tra razze, religioni o nazionalità, possiamo essere certi che si inasprisce l’odio accumulato attraverso le generazioni passate. Quando i neri percepiscono il razzismo dei bianchi, i loro sentimenti vengono aggravati ed appesantiti dai loro antenati che soffrirono la schiavitù. Alcuni ebrei sentono avversità contro i cristiani devoti, perché i loro antenati hanno sofferto per secoli la persecuzione antisemita dei cristiani. Il retroscena spirituale delle persone le induce spesso a proiettare ostilità razziali o religiose su altre persone, che non necessariamente percepiscono la stessa ostilità. Come è accaduto in Bosnia, antichi odi sono improvvisamente esplosi tra vicini che avevano vissuto fino ad allora in modo pacifico.

Pertanto, per costruire la famiglia universale, dobbiamo prendere in considerazione il mondo spirituale e risolvere i risentimenti della storia. Come discuteremo in relazione al quinto punto del giuramento, il mondo spirituale, lasciato a sé stesso, rimarrebbe in una situazione pressoché statica. Esso cambia soprattutto grazie ai progressi che avvengono nella dimensione terrena. Nel costruire la famiglia universale, dobbiamo lavorare per risanare gli errori del passato e liberare il cuore delle persone imprigionate dal passato.

Pertanto, non dovremmo mai respingere una persona solo perché è difficile da affrontare. Al contrario, dovremmo pensare che questa rappresenta una dimensione intera della storia e i milioni di anime le cui esperienze di vita erano come la sua. Quando amiamo quella persona e ne conquistiamo il cuore, stiamo risolvendo il dolore della storia e allo stesso tempo stiamo unificando un luogo nel vasto mondo spirituale.

Ogni essere umano è un microcosmo del cielo e della terra; si può perciò dire che ogni famiglia contiene in sé un intero universo. Nelle scritture ebraiche e musulmane, è scritto: “Se un uomo salva anche un solo uomo, è come se avesse salvato il mondo intero”7. Pertanto, quando portiamo la benedizione di Dio ad una singola famiglia, questo ha lo stesso valore di benedire tutto l’universo. Tale è la preziosità di ciascuna anima. La famiglia universale non sarà completa fino a che non arriverà ad abbracciare ogni famiglia e l’universo di ogni famiglia.

Il nostro è un tempo di transizione, in cui la famiglia universale si sta formando a partire dai popoli ostili della terra e da tribù in guerra. Infine, quando la famiglia universale sarà completata, la popolazione della Terra si muoverà come una sola cosa, con una coscienza planetaria. L’energia creativa dell’umanità non verrà più minata da guerre e non sarà più bloccata da dispute politiche e da barriere linguistiche. Sarà quindi una questione semplice lavorare a livello globale e affrontare efficacemente i problemi del nostro ambiente. La cooperazione internazionale ci permetterà di coltivare gli oceani e rendere fiorenti i deserti, proteggendo nello stesso tempo le foreste pluviali e gli altri habitat in pericolo. Poi ci spingeremo fino a raggiungere le stelle.

L’Ideale di Creazione

Il Giuramento della Famiglia definisce la famiglia universale l’ideale di creazione di Dio. Il Principio Divino descrive lo scopo della creazione di Dio come la realizzazione delle Tre Grandi Benedizioni, facendo riferimento alla Genesi: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra [e] soggiogatela” (Gen 1:28). Questa sarà la realizzazione del Regno dei Cieli:

Le tre grandi benedizioni si realizzano quando tutte le creature, compresi gli esseri umani, completano la base delle quattro posizioni con Dio al centro. Questo è il Regno dei Cieli, dove si realizza la somma bontà e Dio prova la gioia più grande. Proprio questo, in effetti, è lo scopo per cui Dio creò l’universo.8

Il Giuramento della Famiglia descrive l’ideale della creazione di Dio anche come il mondo di libertà, di pace, di unità e di felicità. Queste sono le quattro caratteristiche del mondo che realizza lo scopo della creazione di Dio. Dio creò gli esseri umani con quattro scopi: in primo luogo, essere l’incarnazione dell’immagine di Dio nel mondo; in secondo luogo, diventare le controparti d’amore di Dio che sappiano condividere l’amore di Dio; terzo, moltiplicare l’essenza di Dio nel mondo attraverso la loro progenie; quarto, dare la possibilità all’intero universo di completare lo scopo della creazione di Dio. Il Regno dei Cieli è un mondo che concretizza questi quattro scopi divini. I diagrammi in Figura 7 mostrano come questi scopi portino a realizzare la libertà, la pace, l’unità e la felicità.

figura 7

Figura 7: I quattro aspetti del mondo ideale di Dio

In primo luogo, Dio creò gli esseri umani con il potenziale di diventare immagine e somiglianza di Dio (Gen 1:27). Come templi di Dio (1Cor 3:16), dobbiamo manifestare la nostra natura originale a immagine di Dio. In particolare, questo significa che dobbiamo raggiungere la perfezione dell’amore, come disse Gesù: “amate i vostri nemici, […] perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni. […] Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5:44-48). Una volta che manifestiamo l’immagine divina, diventiamo amici e benefattori di tutti gli esseri. Nessuno vorrà opporsi a noi; quindi, avremo la libertà di agire come desideriamo. “Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà” (2Cor 3:17). Le persone che manifestano l’immagine divina sono autenticamente libere.

In secondo luogo, Dio creò gli esseri umani come Suoi partner d’amore. Quando una famiglia condivide l’amore di Dio, c’è pace e armonia tra tutti i suoi membri. Allo stesso modo, quando l’amore di Dio si diffonderà tra tutti i figli di Dio, il mondo sarà immerso nella pace di Dio.

In terzo luogo, Dio creò gli esseri umani per moltiplicare Sé stesso e riempire così il mondo con i Suoi figli. Poiché ogni essere umano incarna l’immagine di Dio, l’espandersi della famiglia umana moltiplica l’essenza di Dio stesso nel mondo. In un mondo dove Dio è in ogni cosa, non ci possono essere divisioni o barriere tra le persone. I figli di Dio formano una naturale unità, poiché ogni persona sperimenta il Cuore di Dio che si muove nel proprio cuore. Il mondo in cui l’essenza di Dio viene moltiplicata, riempiendo il cuore di ogni uomo, è un mondo di unità.

Lo scopo della creazione di Dio è, infine, la gioia. La gioia nasce attraverso la somiglianza. Dio prova gioia quando Egli percepisce la Propria natura riflessa e ampliata nella creazione. Dio creò l’universo ponendovi al centro gli esseri umani, che Egli ha dotato del privilegio del dominio. Quindi, l’universo assume le qualità delle persone che lo abitano e che lo modellano secondo i propri fini. Anche se le persone “cadute” hanno inflitto danni terribili al creato, le persone che manifestano l’immagine di Dio possono esaltare la bellezza della creazione. Con la realizzazione della famiglia universale, tutta la Terra verrà trasformata in un delizioso giardino. Essa darà gioia infinita ai suoi abitanti e a Dio stesso. Di conseguenza, il mondo ideale che realizza lo scopo della creazione di Dio sarà un mondo di felicità.

In questo modo, la famiglia universale stabilirà un mondo di libertà, pace, unità e felicità. Esaminiamo ora ciascuna di queste caratteristiche.

La Libertà

Il mondo democratico di oggi ha fatto della libertà la sua pietra angolare. Mai prima nella storia le persone sono state così libere di seguire la religione di loro scelta, di parlare di qualsiasi questione, di organizzarsi e di agire a proprio piacimento. Tuttavia, persino negli Stati Uniti, milioni di persone sono dipendenti da alcol e droghe. Altri milioni sono intrappolati in relazioni infelici e persino abusive, o sono consumati dal lavoro in posti di lavoro che detestano. Essi si considerano vittime delle circostanze e si sentono impotenti di cambiare la propria situazione. Queste persone non sono veramente libere, pur vivendo in un paese libero.

Ci sono anche milioni di americani che si divertono nella loro libertà fino all’estremo dell’individualismo. Scapoli e donne single irriducibili, non disposti o incapaci di formare relazioni durature, alla fine si ritrovano in uno stato di profonda solitudine. Nella disperazione, migliaia arrivano anche a suicidarsi. In realtà, arrivano a questa difficile situazione perché non hanno compreso il vero significato della libertà.

Libertà e Licenziosità

Per cominciare, è opportuno fare una distinzione tra libertà e licenziosità. Gli esseri umani sono composti da caratteristiche duali di spirito e di fisico e hanno di conseguenza uno scopo duale. Lo spirito anela a unirsi a Dio e diventarne la Sua dimora; esso realizza il suo scopo quando l’individuo vive per il bene degli altri con vero amore. Il fisico si preoccupa del cibo, del vestiario, della dimora, del sesso e del sonno – le cose necessarie per la sua sopravvivenza, attività e riproduzione. Entrambi questi scopi devono essere realizzati, ma nel corretto ordine delle cose, dando la priorità allo spirito rispetto al fisico. Dio desidera che ogni persona porti il proprio corpo alla maturità fisica e il proprio spirito alla maturità spirituale. Quella persona diventa allora una incarnazione vivente dello spirito di Dio e può compiere la volontà di Dio attraverso il proprio corpo.

La Libertà tiene in considerazione entrambi gli aspetti dell’essere umano, affinché entrambi gli obiettivi della vita umana siano realizzati. Noi mettiamo in atto la nostra responsabilità per raggiungere questi obiettivi aderendo alla nostra natura spirituale. In altre parole, dobbiamo seguire la nostra coscienza in tutti gli aspetti della vita. La nostra coscienza ci guida sempre a vivere per gli altri e a servire lo scopo dell’insieme. La nostra coscienza conosce la nostra responsabilità di raggiungere la perfezione del nostro spirito e ci guida a realizzarla. Inoltre, poiché l’insieme include anche noi stessi, il vivere seguendo la nostra coscienza ci porterà anche alla soddisfazione individuale. La vera libertà, dunque, è la libertà di seguire la propria coscienza.

La licenziosità significa più comunemente vivere secondo i desideri del fisico. Sin dalla Caduta dell’uomo, lo spirito e il fisico sono stati divisi e hanno perseguito scopi contrastanti, San Paolo ha ben descritto questo: “Infatti io non compio il bene che voglio, ma faccio il male che non voglio”. Se siamo “schiavi della legge del peccato che abita in noi” come Paolo ha scritto (Rom 7:19-23), allora non siamo liberi.

Concedersi alla licenziosità rende schiavo il nostro Sé, perché i desideri del corpo non potranno mai essere pienamente soddisfatti. Nel tentativo di soddisfare desideri insaziabili, ci ritroviamo in un circolo vizioso senza fine. Inoltre, il comportamento licenzioso rende il nostro “Sé superiore” prigioniero del peccato. Il peccato porta la nostra povera coscienza a protestare, mentre noi agiamo in maniere dannose sia per gli altri che per noi stessi. La coscienza ci fa sentire rimorso e senso di colpa, ma, se continuiamo ad ignorarla, essa diventa sempre più debole e in affanno. Alla fine, ci ritroviamo con un sentimento di dolore nel profondo di noi stessi, che possiamo decidere di soffocare nell’alcol o di reprimere con gli stimoli di una vita spericolata, della droga e del sesso. A quel punto, la voce della coscienza diventa così fioca che non riusciamo più a sentirla chiaramente. Questa è la morte spirituale (Rom 6:23), sia in questo mondo e che nell’altra dimensione.

La libertà di cui parliamo nel Giuramento della Famiglia significa la liberazione della coscienza dalla prigionia dei desideri del corpo. Significa dunque la liberazione dalla schiavitù di Satana. Satana, un’entità del tutto egoista, ha dominato lo spirito umano e ha spinto la mente verso l’egoismo, portandola a pensare solo in termini di “io”, “me” e “mio”. Secondo il Principio Divino, “il potere di Satana si trasmette attraverso gli spiriti malvagi e si manifesta nelle azioni degli uomini terreni”9. Ogni volta che agiamo seguendo la nostra natura caduta, creiamo una base comune che ci pone in relazione con gli spiriti malvagi, e quindi con Satana, e che ci rende sempre più egoisti. Paolo osservò: “siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia” (Rom 6:16).

Nel nostro egoismo, abbiamo inconsapevolmente obbedito al desiderio di Satana per noi, rendendoci schiavi del peccato e portandoci alla morte spirituale. Inoltre, a causa della nostra base comune con Satana, possiamo essere spinti anche inconsciamente ad opporci a Dio e alla Sua Provvidenza. In questo modo, Satana entrò in Giuda Iscariota (Lc 22: 3), e persino in Pietro (Mt 16:23), il quale non aveva alcun desiderio consapevole di opporsi al Signore. Pertanto, dobbiamo fare continui sforzi per separarci da Satana attraverso un sincero pentimento, l’abnegazione ed azioni d’amore sacrificale.

La Libertà e la Coscienza

Una volta liberati dalle catene di Satana, dobbiamo obbedire alla nostra coscienza – che conosce volontà di Dio – e vivere per il bene di altri. In questo modo, “liberati dal peccato, siamo diventati servi della giustizia” (Rom 6:18). Obbedire alla coscienza e fare ciò che è giusto richiede uno sforzo. Questo può persino sembrare oppressivo a coloro che sono abituati ad una vita irresponsabile e licenziosa. Se così fosse, l’obbedienza alla coscienza sarebbe da accettare come un corso di restaurazione sulla via per raggiungere la perfetta libertà. Paolo disse inoltre: “dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà” (2Cor 3:17). Ciò significa che, quando coltiviamo la natura divina dentro di noi, esercitiamo la libertà. Quando la voce della coscienza diventa forte e chiara, seguirla diventa una gioia e un piacere. Possiamo quindi affermare: “Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo” (Rom 14:17).

La libertà fiorisce quando viviamo per il bene degli altri nel vero amore. Dal momento che il vero amore si espande sempre, vivere per il bene degli altri aumenta sempre più la portata della nostra libertà. Se il nostro amore è grande solamente quanto la nostra famiglia, la nostra libertà si estende solo per quanto riguarda ciò che può aiutare la nostra famiglia. Se amiamo il nostro paese, la nostra sfera di libertà include tutto ciò che aiuta il nostro paese. Se amiamo tutta l’umanità, la nostra sfera di libertà abbraccia il mondo intero.

Anche se il corpo di una persona viene gettato in prigione, se egli vive per lo scopo della propria coscienza, egli è libero. San Paolo, il Mahatma Gandhi, Martin Luther King e Nelson Mandela sono stati tra coloro che hanno sofferto la prigionia a causa della loro coscienza, ma che persino dal carcere hanno trasformato la società.

Ovunque la tirannia opprima, la libertà interiore della coscienza prima o poi susciterà il richiamo alla libertà della società. La libertà è un diritto inalienabile. Essa comprende sia le libertà interiori di fede, di pensiero e di coscienza, sia le libertà esteriori di parola e di stampa, di assemblea, libertà di organizzarsi e compiere azioni economiche o politiche, libertà di viaggiare e di emigrare, libertà da arresti illegittimi e da condanne senza giusta causa.

In vari frangenti storici, il grido di libertà ha portato a rivoluzioni politiche. Le rivoluzioni e le guerre continueranno fintanto che ci saranno Stati che negano queste libertà.10 A questo proposito, possiamo nuovamente distinguere tra libertà e licenziosità: per la libertà vale la pena lottare e morire lottando per la libertà è una morte onorevole. D’altra parte, quando qualcuno perde la vita alla ricerca del piacere fisico, per esempio a causa dell’AIDS dovuto ad uno stile di vita sessuale promiscuo, per overdose da droghe o in un incidente d’auto durante una guida in preda all’alcool, non vi è nulla di nobile in tutto ciò.

Libertà e Creatività

La libertà costituisce il cuore di ogni possibilità creativa. Poiché gli esseri umani sono creati a immagine di Dio, essi possiedono la Sua stessa natura creativa. Per questo motivo, Dio diede agli esseri umani una porzione di responsabilità in modo che essi potessero co-creare la propria realtà. Essendo liberi co-creatori di noi stessi, determiniamo effettivamente il nostro destino e il destino del nostro mondo. Molte persone fuggono da questa eccezionale libertà, poiché non ne comprendono l’amore divino dietro ad essa. Altri, credendo di essere vittime delle circostanze, non si rendono conto dell’incredibile possibilità che hanno di prendere il controllo della propria vita e del proprio destino. Tuttavia, anche questa posizione è una libera scelta, ed essi diventano co-creatori del proprio fallimento.

Consideriamo, ad esempio, la situazione degli Israeliti che vagavano nel deserto. Anche se avevano lasciato l’Egitto fisicamente, non fu così facile per loro scrollarsi di dosso la mentalità della schiavitù. Si erano abituati alla vita da schiavi dove tutto era già stabilito per loro e avevano paura di affrontare dei rischi. Questa fu la ragione principale per cui ebbero difficoltà a seguire Mosè. Mosè stava co-creando una nuova realtà con Dio. Per definizione, una nuova creazione non può essere vista o percepita se non dopo che è stata creata. Nel condurre il popolo attraverso un deserto inesplorato, verso una terra che non aveva mai visto, Mosè visse per sola fede. Si era liberato dal passato, ma dovette anche rischiare tutto per la promessa di un futuro migliore.

Per seguire Mosè, gli Israeliti dovevano fare lo stesso salto nella libertà. Dovevano credere di poter essere co-creatori. Essi dovevano mettere in gioco le loro vite, credendo che la potenza di Dio avrebbe reso il loro cammino un successo. Tuttavia, incapaci di superare la mentalità da schiavi, quando gli Israeliti incontrarono delle avversità, iniziarono a mormorare contro Mosè e dissero: “Le nostre mogli e i nostri bambini saranno preda. Non sarebbe meglio per noi tornare in Egitto?” (Num 14:3).

Giosuè, d’altro canto, credette che Dio lo stesse invitando ad essere co-creatore di una nuova realtà. Incoraggiò i suoi seguaci, dicendo: “non abbiate paura del popolo del paese; è pane per noi e la loro difesa li ha abbandonati mentre il Signore è con noi; non ne abbiate paura” (Num. 14: 9). Sorprendentemente, ogni gruppo andò incontro al destino che esso stesso aveva co-creato: gli Israeliti impauriti perirono nel deserto, mentre Giosuè e i suoi seguaci entrarono trionfalmente nella Terra Promessa.

Dio ci ha dato la libertà come dono d’amore e per la nostra gloria. Noi dovremmo utilizzare la nostra libertà per affrontare la vita a testa alta come co-creatori responsabili, in grado di cambiare noi stessi e il nostro mondo. Dio è in cerca di coloro che si prenderanno questa responsabilità. Quando li trova, Egli riversa il Suo aiuto affinché possano prosperare nella loro strada. Questo è davvero una collaborazione potente, essere co-creatori con Dio.

Quando individui che vivono in libertà formano famiglie libere e queste famiglie si moltiplicano per riempire la terra, l’intera società mondiale si muoverà nella libertà. La libertà individuale di ognuno sarà sostenuta dalla collettività, che a sua volta beneficerà della somma del lavoro creativo di tutti i suoi membri. Così, l’intero universo manifesterà l’Immagine di Dio. Questo è il mondo di libertà che caratterizza la Famiglia Universale.

La Pace

Il bisogno di pace non è mai stato grande quanto oggi. Il Novecento è stato un secolo di guerre e di violenza, in cui più di 180 milioni di persone sono state uccise in guerre e a causa del terrore messo in atto dagli stati. L’Era del “Dopoguerra” non ha, però, posto fine allo spargimento di sangue. Oltre 7,2 milioni di soldati sono morti nelle guerre scatenate dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. tanto quanto quelli morti nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale messe insieme. Secondo lo studioso e diplomatico francese Jacques Akali, delle 2’340 settimane tra il 1945 ed il 1990, solo 3 settimane sono trascorse senza che ci fosse una guerra in corso da qualche parte nel mondo. Saprà il 21° secolo essere migliore? Questa è un’epoca in cui chiunque abbia del rancore e una sufficiente determinazione può procurarsi un’arma di distruzione di massa. A meno che non siamo in grado di stabilire una pace duratura, non potremo far altro che testimoniare il declino della civiltà, un mondo catapultato in un incubo paragonabile a quello immaginato dai registi cinematografici.

Eppure, nonostante il massimo sforzo messo in atto dai politici e le buone intenzioni delle organizzazioni per la pace, la vera pace rimane qualcosa di sfuggente. Padre Moon insegna che i tentativi di creare la pace tra le nazioni falliranno sempre, a meno che il punto di partenza non sia una comprensione completa del significato della pace e non si affrontino le radici della pace a partire dalla vita degli individui e delle famiglie.

Il significato della parola coreana “pace”, 평화 (p’yeong hwa), proviene dai caratteri cinesi 平和, che significano rispettivamente “orizzontale” (p’yeong) e “armonia” (hwa). Secondo Padre Moon, la pace ha origine quando soggetto e oggetto raggiungono una relazione armoniosa. Per un individuo, la pace interiore significa armonia tra le caratteristiche duali di mente e corpo. Nella famiglia, pace significa armonia, uguaglianza e condivisione reciproca tra marito e moglie. Queste stesse qualità sono necessarie per la pace nel mondo.

La parola ebraica per pace è shalom, che significa anche salute e completezza. Un corpo sano è l’intreccio di innumerevoli relazioni reciproche e dinamiche, la cui interazione armoniosa porta salute e vitalità. Allo stesso modo, il buon vicinato e un forte spirito di comunità caratterizzano la società di shalom.

Pertanto, la pace non è semplicemente l’assenza di conflitto; la pace dovrebbero essere costellata di relazioni armoniose. Non ci sarà mai uno stato di pace, se la calma e il silenzio vengono ottenuti con le armi. Ci dovrebbero essere relazioni autentiche e dinamiche che soddisfano tutte le persone. Non avremo uno stato di pace, neppure quando i popoli costruiscono degli alti muri per tenere gli altri fuori. Nella vera pace, non ci sono muri o confini. Persone di tutte le nazionalità e razze camminano senza attrito, gelosia o diffidenza.

La vera pace è caratterizzata anche dall’uguaglianza. Fintanto che persistono le disuguaglianze, coloro che possiedono di meno saranno sempre invidiosi di coloro che hanno di più, mentre questi ultimi saranno sempre inclini ad adottare misure di difesa contro gli invidiosi per mantenere la loro ricchezza e il loro status. Come spiega Padre Moon:

Persone, famiglie o nazioni buone possono essere collegate orizzontalmente tra di loro su un piano di parità. Dove c’è uguaglianza, allora ci può essere la pace. P’yeong (平) dalla parola p’yeonghwa, ha il significato di livellato, piano, orizzontale. Senza p’yeong, anche se hwa (和), l’armonia, esistesse, la pace scomparirebbe presto.11

Quando la gente forma una comunità autentica nell’amore di Dio, le persone che hanno di più condivideranno spontaneamente con chi ha di meno, creando così una base sulla quale si può mantenere la pace. Questo è il significato del mondo di pace che troviamo nel Giuramento della Famiglia. Quando gli individui, le famiglie e le nazioni praticano l’amore di Dio l’uno verso l’altro, l’armonia e la pace sorgeranno naturalmente.

Pace Individuale

La pace esisterà ad ogni livello della famiglia universale, ma la sua radice è in ogni individuo. Un insegnamento di Confucio chiarisce questo punto:

Quando la mente viene rettificata, la vita personale è nutrita; quando si nutre la vita personale, la famiglia sarà in ordine; quando la famiglia è in ordine, lo stato sarà in ordine; quando lo stato è in ordine, ci sarà la pace in tutto il mondo. Dal Figlio del Cielo fino all’ultimo del popolo, tutti devono prestare attenzione alla vita personale, considerandola la radice o la fondazione. Non c’è mai un caso in cui la radice sia in disordine e i rami siano in ordine.12

In altre parole, la pace individuale è la pietra angolare per la pace nella famiglia e, di conseguenza, per la pace a livelli più estesi.

L’individuo in pace con sé stesso porta la pace nella sua famiglia. Ha la maturità di cuore per essere tollerante e paziente con il proprio sposo. Si assume la responsabilità personale per eventuali problemi che insorgono nel loro rapporto. Impegnandosi ad una comunicazione e una condivisione oneste, non si permetterà mai di reagire emotivamente in relazione a temi sensibili. Piuttosto, si soffermerà a riflettere tra sé e sé, per poi esprimere solo ciò che è vero per il proprio Sé superiore. L’armonia e la pace presenti nel rapporto d’amore tra marito e moglie forniscono anche un buon esempio per i loro figli. Alimentata dall’intenso amore dei genitori, questa pace si espande in modo naturale, per includere la pace tra fratelli e sorelle.

Come può un individuo raggiungere la pace interiore? Si raggiunge attraverso l’unità tra mente e corpo; ciò significa che la persona in ogni momento segue la propria coscienza di sua spontanea volontà. Quando mente e corpo sono in armonia, la persona è in grado di amare gli altri in modo sacrificale. Se mente e corpo sono in conflitto, i desideri egoistici dominano la vita dell’individuo, portando a conflitti con gli altri. Eppure, il conflitto tra la mente e il corpo è stato la condizione umana fin dall’inizio dei tempi. Padre Moon afferma:

Se un individuo non possiede, dentro di sé, una fondazione per la pace, allora non importa quanto la sua famiglia, la sua nazione o il mondo possano essere in pace, non saprà essere contento, poiché l’individuo è il vero campo di battaglia. Come sapete, la Prima Guerra Mondiale, la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda sono da tempo terminate. Considerando altri futuri conflitti, sarà possibile avere una tregua. Tuttavia, la lotta tra la nostra mente e il nostro corpo è esistita fin dall’antichità. È continuata per tutto il corso della storia e, naturalmente, continua anche oggi. Non sappiamo per quanto tempo continuerà nel futuro.13

Dopo questa cupa valutazione, è alquanto difficile prevedere in che modo il mondo di pace potrà essere realizzato. Certo, la pace non può venire per intervento soprannaturale di Dio, come alcuni credono, interpretando gli eventi profetizzati negli Ultimi Giorni. Anche se tutti i giusti ed i credenti saranno rapiti in cielo per dimorare per sempre nella Nuova Gerusalemme, fintanto che avranno in loro stessi questa lotta tra mente e corpo, non saranno in grado di costruire una società di pace. Non è sufficiente “attraversare il Giordano” e separarsi dal mondo brutale dei peccatori. In breve tempo, sorgeranno controversie, scismi e litigi tra gli eletti, così come ci furono tra gli Israeliti che uscirono dall’Egitto.

Pertanto, il cammino verso la pace nel mondo inizia con la rimozione del peccato da me stesso. La fonte del conflitto e della guerra non sta negli altri, inizia dentro di me. Devo prima recidere i legami di Satana, grazie ai quali egli influenza con insistenza la mente all’inimicizia, alla discordia, alla diffidenza, all’invidia, al risentimento e all’accusa. Satana è egocentrico, e trova risonanza negli elementi egoistici delle nostre anime. Satana rafforza i desideri della carne, che sono in guerra con i desideri dello spirito (Gal 5:17), perpetuando in tal modo il conflitto tra mente e corpo. La libertà dal peccato, d’altra parte, ci porta la pace di Dio.

L’origine misteriosa della lotta tra mente e corpo risale al peccato originale dei nostri primi antenati. È una macchia che abbiamo ereditato dai nostri genitori, ereditata a sua volta dai loro genitori, fino ad arrivare alla Caduta di Adamo ed Eva. L’amore tra Adamo ed Eva fu contaminato dal conflitto, che sfociò poi in guerra aperta tra i loro figli Caino e Abele. Prima ancora che i due figli facessero qualcosa, i genitori vivevano già una vita piena di sensi di colpa, accusa reciproca, rabbia e paura. Quando caddero, essi persero la pace dell’umanità. Se non fossero caduti, il matrimonio di Adamo ed Eva sarebbe stato un modello di pace e la fondazione sulla quale tutti i loro discendenti avrebbero vissuto in pace.

Dalla Famiglia alla Pace Mondiale

Sulla base di questa analisi della condizione umana, è evidente che la pace nel mondo inizia con un vero individuo ed una vera famiglia. Diverse delle grandi Cerimonie di Benedizione officiate da Padre e Madre Moon avevano come motto “La Pace nel Mondo attraverso Famiglie Ideali”. Con la benedizione di pace di Dio nella famiglia, la soluzione al conflitto umano è a portata di mano. Le nostre famiglie diventano strumenti di pace quando incarnano la pace di Dio e generano figli di pace che assimilano la pace dal latte materno.

Tuttavia, anche se una famiglia raggiunge la pace al suo interno, se la sua nazione è in guerra, non ci può essere pace. Da un momento all’altro una bomba potrebbe cadere sulla sua casa, oppure i figli potrebbero essere chiamati per combattere e morire sui campi di battaglia. La costruzione della pace nel mondo è quindi nell’interesse di ogni famiglia.

Sconfiggere il nemico inoltre non porta la pace. Un nemico sconfitto nutrirà probabili propositi di vendetta e riemergerà un giorno per attaccare con rinnovata ferocia. Gesù disse: “Beati gli operatori pace” (Mt 5:9). Costruire la pace richiede amore sacrificale per poter riconciliare le due parti, così che queste facciano sorgere la pace dal profondo del loro cuore. Una vera famiglia, in cui l’amore dei genitori si è ben sviluppato attraverso i Quattro Grandi Regni del Cuore, ha le risorse interiori per essere questo tipo di costruttore di pace.

Costruire la pace nel mondo richiede che noi risolviamo i reali conflitti tra le nazioni, le razze, le religioni e le ideologie, tra ricchi e poveri, percorrendo la strada del vero amore. I progetti fondati da Padre e Madre Moon sono solo alcuni dei tanti illustri programmi sviluppati da chiese, organizzazioni caritatevoli e governi per affrontare questi problemi; essi sono citati qui come esempi di ciò che tutti noi possiamo fare. Si distinguono come modelli di come l’amore di genitore di Dio possa manifestarsi in programmi concreti per pace.

Le cerimonie di sorellanza sponsorizzate dalla Federazione delle Donne per la Pace Mondiale [WFWP] hanno lo scopo di riconciliare nazioni un tempo nemiche. Quando le donne provenienti da queste nazioni nemiche oltrepassano le barriere e si incontrano come sorelle, il loro abbraccio unisce insieme i loro popoli in un legame d’amore. Quando le donne di tutto il mondo fanno la pace, come potrebbero i loro mariti fare la guerra?

Un mezzo ancora più efficace per costruire la pace è la Benedizione, in cui persone provenienti da nazioni nemiche si uniscono come membri di un’unica famiglia mondiale. A volte, sposandosi, oltrepassano persino le barriere nazionali, razziali e religiose. Questo è la strada regale alla costruzione della pace: sciogliere vecchi odi nel caloroso amore della vita coniugale e nella grazia di Dio. Questo approccio alla costruzione della pace ha il potenziale di superare l’odio nazionale ed etnico, come quello generato dalle contrastanti rivendicazioni per le medesime terre in Medio Oriente, questione politica rimasta ancora irrisolta.

L’armonia tra le religioni è un altro requisito indispensabile per la pace nel mondo. I pregiudizi religiosi sono alla radice dei conflitti più gravi del mondo di oggi, tra cui spiccano il conflitto israelo-palestinese, la crescente tensione tra India e Pakistan, e l’ascesa del terrorismo islamico. Padre Moon ha dedicato notevoli risorse negli ultimi 35 anni per organizzare e sponsorizzare convegni e programmi interreligiosi. Oggi la Federazione Internazionale per la Pace (UPF) fornisce formazione alla leadership per capi religiosi impegnati nello sforzo di abbattere le barriere religiose. Inoltre, la UPF mira ad integrare la leadership religiosa con le organizzazioni politiche, per esempio attraverso la proposta di costituire un organismo interreligioso presso le Nazioni Unite, in modo che la voce dell’armonia interreligiosa possa diventare una forza diplomatica per la pace.

Anche i rapporti tra le razze hanno un disperato bisogno di guarigione. Attraverso attività ecumeniche che coinvolgono il clero dei bianchi e dei neri, dei cristiani e dei musulmani, le persone religiose stanno elevando una voce unanime. Cerimonie di sorellanza tra donne bianche e nere stanno promuovendo l’armonia interrazziale. Quando esplosero tensioni razziali tra i neri e i coreani nella città di New York, Padre Moon mobilitò centinaia di ministri religiosi per manifestare per la pace. Anche in questo caso, la Benedizione fa compiere un passo avanti alla costruzione della pace: la famiglia mondiale stabilita attraverso la Benedizione consolida l’unità dell’umanità, trascendendo razze ed etnie.

Il conflitto ideologico è stato la principale piaga del ventesimo secolo. Attraverso la sua implacabile opposizione al comunismo, Padre Moon è stato determinante per la sua sconfitta. La creazione di una pace duratura, tuttavia, richiede che le nazioni occidentali vincitrici abbraccino i loro ex nemici con amore e aiuti sostanziali, proprio come gli Alleati, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, abbracciarono la Germania e il Giappone. Mentre gli aiuti da parte dei governi sono venuti a rilento, Padre Moon ha compiuto ogni sforzo possibile per stabilire un esempio migliore. Negli stati della ex Unione Sovietica, Padre Moon sostenne progetti educativi per offrire ai giovani disillusi una nuova visione della vita orientata a Dio e ai valori spirituali. In Cina, in Vietnam e in Corea del Nord, Padre Moon ha investito nelle fabbriche e nelle zone di sviluppo economico, spesso senza ottenerne alcun profitto. Egli non investe come uomo d’affari, ma come leader religioso che capisce che la via della pace è quella di dare e investire per il bene del proprio nemico.

Infine, la pace nel mondo richiede di colmare il divario tra il Nord e il Sud del mondo, tra le nazioni industrializzate dell’emisfero nord e le nazioni in via di sviluppo e del Terzo Mondo. Padre Moon sostiene l’equa distribuzione della ricchezza tra Nord e Sud attraverso il trasferimento di tecnologia e capitale, al fine di fornire alle nazioni più povere un percorso più rapido alla prosperità economica rispetto a quello fornito oggi dal sistema neocoloniale, dove questi paesi rimangono dei meri fornitori di materie prime.

In linea con questo obiettivo, Padre Moon ha investito nell’industria delle macchine utensili e nell’industria metallurgica in Germania, in Corea e in America, al fine di trasferire il meglio del know-how ingegneristico occidentale alle nazioni in via di sviluppo. Egli sta costruendo una rete universitaria mondiale per formare ingegneri e lavoratori qualificati in grado di utilizzare questa tecnologia. In ultima analisi, tutte le nazioni dovrebbero condividere le benedizioni della tecnologia, che fino ad oggi ha portato prosperità solo a poche ricche potenze industriali. Con il diffondersi del benessere, in un mondo dove tutti hanno accesso al capitale e dove tutti sono interconnessi dalla rete commerciale, le guerre cesseranno di avere alcuno scopo.

Vivendo in pace come individui e come famiglie e risolvendo le disuguaglianze e le ingiustizie tra i popoli del mondo, costruiremo un mondo ricolmo di relazioni armoniose a tutti i livelli. Questo manifesterà l’immagine divina, rispecchiando l’azione armoniosa di dare e ricevere propria della vita interiore di Dio. Il mondo sarà un mondo di pace.

L’Unità

La parola coreana 통일 (tongil) può essere tradotta sia come “unificazione”, sia come “unità”. In generale, l’unificazione indica il processo di diventare una cosa sola, mentre unità significa lo stato consolidato di unità. Poiché questa frase del Giuramento della Famiglia raffigura lo stato di un mondo che ha perfezionato l’ideale di creazione di Dio, “unità” è la traduzione migliore. La Chiesa dell’Unificazione è un movimento per l’unificazione; il suo scopo è di unire un mondo diviso. Nel Giuramento della Famiglia ci impegniamo a portare a perfezione l’ideale di creazione di Dio, un mondo di unità.

Le parole “unità” e “unificazione” hanno varie sfumature di significato. Alcuni pensano all’unificazione come ad un processo di conformazione di tutte le persone, come fossero fatte con lo stesso stampo, facendo sì che tutti credano nella stessa cosa. Kim Il Sung, l’ex dittatore della Corea del Nord, per esempio, aspirava all’unificazione della penisola coreana attraverso la forza militare. Altri parlano di unità in senso spirituale: la fusione con l’Unità divina. Entrambi sono concetti incompleti, in contrasto con la naturale diversità che esiste della creazione.

Più vicino al significato di unità è quella che si realizza in una coppia di innamorati. Marito e moglie si fondono in una sola cosa, eppure non perdono la loro identità individuale. In un buon matrimonio, marito e moglie gioiscono nel vedere il proprio riflesso nella persona amata. Quando marito e moglie danzano insieme come una sola cosa, sono le loro differenze che ci trasmettono emozioni e bellezza; se fossero identici, la loro danza sarebbe noiosa. Tuttavia, nemmeno questo tipo di unità coglie l’apice della verità.

Nell’insegnamento di Padre Moon, unità significa tre realtà che realizzano l’armonia nell’amore. Solitamente pensiamo che le famiglie siano formate dall’unione di due entità, ma non è tutto. Il paradigma di Dio per la famiglia è la Base delle Quattro Posizioni, in cui Dio partecipa come vero e proprio membro della famiglia. Quando Dio, marito e moglie diventano uno, una libera e armoniosa condivisione d’amore e di bellezza fiorisce tra di loro; e tutti sono coinvolti in un movimento sferico in tre dimensioni. Questo è il funzionamento della Trinità, che si manifesta in innumerevoli “trinità” individuali, ovvero le famiglie con Dio al centro. È l’unità delle dimensioni orizzontale e verticale della vita.

Nel Corano leggiamo, “Aggrappatevi tutti insieme, alla corda di Dio, e non siate divisi tra voi”14. Gesù disse “dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18:20), e inoltre “affinché [loro] siano come noi una cosa sola. Io in loro e Tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che Tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me” (Gv 17:2223). Gesù stava parlando in particolare alla Chiesa, ma questo principio vale soprattutto per una famiglia che vive in unità, con la benedizione di Dio.

Partecipazione, Convivenza ed Ereditarietà

L’unità ha tre qualità: la partecipazione, la convivenza e l’ereditarietà. I membri della famiglia partecipano alla vita di ciascuno e ne sostengono le rispettive attività. La moglie sostiene il lavoro del marito e la sua missione. Il marito aiuta e sostiene la moglie nel suo lavoro e nella cura della casa e dei figli. Vivere insieme significa condividere le situazioni l’uno dell’altro. Marito, moglie e figli condividono quindi le gioie e i dolori, la malattia e la salute, la ricchezza e la povertà. Infine, i membri della famiglia condividono un patrimonio comune, sia materiale che spirituale. La casa e le proprietà non sono l’unica eredità che viene passata allo sposo e ai figli. Le tradizioni, i valori e lo stile di vita sono anch’essi trasmessi. Una famiglia con una tradizione di musica lascerà un’eredità musicale; una famiglia con una tradizione di frugalità e di strenuo impegno lascerà in eredità una tradizione di operosità e di parsimonia; genitori che amano la caccia e la pesca lasceranno in eredità ai propri figli l’amore per gli spazi aperti.

Anche Dio partecipa nella famiglia, vive insieme ai membri della famiglia e trasmette la Sua eredità. Quando recitiamo il Giuramento della Famiglia alla mattina presto della domenica e dichiariamo la nostra volontà di vivere secondo lo standard del Giuramento, affermiamo che la nostra famiglia partecipa alla vita di Dio e che Dio partecipa alla vita della nostra famiglia. Invitiamo così Dio a far parte della nostra famiglia! Dio desidera abitare con noi e condividere la Sua vita con noi e noi condividiamo la nostra vita con Dio. Quando nella nostra casa soffriamo e piangiamo, Dio è lì, che soffre con noi. Quando ci rallegriamo, Dio è lì a gioire con noi. Nell’impegnarci nel lavoro della provvidenza di Dio, noi comprendiamo la situazione di Dio e Lo serviamo e aiutiamo con amore. Dio, a sua volta, ci lascia in eredità la Sua gloria, il Suo amore e la tradizione del Cielo.

Quando ci sarà unità nel mondo, quando tutte le persone si muoveranno insieme in amore, il mondo funzionerà come un unico organismo. Le cellule del corpo umano non hanno bisogno di ricevere continuamente ordini e comandi dal cervello. Piuttosto, le cellule cooperano liberamente per la salute ed il benessere dell’intero organismo attraverso lo scambio libero di nutrimenti e messaggi chimici. Le cellule della mano conoscono in modo innato il loro ruolo. Nessun agente esterno ha bisogno di informarle che fanno parte della mano; lo sanno già attraverso la loro esistenza biologica e chimica. Se un sasso venisse scagliato verso il volto, la mano si alzerebbe a bloccarlo per riflesso incondizionato prima ancora che il cervello possa realizzare cosa stia accadendo. La mano sa che il suo scopo è quello di servire il corpo e che il suo benessere è legato al benessere di tutto il corpo. Se il corpo dovesse soffrire per una malattia o per fame, la mano, che condivide il flusso sanguigno del corpo, lo saprebbe e si sacrificherebbe di conseguenza. La mano contiene un’immagine del corpo nella sua biologia; il corpo, allo stesso modo, ha l’immagine della mano impressa nei suoi vari organi. Il comandante del corpo è la mente invisibile. Quando la mente decide di scrivere una lettera, il cervello attiva l’immagine della mano in sé e immediatamente la mano risponde. Quando mente e corpo sono uniti, anche il corpo funziona come un’unica entità, in cui ogni cellula contribuisce liberamente e condivide la comune situazione dell’insieme, consapevole dell’immagine dell’intero corpo. Il corpo si muove tutto insieme, in risonanza ed in unità con la mente.

Allo stesso modo, ciascun individuo e ciascuna famiglia nel mondo unificato coopereranno e contribuiranno liberamente al bene dell’insieme attraverso la vibrazione del vero amore. Nessuno dovrà costringerli a farlo, perché saranno sensibili alla situazione del pianeta e saranno volenterosi di agire per il suo benessere. Comunità, nazioni e istituzioni transnazionali, come organi di un corpo, verranno a conoscenza delle situazioni delle singole entità e risponderanno ogni volta e ovunque dovesse insorgere una necessità. Dio, risiedendo al centro di ogni famiglia, diventerà la mente invisibile del mondo. Il mondo unificato si muoverà come un unico corpo in risonanza con il cuore e la volontà di Dio. Tutte le parti saranno in armonia e coopereranno spontaneamente per lo scopo di tutto il pianeta. All’interno di questa grande unità, la vita sarà naturalmente libera, pacifica, armoniosa e gioiosa.

Interdipendenza, Prosperità Comune e Valori Universalmente Condivisi

Secondo il Principio Divino, l’economia, la politica e la vita sociale del mondo futuro saranno caratterizzate da interdipendenza, prosperità comune e valori universalmente condivisi.15

L’interdipendenza caratterizzerà l’economia del mondo futuro. La vita umana dipende dal cibo prodotto grazie ad una miriade di organismi, oltre che grazie alla fatica degli agricoltori, dei camionisti e dei produttori, che portano questi alimenti nelle nostre case. Da questa interdipendenza dovrebbe sorgere un sistema economico che rende onore ad ogni persona per il valore che questa aggiunge alla nostra vita. Un guardiano o un amministratore delegato sono di pari valore per quanto riguarda il loro ruolo indispensabile nel mantenimento del funzionamento della società. Perché i loro stipendi dovrebbero differire di centinaia di volte? Il valore eccessivo posto sul denaro e sul potere non fa altro che distorcere la nostra società odierna. In futuro, le persone saranno rispettate per il loro contributo all’insieme, qualunque esso sia, indipendentemente dalla loro posizione o ricchezza.

La politica nel mondo futuro sarà basata sull’ideale della prosperità comune. Nessuno individuo in risonanza con il cuore di Dio desidererebbe mai arricchirsi a spese di qualcun altro. Come possiamo sentirci in pace con la coscienza dopo aver visto in televisione i report sui bambini che muoiono di fame? Padre Moon si è impegnato a porre fine alla fame sul pianeta. Ha lavorato per livellare la ricchezza tra nazioni ricche e povere, trasferendo tecnologie dai paesi ricchi a quelli poveri e promuovendo l’educazione globale di ingegneri e qualificati. Allo stesso modo, chiunque sia stato benedetto con la ricchezza ed il talento per guadagnare denaro dovrebbe sentirsi spinto, dal proprio amore per l’umanità, a condividere con altri le proprie competenze e la propria ricchezza. Facciamo già questo in misura ridotta attraverso la beneficenza. Ma potremmo fare molto di più.

Nel momento in cui le persone si uniscono in una società che cerca il benessere dell’insieme prima dell’interesse personale, uno spirito di cooperazione sostituirà l’eccessiva faziosità della moderna democrazia. I politici modereranno gli interessi del proprio partito e della propria regione, comprendendo che il benessere di tutta la nazione viene prima. Allo stesso modo, i governi delle nazioni ricche dedicheranno una parte consistente del proprio bilancio per sollevare le nazioni più povere, riconoscendo che ogni nazione merita una egual misura di benessere.

Oggi, molte persone sono stufe delle elevate imposte e di vedere i loro governi calpestare le loro opportunità di successo. I conservatori vorrebbero ridimensionare il governo, riducendone l’intervento ai servizi pubblici essenziali, come la manutenzione delle strade e la difesa nazionale. Qualcuno potrebbe giustamente chiedersi: se i sussidi pubblici e gli altri programmi sociali fossero ridotti, i poveri soffrirebbero la fame? Le chiese e le associazioni caritatevoli sarebbero in grado di soddisfare le esigenze dei poveri, degli orfani e degli anziani? L’elemento mancante in qualsiasi piano di contenimento del ruolo del governo è la necessaria trasformazione interiore – il calore umano che porta alla compassione verso gli altri.

Nel mondo unificato, tutte le persone, indipendentemente dalla loro razza, religione, o nazionalità, condivideranno valori comuni. Quando le persone condividono valori universali, condividono nelle coscienze un senso comune di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Persone di tutte le culture coopereranno quindi per promuovere il bene comune. Questo non significa semplicemente tollerare qualsiasi usanza diversa e qualsiasi opinione sconsiderata. La verità di Dio è assoluta e non tollera il relativismo. Tuttavia, Dio, nel Suo amore, ha piantato i semi di verità nelle tradizioni di ogni cultura. Attraverso i saggi, gli scritti sacri e la saggezza popolare, ogni nazione ha accesso alla via di Dio, come disse Gesù “Ho anche altre pecore, che non sono di quest’ovile; anche quelle devo raccogliere ed esse ascolteranno la mia voce” (Gv 10:16). La verità presente in ogni cultura permette alle persone devote di ogni fede di apprezzarsi a vicenda e quindi di cooperare in amore. Attraverso la condivisione di valori universali, l’umanità sarà in grado di ricercare soluzioni globali ai problemi del mondo.

Felicità

Tutti cercano la felicità. Noi desideriamo una felicità che stimoli i nostri cuori e che si manifesti nelle circostanze esterne intorno a noi. Questo è il significato della parola coreana per la felicità, 행복 (heng bok). La parola inglese “happiness” (felicità) denota normalmente un’emozione di gioia, ma la felicità completa, heng bok, comprende sia la gioia interiore sia la fortuna esteriore – un benessere da tutti i punti di vista.

I caratteri cinesi di heng bok, 幸福, denotano “fortuna” e “benedizione”. Entrambi i caratteri contengono profonda saggezza sul significato di felicità. Il secondo carattere, 福 (bok), è il carattere che significa benedizione. Questo, come visto in precedenza, è formato dalla combinazione di diversi elementi che rappresentano un annuncio (示) all’Unico Dio (一), all’umanità, rappresentata da una bocca (口), e alla terra, indicata dal carattere “campo” (田). La vera felicità appare così quando l’uomo e tutte le cose sono in armonia, con Dio al centro.

Il primo carattere, 幸 (heng), racconta una storia sul significato di felicità. Esso contiene un tratto orizzontale in più rispetto al carattere 辛 (shin), che significa amara sofferenza, come il dolore di Giobbe. Quella linea orizzontale in aggiunta (一) può indicare Dio. Ciò significa che una vita religiosa di sofferenza (辛) e sacrificio per indennizzare il peccato porta il favore di Dio (一), che diventa la radice della felicità e della fortuna (幸).

Il carattere 辛 (shin), dal canto suo, può derivare dal segno 辜 (ko), che significa peccato, rimuovendo la particella 古 (ko), che significa “vecchio” o “antico”. Ne consegue il significato che noi soffriamo sotto la schiavitù del peccato come conseguenza dei peccati di nostri antenati e persino del peccato originale che deriva dalla Caduta dei nostri primi antenati. Nel momento in cui diventiamo “sacrificio vivente” (Rom 12:1), ci separiamo dal peccato e allentiamo la presa del potere di Satana su di noi. Ciò che si ricava è questo: anche se noi uomini moderni cerchiamo la felicità immediata, essa è falsa e fugace. La strada per la vera felicità è quella di riconoscere che noi, persone cadute, abbiamo ereditato i peccati dei nostri antenati, sin dall’inizio dell’umanità. Attraversando con fede un corso di sofferenza per indennizzare i peccati e per ricercare il sostegno di Dio, troveremo la strada della felicità vera e duratura.

La felicità genuina dell’uomo è sempre in accordo con la felicità di Dio. Dio, nostro Padre, vuole condividere con noi la pienezza della Sua gioia. Secondo il Principio Divino, la gioia viene prodotta quando un partner soggetto si relaziona con un partner oggetto che riflette e sviluppa la stessa natura del soggetto. Un artista prova gioia quando crea un’opera che esprime perfettamente l’idea concepita nella sua mente. Un orticoltore prova gioia nel vedere i suoi ortaggi crescere e maturare, perché essi incarnano il suo senso innato di vita e di prosperità. Una madre prova gioia nell’amare il proprio bambino e si compiace di scoprire le centinaia di piccole cose che lui prende e impara da lei. Allo stesso modo, la gioia celeste del Regno si manifesta quando assomigliamo a Dio, condividendoNe la natura e partecipando alla realizzazione della Sua volontà.

Il Principio Divino descrive anche questa gioia nei termini delle Tre Grandi Benedizioni di Dio: essere fecondi, moltiplicarsi, riempire la terra e dominarla (Gen 1:28). Ciascuna benedizione ci chiama a raggiungere una gioiosa somiglianza: tra Dio e l’individuo, tra l’individuo divino e la sua famiglia e il mondo sociale, e tra l’individuo e il mondo naturale. Per esempio, ci rallegriamo quando ammiriamo la natura in tutta la sua bellezza, perché questa stimola gli elementi del nostro Sé originale. Sentiamo la felicità di essere parte di una società in pace ed in armonia, perché le qualità di tale società sono in accordo con l’armonia e la pace dentro al nostro stesso essere. Non possiamo che essere profondamente turbati e sconvolti dagli incessanti conflitti del mondo, perché desideriamo che il mondo goda dell’armonia e della pace che sperimentiamo nella nostra vita familiare.

D’altra parte, una persona egocentrica la cui mente ribolle nell’odio o nell’ansietà, la cui famiglia è piena di conflitti, può trovare una gioia perversa nel vedere i conflitti nel mondo intorno a sé. Costui percepisce, allo stesso modo, una sorta di somiglianza che lo fa sentire a casa. Dal momento che la lotta e la ricerca del bene personale pervadono il mondo intorno a lui, questi si sente a suo agio e si sente giustificato nel proseguire la propria vita egoista. Così, una persona che si associa a persone cattive, gode della loro compagnia perché vede in loro una somiglianza con gli aspetti più meschini del suo carattere. In compagnia di amici affini, può giustificare la propria malvagità. Molti artisti contemporanei ritraggono la realtà sociale intorno a loro, realizzando opere con colori contrastanti o toni dissonanti, che riflettono la loro visione del mondo. Inoltre, quando le persone vivono in città e si abituano alla realtà artificiale, si allontanano dalla loro armonia interiore. Perdono anche la sensibilità verso la natura e di conseguenza arrivano a maltrattare la Terra. Tutti questi sono esempi di gioia, sebbene falsa, che deriva dalla somiglianza. È falsa perché in essa resta una dissonanza di fondo tra la disgregazione del mondo sociale e l’universo come insieme – nel nostro corpo in particolare. La vera gioia è duratura; ci collega con la gioia di Dio e la gioia del cosmo. La gioia che deriva dal male è fugace ed è seguita dal rimorso e dalla pena della coscienza.

Possiamo mostrare la differenza tra ciò che porta alla vera felicità e ciò che genera una felicità malvagia, analizzando le tre tentazioni di Gesù nel deserto. Satana tentò Gesù offrendogli delle opportunità per cogliere una felicità malvagia, ma Gesù le respinse per far valere ciò che porta alla vera felicità. Satana tentò Gesù ad interrompere il suo digiuno e mangiare del pane; Gesù rispose sostenendo il valore della parola di Dio. Poi, Satana portò Gesù in cima al Tempio e tentò di farlo cadere giù; questo simboleggia la tentazione del sesso illecito, che ha distrutto innumerevoli persone giuste e persone religiose sulla strada verso Dio. Gesù rispose: “Non tentare il Signore Dio tuo” (Mt 4:7), intendendo con ciò che dobbiamo custodire l’immagine divina che Dio ha impiantato dentro di noi. Infine, Satana offrì a Gesù il potere del mondo; Gesù rispose affermando che dobbiamo servire Dio. La falsa felicità del potere nasconde ambizioni egoistiche, mentre la persona divina ottiene la vera gioia servendo le altre persone (Mc 10:43), che la innalzeranno al ruolo di leader, acclamandola in segno di gratitudine.

La Gioia Celeste

Qual è la più elevata gioia celeste e la felicità eterna? Il mistico cristiano Emanuel Swedenborg, in una delle sue visioni spirituali, osservò una situazione che aveva a che fare con questo quesito. Ad una folla riunita venne chiesto “Cos’è la gioia celeste e l’eterna felicità?”. Alcuni risposero che essa fosse la compagnia e la piacevole conversazione; altri volevano banchettare con cibo delizioso alla presenza di Abramo, Isacco, Giacobbe e gli Apostoli; un terzo gruppo rispose che avrebbe voluto rilassarsi in eterno in giardini pieni di fragranze di fiori e di frutti gustosi; un quarto gruppo aspirava ad avere oro, gioielli e ricchezza sconfinata; altri ancora credevano che la gioia più elevata fosse di lodare Dio per l’eternità.

Ad ogni gruppo fu poi dato un assaggio di ciò che più desiderava. Il primo gruppo fu trasportato in un palazzo dove persone distinte erano impegnate in piacevoli conversazioni. In una stanza c’erano persone che raccontavano le esperienze della loro vita precedente; in un’altra si scherzava su donne o uomini che avevano conosciuto; in un’altra ancora stavano discorrendo di lavoro, e così via. Andarono di stanza in stanza, partecipando alle conversazioni o semplicemente ascoltandole. Tuttavia, dopo un po’ di tempo furono stanchi di tutte quelle conversazioni. Quando cercarono di lasciare la casa, scoprirono che le porte erano chiuse e un angelo li ammonì: «Restate qui e godete delle gioie del cielo per l’eternità». Il gruppo si sentì a disagio e costretto da quella situazione, fino a quando non si pentirono per la loro stolta opinione. Chiesero quindi all’angelo, «Qual è allora la gioia celeste?». E l’angelo rispose: «È la gioia di fare qualcosa di utile per gli altri; la gioia che ne deriva trae la sua essenza dall’amore, la sua esistenza dalla verità».

Il secondo gruppo entrò in un boschetto dove c’erano quindici tavoli pieni di prelibatezze; ad ogni tavolo era seduto un patriarca: Abramo, Isacco, Giacobbe e i dodici Apostoli. Oltre al banchetto, furono intrattenuti con musica, giochi, fanciulle danzanti e rappresentazioni teatrali. Ogni giorno il gruppo mangiava ad un tavolo diverso, fino a quando, dopo quindici giorni, ebbero banchettato con ciascuno dei patriarchi. Dopodiché il ciclo si sarebbe ripetuto di nuovo, e così via per l’eternità. Tuttavia, dopo pochi giorni furono sazi, al punto che anche il solo sguardo del cibo generava in loro la nausea. Desideravano disperatamente fuggire da questa cosiddetta gioia celeste.

Così fu per tutti gli altri gruppi. Coloro che volevano ricchezza e potere furono riempiti di gioielli e vennero fatti sedere su dei troni, ma alla fine si stufarono di tutto ciò. Quelli nei giardini profumati si stancarono dei profumi e dei colori. Coloro che si erano uniti ai cori angelici di lode a Dio alla fine si stancarono dei continui canti, preghiere e sermoni; cominciarono a sbadigliare e si addormentarono. Ciascun gruppo imparò che le gioie del cielo non derivano dalla posizione, dalla ricchezza o dalla gloria, ma nascono nel processo di amare e aiutare gli altri.

Dopo queste cose, il gruppo fu portato ad un magnifico palazzo in cielo, circondato da giardini, dove presero parte ad un matrimonio. Là c’era era molta più gioia di qualunque altra cosa avessero visto. Un angelo spiegò loro: «i piaceri celesti provengono principalmente dall’amore coniugale»16.

La Gioia del Regno

Quando Gesù nacque, un angelo apparve ad alcuni pastori proclamando: “ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore” (Lc 2:10-11). L’avvento di Gesù Cristo portò grande gioia in cielo e la promessa di felicità a tutta l’umanità. Come Figlio di Dio, Gesù più di chiunque altro avrebbe potuto essere una buona controparte per Dio e generare in Lui la gioia. Gesù venne per trasformare questo mondo malvagio nel Regno dei Cieli, dove Dio e l’umanità avrebbero gioito insieme, come indicato dalle sue parole, “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15:11).

Tuttavia, la vita di un cristiano non è completamente gioiosa, come disse Paolo: “Poiché noi che siamo in questa tenda [il corpo] gemiamo, oppressi”. Egli era in attesa della venuta di qualcosa di più, per la quale “Dio […] ci ha dato la caparra dello Spirito” (2Cor 5:4-5). Nel libro della Apocalisse, Gesù profetizzò che la realizzazione della sua promessa di gioia sarebbe avvenuta alle Nozze dell’Agnello (Ap 19:6-10).

È stato perciò profetizzato che la gioia del Regno comincerà con il vero amore coniugale, originatosi dal matrimonio tra Gesù Cristo e la sua sposa. Esso si espanderà da quel punto fino alla felicità universale della Nuova Gerusalemme: “Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate” (Ap 21:4). La felicità nella Nuova Gerusalemme deriverà principalmente dalla beatitudine della vera vita di famiglia, poiché “Dio stesso sarà con loro” (Ap 21:3).

La gioia del Regno inizia con vere famiglie che gioiscono del vero amore tra genitori e figli, fratelli e sorelle, marito e moglie. La loro gioia nasce dal dare e ricevere appassionato e armonioso di amore e di bellezza, poiché essi vivono nella verità e per il bene. Prendendo parte alla famiglia universale che comprende cielo e terra, la loro gioia aumenterà sempre più. Nel Regno dei Cieli, famiglie di libertà, pace, unità e felicità gioiranno dell’essere parte di comunità, di nazioni e di un mondo fondati sulle stesse caratteristiche di libertà, pace, unità e felicità. Dio esulterà nel vedere un mondo del genere, che manifesta la Sua immagine ad ogni livello. A nostra volta, noi sentiremo la Sua gioia che, come una cascata, scenderà su di noi e collegherà tutte le cose in una sinfonia d’amore, come scritto nei Salmi:

“ci sono gioie a sazietà in Tua presenza; alla tua destra vi sono delizie in eterno” – Sal 16:11

Note

  1. Sun Myung Moon, “God’s Hope for Man”, God’s Will and the World (New York: HSA-UWC, 1985), p. 170.
  2. Il Principio Divino, 98.
  3. Exposition of the Divine Principle, 102.
  4. Sun Myung Moon, True Parents (New York: FFWPU, 1998), p. 58.
  5. Sun Myung Moon, “True Family and True Universe Centered on True Love”, True Family and World Peace, 6869.
  6. Dhammapada 54, Narada Maha Thera, trad. The Dhammapada (Colombo, Sri Lanka: Vajirarama, 1972), citato in World Scripture, 221.
  7. Mishnah, Sanhedrin 4.5, C. G. Montefiore and H. Loewe, eds., A Rabbinic Anthology (New York: Schocken, 1974), citato in World Scripture, 340; vedi anche Corano 5.32.
  8. Il Principio Divino, 40.
  9. Il Principio Divino, 71.
  10. Vedi Il Principio Divino, 77.
  11. Sun Myung Moon, Sun Myung Moon’s Philosophy of Peace (Seoul: Sung Hwa, 2002), p. 14.
  12. The Great Learning, in Wing-tsit Chan, ed., A Source Book in Chinese Philosophy (Princeton: Princeton University Press, 1963), pp. 86-87.
  13. Sun Myung Moon, “The True Family and I”, True Family and World Peace, p.75.
  14. Corano 3.103, A. Yusuf Ali, trad., The Meaning of the Glorious Qur’an (Cairo: Dar Al-Kitab Al-Masri, 1938).
  15. Il Principio Divino, 310-311. 16 Emanuel Swedenborg, Conjugial Love (London: Swedenborg Society, 1989), pp.3-41.
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