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Ottavo Punto – Completa Unità con Dio

천일국 주인 우리 가정은 참사랑을 중심하고, 천일국시대를 맞이하여 절대신앙 절대사랑 절대복종으로 신인애 일체이상을 이루어 지상천국과 천상천국의 해방권과 석방권을 완성할 것을 맹세하나이다

La nostra famiglia, proprietaria della Cheon Il Guk, giura di realizzare l’ideale di unità in amore tra Dio e gli uomini, con assoluta fede, assoluto amore e assoluta obbedienza e di perfezionare la dimensione di liberazione e completa libertà nel Regno di Dio in Terra ed in Cielo, essendo entrata nell’era della Cheon Il Guk, mettendo al centro il Vero Amore.

Il Giuramento della Famiglia è un progetto per la vita nel Regno di Dio. Dio ha creato ogni essere umano con la speranza e l’aspettativa che questi raggiunga la completa unità con Lui e che realizzi totalmente il Suo scopo di creazione. Nonostante la Caduta dell’Uomo, Dio ha desiderato ardentemente vedere il giorno in cui l’umanità possa essere parte del Suo Regno. Per questo scopo, Dio ha mandato Suo Figlio, Gesù Cristo, che ci chiama a seguirlo nel Regno. Là saremo tutti figli di Dio e fratelli e sorelle di Cristo e condivideremo la sua natura divina (Rom 8:19-29; 1Gv 3:2). Tuttavia, in linea con il tema di questo libro, aggiungiamo qualcosa a questa comprensione tradizionale, dichiarando che le persone entreranno nel Regno di Dio come famiglie.

L’inizio del terzo millennio segna l’alba dell’Era di questo Regno. Eppure, nonostante le celebrazioni del 1° gennaio 2000 siano già da tempo passate, oggi il mondo è pieno di incertezze, confusione e pericoli. La grazia che discende dal Cielo non è percepibile da chiunque. Gesù ci ha insegnato che il Regno non arriva in un istante, ma, come nella parabola del granello di senape (Mt 13:3132), esso cresce lentamente, silenziosamente, mettendo radici e diffondendo i suoi rami proprio nel mezzo della vecchia era. All’inizio solo alcune persone lo notano, ma alla fine riempie il Cielo e la Terra. Non dobbiamo allarmarci per la confusione del tempo presente, perché sono i dolori del parto. Piuttosto, lasciamo che lo Spirito ci guidi per capire il lavoro nascosto di Dio. Gesù disse: “Ma quando il Figlio dell’Uomo verrà troverà la fede sulla terra?” (Lc 18:8). Come qualsiasi altra grande opera di Dio, entrare nel Regno richiederà al fedele una risposta alla chiamata di Dio, perché “il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi” (Lc 17:20).

Il Giuramento della Famiglia illustra la vita del Regno, non come un ideale per un futuro indefinito, ma come uno stato dell’essere da cogliere nel momento presente. Il nostro compito è orientare le nostre vite per approfittare di questa abbondante grazia e rispondere alle aspettative di Dio.

Struttura dell’ottavo punto del Giuramento

L’ottavo punto mette insieme diversi concetti. Per questo è utile iniziare schematizzando la sua struttura (Figura 12). La realizzazione del Regno di Dio è, in primo luogo, un evento che avviene in un tempo specifico, la promessa discesa della Nuova Gerusalemme (Ap 21:1-2). Secondo, è una dimensione – uno spazio – dove la vita del Regno è liberamente accessibile a tutti. Il libro dell’Apocalisse lo descrive simbolicamente come una città murata illuminata al suo interno e piena di delizie celesti (Ap. 21:12-23, 22:1-5). In terzo luogo, è il Regno di Dio. Lo Spirito di Dio trasfigura tutti i suoi abitanti. La Bibbia allude simbolicamente a questo: “…e porteranno il suo nome scritto sulla fronte” (Ap 22:4) e “…essi avranno diritto all’albero della vita” (Ap 22:14). In quarto luogo, il Regno è costituito dalle persone, che gioiscono della completa unità con Dio. Esse vivono secondo la legge celeste come vere famiglie, avendo “lavato le loro vesti” dal peccato (Ap 22:14). Le persone restaurano ciò che fu perso nel Giardino dell’Eden, dove Adamo ed Eva avrebbero dovuto obbedire al comandamento di non “mangiare” (Gen 2:17) e in cui avrebbero dovuto formare una vera famiglia. La libertà e la responsabilità che Dio diede ad Adamo ed Eva rimangono una costante nel Regno di Dio, dove la creazione di Dio è perfetta secondo il suo progetto originale.

Questi quattro elementi del Regno di Dio – tempo, spazio, Dio e le persone – sono il tema dell’ottavo punto del Giuramento. Il suo tempo è l’Era del Completo Testamento, che arriva per realizzare tutte le divine promesse dell’Era dell’Antico Testamento e dell’Era del Nuovo Testamento. Il suo spazio è la dimensione della liberazione e della completa libertà nel Regno di Dio, sia nel mondo spirituale che sulla terra. È la manifestazione di Dio che si realizza attraverso l’ideale di Dio e degli uomini uniti nell’amore. Il suo popolo pratica la fede assoluta, l’amore assoluto e l’obbedienza assoluta.

TEMPO PERSONE DIO SPAZIO
Promesse Completo Testamento Obbedienza Assoluta Ideale di Dio Dimensione della Liberazione e della Completa Libertà nel Regno di Dio in Cielo
Centrato sul Vero Amore Amore Assoluto Uniti nell’Amore
La nostra famiglia [Nuovo Testamento – Vecchio Testamento] Fede Assoluta Esseri umani Dimensione della Liberazione e della Completa Libertà nel Regno di Dio in Terra
L’ideale del Vero Amore nella famiglia Espansione Cosmica dell’ideale del Vero Amore

Figura 12: La struttura dell’ottavo punto

Il vero amore è il centro del Regno di Dio, rappresentato dalla fila centrale in grigio. Tutti e quattro gli elementi del Regno sono realizzati nelle famiglie che mettono al centro il vero amore. In termini di tempo, il vero amore è la distinzione chiave tra l’Era del Completo Testamento e le precedenti ere del Vecchio e del Nuovo Testamento. L’amore assoluto è il centro dell’assoluta fede e dell’assoluta obbedienza; l’amore assoluto è “la cosa che si spera […] che non si vede” (Eb 11:1) e la motivazione del cuore per la nostra obbedienza. Il vero amore è la sostanza e la perfezione dell’ideale di unità di Dio con gli esseri umani. Infine, il vero amore collega la vita terrena delle persone con il loro destino eterno in Cielo.

Questi quattro ideali del regno sono in primo luogo ideali familiari e in secondo luogo ideali sociali, rappresentati dalla linea in fondo al grafico. La famiglia, come istituzione originale del Giardino dell’Eden (Gen 2:24), è anche l’istituzione primaria del nuovo Eden. Lo stato di l’unità completa con Dio nell’amore esiste principalmente nella famiglia, dove l’amore si trova nella sua massima intensità, intimità e varietà. L’unità individuale con Dio, persino la più estatica unione spirituale, non regge il confronto con l’unità familiare con Dio.

Quindi, a partire dalle relazioni d’amore nella famiglia, il vero amore si espanderà senza limiti in tutti i tipi di relazioni – sociali, politiche ed economiche – nel Regno. L’espansione cosmica dell’ideale d’amore di Dio crea la dimensione della liberazione e della completa libertà. Padre Moon descrive in modo semplice questa espansione in termini di come le persone trattano l’un l’altro:

Le famiglie ideali sono i mattoni per costruire il Regno dei Cieli… Quando le persone, che vivono l’amore profondo dei loro nonni nella loro famiglia, escono nella società – per esempio, per le strade di New York – sentiranno molto vicinanza nei confronti delle persone anziane che incontreranno e gli anziani li tratteranno come loro nipoti… Quando i figli che hanno ricevuto l’amore dai loro genitori vanno fuori e incontrano persone dell’età dei loro genitori, si sentiranno molto vicini a loro e cercheranno di parlare con loro e di aiutarli. Quando le persone che hanno una bella relazione con i propri fratelli e sorelle nella loro famiglia, vanno nella società, andranno facilmente d’accordo con tutte le persone e avranno buone relazioni con il proprio vicinato. Si sentiranno a proprio agio anche nel rapportarsi con persone di sesso opposto, perché li vedono come fratelli e sorelle, senza alcun desiderio sessuale o intenzioni malsane. Il Regno dei Cieli è costituito da famiglie dove si possono sperimentare tali relazioni d’amore centrate su Dio…

Entriamo nel Regno dei Cieli come famiglia: come coppia e come genitori assieme ai figli a cui diamo vita. Andiamo lì come clan, con figli, figlie e nipoti. Un giorno potremo andare là come un’intera nazione. Allora questa terra diventerà un paese del Cielo. Il Regno dei Cieli si sta formando oggi in questo modo.1

L’Era del Completo Testamento

La parola “testamento” deriva dal latino testamentum, che significa alleanza. Pensiamo comunemente all’Antico Testamento come a delle scritture, ma questo è il suo significato secondario. L’Antico Testamento ha le sue radici nelle alleanze di Abramo e di Mosè. Allo stesso modo, il Nuovo Testamento fu fondato sulla nuova alleanza basata sulla redenzione dei peccati tramite il sangue di Gesù Cristo (Mt 26:28). L’Era del Vecchio Testamento è il periodo di tempo di 2000 anni che va da Abramo a Gesù, quando furono in vigore le alleanze di Abramo e di Mosè. Allo stesso modo, l’Era del Nuovo Testamento comprende gli ultimi 2’000 anni a partire dall’avvento di Gesù Cristo, in cui vivevamo sotto la grazia della nuova alleanza.

Un testamento reca una promessa. Quindi, ogni età ha un preciso obiettivo provvidenziale, per realizzare la promessa di Dio agli esseri umani. Ciò significa, fondamentalmente, mandare il Messia e stabilire il Regno di Dio.

L’Antico Testamento promuoveva l’ideale di Israele come Regno di Dio. Quando gli israeliti non si dimostrarono all’altezza di quell’ideale, furono portati in esilio per un certo tempo, continuando comunque a nutrire la speranza di stabilire, un giorno, il Regno. Dopo essere tornati nella loro terra, patirono sotto le sovranità dei gentili, anelando il giorno della liberazione e la realizzazione della promessa di Dio (Is 61: 2). Tutto ciò si consolidò come la speranza per la venuta del Messia negli Ultimi Giorni.

Gesù venne per realizzare la speranza dell’Era dell’Antico Testamento. Il Principio Divino insegna che la circostanza in cui Giovanni Battista battezzò Gesù al fiume Giordano e vide una colomba discendere su di lui simboleggiò il momento in cui tutte le realizzazioni dell’Era dell’Antico Testamento venivano lasciate a Gesù in eredità,2 come Gesù stesso disse: “La legge e tutti i profeti hanno profetato fino a Giovanni” (Mt 11:13). Da quel momento Gesù iniziò il suo ministero, con l’obiettivo di realizzare la speranza messianica dell’Era dell’Antico Testamento. Ciò sta a significare che Israele, se si fosse unita a Gesù, avrebbero stabilito l’ideale del Regno di Dio sulla terra.

Quando Gesù andò sulla croce e non poté più lavorare con Israele per stabilire il Regno di Dio sulla terra, diede inizio all’Era del Nuovo Testamento, ma solo come regno spirituale. Tra le promesse dell’Antico Testamento, le profezie della redenzione dei peccati furono adempiute, mentre la speranza della realizzazione di un regno terreno fu rimandata. Gesù venne come l’Agnello di Dio, adempiendo la profezia di Isaia 53, come colui che ha preso su di sé “le piaghe e noi siamo guariti”. Tuttavia, la promessa dell’Antico Testamento della concretizzazione di un regno terreno è stata rimandata ai giorni della Seconda Venuta del Signore.

Così, il libro dell’Apocalisse profetizza il giorno in cui “il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli!” (Ap 11:15). Nonostante gli sforzi di alcuni teologi ed ecclesiastici di minimizzare queste speranze escatologiche e addomesticare il messaggio del Nuovo Testamento con lo scopo di mantenere l’ordine sociale terreno, queste speranze si sono protratte, accendendo periodicamente fervide aspettative messianiche.

Alla seconda venuta di Cristo, quindi, Dio inaugura l’Era del Completo Testamento, il cui scopo è quello di realizzare le promesse dell’Era dell’Antico Testamento e dell’Era del Nuovo Testamento. In modo particolare, deve realizzare la promessa del Regno di Dio in terra, così come i cristiani hanno chiesto in preghiera da 2000 anni “Venga il tuo Regno, come in Cielo così in terra”. Padre Moon, il 1° gennaio 1993, sette anni prima dell’inizio del nuovo millennio, fece un annuncio profetico: l’inizio dell’era del Completo Testamento. Con l’arrivo del millennio, dichiarò l’anno 2001 come Anno Primo della Cheon Il Guk – come segno dell’inizio della sostanziale realizzazione del Regno di Dio sulla terra. Quindi, anche se la maggior parte delle persone non se ne sono rese conto, il mondo è entrato nell’Era del Completo Testamento. Le parole del Giuramento della Famiglia essendo entrata indicano che stiamo già vivendo in questa nuova Era e stiamo partecipando al suo sviluppo.

Tribolazioni e Dolori del Parto

Secondo il Principio Divino, Gesù presiedette alla fine dell’Era dell’Antico Testamento nel momento in cui Giovanni lo battezzò al fiume Giordano. Allo stesso modo, la fine dell’Era del Nuovo Testamento dovrebbe essere contrassegnata da una cerimonia in cui un leader cristiano, con ruolo simile a Giovanni il Battista, trasmette la benedizione al Cristo che ritorna. Questo sarebbe potuto accadere alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando la Corea fu liberata dall’occupazione giapponese. Se i cristiani coreani avessero accolto Padre Moon nel 1945, l’Era del Completo Testamento avrebbe avuto inizio in quel momento. Se lo avessero ricevuto e sostenuto con devozione, Dio avrebbe potuto stabilire il Regno direttamente sulla base del Cristianesimo mondiale.

Tuttavia, i leader cristiani in Corea respinsero e rifiutarono Padre Moon. Non volendo iniziare l’Era del Completo Testamento su una fondazione instabile, egli iniziò un percorso solitario che durò 40 anni, il “corso del deserto”, per porre solide fondamenta per la vittoria. Passo dopo passo, per oltre 40 anni, ha costruito un movimento e ha raggiunto un numero impressionante di realizzazioni e di riconoscimenti paragonabili a quanto era previsto nel 1945.

Nel frattempo, il Cristianesimo, che aveva raggiunto l’apice della sua influenza nel mondo, iniziò a declinare. In seguito alla sconfitta della Germania e del Giappone, il mondo era pieno di speranza e di aspettative per un nuovo ordine mondiale di pace, basato sul trionfo dei valori cristiani e democratici. Le Nazioni Unite vennero fondate per dare sostanza a quella speranza. Tuttavia, solo tre anni dopo, nel 1948, cominciò un nuovo periodo di tribolazioni. Il blocco di Berlino e l’inizio della guerra fredda, la neutralizzazione delle Nazioni Unite, il conflitto religioso dovuto alla nascita dello Stato di Israele, la divisione dell’India e l’ascesa dell’Apartheid in Sud Africa infransero tutte le speranze per una pace duratura. La Corea venne divisa tra Nord e Sud, divisione che l’avrebbe portata in seguito alla tragedia della Guerra di Corea.

Questi problemi esteriori furono presto seguiti da tribolazioni interiori. La magnificenza dell’America degli anni ‘50 mascherava un crescente sentimento di insensatezza che esplose nella rivolta dei giovani degli anni ‘60. La partecipazione nelle Chiese diminuì sempre più, il tasso di divorzi salì alle stelle. La preghiera venne abolita dalle scuole. Le chiese ormai vuote furono trasformate in ristoranti e sale da ballo. In soli 40 anni, il paesaggio culturale dell’America cambiò a tal punto che il cristianesimo è diventato una fede minoritaria in una cultura dominata sempre più da valori secolarizzati. In Europa la situazione è anche peggiore. Tutte queste difficoltà furono la concreta conseguenza del fallimento del cristianesimo nel ricevere il Signore che ritorna.

Nello stesso tempo, Padre Moon attraversò le sue tribolazioni e sia lui che il suo piccolo gruppo di seguaci portarono la croce della provvidenza di Dio. Sopportò sei imprigionamenti proprio mentre lavorava per ristabilire la fondazione cristiana perduta. Il suo matrimonio nel 1960 ebbe luogo solo su fragili fondamenta, circondate da grida di opposizione. Passo dopo passo la portata del suo lavoro si espanse, finché nell’agosto 1989 (la cerimonia del P’al Jeong Shik) Padre Moon aveva assicurato una fondazione interiore inespugnabile e aveva superato il regno della Caduta. Seguirono presto i risultati esteriori a cominciare dai suoi incontri con il presidente Gorbaciov nel 1990 che portò all’apertura dell’Unione Sovietica, seguito dal cruciale incontro con il leader nordcoreano Kim Il Sung nel 1991, che portò all’apertura di iniziative di pace tra le due Coree, e dalla Cerimonia di Benedizione internazionale di 30,000 coppie nell’agosto del 1992. Come discusso in precedenza nel sesto punto del Giuramento, quella cerimonia segnò il momento in cui per la prima volta la Benedizione poteva essere data come dono gratuito alle persone di tutte le religioni, razze e nazioni.

L’Era del Nuovo Testamento fu fondata sul sangue di Gesù sulla croce, ricordato nel vino eucaristico, “perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati” (Mt 26:28). L’era del Completo Testamento è fondata sulla Benedizione, santificata dal vino santo, che offre l’ingresso nella famiglia di Dio e la purificazione dal Peccato Originale. Pertanto, appena Padre Moon ebbe gettato le basi su cui Dio poteva conferire la Benedizione come dono a tutti i popoli del mondo, nel 1993 dichiarò l’inizio dell’era del Completo Testamento.

Ora che il mondo è entrato nel nuovo millennio, è arrivato il tempo di costruire il Regno dei Cieli, la Cheon Il Guk, come il regno sostanziale della pace. Ora l’atavico desiderio dell’umanità di un mondo di pace, come predetto dai profeti fin dell’antichità, si realizzerà. Non avverrà per decreto divino, come fosse per magia. Piuttosto, crescerà come il proverbiale granello di senape, da un piccolo germoglio ad un albero i cui rami raggiungeranno tutte le persone nel mondo. Inoltre, noi che viviamo in questo tempo dobbiamo stabilire il regno con i nostri sforzi, all’interno delle nostre sfere di attività. In questo modo Dio intende darci la dignità di co-creatori e “messia tribali”.

La Nostra Responsabilità di Persone dell’Era del Completo Testamento

Il concetto biblico di alleanza (“testamento”) mette enfasi sull’equilibrio tra la promessa di Dio e la responsabilità umana. In ciascuna epoca provvidenziale, Dio stabilì particolari obblighi da rispettare per poter considerare “giuste” le persone di quell’Era. Nell’Era dell’Antico Testamento, Dio fu fedele alla promessa del suo patto di guidare gli Israeliti fuori dall’Egitto e di farli stabilire in Canaan. Da parte loro, gli Israeliti dovevano rispettare la legge mosaica e “non deviare a destra o a sinistra” (Giosuè). L’obbedienza alla Legge e le offerte al Tempio erano la parte di responsabilità umana nell’Era dell’Antico Testamento.

Nell’Era del Nuovo Testamento, Cristo ci ha concesso la grazia della redenzione dei peccati attraverso il suo sangue, versato sulla croce. Abbiamo ricevuto questa grazia attraverso la fede (Rom 3:24-25). Vivere secondo fede non è semplice; significa percorrere la stessa strada di Gesù, affrontando sofferenze e persino la morte (2Cor 4:11). Proclamare “Gesù è il Signore” nell’Impero Romano poteva costare la morte come martire. Anche oggi, pur vivendo in circostanze confortevoli, un vero cristiano è messo alla prova nel vivere la propria fede anche a costo di grandi sacrifici personali, come disse Paolo, “Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?” (Rom 8:35). Il sacrificio di sé stessi al fine di mantenere lo standard di fede è stata la parte di responsabilità umana durante l’Era del Nuovo Testamento.

Di quale natura è la responsabilità umana nell’Era del Completo Testamento? La descrizione biblica della Nuova Gerusalemme come una città mistica che scende dal Cielo ha dato a molti cristiani l’idea errata che il Regno dei Cieli apparirà in modo soprannaturale, interamente per opera di Dio, senza alcuno sforzo umano. Nulla è più lontano dal vero! Il Principio Divino insegna che Dio diede agli esseri umani il sommo status di co-creatori. Per qualificarsi come co-creatore, ogni persona è responsabile di plasmare il corso della propria vita in modo tale da riflettere la vita di Dio. Ogni persona è responsabile di coltivare il proprio cuore d’amore per assomigliare all’amore di Dio. Il punto di partenza per realizzare questo è nella famiglia.

Gesù è “la via” (Gv 14: 6); oggi molti cristiani si chiedono “Cosa farebbe Gesù?” Come possiamo vivere come Gesù? Conosciamo la mente e il cuore di Gesù a sufficienza per sapere cosa farebbe lui nella nostra situazione? Gesù ha bisogno del nostro aiuto? Possiamo amare Gesù in modo reale e concreto come ameremmo nostro padre o un fratello maggiore o nostro marito? In effetti, Gesù ci ha lasciato alcune istruzioni di base per il nostro cammino di fede, eppure facciamo continuamente dei compromessi. Gesù ci ha esortato “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5:48), ma questa è una cosa difficile da fare o anche solo da capire. Avere accesso al vero cuore di Gesù non è una cosa semplice. Di conseguenza, le persone che vivono nell’Era del Nuovo Testamento hanno trovato molto difficile raggiungere il vero standard di somiglianza con Dio.

Fortunatamente, all’inizio dell’Era del Completo Testamento, Dio ha mandato nuovamente Suo Figlio, come Secondo Avvento del Signore.

Abbiamo l’opportunità di incontrarlo, di sederci ai suoi piedi e ricevere le sue parole. Inoltre, abbiamo la possibilità di vivere vicino a lui e prenderci cura della sua famiglia direttamente o imparare da altri che lo hanno fatto. Mettendoci al suo servizio e partecipando con lui alla costruzione del Regno di Dio, ci avviciniamo a Lui nel cuore.3 Imitando il suo stile di vita e cercando di eguagliare il suo standard d’amore, arriviamo ad assomigliargli, e così ad assomigliare a Dio.

Come Veri Genitori, Padre e Madre Moon stanno manifestando il vero amore di Dio in tutti i suoi aspetti: amore verticale come patrioti per la nazione, santi per il mondo e figli divini di Dio (secondo punto del Giuramento); amore orizzontale come coppia amorevole e come genitori per i propri figli (terzo punto); amore universale quando investono tempo ed energie per i membri del movimento più che per i propri figli e per i non-membri più che per i membri, facendo tutto il necessario per abbattere le barriere che impediscono la pace mondiale (quarto punto); amore cosmico quando si impegnano a creare le condizioni per l’unificazione del mondo spirituale e persino a liberare i prigionieri dell’inferno (quinto punto) e amore divino mentre offrono la Benedizione che sradica il lignaggio di Satana e innesta le persone nella famiglia di Dio (sesto punto). Inoltre, nei Veri Genitori e nella loro famiglia vediamo l’inizio di una cultura del cuore, che porta il lignaggio originale e che vive per il bene degli altri (dal settimo punto). Infine, non meno importante, essi stanno cercando di ritrovare la loro città natale originale in Corea del Nord (primo punto) come modello affinché tutte le persone possano districare e risolvere tutti i problemi del passato e come preludio alla costruzione di un nuovo mondo senza ombre.

Guardate! Il Giuramento della Famiglia è il progetto completo per la manifestazione del vero amore di Dio, basato sul modello della vita stessa dei Veri Genitori! Anche le famiglie che non hanno mai avuto la possibilità di incontrare i Veri Genitori ed essere al loro fianco possono manifestare il vero amore di Dio realizzando quanto espresso nel Giuramento della Famiglia. In effetti, una famiglia nella lontana Africa, che non ha mai incontrato Padre Moon, ma che compie ogni sforzo possibile per realizzare quanto espresso nel Giuramento della Famiglia, potrebbe essere più vicina all’ideale di Dio del vero amore rispetto ad una famiglia americana che vede spesso Padre Moon ma non realizza quanto espresso nel Giuramento. Realizzare il Giuramento della Famiglia è la chiave per completare la nostra parte di responsabilità nell’Era del Completo Testamento.

La caratteristica spirituale dell’Era del Completo Testamento

Ogni epoca ha la sua particolare spiritualità. L’Era dell’Antico Testamento era l’era della Legge, il cui scopo era di contenere il male. Dio appariva come Re e Giudice ed aveva a che fare con persone che lottavano per onorarLo, nonostante i loro cuori fossero ribelli ed egocentrici. Attraverso l’osservanza della legge, le opere buone e l’astensione dal male, le persone erano in grado di raggiungere lo standard della legge, che stabiliva ciò che era necessario per avere una relazione con Dio.

L’Era del Nuovo Testamento è stata l’era della fede. I credenti praticavano una fede viva per collegarsi interiormente allo Spirito di Dio. Tuttavia, mantenere la fede è una lotta, sia contro il mondo sia contro le inclinazioni della carne (Rom 7:19-24). I credenti che si dedicano in modo sacrificale ad una vita di fede vengono riempiti dalla grazia di Dio. Sperimentano Dio come loro Padre ed un senso di appartenenza alla famiglia di Dio. Tuttavia, allo stesso tempo, rimangono consapevoli dei loro peccati e riconoscono che appartengono a Dio solo per adozione (Rom 8:15, 23). Sono confortati dal fatto che Dio ha perdonato i loro peccati e li tratta come figli e figlie; tuttavia sono consapevoli che il loro corpo li tiene ancora legati all’umanità caduta.

L’Era del Completo Testamento apre la possibilità della completa unità con Dio. Tutte le persone possono diventare figli e figlie diretti di Dio, non per adozione ma per consanguineità. I figli e le figlie di sangue assomigliano per natura ai loro genitori. Pertanto, le persone assomiglieranno a Dio e manifesteranno l’amore di Dio in ogni cosa. Questo era il diritto di nascita dell’umanità al momento della creazione, quando “Dio creò l’uomo a Sua immagine; a immagine di Dio lo creò” (Gen 1:27). Una volta che tutte le tracce della Caduta Umana saranno state rimosse, questo sarà nuovamente il nostro diritto di nascita.

L’immagine più completa di Dio si manifesta nella famiglia. Questo è molto evidente in Genesi 1:27, che continua “…maschio e femmina li creò.” Questo versetto ci dice che marito e moglie che condividono l’amore insieme sono davvero l’immagine di Dio. Nella vera relazione coniugale, l’amore di Dio verso il marito e la moglie trova risposta nell’amore che essi provano per Dio e si espande nell’amore che provano l’uno verso l’altra. Questa è la vera famiglia: unita nella relazione verticale con Dio e nella relazione orizzontale tra marito e moglie. L’amore della coppia si espande ulteriormente attraverso i loro figli; l’amore della famiglia si espande poi ad amici e parenti e illumina la comunità più estesa. Quindi, le vere famiglie che vivono secondo il Giuramento della Famiglia diventano le incarnazioni di Dio poiché aggiungono la loro luce al Regno di Dio che si sta espandendo.

Il nucleo di ogni famiglia sono i genitori. Le persone che vivono nell’Era del Completo Testamento sentono profondamente che Dio è il loro Vero Genitore. Vivono l’amore di Dio in tutti i modi in cui le persone abitualmente sperimentano l’amore di un genitore buono. Sono consapevoli che l’amore genitoriale di Dio è molto più che misericordia, perdono e sostegno. Come tutti i genitori, il nostro Genitore Divino vuole essere orgoglioso delle realizzazioni dei Suoi figli e figlie. Come tutti i genitori, il nostro Genitore Divino soffre quando i Suoi figli si maltrattano a vicenda e si compiace quando il figlio più capace aiuta altruisticamente il fratello meno preparato. Come tutti i genitori che talvolta hanno bisogno dell’aiuto dei figli e delle figlie, il nostro Genitore Divino a volte ha bisogno del nostro aiuto.

Pertanto, le persone nell’Era del Completo Testamento raramente pregano Dio per chiedere aiuto. Ai figli adulti e cresciuti piace forse chiedere aiuto ai propri genitori? Si vergognerebbe ad essere ancora così dipendenti da loro. Allo stesso modo, invece di preghiere e suppliche, la nostra comunicazione con Dio dovrebbe consistere nel riferirGli della nostra vita quotidiana. Nel parlare con Dio, esprimiamo le nostre speranze, confessiamo le nostre debolezze, dichiariamo i nostri obiettivi e valutiamo quanto ancora dobbiamo fare per raggiungerli. Ci rivolgeremo a Dio proprio come facciamo ai nostri genitori. Quindi, anche senza chiedere, Dio darà volentieri il suo valido incoraggiamento e supporto.

In passato, quando la relazione delle persone con Dio era centrata sui propri bisogni individuali, ciascuno si rivolgeva ad un Dio interessato a “me”. Dio ama ognuno in modo unico e nell’umanità caduta c’era così tanto bisogno di questo tipo di cura ed affetto. Nell’Era del Completo Testamento, quella relazione con Dio cambia e le persone partecipano alla pienezza dell’amore di Dio nelle vere famiglie. Le persone cresciute immerse nell’amore di una vera famiglia non sono bisognose di attenzioni. Queste persone, venendo da un ambiente appagante, per riprendere le parole di un presidente americano, “non chiederanno ciò che il tuo Dio può fare per te, ma ciò che tu puoi fare per il tuo Dio”. Vedranno che il loro Dio, che in precedenza avevano pensato esistesse principalmente per loro stessi, ha dei grattacapi più grandi dei loro – la situazione della nazione, dell’umanità e di tutta la creazione. Percependo i problemi di Dio come i loro stessi problemi, desidereranno aiutare Dio.

Allo stesso modo, anche la relazione dei credenti con il Messia cambia. Nell’Era del Nuovo Testamento, le persone generalmente ammiravano Cristo come loro Salvatore. I credenti ritenevano che ci fosse nulla di valore che potessero fare di propria volontà, se non lasciando che Gesù Cristo si prendesse carico della loro vita. Questo atteggiamento di fede onora Gesù per averci salvato, cosa che non avremmo mai potuto fare da soli, e allontana i demoni dell’orgoglio e del desiderio personale. Tuttavia, questo atteggiamento lascia un’evidente distanza tra Gesù e noi.

Questa relazione ha iniziato a cambiare nell’Era del Completo Testamento. Le persone vengono elevate, sulla fondazione del sacrificio di Gesù, e stanno su tale livello superiore, dove possono lavorare insieme a Gesù. Partecipiamo così al compito di costruire il Regno a fianco di Gesù, che è il nostro fratello maggiore. Padre Moon ha dichiarato:

Signore e signori, all’alba dell’Era del Completato Testamento, è giunto il momento in cui ogni famiglia prende la missione messianica di completare l’opera di salvezza in tutto il mondo. Dopo aver restaurato la vostra famiglia, il passo successivo è quello di restaurare la vostra comunità, tribù e nazione. Chiamiamo questo percorso “la Messianicità Tribale”.4

Diventiamo “messia” per i nostri clan e le nostre comunità. Lavorando insieme a Cristo, ci assumiamo il compito, nel nostro ambito di competenza, di costruire il Regno.

La Sovranità di Dio

Nell’era del Completo Testamento, Dio assume la Sua legittima posizione come vero Re dell’universo. Nelle ere precedenti, la sovranità di Dio era stata per lo più concettuale. Alcuni hanno inteso che il Regno fosse manifestato nelle leggi della Chiesa. Altri credenti l’hanno preso come una volontaria sottomissione e vi si sono sottoposti; molti altri invece lo hanno totalmente ignorato. Alcuni uomini di religione hanno visto la sovranità di Dio come limitata alla realtà della propria religione, collocando le altre religioni al di fuori del regno di Dio. Come può Dio, il Creatore dell’universo, essere soddisfatto di un riconoscimento così ristretto? La vera regalità di Dio abbraccia tutto il cielo e la terra. Tocca e governa il cuore di ogni persona e stabilisce una legge universale valida per tutti. Padre Moon officiò la Cerimonia dell’Incoronazione della Regalità di Dio il 13 gennaio 2001. Nei prossimi decenni, la sovranità di Dio diventerà gradualmente sempre più evidente, con il mondo che si muoverà verso la nuova era di pace e unità.

Pertanto, nell’Era del Completo Testamento, possiamo aspettarci che le religioni occupino posizioni d’onore. Perché? Il vero amore sarà il valore più alto, superiore a denaro, potere o conoscenza. Perciò, un gran numero di persone si rivolgerà alla religione, che detiene le chiavi per trovare e praticare il vero amore. Gli insegnamenti religiosi riprenderanno quindi la loro posizione centrale nell’educazione. Il prestigio della religione crescerà, in quanto i leader religiosi sapranno andare oltre le vecchie barriere e diventeranno importanti facilitatori del processo di pace e del rinnovamento sociale.

Tuttavia, il valore di ciascuna chiesa, denominazione o religione dipenderà in modo cruciale dal fatto se questa si sottometterà alla sovranità di Dio. Dio è il Signore che tutte le religioni glorificano. Abbiamo qui il paradosso: per una religione, sottomettersi a Dio richiede di negare di essere un fine in sé stessa. Non sarà più ammissibile che una religione affermi di essere l’unica via per la salvezza. Dio non accetterà più tali affermazioni; Egli ritirerà la Sua grazia e il Suo sostegno da coloro che continueranno a fare queste dichiarazioni.

Una vera religione è un’istituzione educativa sotto la sovranità di Dio. Essa rispetta le altre religioni e riconosce che Dio sta lavorando anche attraverso di loro. Non prova turbamento quando un proprio seguace si converte ad un’altra fede, non più di quanto un’università si preoccupa di uno studente che si trasferisce in un’altra università. Ancora oggi, il mondo si sta muovendo in un’epoca in cui le denominazioni e le religioni, pur mantenendo i propri distinti rituali, dottrine e istituzioni, sono in sostanziale accordo sui valori fondamentali, che tutte hanno in comune. I matrimoni interreligiosi stanno riducendo ulteriormente la distanza tra le religioni. Nel Regno di Dio ci deve essere armonia e accordo tra tutte le istituzioni.

In ogni caso, l’istituzione centrale nel Regno di Dio è la famiglia, non la religione. Dopo tutto, la famiglia è l’istituzione originale dell’Eden (Gen 2:24). La religione è nata solo dopo che i nostri primi antenati furono espulsi dall’Eden (Gen 4:26), come mezzo per “ri-legare” gli esseri umani a Dio. Fino ad oggi, la religione si è concentrata sulla salvezza dell’individuo. Ha sottolineato la responsabilità dell’individuo di realizzare le aspettative di Dio nella fede e nel carattere. Purtroppo, la religione è stata ampiamente inefficace nel salvare la famiglia. È stata incapace di fermare la dilagante piaga del divorzio e della disgregazione familiare nella società moderna. Padre Moon riconosce il valore delle religioni esistenti nell’addestrare le persone all’autodisciplina ed alla moralità, ma solo come passo preliminare alla formazione di vere famiglie:

Cosa intende fare Dio attraverso la religione? Intende disciplinare il corpo. Probabilmente pensate che credendo in una religione sarete salvati, che credendo nel Cristianesimo andrete in cielo oppure che se credete nel Buddismo accederete al paradiso. Ma sono coloro che sono uniti all’amore di Dio che entreranno in Cielo. Per entrare in Cielo, la famiglia di Adamo avrebbe dovuto essere una famiglia il cui centro era l’amore Dio.5

La sovranità di Dio non si basa sul potere politico o sulla forza militare, come i “regni” di questo mondo (Gv 18:36). La sovranità di Dio è una sovranità d’amore, che si manifesta soprattutto nelle vere famiglie. Come spiegato nel terzo punto del Giuramento, essa si manifesta come l’autorità e il rispetto che derivano dall’amore in famiglia e diffonde la sua guida benevola verso l’esterno, verso la comunità e la nazione, sulla fondazione di vera vita familiare. Il regno della sovranità di Dio si espande sempre più, man mano che sempre più famiglie abbandonano gli atteggiamenti e gli stili di vita del mondo caduto, ricevono il dono della Benedizione e vengono “rinnovate” come vere famiglie. Quando tali famiglie diventano la maggioranza, il processo democratico farà naturalmente in modo che le leggi e le politiche della nazione diventino conformi alla volontà sovrana di Dio.

Fede Assoluta, Amore Assoluto e Obbedienza Assoluta

Il libro dell’Apocalisse parla della Prima Resurrezione, i 144’000 credenti che staranno con il Cristo e supereranno le tribolazioni degli Ultimi Giorni. Mentre alcuni commentatori analizzano l’Apocalisse facendo riferimento a persone ed eventi risalenti all’Impero Romano di molti secoli fa, molti altri la vedono come una previsione futura dei giorni della Seconda Venuta di Cristo.

Innumerevoli cristiani hanno desiderato ardentemente essere parte di questo gruppo prescelto. In realtà, non c’è limite all’amore di Dio ed Egli non allontana nessuna persona qualificata. Ad esempio, Gesù guarì la figlia della donna siro-fenicia che i suoi discepoli volevano allontanare solo perché non era parte del popolo scelto (Mc 7:26-30; Mt 15:22-28). Pertanto, il numero 144’000 può essere visto come simbolo di persone di tutte le confessioni e chiese; ad esempio, 12 tribù (denominazioni) moltiplicate per 120 clan (chiese con più di 100 membri). Il problema chiave è: chi si qualificherà per la Prima Risurrezione?

Nel capitolo 14 dell’Apocalisse viene descritto chi siano queste persone: esse portano il nome di Dio, cantano un nuovo canto di lode a Dio e non si sono contaminati con donne. Portano la verità sulle loro labbra e non hanno mancanze nella loro fede. Seguono l’Agnello ovunque vada. Il capitolo dà anche solenni avvertimenti. Devono credere e temere Dio nel mezzo della persecuzione. Non devono lasciarsi avvincere da Babilonia, intendendo di non perdere la propria anima nelle lusinghe della cultura commerciale materialista. Inoltre, non devono adorare la bestia; questo può essere inteso come riferimento al peccato della promiscuità sessuale con cui il Serpente sedusse Eva.

In una parola, la Scrittura ci dice che i credenti che si qualificano come membri dei 144’000 hanno fede assoluta – una fede immutabile e determinata. Hanno amore assoluto, un amore non corrotto, che non cede ai desideri del corpo. Hanno anche obbedienza assoluta, disposta a seguire il Signore ovunque vada e fare qualunque cosa egli richieda.

Mettete a confronto l’etica del Regno con i valori prevalenti della cultura secolare. Non può esistere una fede assoluta in una realtà dove tutti i valori religiosi sono messi in discussione, dove tutti sono spinti a credere in dei valori propri e a trovare un proprio dio. Non c’è nemmeno amore assoluto. Oggi le persone identificano erroneamente l’amore con i propri sentimenti e passioni, che sono mutevoli; di conseguenza si innamorano e disinnamorano continuamente e non sono dunque in grado di mantenere matrimoni duraturi. “Obbedienza” è quasi diventata una parolaccia in una società in cui la libertà individuale è messa al di sopra di tutto. È diventata un segno di debolezza ed è vista come mancanza di coscienza individuale. L’ideale dell’uomo moderno (o della donna moderna) secolare è personificato nella canzone “My Way” di Frank Sinatra. Essa raffigura un individualista che sceglie di credere o meno, che ama solo coloro che gli piacciono, che fa tutto ciò che desidera e che è padrone assoluto del proprio destino.

Che cosa è più attraente: l’etica dell’individualismo moderno o l’etica della fede assoluta, dell’amore assoluto e dell’obbedienza assoluta? La libertà individuale appare dolce, ma ha portato ad una cultura opportunistica senza radici, corrosiva per la vita familiare. Lo stile di vita benestante americano promette gratificazione immediata, ma non costruisce il carattere né insegna il sacrificio, qualità che consentono alle persone di costruire famiglie durature che possono nutrire il vero amore. La profezia di Gesù che negli Ultimi Giorni “l’amore di molti si raffredderà” (Mt 24:12) ben descrive la situazione della disgregazione familiare in America oggi. L’etica della fede assoluta, dell’amore assoluto e dell’obbedienza assoluta è capovolta di 180 gradi rispetto alla via del mondo. Può non sembrare molto attraente, tuttavia il suo frutto è eccezionalmente gustoso e nutriente.

Assoluto, Eterno, Immutabile e Unico

Poiché gli esseri umani sono creati a immagine di Dio, la vita umana dovrebbe essere in accordo con la vita di Dio. Dio è l’essere assoluto; quindi, dovremmo perseguire l’assolutezza di Dio. Altrimenti, pensare che siamo fatti a immagine di Dio non ha alcun significato.

Inoltre, Dio ci dona amore assoluto; quindi, noi possiamo amare gli altri con un amore della stessa qualità. Come scrisse Giovanni, “Noi amiamo, perché Egli ci ha amato per primo” (1Gv 4:19). Se non sappiamo amare le persone in modo autentico, allora la nostra relazione con Dio è falsa. La lettera continua: “Se uno dicesse: «Io amo Dio» e odiasse suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1Gv 4:20).

Rassomigliare a Dio: questo è il punto di partenza per la comprensione dell’etica divina della fede assoluta, dell’amore assoluto e della obbedienza assoluta. Padre Moon inoltre chiarisce che Dio è “assoluto, eterno, immutabile e unico”.6 Dovremmo quindi anche noi essere assoluti, eterni, immutabili e unici.

Per “assoluto” si intende l’unica esistenza reale, senza relazione con la relatività. Poiché Dio è assoluto, gli esseri umani dovrebbero diventare assoluti per avere una relazione con Lui. Questo è il significato del Primo Comandamento, “Non avrai altri dèi all’infuori di me” (Es 20:3). Anche Gesù dichiarò: “Nessuno può servire due padroni, perché odierà l’uno e amerà l’altro; oppure sarà fedele all’uno e disprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio e a mammona” (Mt 6:24). Poiché Dio è assoluto, le persone invischiate in una rete di circostanze buone e cattive e di lealtà contrastanti difficilmente possono aspettarsi di raggiungere Dio. Pertanto, dobbiamo essere umili e pentirci. Dobbiamo cercare di dividere in noi stessi il bene dal male diventando consapevoli delle nostre colpe ed eliminando la nostra natura caduta. Poiché questo è un prerequisito necessario per incontrare Dio, Gesù disse: “Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio” (Mt 5: 8).

Inoltre, un essere assoluto è eterno. Dio è il grande “Io sono” (Es 3:14) “che era, che è e che ha da venire” (Ap 4: 8). Invece, nel Buddismo, la natura eterna di ciò che è in ultima analisi vero è all’interno dalla temporaneità di tutti i fenomeni. Per questo leggiamo nel Sutra del Diamante:

Con il distacco da tutte le apparenze, rimani nella Concreta Verità. Per cui ti dico, penserai a tutto questo mondo fugace: Una stella all’alba, una bolla in un ruscello; un lampo in una nuvola estiva, una lampada tremolante, un fantasma, un sogno.7

Allo stesso modo, il profeta Isaia dichiarò: “ogni uomo è come l’erba […] ma la parola del nostro Dio dura per sempre” (Is 40:6-8).

Il Dio eterno si cura solamente di questioni legate all’eternità. Allo stesso modo, dovremmo porre l’eternità al centro delle nostre vite, occupandoci della condizione del nostro spirito eterno. Con questo in mente, Gesù insegnò: “Non accumulate ricchezze sulla terra, […] accumulatevi invece ricchezze nel cielo” (Mt 6:19-20). Il Corano ci dice la stessa cosa: “Ricchezze e figli sono l’ornamento di questa vita. Tuttavia, le cose che restano, le opere di virtù, sono migliori in Dio in quanto a ricompensa e a speranza”.8

Un essere assoluto è immutabile. “Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre” (Eb 13:8). Allo stesso modo, la fede che Dio apprezza di più è la fede immutabile. Ha testato la fede di Abramo e la fede degli Israeliti nel deserto, per vedere se fossero salde. Abacuc, un profeta vittorioso, descrisse una fede così salda che nemmeno la fame e la sete potrebbero scuotere:

“Il fico infatti non germoglierà, nessun prodotto daranno le viti, cesserà il raccolto dell’olivo, i campi non daranno più cibo, i greggi spariranno dagli ovili e le stalle rimarranno senza buoi. Ma io gioirò nel Signore, esulterò in Dio mio salvatore” – Abac 3:17-18

Infine, Dio, l’Essere assoluto, è un’esistenza unica. “Il Signore è uno solo” (Deut 6:4). Un testo buddista afferma: “Non c’è divisione nel Tathata (Talità); semplicemente solo uno è questo Tathata (Talità), non due o tre”.9 Anche il Corano elogia l’unicità di Dio:

Egli Allah è Unico, Allah è l’Assoluto. Non ha generato, non è stato generato e nessuno è eguale a Lui!10

Poiché Dio è uno, è logico pensare che ci sia un solo principio per relazionarsi a Lui. Questo principio costituirebbe lo standard di fede e di pratica che Dio stesso istituisce per le persone sulla terra e nel mondo spirituale. Dio iniziò a creare tale standard attraverso il popolo scelto di Israele; in seguito, al momento opportuno, Egli si incarnò come unigenito Signore e Salvatore, Gesù Cristo. Il versetto “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Gv 14: 6) è la dichiarazione dell’unicità di Dio. Nonostante il concetto umanistico che ciascuno può trovare la propria strada verso Dio, in verità nessuno può trovare il vero Dio senza conoscere il Cristo, il “solo mediatore tra Dio e gli uomini” (1Tim 2:5).

Dal momento che Dio è uno, come possiamo spiegare la molteplicità delle religioni? Dopo la Caduta Umana, gli esseri umani precipitarono nell’ignoranza e nella depravazione spirituale, al punto che Dio dovette stabilire dei percorsi condizionali grazie ai quali le persone potessero fare i primi passi fuori dall’inferno. In concessione verso la debolezza umana, Dio istituì degli standard più facili da raggiungere; richiedere una fede perfetta sarebbe stato troppo esigente. Per esempio, Gesù dichiarò che, in accordo allo standard assoluto, il divorzio è un peccato grave, ma che Dio aveva permesso il divorzio nella Legge di Mosè “per la durezza del vostro cuore” (Mt 19: 8-9). Anche tra i credenti devoti, non tutti coloro che professano Gesù Cristo con le proprie labbra lo conoscono veramente nel proprio cuore o vivono secondo il suo standard di fede. Come spiegato nella nostra panoramica sulle regioni del Cielo (vedi il quinto punto del Giuramento), troviamo persone di altre confessioni religiose la cui fede ed il cui servizio per gli altri è più conforme al messaggio del Cristo di quello di alcuni cristiani.

Quindi, nel processo di restaurazione dell’umanità da un livello culturale molto basso, Dio ha creato varie religioni adatte alle esigenze delle diverse persone. Tuttora, in linea con il principio dell’unicità di Dio, tutte le principali religioni del mondo dichiarano che la loro strada è la migliore, o persino l’unica. “Maometto è… il sigillo dei profeti”11, “il migliore dei sentieri è l’Ottuplice”12. Ogni religione ha stabilito la propria verità come l’unico standard di fede e di pratica per tutti i suoi credenti.

Il Corano offre sagge indicazioni riguardo al vivere fedelmente la propria verità in un mondo di molteplicità:

Ad ognuno di voi abbiamo assegnato una via e un percorso. Se Allah avesse voluto, avrebbe fatto di voi una sola comunità. Vi ha voluto però provare con quel che vi ha dato. Gareggiate in opere buone: tutti ritornerete ad Allah ed Egli vi informerà a proposito delle cose sulle quali siete discordi.13

Anche se l’oggetto della fede può essere parziale e relativo, seguire il sentiero tracciato da Dio dà il giusto onore all’unicità di Dio. È un allenamento per il giorno in cui il Regno di Dio verrà stabilito sulla base dell’unico Dio e dell’unica verità che può trascendere e abbracciare le verità di tutte le religioni esistenti. In quel giorno, la nostra fede, il nostro amore e la nostra obbedienza saranno assoluti.

La Trinità di fede, Amore e Obbedienza Assoluti

La fede assoluta, l’amore assoluto e l’obbedienza assoluta si trovano sempre insieme. Formano una trinità di virtù. Esse provengono in ultima analisi dalla mente del Dio trino – le sue facoltà di intelletto divino, emozione divina e volontà divina – che rivela la Trinità del Figlio (la Parola di Dio), del Padre (il Cuore di Dio) e dello Spirito (il potere di Dio).

La fede è una tendenza della mente verso un ideale, “la certezza di cose che si sperano” (Eb 11:1). La fede è quindi basata sulla verità, la Parola di Dio. Quando viviamo con fede assoluta, le nostre menti sono completamente unite alla Parola. L’amore è una tendenza del cuore al vivere per il bene di qualcuno che si ama. Deriva dal Cuore di Dio, il Cuore del Padre. Dio ha creato l’universo e gli esseri umani soprattutto perché diventassero gli oggetti del Suo amore infinito. Quando viviamo con amore assoluto, possiamo sperimentare unità con il Cuore del Padre celeste. Possiamo inoltre formare vere relazioni con il nostro coniuge, con i nostri figli e con tutte le persone, amandoli con amore divino.

L’obbedienza è una tendenza della volontà di praticare uno stile di vita che manifesta bontà. Essa deriva dalla capacità volitiva di Dio, a partire dalla quale lo Spirito Santo investe tutto per amore della creazione e della restaurazione. Alla creazione, “lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Gen 1:2), agendo per portare all’esistenza la Parola creatrice di Dio. Alla Pentecoste, lo Spirito Santo si riversò sui discepoli attraverso lingue di fuoco e li trasformò, da discepoli impauriti e deboli, in testimoni coraggiosi per Cristo, pronti a obbedire alla chiamata del Signore. Allo stesso modo, quando pratichiamo l’obbedienza assoluta, la nostra volontà diventa una cosa sola con la volontà di Dio e lo Spirito Santo ci dà il potere di realizzare grandi cose.

Dio ha creato l’universo e guida le vicende del genere umano in virtù della pienezza della Sua fede, del Suo amore e della Sua obbedienza. Troviamo sempre insieme questi tre elementi, come la stessa Trinità. Pertanto, l’aspettativa di Dio per gli esseri umani include la fede, l’amore e l’obbedienza come una triade. Essere persone di fede ma carenti nell’amore, persone amorevoli senza fede o essere obbedienti ed avere una fede superficiale significa non essere all’altezza dello standard di Dio.

La Fede di Dio incontra la Fede umana

Gli esseri umani costruiscono la fede, l’amore e l’obbedienza in risposta alla fede, all’amore e all’obbedienza di Dio. Manifestando queste virtù, le persone si connettono a Dio e possono realizzare lo scopo di Dio per loro vite. C’è sempre una relazione reciproca: la nostra fede in Dio incontra la fede di Dio in noi; il nostro amore incontra l’amore di Dio per noi; la nostra obbedienza a Dio e alle Sue leggi incontra l’obbedienza di Dio ai Suoi stessi princìpi.

Prendiamo, per esempio, l’alleanza di Dio con il popolo scelto nell’Antico Testamento. Dio dimostrò fede negli Israeliti: nonostante le loro lamentele, rimase fedele alle promesse del suo patto e diede loro in possesso la terra di Canaan. Dio testò anche la fede degli Israeliti nel deserto e compì miracoli attraverso Mosè per rafforzare la loro fede. Inoltre, Dio amò Israele. Quando gli Israeliti erano in schiavitù in Egitto, Dio ascoltò il loro pianto ed ebbe compassione di loro (Es 3:7-8). Dio dichiarò il suo amore per Israele, il suo “tesoro speciale” (Es 19:5). In cambio, agli Israeliti fu comandato “amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze” (Deut 6: 5) e “amerai il prossimo tuo come sé stesso” (Le 19:18). Terzo, Dio istituì l’alleanza del Sinai come standard di obbedienza. L’alleanza era un quadro giuridico in base al quale Dio avrebbe tenuto fede a certe promesse, mentre il popolo da parte sua si impegnava ad obbedire ai suoi comandamenti. La cerimonia di ratifica, nella quale del sangue venne spruzzato sull’altare e sul popolo (Es 24:6-8), simboleggiò questo duplice legame di obbedienza.

La stessa reciprocità di fede, amore e obbedienza si trova nella Nuova Alleanza inaugurata da Gesù Cristo per l’Era del Nuovo Testamento. I cristiani sono giustificati dalla fede (Gal 2:16). Tuttavia, la nostra fede ha la sua origine nella fede di Dio: “fissiamo lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio” (Eb 12:2). I cristiani sono confermati grazie al loro amore. Gesù Cristo ha mostrato il massimo standard di amore, donando la propria vita per i suoi amici (Gv 15:13); allo stesso modo, i cristiani devono amarsi gli uni gli altri: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13:34-35). Infine, la Nuova Alleanza si basò sull’obbedienza di Gesù a suo Padre nell’intraprendere la strada della croce, quando pregò nel Giardino del Getsemani: “Tuttavia non sia fatta la mia, ma la Tua volontà” (Lc 22:42). I cristiani, da allora, sono stati posti di fronte alla scelta dell’obbedienza, della quale Paolo scrisse: “siete schiavi di colui al quale servite: sia del peccato che porta alla morte, sia dell’obbedienza che conduce alla giustizia” (Rom 6:16).

Tuttavia, né durante l’Era dell’Antico Testamento né nella Era del Nuovo Testamento la fede, l’amore e l’obbedienza delle persone è stata paragonabile alla fede, all’amore e all’obbedienza di Dio. Nessuno ha mai avuto una fede che si avvicinasse alla fede di Dio ed alla Sua aspettativa; le persone deludono Dio più e più volte. Nessuno ama veramente Dio come Dio ama l’umanità; nemmeno ci amiamo gli uni gli altri con un amore che si avvicina all’amore di Dio. Infine, l’obbedienza di Dio alla volontà provvidenziale che Egli ha istituito per il beneficio degli esseri umani non è stata eguagliata dall’obbedienza delle persone a quella stessa volontà. In altre parole, Dio non ha trovato persone di fede assoluta, amore assoluto e obbedienza assoluta.

Dio: lo Standard della Fede, dell’Amore e dell’Obbedienza Assoluti

È difficile comprendere ciò che rende la fede, l’amore o l’obbedienza “assoluti”. Il percorso per capire ciò inizia con Dio. Dio sempre agisce con fede assoluta, amore assoluto e obbedienza assoluta. La fede assoluta, l’amore assoluto e l’obbedienza assoluta di Dio vengono prima di qualsiasi nozione umana di fede, amore e obbedienza. Essi esistevano prima della fondazione del mondo, continuano oggi e rimarranno per l’eternità.

La Fede Assoluta di Dio

Il Vangelo di Giovanni inizia con “in principio era la Parola”. Dio stabilì la Parola come il Suo ideale di creazione prima che alcuna creazione visibile prendesse forma. Dio aveva fede che creando mediante la Parola avrebbe ottenuto come risultato una creazione che avrebbe espresso totalmente il Suo scopo. Qual è questo scopo? È di vedere la Parola diventare carne, “piena di grazia e di verità!” (Gv 1:14).

Dio ha lavorato per miliardi di anni per creare l’universo, mantenendo fede assoluta per tutto il tempo. Quando Dio creò le stelle, immaginò che dopo miliardi di anni sarebbe venuto il giorno in cui su qualche pianeta solitario ci sarebbe stata una popolazione di esseri di grazia e verità che avrebbe reso manifesta la Sua Parola. Quando arrivò il momento giusto, Dio creò Adamo ed Eva affinché diventassero la realizzazione della Parola. Dio compì questo grande lavoro di creazione con fede assoluta.

Anche dopo che i primi esseri umani caddero e si ribellarono a Dio, deludendoLo enormemente, Dio ha perseverato nella fede, nell’attesa del giorno in cui i Suoi figli sarebbero tornati al Suo cuore e avrebbero realizzato così l’ideale della Sua Parola. Anche nel momento in cui Dio scacciò Adamo ed Eva dal Giardino dell’Eden, Egli espresse la Sua fede nella loro salvezza futura, profetizzando che dalla progenie di Eva qualcuno avrebbe schiacciato la testa del serpente (Gen 3:15). Con tale fede, ha faticato per migliaia di anni per educare il popolo scelto, preparandolo a ricevere il Cristo, l’incarnazione delle Parola.

Rispetto allo standard di fede di Dio, chi tra tutti i santi della storia ha avuto una fede che potrebbe essere definita “assoluta”? Dio ha continuamente testato la fede di Abramo, di Mosè e degli Israeliti, ma questi furono sempre in difetto. Mosè, preso dall’ira, ruppe le tavole della legge (Es 32:19) e colpì la roccia due volte (Nu 20:11). Perfino il fedele Abramo prese Agar come concubina poiché non seppe credere nella promessa di Dio che avrebbe avuto discendenti da Sara (Gen 16:2; 17:17). San Paolo confessò che la sua conoscenza della volontà di Dio era oscura e imperfetta (1Cor 13:9-12). A peggiorare le cose, durante la storia del Cristianesimo la fede si complicò con le dottrine intellettuali, portando a controversie e persino a conflitti violenti all’interno della famiglia di Dio.

L’Amore Assoluto di Dio

La Bibbia parla dell’amore assoluto di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3:16). Quando Dio ha iniziato ad amare il mondo? L’amore di Dio deve essere sorto prima della creazione, poiché “tutte le cose sono state fatte per mezzo di Lui” (Gv 1:3). Secondo il Principio Divino, l’intenzione di Dio nel creare l’universo era di dar vita ad una controparte a cui potesse donare amore in modo assoluto, la quale avrebbe manifestato perfettamente il Suo amore divino e attraverso la quale Egli avrebbe amato il mondo. L’intera attività creativa di Dio può essere vista come quella di un innamorato divino che cerca la sua amata.

Chiunque può sperimentare l’amore di Dio in una certa misura, ma questo non costituisce l’amore assoluto di Dio. Siamo abituati a ricevere l’amore compassionevole e clemente di Dio, ma non è questa la relazione d’amore che Dio cerca. Anche se Dio ci ama, Egli prova un doloroso vuoto nel Suo Cuore a causa della mancanza della persona che possa essere il Suo perfetto corrispondente. Come ogni amante con il proprio amato, essi dovrebbero essere in grado di condividere i segreti più intimi e conoscere la mente e il cuore dell’altro. Alla luce di ciò, l’unica persona nella storia a conoscere l’amore assoluto di Dio fu Gesù Cristo. Dio poté veramente amare Gesù come proprio Figlio, che Lo chiamava “Abba, Padre”.

Gesù fu il secondo Adamo, venuto a restaurare il fallimento del primo Adamo (Rom 5:12-19). Pertanto, se il primo Adamo non fosse caduto ma avesse raggiunto la perfezione, egli avrebbe realizzato l’ideale di amore assoluto proprio come il Cristo. Inoltre, questo amore assoluto non era destinato al solo Adamo, ma ad Adamo ed Eva come coppia. La piena espressione del loro amore assoluto doveva esprimersi sia verticalmente, nel loro amore per Dio, sia orizzontalmente, nell’amore reciproco dell’uno verso l’altra. Chiamiamo questo l’ideale dei Veri Genitori.

Gesù e lo Spirito Santo sono i Veri Genitori spirituali, nei quali possiamo vedere in azione l’amore di Dio, che ci salva dal peccato e ci dona la rinascita. Tuttavia, l’amore assoluto di Dio non è soddisfatto nel rimanere con un partner singolo, ma vuole espandersi ovunque e abbracciare tutti. Pertanto, lo scopo ultimo dell’amore assoluto di Dio è quello di elevare tutte le famiglie nell’amore di Cristo, per rinascere come figli di Dio, purificati dal peccato. In questo modo possiamo vivere nell’amore assoluto e diventare noi stessi dei veri genitori.

L’Obbedienza Assoluta di Dio

Perché Dio continua a prendersi cura dei ribelli esseri umani, peccatori che respingono ripetutamente la mano amica di Dio? (At 7:51-52) Perché Dio continua a salvarci, anche a costo di sacrificare il Suo Figlio unigenito, quando non siamo affatto degni di tale fatica? Perché non distrugge la razza umana e ricomincia tutto da capo? Qui possiamo trovare l’assoluta obbedienza di Dio alla Sua stessa Parola. Dio ha creato con il principio secondo cui l’universo esiste nella libertà. Dio si rifiuta di contravvenire al Suo principio al fine di salvaguardare lo scopo dell’universo, creato come dimensione di libertà, in cui il vero amore può realizzarsi. Nonostante le infinite frustrazioni e battute d’arresto, Dio continua sulla via dell’obbedienza.

L’obbedienza di Dio Padre può essere vista nello straziante momento in cui, in obbedienza a ciò che era necessario per garantire la salvezza dell’umanità, offrì la vita del Suo amato Figlio. L’onnipotente Dio aveva certamente il potere di salvare Gesù dal destino della croce, ma decise comunque di mandare Gesù per questa strada, in obbedienza al principio che Egli stesso aveva stabilito per dare la salvezza all’umanità, secondo cui la remissione del peccato richiede un sacrificio.

Possiamo osservare la stessa obbedienza nel Giardino dell’Eden, nel momento in cui Dio si astenne dall’intervenire nella Caduta umana. Dio, arbitrariamente, decise di non agire, proprio per non contravvenire al Suo principio, anche se avrebbe certamente avuto il potere di farlo. Dio fu obbediente, al fine di proteggere il principio con cui aveva creato gli esseri umani, che aveva dotato di libero arbitrio, di una parte di responsabilità per crescere fino alla propria maturità e del diritto di dominio sugli angeli. Dio obbedì a tale principio per salvaguardare lo scopo ultimo per cui aveva creato gli esseri umani, anche se ciò significò guardare in lacrime Adamo ed Eva soccombere alla tentazione di Satana e cadere in un’esistenza degradata e miserabile.

Dio obbedì ai Suoi principi nel Suo rapporto con i campioni della fede. Quando Dio stava per distruggere Sodoma e Gomorra poiché non vi erano 50 uomini giusti, Abramo ricordò a Dio il Suo principio di giustizia, “Lungi da te il far morire il giusto con l’empio […] Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?” (Gen 18:25). Dio ascoltò Abramo e offrì di risparmiare le città per dieci uomini giusti. In un’altra occasione, Dio minacciò di distruggere gli Israeliti dopo che questi avevano costruito il vitello d’oro, ma cedette quando Mosè lo supplicò di risparmiare loro questo destino, ripetendo le stesse parole che Dio usò nello spiegare lo scopo dell’elezione di Israele, un argomento che Dio non poté negare (Deut 9:25-29).

Nel corso della storia, nonostante tutte le delusioni, Dio continua a dare e dare di nuovo. Quando il Suo investimento non porta ai risultati desiderati, Dio dona ancora ed ancora. Abbiamo definito il vero amore come il vivere per il bene dell’altro. L’obbedienza è la forma che il vero amore assume nella pratica, perché il vero amore rispetta la libertà dell’altro. San Paolo scrisse: “L’amore è paziente […] L’amore non cerca le proprie cose […] tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa” (1Cor 13:4-7). Il vero amore, attraverso la sua pazienza e perseveranza, insegna l’obbedienza.

Fede, Amore e Obbedienza Assoluti come Veri Valori Familiari

Attraverso le sue parole e la sua vita, Gesù stabilì un modello per diventare uno con Dio. Egli diffuse il suo modello basato sul concetto originale di Dio di fede assoluta, amore assoluto e obbedienza assoluta. Inoltre, Gesù visse la sua vita seguendo quell’ideale. Tuttavia, un modello non equivale al disegno originale. L’idea di un designer potrebbe consistere in un disegno fatto a mano, ma un modello esprime l’idea in forma finita ed è pronto per essere realizzato degli operai. Dalla stessa idea inoltre possono derivare molti progetti o modelli, che variano secondo le circostanze.

L’idea fondamentale per la creazione si trova nel profondo del Cuore di Dio. Sulla base di quell’idea, nelle diverse epoche, Dio ha rivelato ai Suoi campioni un progetto adatto alla loro situazione. Quindi per Gesù, l’adempimento della fede assoluta, dell’amore assoluto e dell’obbedienza assoluta significò intraprendere la via della croce. Egli stabilì dunque questo modello, che i credenti hanno seguito fino ad oggi.

Oggi, sulla fondazione del sacrificio di Gesù, possiamo passare dalla realizzazione del livello individuale a quella del livello familiare. In queste circostanze del tutto nuove, Padre Moon sta insegnando il concetto di Dio di fede assoluta, amore assoluto e obbedienza assoluta attraverso un nuovo modello: i valori della vera famiglia.

Il punto di partenza di questo modello è la famiglia di Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden. Dio desiderava che Adamo ed Eva formassero una vera famiglia praticando fede assoluta, amore assoluto e obbedienza assoluta. La fede assoluta doveva essere l’attitudine mentale di Adamo nel crescere verso la propria maturità, confidando in Dio anche se non era pienamente consapevole del piano che Dio aveva per lui. Grazie alla fede avrebbe dovuto respingere i dubbi che il serpente gli stava instillando. Quindi, Adamo ed Eva dovevano realizzare l’amore assoluto come coppia originale, amandosi l’un l’altro con il vero amore di Dio. L’obbedienza assoluta consisteva nell’impegno a rispettare il comandamento di Dio di non “mangiare il frutto”. Se Adamo ed Eva avessero mantenuto una tale fede, un tale amore e una tale obbedienza, avrebbero conservato la purezza del loro amore fino a quando il frutto dell’amore non fosse stato maturo.

Invece, Adamo ed Eva caddero. Disubbidirono, persero fede e violarono l’amore. Poiché la perdita di fede, amore e obbedienza causarono la distruzione della famiglia queste devono essere riconquistate per poter restaurare la famiglia.

Da allora Dio ha percorso il difficile sentiero della restaurazione, ricostruendo gradualmente la fede, l’amore e l’obbedienza dell’umanità attraverso la religione e la moralità. Tuttavia, la religione si concentra principalmente sulla costruzione della fede, dell’amore e dell’obbedienza a livello individuale. Questo perché innanzitutto gli individui dovrebbe riconquistare la fede, l’amore e l’obbedienza; poi, con queste qualità interiori potrebbero essere pronti a formare vere famiglie. Perciò, la giustificazione per fede è stata una priorità per l’individuo e l’amore cristiano è stato interpretato principalmente come amore per il prossimo. Tuttavia, poiché oggi il mondo è entrato nell’Era del Completo Testamento, il punto centrale della fede, dell’amore e dell’obbedienza può passare alla vita familiare.

Esempi dei Patriarchi della Bibbia

Nelle famiglie di Abramo, Isacco e Giacobbe, la Bibbia ci dà un assaggio della fede, dell’amore e dell’obbedienza come veri valori della famiglia. Nonostante le dure circostanze e le abitudini del loro tempo, esse sono ancora oggi famiglie modello per noi.

Quando Abramo partì da Ur di Caldea e per raggiungere una terra sconosciuta, sua moglie Sarah lo accompagnò. Lei non provò a dissuaderlo, anche se dovette abbandonare il comfort della propria dimora per affrontare le difficoltà e le incertezze del viaggio. Sarah dimostrò fede assoluta molte e molte volte, come ad esempio quando, durante il viaggio in Egitto, accettò di presentarsi come sorella di Abramo, anche se questo comportò il rischio di venire allontanata da lui (Gen 12:10-16). Abramo e Sarah si amavano l’un l’altro, di un amore reso profondo dalla loro fede condivisa. In ragione della loro fede, Dio poté benedire Sarah con la nascita di un figlio in età avanzata e la rese una “madre di nazioni” (Gen 17:16). “Per fede anche Sara, benché fuori di età, ricevette forza di concepire, perché ritenne fedele Colui che aveva fatto la promessa” (Eb 11:11).

Isacco era un ragazzo intelligente; capì le intenzioni di Abramo quando si incamminarono sul sentiero del monte Moria. Un midrash rabbinico sul 22° capitolo della Genesi descrive l’obbedienza di Isacco, tanto risoluta tanto quella di Abramo:

Sulla via del monte Moriah, Abramo e Isacco incontrarono Satana travestito da vecchio. “Dove stai andando, Isacco?” chiese Satana.

“A studiare la saggezza di Dio”, disse Isacco.

“Hai intenzione di studiare dopo che sei morto? Perché tuo padre intende sacrificare proprio te.”

“Se Dio vuole accettarmi come sacrificio, sono felice di fare la Sua volontà”.14

Nell’obbedienza a suo padre, Isacco dimostrò una perfetta pietà filiale. Abramo, da parte sua, era così legato a Isacco che ucciderlo era peggio che uccidere sé stesso. Avendo superato con successo questa prova, padre e figlio divennero completamente uno nel cuore. A quel punto Isacco poté ereditare da suo padre l’intera missione divina.

La riconciliazione di Giacobbe con Esaù mostra l’amore – in questo caso, amore fraterno – come valore di una vera famiglia. In precedenza, Giacobbe aveva trattato suo fratello Esaù in modo indegno, ma nella sua maturità volle fare ammenda. Era disposto a rischiare la vita per incontrare suo fratello, che ancora covava rabbia e pensieri di vendetta. Esaù aveva un esercito di 400 uomini. Giacobbe stava camminando verso una trappola mortale, eppure l’amore per suo fratello era più forte della paura della morte. La loro riconciliazione dimostra il potere dell’amore, capace di ricostruire una famiglia distrutta.

Le nostre famiglie dovrebbero coltivare la fede di Sarah, l’amore di Giacobbe e l’obbedienza di Isacco. Ma come possiamo superare questo standard e raggiungere la fede assoluta, l’amore assoluto e l’obbedienza assoluta – lo standard che fu perso dalla prima famiglia nel Giardino dell’Eden?

Coltivare la Fede Assoluta

Tradizionalmente, la fede è stata considerata unidirezionale. Confidiamo in Dio e abbiamo fede in Lui, ma generalmente non pensiamo che Dio stia cercando di avere fede in noi. Dio è sempre fedele, ma gli esseri umani sono notoriamente mutevoli e inaffidabili. Dio ha cercato invano persone di cui potersi fidare (Ger 5:1).

La fede diventa assoluta quando la nostra relazione con Dio diventa una vera cooperazione. Invece di dipendere dall’aiuto di Dio, abbiamo mai pensato a come possiamo aiutarLo? Certamente Dio aiuterà coloro che cercano di aiutarLo, perché Dio disse “Io onorerò coloro che mi onorano” (1Sam 2:30).

Le preghiere di Padre Moon mostrano la qualità della fede assoluta. Conoscendo le molte delusioni di Dio nel corso della storia, quando anche i Suoi santi vacillarono sotto i loro fardelli, Padre Moon rassicurò Dio di non preoccuparSi per lui. Persino in un campo di concentramento nordcoreano, egli si impegnò a mantenere la sua fede in qualsiasi circostanza di sofferenza:

Non ho mai pregato per debolezza. Non mi sono mai lamentato. Non mi sono mai arrabbiato per la mia situazione. Non ho mai chiesto il Suo aiuto, ma sono sempre stato occupato a confortarLo e a dirGli di non preoccuparsi per me. Il Padre mi conosce così bene. Lui già conosce la mia sofferenza. Come avrei potuto parlarGli della mia sofferenza e far soffrire ancora di più il Suo cuore? Ho potuto solo dirGli che non sarei mai stato sconfitto dalla mia sofferenza.15

Il contenuto di questa preghiera non è semplice. Raggiungere questa sincerità di cuore al punto da offrire una tale preghiera significa aver scalato la montagna della fede dal fondo alla cima.

Cominciamo da ciò che tradizionalmente costituisce la fede. Nella lettera agli Ebrei la fede è definita come “certezza di cose che si sperano, convinzione di realtà che non si vedono” (Eb 11:1). Comprendiamo che la fede è garanzia della cura e del sostegno di Dio nel mezzo delle difficoltà ed è la ferma convinzione a seguire il percorso della volontà di Dio nonostante tutti gli ostacoli. La fede dona alle persone la forza di negare le circostanze terrene perché la loro bussola interiore è orientata su una Realtà superiore. Quindi, nel momento in cui Gerusalemme fu assediata dai Babilonesi e il popolo era in preda al panico, il profeta Abacuc dichiarò: “soccombe colui che non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede” (Abac 2:4).

Dio è invisibile, quindi la nostra relazione con Dio inizia necessariamente con “la convinzione di realtà che non si vedono”. Tuttavia, attraverso la fede possiamo arrivare ad una certa conoscenza di Dio. Dio ha due qualità invisibili che diventano note ad una persona di fede: la verità di Dio e l’amore di Dio.

Una Fede Autentica

Dio diede ad Adamo ed Eva il comandamento, come oggetto della loro fede. Pertanto, coltiviamo la fede in Dio studiando e vivendo la Parola di Dio. Tuttavia, finché la Parola rimane al di fuori di noi, la nostra fede nella Parola non è assoluta. Geremia profetizzò del giorno in cui “Io metterò la mia legge nel loro animo e la scriverò nel loro cuore” (Ger 31:33). La fede nella Parola diventa assoluta quando non c’è divario tra la Parola e la nostra comprensione interiore di essa. Similmente, Maometto disse: “Nessuno di voi crede veramente fino a che la sua l’inclinazione non è in accordo con ciò che ho portato”16. Padre Moon dice che dovremmo condividere “un’unica mente” con Dio.

Qual è la volontà di Dio per noi oggi? Sicuramente, è una semplice questione di studiare le Scritture per sapere cosa Dio desidera generalmente da tutte le persone. Tuttavia, è tutta un’altra questione conoscere la volontà di Dio per questo specifico momento e luogo. Tale dettagliata conoscenza della volontà di Dio non è facile da scoprire. Consideriamo ad esempio Paolo di Tarso. Egli era fermamente convinto che la volontà di Dio fosse di distruggere i primi cristiani, che ai suoi occhi apparivano come una setta eretica. Avrebbe continuato con questa fede se Dio non fosse intervenuto sulla strada di Damasco.

In riferimento agli ultimi giorni, Gesù chiese: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?” (Lc 18:8). Egli non stava insinuando che le tribolazioni degli ultimi giorni sarebbero state così gravi da indurre tutti i credenti a perdere la fede in Dio. Di norma, la persecuzione rende i credenti più zelanti nella loro fede, non meno. Piuttosto, Gesù previde che i credenti sarebbero stati colpiti da grande confusione riguardo alla direzione della volontà di Dio. Molti avrebbero creduto, ma la loro fede non sarebbe stata una vera fede. Le chiese di oggi sono divise su molte questioni di teologia, di moralità e di politica pubblica. Inoltre, il corso della provvidenza potrebbe chiamare i credenti ad assumere nuovi compiti. Questo richiede di avere una fervida preghiera ed una mente aperta:

Non dovremmo rimanere fortemente legati ai concetti convenzionali, ma piuttosto dovremmo orientarci ad essere maggiormente ricettivi allo Spirito, in modo da poter trovare la nuova verità che possa guidarci verso la provvidenza della nuova era. Quando incontreremo questa verità, dovremmo accertarci che ci conduca a diventare una sola cosa con la guida del Cielo. Dovremmo esaminare in noi stessi se una gioia genuina e celeste sgorga dirompente dal profondo della nostra anima oppure no. Solo in questo modo noi, i ricercatori degli Ultimi Giorni, scopriremo la strada verso la vera salvezza.17

Una Fede che Confida

La vera fede è più che intellettuale; essa è radicata nella connessione affettiva di una persona con Dio. “Con il cuore infatti si crede e si è giustificati” (Rom 10:10). Quindi, una seconda misura della fede è il grado con cui possiamo sperimentare l’amore di Dio. Se conosciamo veramente l’amore di Dio, possiamo fidarci di Dio per tutta la nostra vita.

La fede assoluta richiede tale fiducia. Per avere fiducia nel coniuge o in un amico, dobbiamo prima sapere se il loro cuore è vero. Dio ci ha già mostrato molte volte il Suo amore e la Sua fedeltà – come quando donò il Suo amato Figlio fino a sacrificarlo per i nostri peccati. Riconoscere questo amore di Dio è un passo importante per avere fede assoluta. Quindi, non importa quanto difficile sia la sfida che ci attende, ci fideremo assolutamente che Dio sarà con noi, per proteggerci e condurci fino alla vittoria.

Tuttavia, “il cuore di questo popolo si è fatto insensibile” (Mt 13:15), e perciò abbiamo difficoltà a credere che l’amore di Dio sia veramente per noi. Pertanto, Padre Moon ci insegna ad “arare il campo del cuore”. Arare un campo richiede di ammorbidire il terreno duro e di rimuovere le pietre. Queste “pietre” possono includere beni materiali, lo status sociale, aspirazioni mondane, concetti testardi e nature cadute.

Paolo poté avere una forte fede perché fu disposto a rinunciare a tutto della sua vita precedente. Considerò la sua condizione precedente e ciò che possedeva come “spazzatura” (Fili 3:8). Disse anche: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato sé stesso per me” (Gal 2:20). Paolo rimosse tutte le pietre dal campo del suo cuore, avendo completamente eliminato il suo vecchio sé. Tagliò ogni attaccamento ai suoi precedenti fratelli di fede giudaica, sradicò dalla sua mente gli insegnamenti dei rabbini e mise da parte ogni preoccupazione per la sua famiglia e i suoi conoscenti. Per questo, poté abbracciare, totalmente e senza nessuna riserva, la sua nuova fede in Gesù Cristo. Allo stesso modo, per raggiungere la fede assoluta, dobbiamo per prima cosa abbandonare il nostro vecchio sé e raggiungere il “punto zero”, diventando argilla fresca per il Vasaio da modellare a Suo piacimento (Is 64:7).

Fede Entusiasta e Affidabile

La fede assoluta si raggiunge quando Dio può avere fiducia in noi in egual misura alla fede che noi possiamo riporre in Dio. Chiediamoci: quanto può Dio fidarsi della mia famiglia e di me in particolare? Nel perseguire la volontà divina, quanto Dio mi vede come aiutante e sostenitore degno di fiducia?

Il secondo punto del Giuramento parla di diventare una famiglia che rappresenta il cielo e la terra davanti al trono di Dio. Ci prospetta l’immagine della nostra famiglia davanti a Dio come se fosse l’unica famiglia nell’universo. Che grande responsabilità! Se Dio è compiaciuto da ciò che vede nella mia famiglia, è in grado, grazie a questo, di accettare tutta l’umanità. Pertanto, Dio desidera riporre tutta la sua fede nella nostra famiglia, nella speranza che realizzeremo la Sua aspettativa.

Il sesto punto del Giuramento esorta a diventare una famiglia che rappresenta, o incarna, la volontà di Dio. Siamo “ambasciatori inviati da Cristo” (2Cor 5:20), risolviamo i problemi e diffondiamo le benedizioni di Dio alle nostre comunità. Anche in questo caso, Dio vuole fidarsi di noi affinché siamo la Sua bocca, le Sue mani e i Suoi piedi, che operano in sua vece.

Perché Dio cerca famiglie in cui Egli può riporre fede? Secondo il Principio Divino, Dio conferì agli esseri umani lo status di co-creatori. Ciò significa che la creazione non è completa senza che noi facciamo la nostra parte. In particolare, abbiamo la parte di responsabilità di completare noi stessi, realizzare famiglie che manifestano l’unità della mascolinità e della femminilità e infine occupare il nostro legittimo posto di sovrani della creazione. La miriade di elementi maschili e femminili della creazione trova il proprio centro di armonia negli esseri umani che hanno realizzato vere famiglie.

La caduta di Adamo ed Eva significò che le persone non seppero realizzare la loro parte di responsabilità. Di conseguenza, la creazione è andata in frantumi; il suo ordine fu spazzato via; la sua proprietà derubata da Satana. Sono stati gli esseri umani, Adamo ed Eva, che hanno permesso questo disastro. Pertanto, solo gli esseri umani possono porvi rimedio. Se Dio avesse potuto farlo da solo, avrebbe risolto il problema molto tempo fa.

Pertanto, Dio ha costantemente cercato e chiamato persone che si assumessero la responsabilità della provvidenza. In ogni epoca, Dio ha istituito un piano che i suoi prescelti erano chiamati a portare a compimento, il cui successo o fallimento era totalmente riposto sulle loro spalle. Caino e Abele, Noè, Abramo, Isacco e Giacobbe, Mosè, Davide ed Elia furono tra quelle figure centrali che assunsero la responsabilità della volontà di Dio nell’Era dell’Antico Testamento. L’era del Nuovo Testamento vede una nutrita lista di santi: da San Paolo, a Martin Lutero e John Wesley. Essi capirono il significato dell’affermazione di Gesù “se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mc 8:34).

Ora Dio vuole fidarsi di coloro che porteranno la croce di Dio nelle battaglie del nostro tempo. Ad esempio, Padre Moon parla dei tre “mal di testa” di Dio: il conflitto tra le religioni e le denominazioni, l’immoralità tra i giovani e la diffusione della visione materialistica della vita. Padre Moon ha dedicato tutto il suo impegno alla risoluzione di questi tre problemi. Allo stesso modo, Dio si interesserà a chiunque senta il Suo dispiacere per una qualche situazione nella propria comunità e si impegni a cambiarla per il bene di Dio.

D’altra parte, anche se una persona è zelante nella propria fede personale, a meno che non sia zelante anche nel sostenere la dispensazione più grande, Dio ha poche ragioni per riporre fiducia in lui. La fede individualista non può essere assoluta.

Una vita dedicata a realizzare la volontà di Dio è una vita eccitante e piena di sfide. Ecco alcuni degli aforismi di Padre Moon che descrivono il cuore fedele di un vero soldato di Dio:

Mi chiedo sempre: “Cosa sto facendo ora per la volontà di Dio?”

Sto conducendo una vita seria centrata sulla volontà di Dio. Mi sento come se Dio e io siamo in un tiro alla fune con Satana e i tre miliardi di persone sulla terra.

Coloro che abbracciano la volontà di Dio non saranno liberi dall’ansia fino a quando la Volontà di Dio non sarà realizzata.

Dobbiamo desiderare ardentemente di fare la volontà di Dio giorno e notte. Se dovessimo cessare di farlo, tutto perirebbe. Pertanto, noi dovremmo sempre vivere in uno stato di allerta.

Coloro che sono accettati nel Regno dei Cieli sono coloro che hanno un cuore così immutabile da non possono abbandonare la volontà di Dio anche se venisse loro offerta la più alta posizione di gloria del mondo”18.

Amore Assoluto

Il vero amore è il valore fondamentale di una vera famiglia. Tutti gli otto punti del Giuramento dichiarano che la nostra famiglia mette “al centro il vero amore”. Il vero amore nella vita familiare ha diversi aspetti. Primo, significa vivere per il bene degli altri. Secondo, richiede l’unità della mente e del corpo. Quando il corpo si sottomette alla mente, che ricerca sempre uno scopo più alto, allora le persone sono capaci di vivere altruisticamente. Terzo, il vero amore deriva dall’amore incondizionato di Dio, che per natura dà, dà di nuovo e continua a dare senza tenere conto di ciò che è stato dato. Quarto, il vero amore si esprime attraverso i Quattro Grandi Regni del Cuore come amore di genitore, amore coniugale, amore fraterno e amore filiale.

Che cosa è allora “l’amore assoluto”? È una tipologia specifica di vero amore – il vero amore coniugale. L’amore assoluto tra marito e moglie è l’espressione umana dell’amore di Dio verso la propria persona amata.

Il Principio Divino comprende Dio come essere di caratteristiche duali, l’unione armoniosa di mascolinità e femminilità. Dio ha creato l’uomo a Sua immagine come maschio e femmina (Gen 1:27). Pertanto, tra tutte le creature di Dio, una coppia armoniosa che mette in pratica l’amore assoluto è la più grande manifestazione in somiglianza di Dio. Avendo la più grande somiglianza, vi è anche la più grande risonanza con Dio.

Padre Moon insegna che, nel momento in cui marito e moglie si uniscono come “una sola carne”, l’amore in Dio (tra le Sue caratteristiche duali) e l’amore tra l’uomo e la donna si incontrano e vibrano insieme. Dio osserva questa perfetta Sua immagine e riversa il Suo amore su di loro. Dio è pienamente presente nel vero amore coniugale – per cui è assoluto. È amore assoluto e in particolare, secondo la terminologia di Padre Moon, è “sesso assoluto”. È anche la fondazione grazie a cui lo spirito di Dio entra nel bambino concepito in quell’unione.

L’amore di Dio discende su una coppia che si ama in modo naturale, come l’acqua che scorre dalle montagne verso la valle sottostante. Questa, per lo meno, è una comprensione che deriva dal pensiero cinese, dove le montagne sono il regno di 神 (신, shin), lo spirito o il paradiso. Le montagne sono yang e rappresentano l’uomo, mentre la valle è yin e rappresenta la donna. La discesa dell’amore di Dio è naturale come la pioggia che rende fertile il suolo, o come il marito che dà il seme a sua moglie.

figura 13

Figura 13: L’amore assoluto

Analogamente, secondo una tradizione mistica ebraica dalla Kabbalah, la divina Shechinah, l’aspetto materno di Dio, è particolarmente presente quando il marito ha relazioni intime con sua moglie. In quel momento, le benedizioni di Dio si riversano abbondantemente sulla coppia19. E ancora, tra i Santi degli Ultimi Giorni (i Mormoni) c’è l’insegnamento che il Matrimonio al Tempio con il sigillo dello Spirito Santo qualifica la coppia a partecipare alla Prima Resurrezione20.

Poiché la nostra relazione con Dio è assoluta, lo è anche la relazione con il nostro coniuge. Proprio come non ci sono due déi, nel cuore del marito non c’è posto per amare un’altra donna e nel cuore della moglie non c’è posto per un altro uomo (Os 2:16-20). L’unione sessuale, il “sesso assoluto”, è il segno dell’assolutezza dell’amore.

Per un marito e una moglie che vivono nell’amore assoluto, Dio è presente in modo speciale nell’atto del matrimonio e in particolare nel luogo in cui l’amore è consumato. Per questo motivo, esso è il luogo più privato, che teniamo nascosto. La Scrittura ci insegna che il corpo umano è il tempio dello Spirito Santo, che non dovrebbe essere contaminato (1Cor 6:19). Le parti del corpo umano che sono visibili a tutti, come ad esempio, il volto, rappresentano il perimetro esterno del Tempio. L’organo sessuale, che è tenuto nascosto, rappresenta il Luogo Santissimo del nostro corpo. Nel Tempio di Gerusalemme, il Luogo Santissimo era il sancta sanctorum, dove erano custodite l’Arca dell’Alleanza e le tavole dei Dieci Comandamenti. A nessuno era permesso di entrare nel Luogo Santissimo tranne al sommo sacerdote, che entrava solo una volta all’anno per il rito del Giorno dell’Espiazione. Allo stesso modo, solo ad una persona, il coniuge, è permesso di entrare nel Luogo Santissimo del corpo umano. Ovviamente, può entrare molto più spesso di una volta all’anno!

Ezechiele riporta che quando i sacerdoti divennero corrotti e collocarono degli idoli all’interno dell’area sacra del Tempio, Dio non poté più rimanervi e lasciò il Tempio. Ciò significò che la protezione offerta dal Tempio venne meno e fu spianata la strada per la distruzione da parte dei Babilonesi. Chiunque prenda sul serio la natura sacra dell’amore conserverà allo stesso modo la purezza del proprio tempio santo. Il luogo santo dell’amore non deve mai essere contaminato. Il marito dà la chiave del proprio luogo santo ad una sola persona: sua moglie. La moglie dà la chiave del proprio luogo santo ad una sola persona: suo marito. Se qualcun altro dovesse entrare in quel luogo, esso verrebbe contaminato e Dio non potrebbe più dimorare lì. Anche se marito e moglie riprendessero il loro amore sessuale, non sarebbe più amore assoluto.

Le quattro qualità di assolutezza, unicità, immutabilità ed eternità si applicano all’amore assoluto. Proprio come Dio è unico, così è il nostro sposo.

Per un uomo, sua moglie è l’unica donna nell’universo e attraverso di lei lui può venire a conoscere il mondo delle donne. Allo stesso modo, per una donna, suo marito è l’unico uomo nell’universo ed è la porta per il mondo degli uomini.

Nonostante i nostri errori e le nostre carenze, l’amore di Dio per noi non cambia mai. L’amore assoluto ha la stessa immutabilità. Non cambia a seconda degli alti e bassi degli stati d’animo del partner. Esso è una costante, come fosse il battito cardiaco della vita di una vera famiglia. Una coppia assoluta accetta nella propria vita sia i momenti felici sia quelli difficili, come il ciclo delle stagioni. Perseverando nei momenti difficili, essi approfondiscono il loro affetto reciproco.

Poiché la nostra relazione con Dio è eterna, eterno è il nostro amore per il nostro partner. L’amore assoluto continua oltre la morte, nell’eterno mondo spirituale. Può sembrare incredibile, ma molte coppie benedette proseguono in qualche modo la vita coniugale anche dopo la morte del coniuge. Alcune vedove sperimentano di notte le carezze dei loro mariti defunti. Alcune lo incontrano in sogni o visioni. Per tali coppie, la morte non porta più con sé amarezza. Pochi di questi si risposano.

Non si può sottolineare abbastanza il fatto che l’amore assoluto è possibile solo nel matrimonio e solo quando Dio dimora nell’unione degli sposi. Quando l’amore di Dio riempie il matrimonio, non c’è vergogna, non ci sono intrighi, né secondi fini, né inganno. È un amore in totale accordo con la coscienza. È un amore sacro del quale la sessualità celebra il legame eterno e assoluto.

Molte coppie si sposano con grandi speranze, solo per ritrovarsi poi a combattere tra loro e a disinnamorarsi dopo sei o sette anni. Questo significa che il loro amore non era assoluto. Come possiamo costruire una base solida affinché l’amore di Dio possa dimorare pienamente nella nostra vita matrimoniale? Ci sono tre condizioni: 1) la Benedizione di Dio, 2) fede assoluta e 3) la purezza.

La Benedizione: il Lignaggio dell’Amore Assoluto

Il matrimonio ha bisogno della consacrazione della Benedizione di Dio per realizzare lo scopo originale secondo l’ideale di creazione. Questo perché, fino a quando gli effetti del Peccato Originale contaminano l’amore tra marito e moglie (Sal 51:5), l’ideale del vero amore è irraggiungibile anche nel migliore dei matrimoni.

Il problema del Peccato Originale è principalmente la contaminazione del lignaggio. Poiché marito e moglie portano nel loro matrimonio gli elementi dell’amore che hanno ricevuto da bambini dai loro genitori, dovrebbero avere dei buoni genitori come loro radici. Purtroppo, da quando Adamo ed Eva hanno ceduto alla tentazione di Satana e sono caduti, Satana ha occupato la posizione di falso padre dell’umanità (Gv 8:44). L’albero genealogico della razza umana si sviluppò dalla discendenza di Satana come radice. Di conseguenza, l’amore di Satana è stato tramandato attraverso la storia, contaminando l’amore che scorre in tutte le famiglie con elementi del suo egoismo, della sua arroganza e della sua ribellione.

Questa è la tragedia delle tragedie. L’atto dell’amore sessuale, che Dio ha creato quale esperienza più santa e gloriosa nella vita umana, è diventato invece l’uncino con cui Satana cattura le persone e le trascina all’inferno. Ogni grazioso nuovo bambino, concepito nel lignaggio di Satana, contiene i “geni” spirituali della sua conseguente rovina.

Risolvere questo problema fondamentale è stata la preoccupazione principale di Dio. Quando chiamò il popolo scelto, diede loro il rito della circoncisione, che simboleggiava simbolicamente il dominio di Dio sulla sfera sessuale della vita. Tuttavia, la circoncisione non rimuove il peccato originale. Solo il Messia può farlo. Perciò, Gesù dichiarò “dovete nascere di nuovo” (Gv 3:7). Nascere di nuovo significa separarsi dal lignaggio di Satana ed essere innestati nel lignaggio di Dio. Siamo come olivi selvatici che devono essere innestati in Gesù Cristo, il vero olivo (Rom 11:17).

Tuttavia, la rinascita che Gesù offre a livello individuale e spirituale è solo il primo passo. Essa ci dona l’onore di diventare figli adottivi di Dio (Ef 1:5). I figli adottati sono membri della famiglia del loro Padre celeste, ma non hanno le stesse caratteristiche interiori del Padre. In particolare, essi rimangono contaminati del peccato e nelle loro vene scorre ancora il sangue della discendenza di Satana. Nell’Era del Completo Testamento è necessario un altro innesto, questa volta a livello familiare, per portare gli esseri umani nella discendenza diretta di Dio. Come diretti figli e figlie di Dio, non dobbiamo solamente appartenere alla famiglia di Dio, ma dobbiamo anche condividere le qualità di Dio della fede assoluta, dell’amore assoluto e dell’obbedienza assoluta. Solo i figli e figlie diretti di Dio, che non hanno alcuna traccia del Peccato Originale e nessuna connessione con il lignaggio di Satana, possono possedere l’amore assoluto. La Cerimonia di Benedizione è stata istituita proprio per questo scopo, come spiegato in dettaglio nella parte che riguarda il sesto punto del Giuramento.

Fede: la Fondazione per l’Amore Assoluto

La fede assoluta è il secondo requisito per l’amore assoluto. Senza fede è quasi impossibile praticare il vero amore. Ciò che questo mondo chiama amore è passione senza fede, relazioni senza Dio.

Prendiamo in considerazione Adamo ed Eva nel loro processo di crescita nel Giardino dell’Eden. Mantenendo fede al comandamento essi si stavano preparando per realizzare l’amore assoluto come marito e moglie con al centro Dio. Tuttavia, quando persero la fede, il loro amore fu contaminato.

La fede nella parola di Dio è la base necessaria affinché marito e moglie si amino. Nelle tradizionali promesse matrimoniali, la sposa e lo sposo promettono davanti a Dio di essere fedeli l’uno verso l’altro. Giurano di amarsi e rispettarsi vicendevolmente, “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”. La misura in cui saranno fedeli alla loro promessa fatta di fronte a Dio determinerà se il loro matrimonio sopravvivrà ai periodi di crisi. La fede in Dio pone le basi per la fedeltà reciproca.

In modo simile, nel Principio Divino si parla di porre la “fondazione di fede” come condizione che precede la “fondazione di sostanza”. Sostanza, in coreano 실체 (shilchae), indica la natura e il carattere donati da Dio propri di un essere. La sostanza di una rosa include il suo colore e la sua fragranza. La sostanza di un essere umano è la sua natura divina originale. Se Adamo ed Eva avessero rispettato il comandamento di Dio, sarebbero maturati e diventati persone di sostanza (shilchae) con spiritualità divina, naturalmente capaci di manifestare il vero amore. Purtroppo, la Caduta li fece deragliare dal loro cammino di crescita. I nostri primi antenati divennero come rose appassite che emanano un odore fetido. Come frutti della Caduta, tutti gli esseri umani mancano di shilchae, il carattere e la natura necessari per l’amore assoluto. Per rimediare a ciò, Dio stabilì la religione. Il percorso di fede nella religione è volto a sviluppare nuovamente il nostro shilchae.

La fede in Dio è una forte linea di difesa, che protegge la coppia dall’infedeltà. Nessun atto segreto è nascosto agli occhi di Dio. La fede in Dio funge da bussola e guida marito e moglie a scoprire il meglio l’uno dell’altro. Nel bel mezzo di una lite, se solo sanno fare un passo indietro e sanno guardarsi con gli occhi della fede, possono vedere quanto Dio ama il loro partner e apprezzare le sue buone qualità. La fede in Dio può ancorare un matrimonio rivelandone il suo scopo più alto. Come scrisse Antoine de Saint-Exupéry, aviatore francese e autore de Il Piccolo Principe, “Amore non è guardarsi a vicenda; è guardare insieme nella stessa direzione”.

Purezza: preparazione per l’Amore Assoluto

La purezza sessuale prima del matrimonio è una preparazione essenziale per l’amore assoluto nel matrimonio. Le esperienze sessuali prematrimoniali rendono il cuore e l’anima insensibili all’alta e nobile emozione dell’amore assoluto. Poiché non c’è impegno, la sessualità al di fuori del matrimonio funziona in modo molto diverso dalla sessualità all’interno del vincolo matrimoniale. L’affetto ed il legame sessuale non impegnati mascherano solamente l’emozione di insicurezza di fondo; si stabiliscono dei taciti impegni che i giovani non sono disposti ad affrontare; si può creare un falso senso di intimità; ciò conduce a sensi di colpa per aver usato l’altro o alla vergogna di essere stati usati. Gli inevitabili fallimenti lasciano dietro di sé angoscia, senso di colpa, dolore, rabbia e perdita di rispetto verso sé stessi. Questo può portare ad una persistente sfiducia verso le persone del sesso opposto. In seguito, quando questi giovani entrano nella dimensione del matrimonio, continuano a rivedere l’immagine di precedenti partner e sono soggetti ad inevitabili confronti. I fallimenti delle precedenti relazioni possono spianare la strada ad un possibile divorzio.

Inoltre, la sessualità senza impegno corrompe l’anima. Conduce gli uomini a svalutare le donne a oggetti sessuali e quindi a svalutare anche se stessi per averle usate. Aggrava l’egocentrismo e rende il comportamento volgare. Un sondaggio condotto con studenti dell’Università della California ha rivelato che circa la metà degli intervistati ha ammesso di aver mentito per ottenere ad un rapporto sessuale e un quarto degli uomini coinvolti in relazioni sessuali con più di una persona nello stesso periodo ha dichiarato che i loro partner sessuali non ne erano a conoscenza. In un altro sondaggio rivolto a studenti maschi testati per l’AIDS, il 25% ha dichiarato che se fossero sieropositivi non lo direbbero mai ai propri partner sessuali21.

Dio avvertì Adamo ed Eva di non mangiare il “frutto” per il loro bene, per tenerli sulla strada del vero amore. Dio li aveva avvertiti, perché sapeva che l’amore illecito avrebbe danneggiato il loro spirito e reso impossibile un vero matrimonio. Dopo che furono caduti, la Bibbia rivela che la loro vita matrimoniale fu caratterizzata da vergogna (Gen 3:7-8), mancanza di fiducia (Gen 3:9-10), accusa reciproca (Gen 3:12) e dominazione (Gen 3:16). Dopo che ebbero perso la loro purezza, non furono più in grado di ritrovare l’amore assoluto.

Le giovani generazioni di oggi si concedono al sesso libero con molti partner. Cosa motiva questo loro agire? Il sesso può essere un divertimento oppure un modo per essere popolari, per guadagnare autostima, per ribellarsi al controllo dei genitori. Qualunque siano i motivi apparenti, la radice del sesso libero è la seduzione di Satana su Eva. Satana tentò Eva, dicendole che non aveva bisogno di essere responsabile, che avrebbe dovuto liberarsi dal comandamento di Dio, che avrebbe gustato il delizioso sapore del frutto, che avrebbe potuto essere come Dio e molte altre bugie. I giovani si abbandonano al sesso libero per gli stessi motivi. La causa è piuttosto chiara. Il sesso libero affonda le radici nella relazione illecita di Satana con Eva, che Eva poi moltiplicò quando tentò Adamo.

Il sesso libero sfrenato di oggi è un fenomeno degli Ultimi Giorni, in cui Satana si scatena per operare i suoi inganni sulla terra per l’ultima volta (Ap 20:7-8). Non possiamo permettere che questa tendenza vada avanti. Padre Moon ci avverte che, se questa continuerà, l’epidemia di HIV, che ora affligge già più di 40 milioni di persone, alla fine potrebbe infettare e uccidere due terzi della popolazione mondiale. Non c’è tempo da perdere! Dobbiamo diffondere il messaggio di purezza e “sesso assoluto” alla gioventù del mondo.

L’amore assoluto nella famiglia è la prima e la più importante di tutte le leggi del Regno dei Cieli22. La cultura del Regno di Dio è costruita su questa etica solida come la roccia: gli adolescenti mantengono la loro purezza e le coppie praticano il “sesso assoluto”.

Obbedienza Assoluta

Gli americani individualisti non amano la parola “obbedienza”. Troppo spesso è stata abusata per giustificare la sottomissione ad un’autorità oppressiva e lo sfruttamento a vantaggio di coloro che governavano. Tuttavia, per le persone di fede che stanno già cercando di mettere Dio al centro delle loro vite, i problemi dell’oppressione e dello sfruttamento sono irrilevanti. Dio è un Dio d’amore e i credenti confidano che Dio non chiederebbe mai loro di fare qualcosa che non sia per il loro beneficio. Tuttavia, le persone che hanno esperienze negative con figure d’autorità nelle loro vite, specialmente con i propri genitori, possono proiettare queste immagini di autorità oppressiva su Dio. Peggio ancora, alcuni capi religiosi hanno abusato della loro posizione consacrata per servirsi e abusare di persone che si fidavano di loro come rappresentanti di Dio.

Tuttavia, i comandamenti di Dio, il nostro Genitore celeste, sono immancabilmente buoni (Sal 19:7-11). Per le persone di fede, la giustezza dei comandamenti di Dio non è in discussione. Piuttosto, la sfida dell’obbedienza sta nel fare ciò che sappiamo essere giusto. Il nostro comportamento è in linea con la nostra fede? Molte persone affermano di avere fede, eppure il loro comportamento non è diverso da quello dei non credenti. L’apostolo Giacomo rimproverò tali persone, dicendo: “la fede senza le opere è morta” (Giac 2:26). L’obbedienza è difficile perché spesso richiede sacrificio. San Paolo predicò:

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale – Rom 12:1

Egli disse ciò in tutta sincerità e dimostrò quello standard di obbedienza nella propria vita, affrontando persecuzione, imprigionamento e naufragio. L’obbedienza richiede la negazione di sé. Gesù, che “imparò l’ubbidienza dalle cose che dovette patire” (Eb 5:8), diede un duro monito su questo punto:

Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà – Mc 8:34-35

Molti cristiani hanno seguito questo comandamento alla lettera, morendo come martiri al servizio di Cristo. Cosa pensate che Dio abbia sentito nel guardare questi credenti morire? Sicuramente gli occhi di Dio si sono riempiti di lacrime, soffrendo con i Suoi figli che percorrevano quel corso difficile, ma si è sentito anche grato a loro per aver compiuto il loro massimo sacrificio come offerta storica per far progredire il Regno.

La religione dell’Islam, il cui nome significa “sottomissione”, riconosce l’obbedienza come elemento determinante della virtù di una persona. Il Corano dichiara: “Invece coloro che sottomettono ad Allah il loro volto e compiono il bene, avranno la ricompensa presso il loro Signore, non avranno nulla da temere e non saranno afflitti”23. Gli inevitabili sacrifici e le prove che ne conseguono vanno accolti come segni di vera sottomissione. L’obbedienza si estende anche alla jihad, quando questa dottrina è capita nel suo significato originale. Il profeta Maometto insegnò la Jihad come il mettere a rischio la propria vita nella difesa della fede, in un momento in cui la piccola comunità islamica stava lottando contro insuperabili avversità. Prevedendo che il martirio sarebbe stato necessario per far sì che la fede sopravvivesse, una volta disse: “Sappiate che il Paradiso giace sotto l’ombra delle spade”24, intendendo con ciò l’ombra della spada del nemico calata sul proprio collo. Maometto non ha mai predicato l’insegnamento perverso di alcuni Imam moderni che approvano l’assassinio di non credenti innocenti.

Il coreano ha due diversi termini per obbedienza: 순종 (sun jong) e 복종 (pok jong). Il primo indica la semplice obbedienza che una moglie ha verso il marito o che un dipendente ha verso il suo capo; è lieve perché c’è una certa libertà d’azione e valutazione riguardo a come questi doveri vengono adempiuti. Pok jong, d’altra parte, descrive il tipo più severo di obbedienza, come in circostanze estreme in cui l’obbedienza comporta anche il rischio della vita. Descrive anche una sottomissione dolorosa, persino disonorevole da rispettare. Il Giuramento della Famiglia usa il termine pok jong. Esso ci chiede di prestare seria attenzione ai comandi di Dio e di sforzarci di realizzarli anche a rischio della nostra vita. Non è forse ciò che Gesù richiese nel passaggio del vangelo di Marco sopra citato?

Potrebbe sembrare più difficile vivere sotto il giogo dell’obbedienza piuttosto che essere fedeli a Dio come individui indipendenti. Tuttavia, la strada dell’individualismo è più pericolosa; chi la percorre rischia di allontanarsi dal sentiero della volontà di Dio e di perdere tutto.

Gesù diede altre “dure parole” per sottolineare la severità della obbedienza assoluta:

Chi si mette all’aratro e poi si volta indietro non è adatto per il regno di Dio – Lc 9:62

Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo – Lc 14:26

Intendeva con ciò che una rigorosa obbedienza richiede la negazione di ogni pensiero individualistico – piani privati, punti di vista personali, amori e odii.

Padre Moon spiega:

Seguire il vostro pensiero vi porta a stare nella posizione di avere un secondo soggetto. Il secondo soggetto è Satana, così diventate l’oggetto di Satana. Se insistete secondo il vostro modo di pensare come fondazione, ponete le condizioni perché Satana vi possa dominare.25

Questo comunque non significa che dobbiamo smettere di pensare. Lungi da ciò! Per onorare la nostra obbedienza è necessario prestare il pensiero più serio e l’azione più determinata.

Qui ci sono altre parole di Padre Moon sull’obbedienza e sulla sofferenza che mostrano ulteriormente l’assolutezza di pok jong:

Quanto è complicato il processo per riportare una persona morta in vita? Dato che non conoscete i particolari di questo difficile procedimento, l’obbedienza è la via più saggia.

Coloro che prendono responsabilità per la volontà di Dio non dovrebbero mai desiderare le comodità. Dio vi fornisce un addestramento più rigido di quello che vi darebbe Satana, affinché Satana non sia mai in grado di sconfiggervi.

Dio ha sempre mandato i Suoi uomini fidati attraverso i sentieri più ripidi. Molte delle persone che Dio ha amato sono state sacrificate.

Non lamentatevi contro Dio. La vostra lamentela potrebbe diventare un peccato.

Difficoltà e dolore non sono miei nemici, ma la materia che può determinare un grande valore.

Solo coloro che hanno trionfato sulle sofferenze dell’inferno possono entrare il Regno dei Cieli.

Se lo standard della mente di un individuo differisce quello della volontà di Dio, questa persona soffrirà dolore e conflitto interiore nella sua vita. Perciò, la religione ha aperto la strada del sacrificio e della perseveranza. Nessuno ha portato a termine un obiettivo buono senza perseveranza.26

Nonostante la sua durezza, la strada dell’obbedienza non deve essere una scusa per negare i propri bisogni. L’abnegazione non è una giustificazione a trascurare sé stessi o a permettere che gli altri vengono maltrattati. Non è una scusa per ignorare la nostra salute, dato che abbiamo bisogno un corpo sano e forte per fare il lavoro del Signore (1Cor 9:25-27).

Lo stesso vale per l’obbedienza a livello familiare. Tra i primi cristiani, molti trascurarono le loro famiglie per seguire la nuova fede. San Paolo non si sarebbe comportato così: “Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele” (1Tim 5:8). L’obbedienza a Dio non è una giustificazione a sottrarsi ai doveri familiari.

L’obbedienza alla volontà di Dio potrebbe richiedere di sopportare difficili circostanze, ma non per sempre. Gesù, Paolo e altri eroi della fede ottennero la vittoria attraverso il loro corso pieno di sacrifici. L’obbedienza dà gloria a Dio: “A causa della bella prova di questo servizio essi ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza” (2Cor 9:13). L’obbedienza purifica l’anima (1Pt 1:22) e, come scrisse San Paolo, “l’obbedienza […] conduce alla giustizia” (Rom 6:16). Inoltre, l’obbedienza aiuta gli altri, come fece Cristo con la sua obbedienza: “per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rom 5:19). L’obbedienza insegna il vivere per il bene degli altri, l’etica centrale del vero amore.

Il Lavoro Interiore dell’Obbedienza

In Oriente, realizzare in maniera perfetta ciò che ci è richiesto dal dovere è considerata una grande virtù. Non è una questione semplice, né di poco conto, poiché coltivare la forza di carattere richiede sforzo. Secondo la filosofia confuciana, l’uomo superiore raggiunge uno stato di calma interiore, anche nell’affrontare i doveri verso il mondo esterno richiesti dalla sua posizione. Egli è padrone di sé proprio perché può far fronte a qualsiasi sfida o circostanza il suo dovere richieda. Confucio scrisse:

L’uomo morale si adatta alle circostanze della vita; non desidera nulla al di fuori della sua posizione. Se egli si trova in una condizione di ricchezza e onore, vive nella maniera di una persona che ha vissuto in ricchezza e onore. Nel caso si trovi in una condizione povera e in circostanze umili, si adegua a tali condizioni e vive come una persona povera. Se si dovesse trovare in paesi non civilizzati, la sua vita diventa quella di un abitante di quei paesi. Trovandosi in situazioni pericoloso e difficili, si comporta secondo ciò che è richiesto ad un uomo in tali circostanze. In breve, per l’uomo morale non ci sono situazioni nella vita nelle quali egli non è padrone di sé. Egli mette da parte il suo stile di vita e non cerca niente dagli altri; dunque non ha nulla di cui lamentarsi. Non si lamenta verso Dio e nemmeno impreca contro gli uomini. Quindi, l’uomo morale vive il tenore della sua vita, aspettando pazientemente la chiamata di Dio, mentre la persona volgare prende la strada pericolosa, in balia degli incerti mutamenti della sorte. – il Giusto Mezzo 1427

Un secondo aspetto del lavoro interiore dell’obbedienza è il raggiungimento di ciò che Padre Moon chiama il “punto zero”, punto di totale negazione di sé. Questo è un concetto simile al precetto buddista del “non sé” (anatta). Il Buddismo riconosce che il sacrificio di sé per il raggiungimento di un obiettivo spirituale può essere distorto e diventare orgoglio spirituale o arroganza. Di conseguenza, un autentico buddista fa di tutto per superare l’ego e ciò lo potrebbe portare a raggiungere lo stato di illuminazione del non-ego. Qui mostriamo le parole di Buddha:

Colui che non ha alcun pensiero di “io” e di “mio” riguardo alla sua mente e al suo corpo, colui che non si preoccupa per ciò che non ha, è, indubbiamente, un monaco.28

Lo stesso insegnamento si presenta nell’Induismo, nel Bhagavad-Gita:

Coloro che rinunciano a tutti i desideri egoistici e fuggono dalla gabbia egoistica dell’”io” e del “mio” sono per sempre liberi, per essere uniti al Signore.29

In modo simile di esprime il saggio taoista Chuang Tzu:

L’uomo della Via non conquista fama alcuna, la virtù più elevata non vince alcun guadagno; Il Grande Uomo non ha alcun sé.30

Una persona che fa di sé stesso un’offerta totale si arrende alla volontà di Dio e non ha consapevolezza della propria volontà. Non oppone resistenza al suo destino, dovesse questo essere anche la morte. Isacco fu un grande esempio di totale negazione di sé, quando si affidò alle mani di suo padre per esser sacrificato sul monte Moria.

Una persona che offre sé stessa non si lamenta della propria situazione; da qui viene il detto “un’offerta non ha bocca”. Invece di lamentarsi, vede le difficoltà come espandono la portata della sua offerta. Sviluppare una mente tale da poter offrire sé stessi, non una volta, ma ripetutamente, è l’addestramento di un santo.

Un terzo aspetto del lavoro interiore dell’obbedienza è la perseveranza. In particolare, la maggior parte delle persone, quando si trova ad affrontare prove e difficoltà che sembrano non avere fine, non ha più forza e fallisce. Non importa quando forte una persona sia, c’è un limite a ciò che può sopportare.

La chiave della perseveranza sta nella nostra relazione con Dio. Come scrisse Isaia,

Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi. – Is 40:30-31

Dio è la fonte inesauribile di potere. Dio continua a dare incessantemente, nonostante le innumerevoli delusioni. Anche sapendo questo, se desideriamo dare allo stesso modo, dovremmo conoscere il motivo per cui Dio persevera e continua ad investire in noi.

Gesù Cristo soffrì la derisione, la flagellazione e una morte terribile per crocifissione. Senza dubbio provò un dolore lancinante quando le sue mani furono trafitte dai chiodi. Ma il suo più profonda pena, evidenziata dal suo pianto per Gerusalemme (Lc 19:41-44), era la mancanza di fede delle persone. Essa gli impedì di realizzare il desiderio di Dio, il Regno di Dio in terra, durante il corso della sua vita. Gesù capì poi che il suo sacrificio era l’unico corso rimasto per poter redimere il peccato e si decise a percorrere la strada della croce. Sta perciò scritto che Gesù “imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì” (Eb 5:8). Tuttavia, il motivo che lo portò a fare questa scelta fu il suo amore per i peccatori e per Dio.

Allo stesso modo, il motivo per cui Dio ha sopportato tutte le difficoltà e gli ostacoli e ha perseverato sta nel Suo cuore di vero amore nei confronti dell’umanità. Per questo, Dio continua a trattenere le lacrime di delusione e dolore. Dio si rattrista nel pensare a coloro che hanno peccato e hanno tradito la Sua fiducia – Adamo, Giuda, Giovanni Battista – e piange per i santi, i profeti e i martiri che hanno sofferto e sono morti nel loro amore per Dio.

Quando preghiamo Dio per conoscere il Suo cuore e quello di Gesù, possiamo scoppiare a piangere, versando lacrime in maniera incontrollata. Possiamo così scoprire la dolorosa situazione di Dio, che sta dietro al Suo amore e al Suo investimento in noi. Sperimentare il dolore di Dio e di Gesù può suscitare un’enorme forza interiore. Noi non soffriamo da soli; la nostra sofferenza nel portare avanti la volontà di Dio si fonde con quella che Dio ha sperimentato nel salvare l’umanità. Ci connettiamo alla sorgente del potere di Dio – il vero amore – e otteniamo forza.

Obbedienza e Amore in una Vera Famiglia

Nel chiamare qualcuno ad una missione, Dio ricopre questa persona dell’amore e della consolazione dello Spirito Santo, portando il suo cuore alla commozione e suscitando obbedienza spontanea. Il vero amore è la motivazione centrale dell’obbedienza. La persona chiamata sente il grande onore di obbedire a Dio, fonte di tale amore. Non vi è alcuna coercizione o obbligo. La persona si rende volontariamente disponibile ad obbedire la chiamata del vero amore, come mostra il profeta Isaia, “Eccomi, manda me!” (Is 6:8). Il vero amore di Dio continua a nutrirlo nell’affrontare le sfide, tenendolo sul cammino dell’obbedienza, come descrisse Paolo:

Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: “Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello”. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. – Rom 8:35-39

Nella famiglia, l’obbedienza funziona allo stesso modo. Siamo rapiti dalle parole, colme di vero amore, del nostro sposo. Dobbiamo solamente ascoltare, credere e obbedire. Chi può giudicare una richiesta, quando arriva dal vero amore? Al contrario, quando la moglie giudica il marito con il vero amore, egli la ascolterà umilmente. Allo stesso modo, se i genitori impartiscono l’educazione con vero amore, i figli seguiranno le loro indicazioni non solo perché le parole dei genitori hanno una certa autorità, ma perché spinti dal loro stesso esempio. Il vero amore suscita obbedienza disposta.

Invece, cosa accade quando l’obbedienza a Dio sembra cozzare con l’amore verso lo sposo e la famiglia? Alcune tradizioni cristiane richiedono il celibato, e in parte ciò è dovuto al fatto che preti, monaci e suore celibi possono dedicare il 100% delle loro energie al servizio di Dio. Come disse Paolo “chi non è sposato si preoccupa delle cose del Signore, come possa piacere al Signore; chi è sposato invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere alla moglie, e si trova diviso!” (1Cor 7:32-34).

Nelle famiglie in cui “gli interessi sono divisi”, la moglie potrebbe opporsi al marito se questo rifiuta un lavoro ben pagato per fare il lavoro del Signore. Oppure, il marito potrebbe supplicare sua moglie di non partire in missione per un tour verso paesi lontani. La implorerà con le lacrime agli occhi dicendo “Ti amo, mi mancherai, non andare!”. Un figlio potrebbe convertirsi con tanto ardore ad una fede e rifiutare la religione (o la non religiosità) dei suoi genitori, i quali, colti dall’ira, potrebbero disconoscerlo. Quando la volontà di Dio crea divisione all’interno di una famiglia, essa porta giudizio a quella famiglia. Tutto ciò è lontano dallo standard di una vera famiglia. Gesù, vedendo situazioni del genere, disse:

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me – Mt 10:34-37

Tuttavia, in una vera famiglia non c’è distanza tra amore e obbedienza. In una vera famiglia, Dio sta in cima. Perciò non ci può essere alcun conflitto tra i desideri di Dio e quelli dei membri della famiglia. Anche se i membri della famiglia potrebbero avere difficoltà nel seguire le indicazioni di Dio, lo accettano e ne condividono il peso. Gesù stava descrivendo lo standard di una vera famiglia quando disse “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? […] Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre” (Mc 3:33-35).

Nella storia della Chiesa dell’Unificazione, il Padre chiamò diverse volte le mogli ad andare in missione per tre anni, lasciando il proprio marito e i propri figli a casa. Quando una donna di tale fede va in missione obbedendo alla chiamata di Dio, porta una seconda croce – la croce dell’amore. In aggiunta alla croce della missione e delle sue difficoltà, trascina dietro di sé il desiderio di rivedere i suoi figli e suo marito. I suoi amati che rimangono a casa affrontano allo stesso modo un corso di obbedienza, sopportando la mancanza della madre e moglie. Queste famiglie possono raggiungere lo standard dell’obbedienza assoluta, fondata sul vero amore.

In tali famiglie unite nel servizio di Dio possiamo riconoscere uno standard più elevato rispetto ad un prete celibe o un giovane non sposato. L’obbedienza di una persona singola, per quanto devota e determinata, è ad una dimensione. Non possiede la qualità dell’assolutezza, che solo l’amore può conferire.

Nel piano di Dio, Adamo ed Eva avrebbero dovuto perfezionare la fede e l’obbedienza allo scopo di raggiungere il vero amore. La loro mente avrebbe dovuto essere piena di fede per superare lo scoglio dell’amore e avrebbero dovuto rafforzare l’obbedienza per vincere la tentazione del serpente che minacciava di corrompere il loro amore. L’obbedienza insegna le virtù dell’autocontrollo e del sacrificio, importanti requisiti per una vita d’amore. In breve, l’obiettivo dell’obbedienza assoluta è l’amore assoluto. Sulla fondazione della loro obbedienza, Adamo ed Eva sarebbero dovuti crescere fino alla maturità, diventando persone pienamente in grado di amare Dio, di amarsi l’un l’altra, amare la creazione e quindi costruire una vera famiglia.

Lo stesso principio si applica oggi, con gli insegnamenti di Dio. Il punto di partenza è la fede: crediamo in Dio e capiamo i valori della vera famiglia. Il passo seguente è l’obbedienza: ci sottomettiamo alla volontà di Dio e pratichiamo i valori della vera famiglia. Grazie alla fede e all’obbedienza diventiamo persone dal carattere perfetto, in grado di amare in maniera autentica. Possiamo così costruire vere famiglie, in cui fede, amore e obbedienza sono legati insieme e riflettono la fede, l’amore e l’obbedienza di Dio. Quando questi tre valori sono ugualmente maturati in tutte le direzioni – sopra e sotto, destra e sinistra, davanti e dietro – diventano assoluti.

L’Ideale di Dio e degli esseri umani uniti nell’Amore

E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore. – 2Cor 3:18

E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. – Gv 17:22-23

In quanto essere umani caduti, conosciamo Dio in maniera superficiale. Non sperimentiamo appieno l’amore di Dio che avvolge i nostri corpi e che innalza le nostre anime in cielo. Al massimo, cogliamo un assaggio della Sua gloria e un abbaglio della sua grazia. Guardiamo Gesù, che dichiarava con sicurezza che Dio era pienamente presente in lui, “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14:9). Confrontando noi stessi con Gesù non possiamo non accorgerci del divario. Nel guardare Gesù, quella distanza diventa un enorme abisso.

Gesù ci innalza nello Spirito e continua a pregare – come si vede in Giovanni 17 – che noi possiamo unirci perfettamente a lui e a Dio, in modo da diventare una cosa sola. Tuttavia, quell’unità ci continua ad eludere. Persone di ogni religione si dedicano alla meditazione, alla preghiera e al digiuno nella speranza di raggiungere l’unità con il divino, ma pochi riescono a tagliare il traguardo. Nemmeno la chiesa ha raggiunto l’unità; la famiglia cristiana di oggi è segnata da divisioni e discordie. Come può l’umanità entrare nella perfetta unità promessa da Gesù?

Il sentiero alla completa unità, un tempo nascosto, è ora rivelato nella nuova dispensazione dell’Era del Completo Testamento. La sorprendente verità è questa: ci vuole una famiglia per raggiungere completa unità con Dio. Un individuo da solo non può farcela. Così come la Caduta dell’Uomo è avvenuta tramite la corruzione della famiglia, allo stesso modo l’unità viene raggiunta attraverso la realizzazione l’ideale della famiglia centrata su Dio. Dal momento che l’essenza di Dio è l’amore, la perfetta unità con Dio può essere raggiunta solo quando l’amore dell’uomo è in risonanza al 100% con l’amore di Dio, verticalmente e orizzontalmente. Un tale livello di amore è realizzato solamene in una vera famiglia.

Conoscendo questa verità, veniamo a scoprire un significato nuovo e più profondo della preghiera di Gesù per la sua chiesa in Giovanni 17: “perché siano come noi una cosa sola”. In Efesini 5, il matrimonio è paragonato all’unione di Cristo con la chiesa. Perciò, la chiave dell’unità con Dio e Gesù è l’unità nella famiglia. L’unità di Dio esiste nell’unità della famiglia divina: Padre, Figlio e Spirito Santo. Allo stesso modo, gli esseri umani diventano perfettamente uniti a Dio quando i loro matrimoni e le loro famiglie sono perfettamente uno e sono riempite dal vero amore di Dio.

Abbiamo già discusso come una vera famiglia prende da Dio le caratteristiche dall’assoluta fede, dell’assoluto amore e dell’assoluta obbedienza. A questo livello, la famiglia entra in perfetta risonanza con il vero amore di Dio. Amandosi reciprocamente come marito e moglie, genitori e figli, nonni e nipoti, fratelli e sorelle, i membri della famiglia rappresentano l’unità presente in Dio – l’unità delle caratteristiche delle caratteristiche duali di yang e yin, l’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Vivendo in tale amore, vengono plasmati a somiglianza di Dio e risplendono della gloria di Dio. In tale stato, divinità e umanità, cielo e terra, sono in perfetta armonia. Lì si trova l’ideale di Dio e degli esseri umani uniti in amore.

Una Mente, una Carne, un Corpo

Nel Giuramento della Famiglia, l’espressione 신인애 일체 이상 (shinin-e il-chae i-sang) dovrebbe essere analizzata come “unità (일체) ideale (이상) di Dio (신) e degli esseri umani (인) in amore (애)”. Il fulcro di questa espressione è 일체 (il-chae), una parola che letteralmente significa “un corpo”. Più precisamente, il chae è l’unità della Base delle Quattro Posizioni: Dio, marito, moglie e figli uniti come fossero una cosa – in una vera famiglia centrata su Dio.

Padre Moon ha spiegato l’unità familiare con l’insegnamento di 일심, 일신, 일체 (il shim, il shin, il chae): Una Mente, Una Carne, Un Corpo. Una Mente, 일심 (il shim) significa che marito e moglie hanno ciascuno raggiunto individualmente l’unità tra mente e corpo. Una Carne, 일신 (il shin), descrive la loro unione nell’amore coniugale. Un Corpo, 일체 (il chae) è l’unità che ne risulta a livello familiare.

Una Mente

Il primo passo è Una Mente (il shim): l’unità della mente e del corpo. Questa terminologia deriva dal concetto, espresso nel Principio Divino, che il corpo è un “seconda mente”, e.g., ha una propria mente31. Perciò, a meno che la nostra mente e il nostro corpo diventano come una sola mente, siamo combattuti nel seguire due direzioni diverse. Questo è il conflitto tra lo spirito e la carne, vivamente descritto da San Paolo, “acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Sono uno sventurato!” (Rom 7:22-24).

figura 14

Figura 14: Una sola mente, una sola carne, un solo corpo

Di conseguenza, marito e moglie dovrebbero entrambi essere individui maturi che si comportano secondo le direzioni della loro coscienza. Vivono seguendo la mente superiore, frenando quei desideri che non sono in accordo con lo Spirito e la volontà di Dio. Sono guidati dalla fede e hanno autocontrollo nei loro comportamenti.

Il conflitto tra mente e corpo distrugge il matrimonio. Una moglie amorevole si trova improvvisamente davanti alla situazione del marito, che, a causa della sua natura caduta, diventa violento in preda alla rabbia oppure prova desiderio ardente per un’altra donna. Il giorno successivo, il marito torna in sé stesso, amorevole, responsabile, ma le ferite del giorno prima rimangono ancora aperte. Un marito che ha sempre ammirato la moglie per la sua fede e il suo servizio verso la chiesa rimane scandalizzato dalla sua malevolenza nei confronti della moglie del pastore. Successivamente, la moglie ritorna in sé, ma la sua reputazione è danneggiata.

Una Carne

Quando marito e moglie si sposano, dovrebbero diventare Una Carne (il shin), come indicato nelle Scritture (Gen 2:24). Una carne significa l’unione coniugale, ma non riguarda solo l’unione dei corpi. La vera unità in amore è basata sull’unione spirituale. Tuttavia, il matrimonio tra due persone che non hanno raggiunto l’unità mente-corpo è in realtà composto da quattro entità: la mente del marito, il corpo del marito, la mente della moglie e il corpo della moglie, ognuna delle quali tira e spinge in direzioni diverse. La vera unione coniugale è l’unità di un uomo e di una donna che hanno entrambi raggiunto lo stato di Una Mente (il shim). Allora possono diventare completamente Una Carne (il shin).

D’altra parte, è esattamente nel momento in cui avviene l’unione matrimoniale che l’unità tra mente e corpo è realizzata completamente. La sessualità è una creazione di Dio, ideata per la completa soddisfazione dell’amore e della gioia. In un matrimonio con una buona vita sessuale, non vi è frustrazione dei propri desideri corporei. Invece, il prete celibe o il monaco continuano a lottare per reprimere la propria sessualità, che cerca il modo di esprimersi; in questa maniera, non è possibile raggiungere una completa unità mente-corpo. Questo è il motivo per cui Paolo disse “è meglio sposarsi che ardere” (1Cor 7:9). Nell’amore coniugale, l’autocontrollo esercitato da un marito e una moglie maturi si allenta naturalmente e raggiunge il suo scopo.

Dopotutto, le leggi morali e le regole non sono fini a loro stessi. Il loro scopo è di preparare le condizioni che danno vita al vero amore. Nella stanza matrimoniale, l’atto d’amore non osserva le regole del decoro. È spontaneo, non vi sono limitazioni e percorre la distanza più breve. Padre Moon scherza dicendo che quando il marito torna a casa dal lavoro, sudato e sporco, la sua amata moglie non dovrebbe insistere che si faccia il bagno prima di fare l’amore. All’amore non importano la sporcizia e l’odore. È questa una ragione nascosta per cui Dio ha posto gli organi sessuali così vicino al luogo dell’urinazione e della defecazione? La sacralità dell’amore trascende i sensi. Diventare Una Carne possiede questa qualità assoluta.

Un Corpo

L’unione coniugale tra marito e moglie nel vero amore riflette e amplifica l’unità tra le caratteristiche duali di mascolinità e femminilità presenti in Dio. Dio risuona con la sua gioia e aggiunge il Suo amore al loro. Quando Dio scende e partecipa nella loro unione, marito e moglie diventano Un Corpo (il chae). Da quel momento in avanti, formano una vera famiglia unita con Dio, vivendo e muovendosi insieme, come un’unica entità32. Questo è il concetto della Base delle Quattro Posizioni33.

In che modo la famiglia diventa Un Corpo? Tutte la basi della quattro posizioni, in questo caso la famiglia, si estendono in tre dimensioni e ruotano attorno a Dio. Nel diagramma sopra, Dio è un punto, avente zero dimensioni. L’uomo e la donna come individui formano ciascuno una relazione con Dio, rappresentata nel diagramma da una linea diagonale (una dimensione). Nella vita religiosa, un individuo sviluppa la fede verticale e si rivolge a Dio come unico Soggetto; e questo punto diventa Una Mente con Dio. Quando aggiungiamo la relazione marito-moglie e le due persone diventano Una Carne, formano un triangolo in un piano a due dimensioni. La relazione di coppia può muoversi liberamente sul piano che si è formato, dando origine a ciò che il Principio Divino chiama “movimento circolare”. Infine, la relazione della coppia con Dio crea un movimento in tre dimensioni. Come Un Corpo (il chae), formano ciò che potremmo assimilare ad una sfera. In tal modo, il loro amore può abbracciare l’intero universo.

Nel mondo spirituale, una famiglia centrata su Dio appare letteralmente come Un Corpo. In questo passaggio tratto dal suo racconto dal mondo spirituale, Sang Hun Lee descrive questa completa unione, innanzitutto tra marito e moglie, poi tra padre, madre e figlio:

Quando [marito e moglie] sono innamorati e uniti, non c’è distinzione tra soggetto e oggetto. Diventano totalmente un corpo. Inoltre, l’amore di Dio ricopre il loro amore, in modo che l’unica cosa che riusciamo a vedere è una luce splendente…

Anche se sono tre persone distinte – padre, madre e figlio – non appaiono separati quando sono uniti nell’amore. La loro unione può essere manifestata dall’immagine del padre, dall’immagine della madre o dall’immagine del figlio. Quando però cominciano a parlarsi l’un l’altro, sono nuovamente visibili come persone distinte. Il compimento della base delle quattro posizioni sta a significare che se siamo uniti con Dio al centro, saremo un corpo con Dio. Quando questo avviene, non si distinguono più quattro entità separate, anche se questo è ciò che vediamo sulla terra.34

Dal punto di vista dell’uomo, tutti i membri della famiglia sono uniti nel loro cuore a Dio. Le loro menti sono unite a quella di Dio. Le loro azioni sono ciò che Dio vorrebbe che facessero. Il loro più profondo desiderio è di fare la volontà di Dio. E la compresenza di Dio garantisce che la famiglia continuerà in eterno.

Dal punto di vista di Dio, una vera famiglia è in grado di fornire a Dio un corpo, attraverso il quale può manifestarsi nel mondo fisico ed esercitare il Suo dominio d’amore. Dio in sé non possiede un corpo e può ottenerlo attraverso i Suoi figli, figlie e nipoti, quando sono uniti in una vera famiglia che è diventata Un Corpo. Una vera famiglia è il perfetto contenitore nel quale l’amore di Dio può risiedere, in cui Egli è in perfetta risonanza con i diversi tipi d’amore che si manifestano nella famiglia. È in una tale famiglia che Dio può realizzare lo scopo della creazione.

Purtroppo, dal momento della Caduta di Adamo ed Eva, nessuna famiglia ha raggiunto lo stato di Un Corpo. Non c’è mai stata una famiglia in cui Dio potesse vivere; mai una famiglia con la quale Dio potesse completamente condividere il Suo amore in tutte le Sue dimensioni. Il Padre Celeste ha sempre voluto condividere l’amore con i Suoi figli e i Suoi nipoti. Ma Satana rapì e corruppe l’intera razza umana, lasciando Dio privo di figli da amare.

Dio desiderava anche sperimentare l’amore con la Sua sposa (Eva), amandola spiritualmente attraverso Adamo. Ma Satana se la portò via. Dio poté amare Gesù come Suo figlio, ma Gesù non si sposò e Dio non poté amare sua moglie. Senza una vera famiglia, l’amore di Dio rimane incompleto. Nella vera famiglia che diventa Un Corpo, Dio può amare Suo figlio, Sua moglie e i Suoi figli e nipoti.

Di conseguenza, Dio perfeziona il Suo amore condividendolo con i membri della famiglia umana. I membri della famiglia perfezionano il loro amore mettendo Dio al centro, La moglie perfeziona il suo amore attraverso suo marito e il marito attraverso la moglie. I genitori sviluppano il loro amore allevando i figli e i figli lo fanno amando i loro genitori. L’intera famiglia manifesta l’amore di Dio alle altre famiglie e alla creazione. Una vera famiglia vive in questa meravigliosa realtà, come un Corpo.

Nel vero amore, tutti hanno uguale potere, uguale partecipazione e uguale senso di proprietà. Ciascun membro della famiglia guida e segue gli altri, secondo la corrente dell’amore. Per alcuni aspetti, il marito è a capo della famiglia. La moglie è non conosce rivali in cucina. Il giorno del loro compleanno, i figli diventano principi e principesse e i genitori li ricoprono di regali. Anche Dio è pari. Come tutti i nonni, Dio si compiace nell’offrire ai Suoi nipoti ogni sorta di capriccio! Questo è ciò che il Principio Divino chiama lo Scopo dei Tre Oggetti e ciò che il terzo punto del Giuramento definisce come le Tre Grandi Sovranità.

Potremmo chiamare questa famiglia una famiglia da “Genesi 1:28”. Nella Genesi, Dio diede ad Adamo ed Eva le Tre Grandi Benedizioni: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate[la]”. Essere fecondi significa raggiungere l’unità mente-corpo come individuo di vero amore (vedi Gv 15:5); tale persona è diventata Una Mente. Moltiplicarsi significa unirsi con lo sposo nell’unione coniugale, come Una Carne. Avere dominio significa esercitare il governo amorevole e creativo di Dio sulla creazione, come rappresentanti visibili del Dio invisibile. Dio esercita il dominio sul Suo Regno attraverso famiglie che sono diventate Un Corpo.

Sperimentare l’Ideale dell’Unità tra Dio e l’Uomo

L’esperienza dell’ideale di Dio e degli esseri umani uniti in amore è il simbolo dei valori della vera famiglia. La personalità di Dio contiene gli aspetti dell’emozione, dell’intelletto e della volontà. Dio include in sé la divinità, l’umanità e il mondo materiale. L’esperienza dell’amore di Dio nella nostra famiglia può abbracciare tutti questi aspetti.

Il Sentimento di Unità nell’Amore

I nostri sentimenti d’amore hanno la qualità emozionale dell’amore di Dio? L’amore di Dio trascende e abbraccia tutto; è diverso dall’amore caduto che è rivolto esclusivamente ad un oggetto. Nello stesso tempo, l’amore di Dio si diversifica in varie tipologie di sentimenti d’amore, a seconda del tipo di relazione: l’amore verso il marito, l’amore verso il padre, l’amore verso il figlio, l’amore verso la moglie, l’amore verso la madre, l’amore verso la figlia, l’amore verso il fratello maggiore, l’amore verso la sorella minore, l’amico, e così via. Amiamo ciascuno – la famiglia più stretta, parenti più lontani, amici, colleghi di lavoro – con un amore adeguato alla sua posizione.

L’amore di Dio non ha limiti. Non tratta nessuno come estraneo o nemico. Abramo era noto per la sua ospitalità nei confronti degli estranei (Gen 18:2-8). Mosè comandò a Israele “Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri nel paese d’Egitto” (Es 23:9). Gesù lavorò tra gli emarginati del popolo ebreo, testimoniando a coloro che la società rifiutava. Come abbiamo discusso nel quarto punto del giuramento, l’amore praticato nella famiglia di estende naturalmente alle persone di età simile al di fuori della famiglia: trattiamo gli altri giovani come fossero i nostri figli, gli altri adulti come nostri fratelli e gli anziani come i nostri genitori. In tal modo, vivendo in completa unità con Dio, il nostro amore si espande spontaneamente.

Un’altra emozione di completa unità con Dio è l’esperienza della presenza di Dio in me. Riuscire a vedere ciò che Dio vede, ad ascoltare ciò che Dio sente, percepire ciò che Dio percepisce e pensare ciò che Dio pensa. In questo stato, tratto ogni essere umano come mio figlio. A questo punto comincio a vedere Dio in ognuno di loro, esattamente come Dio si trova dentro di me. Riesco a vedere il valore inestimabile di ogni persona.

Una terza esperienza è la libertà spirituale. Paolo scrisse “dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà” (2Cor 3:17). In passato, eravamo appesantiti da preoccupazioni e ansie, ma ora sono svanite. Non portiamo più il peso del mondo sulle nostre spalle, i nostri fardelli sono condivisi con la rete d’amore delle nostre relazioni che si estende fino al cielo. Ci sentiamo liberi di agire, consapevoli che qualsiasi cosa facciamo nell’amore sarò accettata nell’amore. Inoltre, ci sentiamo liberi di superare le barriere che prima bloccavano il nostro percorso. Ci sentiamo collegati a tutti e a tutto nel cosmo, in un dare e ricevere universale. Fintanto che siamo in questo stato di unità d’amore, non c’è luogo in cui non possiamo andare, non c’è niente che non possiamo fare.

Quarto, possiamo avere l’esperienza emozionale del cuore di Dio. Questa esperienza può essere travolgente. Come spiega il Principio Divino, il cuore di Dio è stato pieno di dolore sin dalla Caduta dell’uomo. Si sente come un genitore i cui figli sono stati rapiti e corrotti nelle loro menti. Non sono più in grado di riconoscere i genitori e, ancor peggio, sono diventati criminali. Inoltre,

Satana deride Dio per aver creato degli esseri così deboli e difettosi. Dio a volte si sente così appesantito dalla situazione che può a malapena sopportarla. Dio guarda i Suoi figli miserabili, ma vorrebbe distogliere lo sguardo per il dolore. Ogni giorno decine di migliaia di persone cadono nel peccato, colte in un vortice che le trascina sempre di più nel fango. Una persona immersa nel cuore di Dio potrebbe trovarsi a piangere in maniera incontrollata per ore e ore. Padre Moon ci esorta così:

Diventate i veri figli e figlie che sperimentano il cuore addolorato del Cielo e vi si inchinano dinanzi. Pregate sempre così “Padre, per favore, lasciaci sentire la sofferenza che permea profondamente il cielo e la terra. Su questa fondazione, noi diventeremo il sacrificio per tutte le persone”. Versate lacrime e provate quel dolore. Diventate i membri della Chiesa dell’Unificazione che possono collegarsi con il cuore e la situazione del Padre. Poi, andate avanti, reggendo la bandiera della vostra determinazione a lottare per alleviare quella pena.35

La Mente Unita nell’Amore

Come sono i pensieri delle persone che vivono in completa unità con Dio? Innanzitutto, conoscono l’ideale di creazione di Dio e confrontano tutte le motivazioni, le azioni (e i loro risultati) degli uomini con l’ideale di Dio. In secondo luogo, capiscono i principi di Dio. Le leggi celesti, che regolano l’aspetto spirituale della vita umana, sono prioritarie nella loro mente. Terzo, conosco la provvidenza di Dio e credono nella Sua vittoria. Anche se considerazioni di ordine pratico possono portarci a conclusioni diverse, mantengono delle solide fondamenta costruite sull’ideale di creazione di Dio, sulle leggi di e sui principi di Dio e sulla Sua volontà.

Inoltre, hanno una mente pubblica. Orientano il loro pensiero verso il servizio degli altri piuttosto che al proprio beneficio. Un figlio è più preoccupato ad essere filiale verso i suoi genitori piuttosto che a liberarsi dalla loro disciplina; un padre pensa più a come lui e la sua famiglia possono aiutare la comunità piuttosto che a diventare ricchi; una madre pensa più a come può crescere i propri figli ad essere cittadini leali verso la comunità e la nazione piuttosto che alla loro ascesa nella scala sociale.

In aggiunta a ciò, dato che Dio ha a cuore l’intero universo, le persone unite a Dio hanno una grande mente e vivono in un mondo senza confini. Hanno un brillante intuito che attinge informazioni da varie fonti, che altri si lasciano sfuggire. Non sono soddisfatti delle idee convenzionali o dai modi di fare comuni. Piuttosto cercano di pensare fuori dagli schemi. Hanno grandi sogni e piani straordinari. Consapevoli dell’ideale di Dio, sanno che le cose non rimarranno così come sono. Le loro convinzioni partono dalla fede che Dio li aiuterà nell’affrontare gli ostacoli che sarebbero altrimenti scoraggianti.

Ancor di più, hanno convinzione, frutto dell’attenta riflessione che deriva da una vita spirituale seria. Avendo sviluppato l’abitudine della meditazione e della preghiera, quando sono posti di fronte a dei problemi pregano e cercano una risposta da Dio. Capiscono che “se il Signore non costruisce la città, i costruttori lavorano invano” (Sal 127:1). Di conseguenza, non prendono decisioni in modo sconsiderato. Una volta che sono sicuri dell’approvazione di Dio, avranno una convinzione assoluta.

Infine, queste persone hanno una mente in grado di capire le persone. Dio, amando tutti i Suoi figli, percepisce i bisogni di ciascuno e li comunica. Quindi, le persone unite a Dio intuiscono in maniera spontanea i problemi delle persone che cercano di aiutare, poiché Dio “penetra fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4:12). Da ciò viene la capacità di aiutare gli altri nel modo più appropriato.

L’Unità nell’Azione

Le persone che vivono in unità con Dio hanno un carattere virtuoso. Avvertendo un forte senso di fratellanza verso tutte le persone, si impegnano e lavorano per porre fine alle piaghe della guerra, della povertà, della fame, dello sfruttamento e delle malattie. Se possiedono più ricchezze di quelle di cui necessitano, le danno generosamente a coloro che ne hanno bisogno. Hanno piacere a offrirsi come volontari per attività di servizio. Fanno amicizia con persone di tutte le razze, tutte le classi sociali e tutte le religioni, senza guardare nessuno dall’alto in basso. La pace e l’uguaglianza nascono spontaneamente in una nazione i cui cittadini vivono in unità con Dio e danno con un cuore desideroso.

Le persone che vivono in famiglie che perseguono l’ideale dell’unità in amore con Dio hanno una forte bussola morale. Consapevoli della legge fondamentale di Dio dell’amore assoluto e il danno che causa l’amore impuro, sono severi nell’educazione morale dei propri figli. Inoltre, i genitori partecipano con il figlio alla ricerca dello sposo. Respingendo i valori permissivi dei tempi odierni, si battono con convinzione per i valori etici e lavorano per migliorare il clima morale della società.

Infine, le persone in unità in amore con Dio sono impegnate e sacrificali.

Qualsiasi cosa facciano, danno il 110 percento. Il vero amore scaccia la paura (1Gv 4:18); sono perciò coraggiosi e desiderosi di sacrificarsi per una nobile causa. I campioni di Dio di ogni epoca hanno mostrato un tale spirito sacrificale. Questo tipo di spirito proviene da Dio, che per tutta la storia ha investito e si è sacrificato per restaurare l’umanità caduta e costruire il Suo Regno.

Rappresentanti del Cielo: un’idea confuciana

Un’ulteriore visione della vita nell’ideale dell’unità in amore tra Dio e gli esseri umani arriva dall’ideale confuciano espresso dai caratteri cinesi 天人仁合一 (cheon il in hab il, pronuncia coreana dei caratteri cinesi), che letteralmente significa “una persona (人,in) diventa una (合一, habil) con il cielo (天, cheon) attraverso un cuore ed un carattere d’amore (仁, in)”.

Il termine chiave di questo insegnamento è “cuore e carattere d’amore” (仁, in), più noto in Occidente con il termine cinese equivalente, jen. Questa virtù centrale del Confucianesimo descrive il cuore e il carattere di una persona che pratica l’amore secondo le norme delle relazioni familiari. Jen include sia il cuore d’amore sia la forza di carattere necessari per poter vivere secondo le norme per esprimere l’amore in modo appropriato.36 Di conseguenza, un padre con la caratteristica del jen si prende cura dei suoi figli ed è attento ai loro bisogni; una moglie con jen è affettuosa verso il marito e fedele; un figlio con jen è profondamente legato ai suoi genitori ed è filiale verso di loro. Una persona con jen è cooperativa, generosa, compassionevole e leale in tutti i suoi rapporti con gli altri. Tale persona ha la capacità di creare armonia tra le persone, come indicato dal suo ideogramma (仁), che combina “essere umano” (人) e “due” (二). L’etica confuciana valorizza la famiglia come la scuola che forma persone con un cuore ed un carattere d’amore.

Questo insegnamento afferma che sviluppando in tal modo queste caratteristiche – cuore e carattere – una persona diventa “una con il cielo”. Diventa un saggio, un santo, uno spirito divino (e.g. un buon antenato, secondo il pensiero tradizionale coreano) o una persona che incarna lo spirito della grazia. Il Confucianesimo non presenta un Dio personale; il suo concetto del cielo è naturalistico. Il cielo rappresenta l’autorità trascendente che governa il mondo naturale e il mondo umano e dispensa salvezza, benedizione e verità. Una persona può collegarsi al cielo coltivando un carattere d’amore. Questo gli dà la capacità di controllare il suo ambiente con amore e virtù. Nel fare questo, incarna il potere soggettivo del cielo nelle questioni della vita terrena.

Questo insegnamento confuciano (“una persona diventa una con il cielo attraverso un cuore ed un carattere d’amore”) contiene in sé alcuni aspetti dell’ideale dell’unità in amore di Dio e degli esseri umani contenuto nel Giuramento della Famiglia. Tuttavia, poiché manca della visione fondamentale di Dio presente del Giuramento e della centralità del matrimonio, può solo usare il termine “diventare”, che non rappresenta l’unità ideale. Ad ogni modo, sottolinea un importante aspetto di quell’unità, ovvero che tali persone rappresentano Dio sulla terra attraverso il loro carattere e le loro azioni d’amore.

Unità con Tutte le Cose

L’idea che ciascun essere umano sia un’esistenza indipendente è un’illusione, frutto dell’ignoranza. Questa illusione svanisce quando viviamo in uno stato di unità con Dio e con tutto l’esistente. Non siamo nati da noi stessi, ma siamo comparsi grazie all’amore e allo sforzo dei nostri genitori. Viviamo grazie all’abbondanza fornitaci del mondo della natura. I nostri corpi sono composti di atomi che sono stati prodotti miliardi di anni fa in stelle lontane. Siamo davvero legati a tutti gli elementi del cosmo.

La natura esprime la verità della vita e dell’amore in una miriade di modi. Per esempio, i fulmini e i tuoni di una tempesta richiamano la dinamica dell’amore tra marito e moglie. Le cariche positive e negative si incontrano con una forza esplosiva; questo è l’amore al livello degli atomi. Il delicato equilibrio nel funzionamento delle cellule e degli organi nel nostro corpo illustra le interazioni armoniose in una società ben organizzata. Ogni singola cellula è consapevole dell’interazione con l’ambiente circostante e contribuisce allo scopo dell’organo nel quale si trova mostrando l’amore a livello cellulare. Possiamo vedere la qualità del sacrificio, presente nell’amore di genitore, nella deposizione delle uova di salmone; i genitori usano tutte le loro energie nel risalire il fiume per chilometri e chilometri per deporre le uova, solo per dare la possibilità alla prole di schiudersi nelle stesse acque dei loro antenati. Questo è l’amore nel mondo dei pesci. La fedeltà tra marito e moglie è visibile nella stretta monogamia della gru. Il maschio e la femmina formano un legame che va oltre la morte; questo è l’amore al livello degli uccelli.

Guardiamo in questa prospettiva l’insegnamento buddista dell’interdipendenza, riassunto dalla frase 一切同根 (il chae tong geun), Il significato letterale è così spiegabile: l’essere individuale (一, il) e l’intero universo (切, chae) prendono forma dalla stessa (同, tong) causa (根, geun). Un essere umano ed una roccia sono comparsi a partire dalla stessa rete di cause ed effetti e ognuno partecipa in maniera equa alla vita nel suo insieme. L’intero universo è un’unica vita, di cui gli esseri umani non sono che una parte. Una persona dovrebbe pensare “Io non sono che una linea nella rete cosmica che collega ogni essere esistente. Il mio spirito è in contatto con le rocce, gli alberi e le stelle e anche loro mi conoscono. Perciò, è un errore cognitivo pensare a me stesso come ad un ego separato. La mia vera realtà è quella di un partecipante all’unità del tutto.”

Le persone hanno bisogno di opportunità avvicinarsi all’unità con la vita nella sua interezza e sperimentare la propria interconnessione con tutte le cose dell’universo. Il raggiungimento della completa unità in amore con Dio fornisce tale opportunità. Arriviamo a capire che non siamo vagabondi solitari, insignificanti granelli nell’immenso oceano della materia. Piuttosto, siamo un tutt’uno con ciò che ci circonda. Come membri della sinfonia della vita che pulsa dappertutto e in tutto, siamo parte integrante del tutto. Inoltre, siamo legati al tempo, al lontano passato e al futuro non ancora determinato. Siamo parte di Dio, della famiglia di Dio e della Sua creazione.

Una Grazia Meravigliosa

Sin dalla Caduta dell’Uomo, gli esseri umani non hanno potuto vedere o conoscere Dio direttamente. Al massimo, le persone hanno potuto studiare e seguire la Parola di Dio, da Lui data per educare l’umanità alla via del vero amore. I fedeli recitano “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” e “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22:37-39). Tuttavia, fu quando Dio venne sulla Terra sotto le sembianze umane di Gesù che le persone videro cosa fosse veramente l’amore. Fu cosa triste che, durante la sua breve vita, nessuno si unì completamente a Gesù. I suoi discepoli si dispersero e Gesù morì da solo, con una sola persona vicino, il ladrone che credette in lui. Come risultato, i cristiani potevano solamente vedere “come in uno specchio, in maniera confusa” (1Cor 13:12); non hanno potuto conoscere l’amore di Dio nella sua completezza.

Oggi, Cristo è venuto di nuovo sulla terra attraverso i Veri Genitori. Hanno lavorato più di 50 anni e con le loro vite hanno abbracciato tutta l’esperienza umana, soprattutto la vita familiare. La nostra è una generazione privilegiata, a differenza di tutte le persone che hanno vissuto nella storia, per l’opportunità di ammirare e seguire il ritorno del Cristo nella carne. Attraverso i Veri Genitori, assistiamo al completo amore di Dio in azione.

Innanzitutto, siamo testimoni dell’amore di Dio nella restaurazione. Seguendo le orme di Gesù, i nostri Veri Genitori hanno versato il loro sangue, sudore e lacrime per indennizzare i peccati del mondo e la sua devastazione. Percorrendo sentieri dolorosi, hanno abbattuto i muri che hanno per lungo tempo diviso uomini e donne, genitori e figli, Est e Ovest, Nord e Sud, neri e bianchi, cristiani e musulmani.

In secondo luogo, nei Veri Genitori vediamo l’esempio del vero amore come stile di vita. Nel loro matrimonio e nella famiglia, i Veri Genitori hanno creato un modello da seguire e imitare nelle nostre famiglie. Sono un esempio di altruismo, sacrificio e amore incondizionato, che abbraccia persino i nemici. Senza dubbio, la loro tradizione familiare si è distinta nel mettere gli ospiti e li estranei davanti ai membri della loro stessa famiglia.

Infine, siamo testimoni dell’amore di Dio come benedizione. I nostri Veri Genitori hanno benedetto tutta l’umanità, “buoni e cattivi”, persone di tutte le religioni, nazionalità, razze e culture. La Benedizione è concessa in dono, gratuitamente, ma il suo valore è inestimabile. Essa innesta tutte le persone nella famiglia di Dio. Permette di restaurare l’umanità al suo vero lignaggio. Il nostro amore è stato distorto dalla Caduta, come fosse carta stropicciata. Ora, grazie alla Benedizione, Dio può restaurare l’amore dell’uomo alla sua vera gloria.

Questo è il profondo retroscena del giuramento che afferma che la nostra famiglia può realizzare l’ideale dell’unità in amore tra Dio e l’uomo. Creare le condizioni per permetterci di raggiungere questo ideale non è stata una questione da nulla. Solo i Veri Genitori potevano farlo. Poiché ci hanno amato e si sono sacrificati per il nostro bene, oggi possiamo godere di questo immenso beneficio.

Dio, nella sua veste più sacra, è sceso in terra e noi, esseri umani indegni, siamo elevati al cielo. Come potremo mai apprezzare adeguatamente questa preziosa grazia? Il nostro viso è pieno di lacrime di gratitudine? Possiamo dimostrare la nostra devozione filiale vivendo con un’attitudine di grande umiltà di fronte al Dio d’amore e lasciando che Lui compia il Suo lavoro attraverso di noi.

La Dimensione della Liberazione e della Completa Libertà nel Regno di Dio

Sin dal momento in cui Adamo ed Eva furono espulsi dal Giardino dell’Eden e fu negato l’accesso all’albero della vita (Gen 3:24), la speranza dell’umanità è stata di ritornare a quella dimensione benedetta. Il ritorno è profetizzato nei capitoli finali dell’Apocalisse, dove i redenti sono invitati ad entrare nella Nuova Gerusalemme. Lì, prenderanno parte all’albero della vita, le cui foglie sono “per la guarigione delle nazioni”. La maledizione, caduta sull’umanità dopo l’allontanamento dal Giardino dell’Eden, sarà rimossa e tutti vedranno il volto di Dio (Ap 22:2-4). Anche il profeta Isaia descrisse la gloria di quel luogo come la “montagna sacra” di Dio, dove “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto” (Is 11:6-9). In versetti come questi, la Bibbia descrive la dimensione della liberazione e della completa libertà (해방권과 석방권) nel Regno di Dio (천국) in linguaggio simbolico. Oggi il Giuramento della Famiglia lo rende chiaro, in modo che questa generazione possa realizzarlo.

Il Regno di Dio è un reame dove si condivide la gioia dell’ideale del vero amore di Dio. Un “reame” (권, gwon) può indicare un territorio fisico, gli elementi sotto una determinata autorità o governo oppure uno spazio in cui sussistono determinate condizioni o situazioni. Il reame… del Regno di Dio raccoglie in sé tutti queste sfumature. Innanzitutto, è l’espansione di famiglie che vivono l’ideale del vero amore. Secondo, è costituito da un popolo sotto l’autorità di Dio, nel quale il regno di Dio si manifesta nella vita quotidiana. Terzo, è il territorio sulla terra dove i figli di Dio si riuniscono per costituire la nazione di pace e di unità di Dio, la Cheon Il Guk.

Liberazione (he bang) e Completa Libertà (seok bang)

Poco dopo l’inizio della sua missione pubblica, Gesù parlò in una sinagoga e proclamò la realizzazione della profezia di Isaia.

Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. – Lc 4:18-19

Senza dubbio Gesù ci libera dalla prigione di Satana, la schiavitù del peccato (Rom 7:23). Ma la liberazione offerta dalla redenzione della croce è solo spirituale. Gesù sapeva che Isaia aveva profetizzato la liberazione nazionale in un momento in cui Israele era ancora in cattività a Babilonia e gli abitanti di Gerusalemme vivevano in povertà. Gesù sapeva che la costituzione del Regno di Dio avrebbe comportato la fine dei governi malvagi di questo mondo: dittatori, oppressione coloniale, criminalità e leggi ingiuste. L’obiettivo di Gesù osava andare tanto lontano, come proclamò nel suo primo discorso. Gesù sapeva che la liberazione che avrebbe portato con il suo sacrificio sulla croce sarebbe stato un primo passo verso la liberazione completa. Perciò, promise di ritornare. Paolo gioì della grazia della croce e della libertà cristiana, ma aspirava ad una libertà più completa, guardando alla vita del futuro, “nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Rom 8:21).

Il Giuramento della Famiglia utilizza due termini, la dimensione della liberazione (해방 권, he bang gwon) e la dimensione della completa libertà (석방권, seok bang gwon) per descrivere sia questo processo graduale di liberazione sia la gloriosa libertà, speranza del Cristianesimo. La dimensione della liberazione inizia con la liberazione spirituale che abbiamo ricevuto tramite la redenzione della croce e deve essere perfezionata portando quella dimensione alla famiglia (attraverso la Benedizione) e da lì alla società, alla nazione e al mondo. La dimensione della completa libertà indica la completa libertà rappresentata dall’Eden, il luogo in cui si realizza lo scopo originale della creazione di Dio. È la dimensione del diretto dominio di Dio.

Se Adamo ed Eva non fossero caduti, avrebbero costruito una vera famiglia e avrebbero realizzato l’ideale di unità in amore tra Dio e l’umanità – Una Mente, Una Carne, Un Corpo. Vivendo nel vero amore, avrebbero sperimentato la completa libertà. Dato che la loro era l’unica famiglia sulla terra, sarebbero cresciuti e si sarebbero espansi in modo spontaneo e senza ostacoli e avrebbero formato una società, una nazione e un mondo di libertà, realizzando la dimensione di completa libertà (seok bang gwon) nel Regno di Dio.

Dopo la Caduta dell’Uomo, tuttavia, Satana occupò il mondo. Per ritornare alla situazione precedente alla Caduta, Dio ha lavorato passo dopo passo per liberare l’umanità, affrontando l’ostilità del mondo satanico. Per prima cosa, Dio ha cercato di liberare gli individui attraverso la religione. Poi, dopo aver stabilito la Benedizione, Dio ha allargato la liberazione alla famiglia. Una famiglia benedetta è la più piccola unità del Regno di Dio, in cui le persone sperimentano la vita nella dimensione della liberazione (he bang) nel Regno di Dio. Questa dimensione si espande a partire da una vera famiglia a numerose vere famiglie che costituiscono una maggiore entità di vero amore. Tuttavia, queste famiglie sono ancora “militanti” e costituiscono una “chiesa della liberazione”, attivamente impegnata per ribaltare un mondo ostile, sacrificandosi e amando i nemici. Ad ogni modo, alla fine entreremo nella dimensione della completa libertà, in cui il Regno può prosperare da sé, come una “chiesa in trionfo”, immune dalle sfide dal mondo satanico. Questa è una delle cinque differenze tra liberazione (he bang) e completa libertà (seok bang), nel significato che Padre Moon dà a questi termini.

Una seconda differenza è questa: possiamo entrare nella dimensione della liberazione durante il corso della restaurazione, come condizione che ci permette di completare la restaurazione stessa. Ciò avviene con la Benedizione, quando rinasciamo nel lignaggio di Dio. Tuttavia, secondo il Principio Divino, questa rinascita avviene in cima allo stadio di crescita del periodo di crescita (il sesto dei dieci livelli che ci portano alla completezza), poiché fu in quel preciso stadio della crescita che Adamo ed Eva caddero e contrassero il peccato originale.37 Dopo la Benedizione rimane ancora del percorso da fare (ovvero lo stadio di completezza) nel cammino che ci porta al decimo livello, la dimensione del diretto dominio di Dio. Questa è infine la dimensione della completa libertà, in cui diventiamo una vera famiglia dell’ideale di Dio.

Terzo, la liberazione avviene come gruppo, attraverso la cerimonia di Benedizione. Attraverso di essa, ci separiamo dal lignaggio di Satana e siamo innestati nel lignaggio di Dio. Siamo trasformati, una volta per tutte, e non apparteniamo più alla famiglia di Satana, ma a quella di Dio. Attraverso la grazia della Benedizione, i partecipanti alla cerimonia entrano nella dimensione della liberazione del Regno di Dio, tutti insieme. Tuttavia, a quel punto non siamo ancora al livello nel quale possiamo manifestare pienamente la perfezione del Regno.

Dopo la Benedizione, il percorso che ci porta a crescere nello stadio di completezza e a raggiungere l’ideale di Dio di una vera famiglia dura sette anni o più e richiede di seguire i Veri Genitori e sostenere la provvidenza di Dio. Il valore della nostra dedizione dipende solamente da noi. Quindi, una volta entrati nella dimensione della liberazione come gruppo – magari come parte di 30’000, 360’000 o 40 milioni di coppie – grazie alla cerimonia di Benedizione, entriamo la dimensione della libertà, famiglia per famiglia. Ogni famiglia completa il suo particolare corso e raggiunge la completa libertà nel dominio di Dio.

Quarto, la liberazione ci purifica dal peccato originale, tagliando le catene che primariamente ci legano al dominio di Satana. Tutti gli esseri umani sono avvolti da queste catene, attorno alla vita, ai polsi, al collo e in particolare all’organo sessuale. Tagliando queste pesanti catene, entriamo nella dimensione della liberazione, liberi di sposarci con la benedizione di Dio e creare una famiglia in cui Dio può risiedere.

Tuttavia, anche se liberi dal peccato originale, abbiamo ancora in noi tracce di peccato e di natura caduta. Le nostre cattive abitudini riguardano i pensieri, le parole e le azioni. I peccati dei nostri genitori, dei nostri nonni e dei nostri antenati pesano su di noi. Inoltre, una volta che andiamo nel mondo spirituale, il ricordo dei nostri peccati e dei nostri errori commessi durante la vita sula terra continua a gravarci pesantemente. Solo quando ci separiamo completamente da tutto ciò possiamo entrare nella dimensione della completa libertà. In altre parole, l’umanità ha sofferto nella desolazione della prigione di Satana, rendendoci cechi alla verità e insensibili al vero amore. La Benedizione apre i cancelli della prigione, permettendoci di uscire alla luce splendente del Regno di Dio. Siamo liberati; tuttavia, non siamo ancora completamente liberi. Non siamo in grado di vivere nel Regno perché siamo stati abituati a null’altro che la vita di prigione. Dobbiamo fare un corso di riabilitazione per abbandonare i vecchi modi di pensare e di vivere e recuperare completamente le nostre facoltà.

Chiariamo questo punto con un esempio dalla Bibbia: Abramo e Sarah hanno portato avanti la provvidenza di Dio con fede e sono ora una coppia benedetta in cielo.38 Tuttavia, durante la vita terrena, Abramo ebbe anche una relazione con Agar, che era più giovane e più passionale di Sarah, dalla quale ebbe un figlio, Ismaele, per il quale Sarah insistette che lui e sua madre venissero cacciati dalla loro casa. Possiamo immaginare che i ricordi di questa precedente relazione siano rimasti in Abramo e in Sarah nel mondo spirituale, creando distanza nella vita della loro famiglia. Inoltre, anche Agar si trova nel mondo spirituale, la quale prova risentimento verso Sarah e desidera ancora l’amore di Abramo. Fintanto che questa situazione perdura, Abramo e Sarah si trovano nella dimensione della liberazione, ma la loro esistenza non è completamente libera. Per liberare tutti e quattro è necessario un rito celeste: affinché Agar lasci Abramo libero di amare Sarah e nessun’altra; affinché Ismaele perdoni Sarah per averlo cacciato via; affinché Sarah perdoni Agar per aver interferito nel suo matrimonio. Una volta liberati, possono entrare nella dimensione di completa libertà nel Regno di Dio in cielo.

Alla fine, rifacendoci all’analogia della prigione, seok bang può anche significare amnistia. Un convitto viene in genere rilasciato di prigione al termine del periodo della sua sentenza, ma il governo può concedere l’amnistia in qualsiasi momento e senza dover dare alcuna spiegazione. In questo senso, la liberazione (he bang) arriva dopo aver terminato il nostro corso di restaurazione tramite indennizzo, mentre seok bang è l’amnistia che ci rende liberi anche se non abbiamo scontato la nostra pena e non meritiamo di essere liberati.

Durante il corso di restaurazione, Dio segue un principio rigoroso nel guidarci nel cammino verso la liberazione. Determinate condizioni devono essere rispettate, che in base alle precedenti rivendicazioni che Satana ha avanzato nei nostri confronti. Questo è il cosiddetto “corso formula” (formula course). Completare queste condizioni è come finire di scontare una condanna di reclusione; veniamo rilasciati una volta che adempiamo tutti gli obblighi previsti dalla legge. Anche dopo aver ricevuto la Benedizione ed essere entrati nella dimensione della liberazione, non siamo liberi dall’obbligo di espiare i peccati del passato. Le persone verso le quali abbiamo commesso peccato – o coloro verso cui i nostri antenati peccarono – non rinunciano alle loro rivendicazioni senza prezzo.

Come possiamo ricevere il perdono? Ora abbiamo un Governatore in cielo che desidera perdonarci. Il vecchio guardiano della prigione, Satana, è stato rimosso dal suo ruolo. In questi ultimi giorni, Satana è scacciato come “principe di questo mondo” (Gv 12:31) e “Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo” (Ap 11:15). Tutto ciò è il risultato dell’Incoronazione della Regalità di Dio, avvenuta il 13 gennaio 2001, e le seguenti incoronazioni di Gesù Cristo e dei Veri Genitori negli anni 2003 e 2004. Stiamo vivendo in un’era in cui Dio è in grado di esercitare la Sua autorità su tutta la creazione e la Sua volontà è di perdonarci e creare un nuovo mondo di speranza.

“L’amore copre una gran quantità di peccati” (1Pt 4:8). L’amore di Dio, pieno di luce e calore, pervade ora negli angoli più bui e freddi dell’inferno. Ha il potere di far svanire vecchi rancori e sciogliere il più duro dei cuori. Tutti hanno un cuore originale che può essere toccato dall’amore.

E non solo: attraverso il perdono del seok bang, la fedina dei nostri peccati precedenti viene completamente cancellata. Anche la dispensazione per il perdono dei peccati ha lasciato tracce degli errori precedenti di una persona, al punto che noi glorifichiamo Dio che, nella Sua grande misericordia, perdona i peccatori. Comunque, anche le cicatrici di peccati precedenti dovrebbero essere cancellate per non ricordarci di quel passato. Dio vuole guardare i cittadini del Suo Regno come nuove persone, senza difetti, e in grado di realizzare il loro potenziale innato, come da Lui promesso “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21:5).

Dio è nostro Padre e il Suo cuore d’amore desidera dimenticare completamente i nostri peccati precedenti e abbracciarci come Suoi figli. È un errore teologico pensare che Dio insista nel punire i colpevoli. Piuttosto, è Satana, l’Accusatore, che porta sempre i peccati degli uomini davanti a Dio e che chiede che i debiti vengano ripagati fino all’ultimo centesimo. Fintanto che Satana ha avuto autorità su questo mondo, gli esseri umani non potevano sottrarsi alle sue rivendicazioni. Ora, però, nell’era del seok bang, Dio è pienamente sovrano. Pertanto, Dio può offrire l’amnistia senza dover ascoltare la voce accusatoria di Satana. Il fatto che Padre Moon abbia potuto proclamare la dimensione del seok bang significa che viviamo in un’epoca di grazia incredibile.

La Liberazione di Dio

Gli esseri umani sono gli umani ad avere bisogno di liberazione? Dio fece la creazione in modo che fosse soggetta agli esseri umani. Poiché i suoi signori (gli esseri umani) caddero nel peccato, le cose della creazione soffrono anch’esse sotto ad un regime di dominazione oppressiva. Questo è evidente nell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e della terra; nell’abuso delle risorse naturali; la perdita di habitat per la fauna selvatica; l’inquinamento degli oceani causato da perdite di petrolio e il conseguente soffocamento della vita al suo interno; l’assottigliamento dello strato di ozono; l’aumento di anidride carbonica che causa il cambiamento climatico a livello mondiale. La creazione sta chiedendo a gran voce di essere liberata, con molta più urgenza di quando Paolo scrisse che stava “gemendo in travaglio” e previde il giorno in cui “la creazione sarà pure liberata dalla schiavitù della corruzione” (Rom 8:21-22).

Anche Dio ha bisogno di liberazione. Suona forse strano? Le teologie tradizionali sbagliano quando concepiscono che Dio, il Re dei Re, sta seduto sul Suo trono e gioisce della Sua sovranità sull’universo. In realtà, Dio è un Dio d’amore: Dio mette l’amore prima di ogni cosa. Quale gioia può ottenere il Dio d’amore dal governare l’universo nel quale i Suoi amati figli sono schiavi del peccato? Se Dio dovesse usare il Suo potere per distruggere l’umanità peccatrice, il mondo sarebbe vuote e l’intera creazione di Dio sarebbe un fallimento. L’amore costringe Dio a prendersi cura delle Sue creature. Dio tenderebbe la mano all’umanità intrappolata nel male piuttosto che bearsi nella gloria.

Di conseguenza, dopo la Caduta dell’Uomo, Dio lasciò il Suo trono e divenne un Dio di dolore, sofferenza e lamento. Quando comparve in mezzo all’umanità nella forma di Gesù Cristo, era come il Signore della sofferenza.

Dio ha sopportato dolore straziante e tristezza nel vedere l’umanità, insensibile alla Sua supplica, sprofondare sempre più nel peccato. Come possiamo descrivere l’amarezza e la pena di Dio? È come se tua figlia fosse rapita e venisse abusata e poi venduta in schiavitù in una terra straniera. Ancor peggio, lei crede che tu sia morto, anche se continui a cercarla ogni dove. Questa è stata la vita di Dio per migliaia di anni. Padre Moon disse:

Eva doveva diventare la futura moglie di Dio, poiché, una volta che Adamo fosse diventato uno con Dio e che lo spirito di Dio avesse abitato in lui, Adamo sarebbe stato l’incarnazione di Dio stesso. Da questa prospettiva, Satana ha violentato la moglie di Dio. Non abbiamo domato colui che ha ferito Dio. Così, Dio ha perseverato con la speranza di restaurare il Suo ideale di creazione in mezzo a profondo dolore. Pensateci. Potreste semplicemente impadronirvi della moglie di Dio per il vostro bene e mettere al mondo dei figli che non hanno alcun interesse per il Padre celeste? Purtroppo, questa è la realtà del mondo caduto di oggi e questa è l’attuale relazione tra Dio e Satana.39

Nemmeno il Dio onnipotente può forzare l’amore, che può essere dato solo liberamente. Dato che furono gli esseri umani a scegliere di abbandonare Dio, rimane loro responsabilità di tornare a Dio.

Liberare Dio è stata la più grande preoccupazione della vita di Padre Moon. Non è una questione semplice. Innanzitutto, richiede che venga stabilita una vera famiglia che non può essere accusata da Satana. Quella famiglia deve completare l’ideale dell’unità in amore tra Dio e l’umanità e diventare l’oggetto che può ricambiare l’amore di Dio e realizzare il più profondo desiderio del Cuore di Dio. Per aumentare il raggio d’azione della libertà di Dio, il territorio del Regno di Dio dovrebbe espandersi ad un clan, una tribù, una nazione e tante nazioni. Alla fine, quando tutte le famiglie dell’umanità canteranno canzoni di vero amore nella primavera del Regno, Dio sarà completamente liberato.

Anche Gesù ha bisogno di essere liberato. Siede alla destra di Dio, ma soffre ancora. Gesù diede tutto per il nostro bene, perfino la sua vita. Non dovremmo offrire qualcosa in cambio? L’amore, per prosperare, deve scorrere compiendo un giro completo di dare e di ricevere. Tuttavia, l’amore agapico di Gesù fu donato senza aspettarsi una risposta dall’oggetto del suo amore. È un amore nobile, ma, non essendo corrisposto, è colmo di frustrazione e rimpianto. Nessuno desidera dare e dare senza ricevere nulla in cambio. Tuttavia, questa è stata la situazione di Gesù, dato che gli esseri umani continuano a deluderlo, rifiutando le sue benedizioni e ignorando le sue parole. Gesù fu pieno di amarezza di fronte al testardo rifiuto che mostrarono i capi ebraici di Gerusalemme (Mt 23:37-38). Gesù è tuttora amareggiato, di fronte ai suoi credenti che continuano a ferire lo Spirito Santo, con la loro ipocrisia, crudeltà e mancanza di carità (Ef 4:30-32). Gesù desidera essere liberato dal suo amore non corrisposto ed entrare in una relazione vera e reciproca con i credenti. La chiave per la liberazione di Gesù, similmente alla liberazione di Dio, sta negli esseri umani.

La tradizione mistica ebraica comprende la necessità della liberazione di Dio. Il Baal Shem Tov, fondatore del Chassidismo nel XVIII secolo, disse “Pregate continuamente affinché la gloria di Dio posso essere redenta dal suo esilio”. Dio andò in esilio con il Suo popolo, il quale è ancora in esilio, lontano dalla sua terra. Più in generale, egli insegnò “L’Uomo è una parte di Dio e la mancanza che si trova nella parte si trova nel tutto e il tutto soffre la stessa mancanza come la parte”.40 Intendeva dire che Dio soffre poiché l’umanità soffre.

Questi mistici capirono anche che noi esseri umani siamo responsabili di liberare Dio dalla Sua sofferenza. Dovremmo dedicarsi al lavoro del tikkum (riparazione), dal quale le “sacre scintille” di Dio, che sono state frantumate in milioni di pezzi, sono ricongiunte alla loro Fonte. Lo sforzo collettivo dei fedeli ardenti compie questo lavoro di riparazione, il cui significato, come dichiara il Baal Shem Tov, “è come quando il figlio del re viene salvato dalla prigionia e riportato a suo padre”41.

Anche così, il misticismo ebraico sviluppò questa linea di pensiero in un modo che era così spiritualizzato che si dimostrò inefficace nel cambiare la realtà del Giudaismo, ancora di più nel liberare Dio, il cui cuore divenne solamente più pesante nel vedere la disperata situazione del popolo scelto nel XX secolo. Ciò nondimeno, il concetto cabbalistico del tikkum ad una verità più grande. C’è stata senza dubbio una “frantumazione” dell’armonia del mondo di Dio, che avvenne con la Caduta di Adamo ed Eva.

Padre Moon disse: “Come risultato della Caduta di Adamo, la storia che era cominciata in armonia fu infranta in tanti pezzi. La storia di salvezza è stata il processo di mettere in ordine e collegare tutti i pezzi”.42 Questi pezzi hanno dato origine a diverse religioni, culture, razze, nazioni e tribù in conflitto l’uno contro l’altro. Sono in lotta perché ognuno si crede falsamente superiore agli altri. Di conseguenza, si alienano dal Dio di unità. La rovina dell’umanità è manifestata come conflitto tra mente e corpo in ogni individuo e tra marito e moglie in ogni famiglia. La Caduta dell’Uomo ha spezzato l’unità in ogni famiglia e l’armonia originale dell’umanità con Dio. Questa rottura si è estesa a tutti i livelli dell’esistenza umana.

Abbattere le Barriere

In questa condizione di rovina e alienazione, le persone costruiscono dei muri molto alti per proteggersi dagli altri, che credono siano loro nemici. Sono muri di inimicizia, paura, sospetto, arroganza, pregiudizio, chiusura mentale e qualsiasi ideologia neghi agli altri la propria piena umanità. Questi muri sono più forti e alti dei muri della prigione. Pensate ad un detenuto che viene rilasciato dopo una lunga condanna. Torna a casa e trova che gli abitanti della sua città sono sospettosi nei suoi confronti e nessuno è disposto a dargli un lavoro. I suoi vecchi amici lo respingono e anche sua moglie si è risposata. Come risultato, quest’uomo torna alla classe criminale. Anche se è uscito dalla prigione fisica, si trova ancora murato da ogni lato.

Consideriamo invece il caso di un marito che ha una tresca. Per giustificarla, costruisce un muro tra sé e sua moglie, convinto che lei non lo ami o che non gli dia sufficiente attenzione. Quando scopre che il marito la tradisce, la moglie rinforza il muro e lo costruisce più alto. Anche se il marito decide di troncare la tresca, quel muro ormai costruito rimane un serio ostacolo alla riconciliazione. Potrebbe essere necessario uno sforzo di diversi anni per rimuovere piano piano tutte le bugie accumulatesi, la sfiducia e il senso di tradimento.

Le religioni sono state lo strumento utilizzato da Dio per abbattere i muri. Insegnando il perdono e l’amore verso il nemico, il Cristianesimo ha aiutato le persone a far crollare molte barriere. La vasta dimensione della libertà cristiana si concretizza dove “non c’è giudeo né greco, non c’è schiavo né uomo libero, non c’è né maschio né femmina, poiché siete uno in Gesù Cristo” (Gal 3:28). Anche l’Islam è una religione di unità, come insegna il Corano:

Tenetevi saldi, tutti insieme alla corda di Dio e non siate divisi tra di voi. Ricordate con gratitudine la benevolenza di Dio verso di voi, poiché eravate nemici e Lui ha unito i vostri cuori nell’amore, così che attraverso la Sua grazia siete diventati fratelli…

Sorga da voi una comunità, che accoglie tutte ciò che è buono, che si compiace di ciò che è giusto e che impedisce ciò che è sbagliato: quelli saranno prosperi. Non siate come coloro che sono divisi tra loro stessi e si perdono nelle dispute dopo aver ricevuto segni chiari: per loro vi è una temibile punizione.43

Tuttavia, Cristianesimo e Islam hanno innalzato dei muri molto alti l’uno verso l’altro. Guardano con superbia verso l’altro, come fosse un infedele, anche se sono fedeli allo stesso Dio. Si fanno guerra a vicenda, credendo di lottare in nome di Dio. Queste barriere scoraggiano le persone dal superare i confini della propria religione.

Non ci sono barriere nel Regno di Dio. L’amore di Dio è imparziale, come insegnò Gesù: “amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Mt 5:44-45). Amando i nostri nemici, possiamo abbattere le divisioni tra popoli, razze, nazioni e tra religioni. Padre Moon disse:

Dio non è il signore delle barriere. Satana, il diavolo, le costruì per primo. Satana e i suoi seguaci si trovano dovunque ci siano divisioni… Dio non ha creato divisioni tra le diverse culture, tradizioni, razze, ecc. Dio desidera un mondo unificato, un mondo senza barriere.

Dio non ha nemmeno il concetto delle barriere. Perciò, non ci dice di vendicarci dei nostri nemici; se lo facesse, ciò implicherebbe che Dio ha tale concetto (delle barriere). Amando i nostri nemici e portando armonia tra di noi, le barriere si dissolveranno naturalmente.44

Di conseguenza, il nostro compito nell’espandere la dimensione della liberazione e della completa libertà nel Regno di Dio è di abbattere tutte le barriere.

Liberare il Mondo Spirituale

I muri che sono stati innalzati sulla terra sono rinforzati ancor di più nel mondo spirituale. Là, le credenze e i pregiudizi delle persone che hanno vissuto sulla terra si accumulano e si depositano, fino a fissarsi nell’ambiente. Heung Jin Nim riferisce:

Il mondo spirituale è il mondo della mente. Una volta che vi stabilite nella vostra mente e nelle vostre abitudini, non è facile cambiare. Perciò per le persone di religione è molto difficile viaggiare nella regione di un’altra religione. Nel mondo spirituale il pensiero è la realtà stessa, perciò le differenze nel modo di pensare si manifestano come alti muri o ripidi precipizi con grosse buche o con caduta di massi, che rendono difficile passare da un posto all’altro.45

Il mondo spirituale è stata un’autentica prigione, con muri alti costruiti attorno a diverse comunità di spiriti, tenendoli all’interno. Solo gli abitanti delle più alte dimensioni spirituali sono in grado di viaggiare tra diverse regioni. Per questo motivo, la maggior parte dei resoconti sul “paradiso” descrivono un luogo in cui le persone sono piuttosto simili, poiché non riescono a vedere oltre i propri muri. Alcune persone pensano che solo coloro che credono nella loro stessa fede e vivono di conseguenza entreranno in cielo. Se queste persone vedono solo altre persone del loro tipo, significa che abitano una piccola regione di una grande prigione, circondata da alti muri. È forse questo il vero paradiso? O piuttosto l’inferno?

Dio non ha creato le innumerevoli barriere che circoscrivono le regioni nel mondo spirituale. Il concetto di Dio è che le persone di diverse culture, religioni, razze e tradizioni si mischino liberamente e si vedano come membri della famiglia di Dio. Le loro differenze dovrebbero solo arricchire la varietà e il fascino della vita nel Regno dei Cieli.

Se non è stato Dio a creare queste divisioni, chi lo ha dunque fatto? Sono stati gli esseri umani i cui spiriti abitano quelle regioni. Dio detesta queste divisioni, in quanto manifestazioni del dominio di Satana, ma non può distruggerle unilateralmente. La responsabilità è degli esseri umani.

Poiché il mondo spirituale manifesta semplicemente i frutti della vita sulla terra, qualsiasi iniziativa per cambiare la situazione nel mondo spirituale deve venire dalle persone sulla terra, come spiegò Gesù “tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo” (Mt 18:18). Le persone sulla terra devono abbattere le barriere tra religioni e culture, e.g. tra la cultura cristiana e quella islamica. Possiamo superare queste divisioni vivendo in un’altra cultura e amando le persone che ne fanno parte. Su questo punto, Padre Moon ha promosso i matrimoni internazionali e interreligiosi. Una famiglia che è in grado di abbracciare due diverse religioni o due diverse culture e digerire le differenze nel calore dell’amore è il crogiolo in cui dissolvere i muri che dividono l’umanità.

È attraverso tali famiglie che i muri crollano anche nel mondo spirituale.

Nell’ottavo punto del Giuramento, la nostra famiglia si impegna in questo lavoro di liberazione. Abbatteremo tutte le barriere e trasformeremo il mondo spirituale in un unico regno celeste. Questa è la dimensione della liberazione e della completa libertà nel Regno di Dio in cielo. Lì, l’amore e l’armonia abbondano e non vi è alcun conflitto. Il vero amore di Dio scorre in questo regno, abbracciandone tutti gli abitanti e riempiendoli di calore e di luce. Ci sono persone che vivono al di là di queste barriere e non hanno nemici. In perfetta libertà, viaggiano ovunque desiderino, dal fondo dell’inferno fino al trono di Dio.

Entrare nelle Dimensioni della Liberazione e della Completa Libertà

L’umanità è entrata in una nuova era, l’Era del Completo Testamento, in cui il Regno di Dio si manifesta sulla terra. Come nella parabola del granello di senape (Mt 13:31-32), la dimensione di liberazione del Regno di Dio sta già crescendo, anche se il mondo potrebbe non accorgersene. Gesù disse “Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: «Eccolo qui» o «eccolo là». Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!” (Lc 17:20-21). Il Regno di Dio comincia in vere famiglie, che sono i membri della famiglia di Dio nella santa Benedizione, che vivono nel mondo secolare e lo trasformano a poco a poco.

Perché la dimensione della liberazione comincia con delle vere famiglie? Innanzitutto, l’amore è il fattore chiave, sia nella prigionia che nella liberazione. Quando l’amore scorre libero e spontaneo, vi è liberazione. Quando l’amore è bloccato, si formano le barriere. Alla Caduta dell’Uomo, la corruzione dell’amore nella famiglia portò l’umanità nella schiavitù; perciò, nuove famiglie, benedette da Dio, stanno nascendo e stanno prendendo responsabilità per restaurare la famiglia ideale. La loro missione è di abbattere le restanti barriere che ancora limitano l’umanità; il loro metodo consiste nell’amare i loro nemici.

La dimensione della liberazione non ha niente a che fare con il potere, la ricchezza o la conoscenza. Solo il vero amore porta vera liberazione. Come abbiamo imparato, la famiglia benedetta è il luogo in cui il vero amore si stabilisce, si radica e porta frutto. Il regno della liberazione si espande quando queste famiglie, che realizzano l’ideale dell’unità con Dio, estendono la loro influenza alle tribù, ai popoli e alle nazioni. Le famiglie benedette, con al centro il vero amore, sono le fondamenta del Regno di Dio. Questo è il messaggio centrale del Giuramento della Famiglia.

Tuttavia, la dimensione della liberazione prelude soltanto ad una grazia più grande: la dimensione della completa libertà (seok bang). Questa dimensione apre la strada alla sovranità di Dio, che pone fine al mondo di peccato. La libertà (e il perdono) derivano interamente da l’autorità della sovranità di Dio, che esercita per rimettere a posto il vecchio mondo di peccato e di punizione con il nuovo ordine di grazia celeste illimitata. Dio conferisce questa libertà alle famiglie benedette che erano già nel percorso di crescita all’interno della dimensione della liberazione. La Sua grazia porta perdono, rinnovamento, perfezione e libertà.

In sostanza, l’ardente desiderio di Dio è di vivere in un mondo in cui le tracce della storia di dolore dell’umanità, cominciata con la Caduta, siano dimenticate e in cui le persone, con un nuovo cuore, trascorrono la propria vita come se la Caduta non fosse mai avvenuta. Tutto ciò sarà il risultato del perfezionamento della dimensione della completa libertà nel Regno di Dio. È il Giardino dell’Eden, dove “le cose di prima sono passate” (Ap 21:4) e Dio è “tutto in tutti” (1Cor 15:28)

La Dispensazione per Aprire la Dimensione della Liberazione

Anche se i dettagli vanno al di là dello scopo di questo volume, Padre Moon ha posto molte condizioni per stabilire sia la dimensione della liberazione sia la dimensione della completa libertà. Primo, attraverso la Benedizione, il Padre ha restaurato la famiglia all’ideale originale di Dio – come vere famiglie. A partire dall’agosto 1992, Padre e Madre Moon hanno cominciato a concedere la Benedizione a tutti gli esseri umani, liberamente, senza condizioni. Nei successivi sette anni, la provvidenza della Benedizione si è estesa fino a coprire tutta la terra – più di 400 milioni di coppie. Dando la Benedizione ai peggiori criminali e ai santi più elevati nella stessa cerimonia, il Padre pose la condizione per sfondare il muro che divide cielo e inferno. Benedicendo i fondatori delle religioni nel mondo spirituale e i loro seguaci sulla terra ed educandoli al Principio Divino, creò una breccia attraverso le barriere che hanno diviso le religioni del mondo. Queste, assieme ad altre condizioni, hanno posto la fondazione per aprire la dimensione della liberazione, che è stata proclamata con l’aggiunta dell’ottavo punto del Giuramento, che conteneva queste parole, il 2 febbraio 1998.

La Dispensazione per Aprire la Dimensione della Completa Libertà (Seok Bang)

Mentre la dispensazione per aprire la dimensione della liberazione riguardava l’unità delle famiglie del mondo sulla base della Benedizione, la dispensazione per stabilire la dimensione della completa libertà si è basata sull’instaurazione della sovranità di Dio. Una condizione chiave fu l’Incoronazione della Regalità di Dio, condotta il 13 gennaio 2001, con la quale fu proclamata la sovranità di Dio su tutto il mondo. Seguì, il 22 dicembre 2003, davanti ad un’adunanza di 3,000 persone a Gerusalemme, l’incoronazione di Gesù Cristo come Re della Pace, nella terra che lo rifiutò 2000 anni prima. In seguito, nel 2004, negli Stati Uniti e in Corea si tennero delle cerimonie, alla presenza di membri del Congresso (in America) e dell’Assemblea Nazionale Coreana (in Corea), nelle quali Padre e Madre Moon ricevettero delle corone, come Re e Regina della Pace per l’era presente. Questi eventi simboleggiano l’instaurazione dell’autorità di Dio e di Cristo sulla terra e il diretto dominio di Dio nelle vicende umane.

Il 5 aprile 2004, Padre Moon proclamò la dimensione della completa libertà (seok bang gwon) e tali parole vennero aggiunte al Giuramento della Famiglie il 18 aprile. Il 5 maggio, fu posta la condizione finale per l’apertura di questa dimensione, con la dichiarazione del 쌍합십승일 (雙合十勝日, Ssang Hab Shib Seung Il), il Giorno del Doppio Cinque e della Vittoria del Numero Dieci”. Quel giorno fu la svolta cosmica, in cui la sovranità di Dio soppiantò la dominazione di Satana in tutta la creazione. Da quel momento, abbiamo vissuto nell’Era Dopo la Venuta del Cielo. Ora, nessun altro potere può interferire con la ferma avanzata del Regno di Dio, con l’esercizio della Sua piena autorità sulla terra.

Come detto precedentemente, secondo il Principio Divino, la Benedizione, che apre il cancello alla dimensione della liberazione, si presenta in cima allo stadio di crescita, simboleggiato dal numero 6. Perciò, ci vollero 6 anni dall’inizio della Benedizione aperta al mondo e la proclamazione dell’Era del Completo Testamento nel 1993 fino all’apertura della dimensione della liberazione nel 1998. La dimensione del dominio diretto è simboleggiata dal numero 10, il numero della perfezione oltre il periodo di crescita. Quindi, nel giorno che segnò la vittoria del numero 10, il mondo entrò nella dimensione del dominio diretto di Dio – la dimensione della completa libertà (seok bang gwon). Da allora, rivolgendo i nostri cuori a Dio e impegnandoci nel Suo lavoro, assistiamo l’inesorabile avanzata del Regno di Dio, con Dio che esercita la Sua piena autorità per perdonarci, purificarci e renderci nuovi, come Suoi figli incontaminati.

Note

  1. Sun Myung Moon, Collected Sermons (Seoul: Seunghwa, 1984-), vol. 41, p. 300.
  2. Il Principio Divino, p. 259.
  3. Questo è il significato che sta dietro alla frase criptica nel Principio Divino: “Gesù venne come sposo di tutta l’umanità e tutti i fervidi credenti devono diventare sue spose e attendere il tempo del suo ritorno: dopo aver celebrato il matrimonio dell’agnello con Gesù, loro sposo, vivranno nel Regno dei Cieli in unità con lui come sue mogli (in senso metaforico). Pertanto, l’Era del Completo Testamento, che segue il Secondo Avvento di Gesù, è l’era della giovenca o l’era della moglie.” (Il Principio Divino, p. 197)
  4. Sun Myung Moon, “True Parents and the Completed Testament Age”, True Family and World Peace, p. 43.
  5. Sun Myung Moon, “True Family and I”, True Family and World Peace, p. 78.
  6. Sun Myung Moon, “First Jardim Declaration”, 3 Aprile 1995.
  7. Diamond Sutra 32, A.F. Price, trad., The Diamond Sutra (Boston: Shambhala, 1969).
  8. Corano 18.46, Muhammad Marmaduke Pickthall, trad., The Meaning of the Glorious Qur’an.
  9. Perfection of Wisdom in 8000 Lines 31:1, Edward Conze, trad., The Perfection of Wisdom in 8000 Lines and its Verse Summary (San Francisco: Four Seasons Foundation, 1983), in World Scripture, p. 52.
  10. Corano 112, Pickthall.
  11. Corano 33.40, Pickthall.
  12. Dhammapada 273, Narada Maha Thera, trad., The Dhammapada (Colombo, Sri Lanka: Vajirarama, 1972).
  13. Corano 5:48, Pickthall.
  14. Genesis Rabbah 56, Joseph Gaer, The Lore of the Old Testament (Boston: Little, Brown & Co., 1951).
  15. Farley Jones, ed., A Prophet Speaks Today (New York: HSA-UWC, 1975), p. 157.
  16. 40 Hadith of an-Nawawi 41, Ezzeddin Ibrahim and Denys Johnson-Davies, trad., An-Nawawī’s 40 Hadith (Damascus: Holy Koran Publishing House, 1977).
  17. Il Principio Divino, p. 106.
  18. Sun Myung Moon, The Way of God’s Will (New York: HSA-UWC, 1980), pp. 4-20.
  19. Zohar, Genesis 101b.
  20. Vedi Doctrine and Covenants (Salt Lake City: The Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, 1974), articolo 131.
  21. Vedi Seuk, Devine and Wilson, Cultivating Heart and Character (Chapel Hill: Character Development Publishing, 2000), pp. 333-344.
  22. Sun Myung Moon, “Coronation of God’s Kingship”, 13 Gennaio 2001.
  23. Corano 2:112, Arthur J. Arberry, trad., The Koran Interpreted.
  24. Hadith of Muslim, ‘Abdul Hamid Siddīqī, trad., Sahīh Muslim, 4 vols. (New Delhi: Kitab Bhavan, 1977), citato in World Scripture, p. 627.
  25. Sun Myung Moon, “Total Indemnity”, God’s Will and the World, p. 593.
  26. Sun Myung Moon, The Way of God’s Will, pp. 132-36, 147, 151, 156, 163.
  27. Lin Yutang, trad., The Wisdom of Confucius (New York: Random House, 1938), citato in World Scripture, p. 408.
  28. Dhammapada 367, Narada Maha Thera, trad., citato in World Scripture, p. 638
  29. Bhagavad Gita 2.71, Eknath Eswaran, trad., The Bhagavad Gita (Petaluma, CA: Nilgiri Press, 1985).
  30. Chuang Tzu 17, Burton Watson, trad., Chuang Tzu: Basic Writings (New York: Columbia University Press, 1964), citato in World Scripture, p. 639
  31. Il Principio Divino, p. 27.
  32. Questa è la base teologica della terminologia “Veri Genitori del cielo e della terra” (천지부모님) utilizzata dagli unificazionisti per descrivere il fatto che Dio risieda nei Veri Genitori sulla terra.
  33. Il Principio Divino, pp. 25-27.
  34. Sang Hun Lee, Life in the Spirit World and on Earth, pp. 60-61.
  35. Sun Myung Moon, “Let Us Experience the Sorrow of God”, 2 Marzo 1958.
  36. Il significato di Jen è stato a volte frainteso con il carattere di una persona buona in grado di attenersi alle norme dell’etica familiare. Recenti studi sul Confucianesimo hanno riscoperto che nella filosofia di Confucio e di Mencio l’aspetto affettivo dello Jen del cuore e del sentimento è parimenti importante.
  37. Il Principio Divino, p. 175
  38. Abramo e Sarah furono benedetti da Padre e Madre Moon nel 1998 al Madison Square Garden.
  39. Sun Myung Moon, “The Ideal Spouse”, 4 Febbraio 1969.
  40. Baal Shem Tov, “Instructions in Intercourse with God”, in Martin Buber, Hasidism and Modern Man, p. 198.
  41. , pp. 187-188.
  42. Sun Myung Moon, “God’s Fatherland and One World”, Kona, Hawaii, 9 Dicembre 2002.
  43. Corano 3.103-5, A. Yusuf Ali, trad., The Qur’ān (Cairo, Egypt: Dar Al-Kitab Al Masri, 1938), citato in World Scripture, p. 187.
  44. Sun Myung Moon, “Breaking Down Boundaries and World Peace”, 18 Agosto 2000
  45. “Message of Heung Jin Moon from the Spiritual World”, 1° gennaio 2002.
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