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Introduzione

Tutti lottiamo per raggiungere la felicità ed evitare la disgrazia. Nelle ordinarie questioni individuali come nei grandi avvenimenti che modellano il corso della storia, si manifesta alla base l’aspirazione umana per una felicità sempre più grande. Donde proviene, dunque, la felicità?

L’uomo prova gioia quando vede realizzati i propri desideri. Il termine desiderio, tuttavia, è spesso inteso in un senso diverso da quello originale, poiché nelle attuali circostanze i nostri desideri tendono a perseguire il male anziché il bene. I desideri che producono iniquità non provengono dalla mente originale dell’uomo, perché questa, ben consapevole che tali desideri portano alla sventura, respinge i desideri malvagi e si sforza di favorire il bene. Anche a costo della vita, l’uomo cerca la gioia capace di estasiare la mente originale. Questa è la condizione umana: brancoliamo in un percorso estenuante per scacciare l’ombra della morte e ricercare la luce della vita.

È mai accaduto che qualcuno abbia raggiunto la gioia, della quale la sua mente originale potesse compiacersi, perseguendo un desiderio iniquo? Ogni volta che soddisfiamo tali desideri, proviamo inquietudine nella coscienza e rimorso nel cuore. Quale genitore istigherebbe mai il figlio ad essere malvagio, e quale maestro insinuerebbe deliberatamente negli allievi l’iniquità? L’impulso della mente originale, che ogni uomo possiede, detesta il male ed esalta il bene.

Nella vita delle persone religiose si può vedere una fiera lotta intesa a realizzare il bene, seguendo inflessibilmente i desideri della mente originale; e tuttavia, sin dall’inizio dei tempi, nessun uomo si è attenuto fino in fondo al dettato della propria mente originale. Come osservò San Paolo:

Non v’è alcun giusto, neppur uno. Non v’è alcuno che abbia intendimento, non v’è alcuno che ricerchi Dio – Rm. 3:10-11

Di fronte alla condizione dell’uomo, egli deplorò:

Poiché io mi diletto nella Legge di Dio, secondo l’uomo interno; ma veggo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro la legge della mia mente, e mi rende prigione della legge del peccato che è nelle mie membra. Misero me uomo! – Rm. 7:22-24

In ogni uomo troviamo una grande contraddizione. Nel medesimo individuo esistono due tendenze contrapposte: la mente originale che vuole il bene, e la mente malvagia che desidera il male, impegnate in una dura battaglia, con l’intento di realizzare due scopi tra loro confliggenti. Qualsiasi cosa esistente che porti in sé tale contraddizione è votata alla rovina, e gli esseri umani, che hanno acquisito questa caratteristica, vivono sull’orlo del baratro.

È mai possibile che la vita umana sia iniziata con una simile contraddizione? Com’è stato possibile che siano venuti ad esistere degli esseri dotati di una natura autodistruttiva? La vita umana non avrebbe potuto neppure iniziare, se fosse stata oppressa sin dall’avvio da tale contraddizione, ed essa perciò si dev’essere prodotta successivamente alla nascita del genere umano. Il Cristianesimo vede in questa situazione disastrosa il risultato della Caduta dell’uomo.

Chi può confutare la condizione caduta dell’uomo? Quando ci rendiamo conto che, a causa della Caduta, siamo arrivati al limite dell’autodistruzione, ci sforziamo disperatamente di risolvere la contraddizione dentro di noi, respingendo i desideri del male che provengono dalla mente malvagia e dedicandoci ai desideri del bene, che promanano dalla nostra mente originale.

In ogni caso, non siamo riusciti a trovare la risposta finale alla domanda: qual è la natura del bene e del male? Ci manca tuttora una verità assoluta e definitiva che ci consenta di distinguere, ad esempio, tra il teismo e l’ateismo, quale dei due sia giusto e quale sbagliato. Inoltre, rimaniamo completamente disorientati di fronte a interrogativi quali: cos’è la mente originale, la sorgente dei buoni desideri? Qual è l’origine della mente malvagia, che istiga i desideri malvagi, in contrapposizione alla mente originale? Qual è la causa alla radice della contraddizione che porta la gente alla rovina? Dobbiamo uscire dall’ignoranza e diventare capaci di distinguere chiaramente il bene dal male, per ricacciare i desideri malvagi e seguire quelli buoni. Allora potremo incamminarci verso la vita di bontà che la mente originale cerca.

Dal punto di vista intellettuale, la Caduta dell’uomo rappresenta lo scadimento dell’umanità nell’ignoranza. Le persone sono fatte di due aspetti: interiore ed esteriore, ovvero mente e corpo; analogamente, l’intelligenza consiste di due componenti, interiore ed esteriore, e anche l’ignoranza è di due tipi, interiore ed esteriore.

L’ignoranza interiore, in senso religioso, è quella spirituale, cioè la mancanza di riposte a domande come: qual è l’origine degli esseri umani? Che scopo ha la vita? Cosa succede dopo la morte? Esistono Dio e l’altro mondo? Qual è la natura del bene e del male? L’ignoranza esteriore si riferisce alla natura, compreso il corpo umano. È l’ignoranza su temi come: qual è l’origine dell’universo fisico? Quali sono le leggi naturali che regolano tutti i fenomeni fisici?

Dagli albori della storia fino ai giorni nostri, l’uomo ha cercato senza posa la verità con cui superare entrambi i tipi d’ignoranza e conseguire la piena conoscenza. Attraverso la religione, l’umanità ha seguito il percorso dell’indagine della verità interiore, e attraverso la scienza ha seguito il percorso della ricerca della verità esteriore. La religione e la scienza, ciascuna nella propria sfera, sono state i metodi di esplorazione della verità, per superare l’ignoranza e trovare la conoscenza. Alla fine, l’approccio religioso e quello scientifico dovranno integrarsi risolvendo i rispettivi problemi in un impegno coordinato: i due aspetti della verità, interiore ed esteriore, dovranno svilupparsi in totale armonia. Soltanto allora, vivendo completamente liberi dall’ignoranza e nell’assoluta bontà, coerentemente coi desideri della mente originale, proveremo la felicità eterna.

Possiamo distinguere due corsi principali nella ricerca delle soluzioni alle questioni fondamentali della vita umana. Col primo di essi, l’uomo ha investigato il mondo della materia e del risultato. Chi sceglie tale strada, ritenendo che sia quella assoluta, s’inchina alla gloria della scienza più progredita, orgoglioso della sua onnipotenza e del benessere materiale che essa dispensa. Tuttavia, potremo mai arrivare alla completa felicità, basandoci esclusivamente sulle condizioni esteriori che soddisfano la carne? Il progresso scientifico può anche creare un ambiente sociale piacevole, in cui possiamo godere in abbondanza di ricchezza e prosperità, ma può questo soltanto gratificare davvero le aspirazioni spirituali del nostro intimo?

Le gioie passeggere di chi si compiace dei piaceri della carne sono nulla in confronto all’estasi di chi, nel cammino dell’illuminazione, trova la gioia nel mezzo della semplicità e della povertà. Gautama Buddha, che rinunciò agli agi della reggia e si appassionò nella ricerca della Via, non fu il solo a vagare senza dimora, in cerca del luogo dove far riposare il suo cuore. Proprio come un corpo vigoroso ha bisogno di una mente sana, così anche la gioia del corpo è completa solo quando la mente è soddisfatta.

Che ne sarà del navigatore che solca il mare del mondo materiale sospinto dalla vela della scienza, alla ricerca dei piaceri fisici? Se pure raggiunga l’approdo agognato, alla fine si accorgerà di aver trovato solo la tomba dove il suo corpo sarà sepolto.

Dov’è diretta la scienza? Fino ad oggi, la ricerca scientifica non è riuscita ad abbracciare il mondo interiore delle cause, e si è limitata a quello esteriore degli effetti; non ha esaminato il mondo dell’essenza, ma solo quello dei fenomeni. Tuttavia, oggi la scienza sta entrando in una nuova fase, nella quale è costretta ad alzare lo sguardo dal mondo esteriore degli effetti e dei fenomeni a quello interiore delle cause e dell’essenza. Il mondo scientifico ha cominciato a riconoscere di non poter raggiungere il proprio scopo finale senza una spiegazione teoretica sulla dimensione spirituale e causale.

Quando il navigatore che ha completato il suo viaggio alla ricerca della verità esteriore munito della vela della scienza, ne spiega una nuova, la vela della religione, e intraprende un nuovo viaggio alla ricerca della verità interiore, troverà alla fine la giusta rotta per la destinazione cui la sua mente originale anela.

Il secondo corso dell’impegno umano consiste nel tentativo di rispondere alle questioni fondamentali della vita trascendendo la dimensione dei risultati e dei fenomeni per esaminare il mondo dell’essenza. Innegabilmente, le filosofie e le religioni che si sono mosse in questo ambito hanno dato contributi importanti.

Filosofi, santi e saggi hanno aperto la via della bontà per le persone delle rispettive epoche, ma molte delle loro opere hanno finito col diventare ulteriori pesi spirituali per gli uomini di oggi.

Consideriamo la questione obiettivamente: c’è mai stato un filosofo che sia arrivato alla formula, capace di risolvere la più profonda sofferenza dell’umanità? C’è mai stato un saggio che sia riuscito a illuminare chiaramente il cammino, rispondendo a tutte le domande fondamentali sulla vita dell’uomo e l’universo? I vari insegnamenti e ideologie non hanno posto ulteriori problemi irrisolti, e dato luogo ad atteggiamenti di scetticismo?

Inoltre, le luci di rinascita, con cui le religioni di tutte le epoche hanno illuminato le tante anime che brancolavano nelle tenebre, sono impallidite col progredire del corso della storia, lasciando nel sopraggiungere dell’oscurità solo deboli e tremolanti lucignoli.

Esaminiamo la storia della Cristianità. Professando la salvezza del genere umano, essa si è sviluppata attraverso una storia tumultuosa durata circa 2000 anni e nell’epoca attuale ha esteso la propria influenza in tutto il mondo. Ma cosa n’è stato dello spirito cristiano che un tempo aveva proiettato una luce di vita tanto fulgida, da indurre i Romani, persino durante le persecuzioni dell’epoca imperiale, a inginocchiarsi davanti a Gesù crocefisso? La società feudale del Medio Evo imbalsamò il Cristianesimo e, anche se la Riforma rialzò la fiaccola della nuova vita, la sua fiamma non riuscì a invertire la marea delle tenebre incalzanti.

Quando l’amore nelle chiese si spense, quando l’Europa cristiana fu percorsa dall’onda dell’avidità capitalista, quando le masse affamate urlarono la loro amarezza dai bassifondi degli agglomerati industriali, la promessa di salvezza non venne più dal cielo, ma dalla terra e si chiamò comunismo. La Cristianità, pur professando l’amore di Dio, era degenerata in una morta congrega di prelati che parlavano per luoghi comuni. Era quindi naturale che si alzasse il vessillo della rivolta, a contestare che potesse esistere un Dio così spietato da permettere tanta sofferenza. Nacque così il materialismo moderno. La società occidentale divenne il terreno di coltura del materialismo, il suolo fertile sul quale fiorì il comunismo.

La Cristianità ha perduto la capacità di opporsi ai successi del comunismo e del materialismo, e non ha saputo presentare la verità che potesse sconfiggere tali teorie. I Cristiani hanno assistito inermi, mentre queste ideologie nascevano e prosperavano in mezzo a loro ed espandevano il loro dominio sul mondo. Che peccato! Per giunta, sebbene la dottrina cristiana insegni che tutta l’umanità discende dagli stessi genitori, molti cittadini di nazioni cristiane non sono neanche disposti a sedere accanto ai loro fratelli e sorelle di un diverso colore di pelle. Ciò dimostra la situazione della Cristianità di oggi: ampiamente incapace di mettere in pratica le parole di Gesù, essa è diventata un luogo di rituali senza vita, un sepolcro imbiancato.

Potrà venire un giorno, in cui l’impegno dell’uomo metterà fine a questi mali della società, ma c’è un particolare vizio che i soli sforzi umani non riusciranno a sradicare: è l’immoralità sessuale. La dottrina cristiana lo considera un peccato cardinale. È veramente tragico che la società cristiana odierna non riesca a fermare questo corso rovinoso, lungo il quale tanta gente sta precipitando ciecamente. Oggi la Cristianità è preda di confusione e divisione, e può solo assistere impotente, mentre innumerevoli vite sono risucchiate nel vortice dell’immoralità. Questa è la dimostrazione dell’incapacità del Cristianesimo tradizionale a condurre la Provvidenza di Dio per la salvezza dell’umanità nel nostro tempo.

Per quale motivo le persone religiose, pur cercando disperatamente la verità interiore, non sono riuscite a completare la missione data loro da Dio? Il rapporto che intercorre tra il mondo dell’essenza e quello dei fenomeni è paragonabile a quello tra la mente e il corpo: è una relazione di causa e risultato, interiore ed esteriore, soggettivo e oggettivo.[1] Così come l’uomo può raggiungere la perfezione della sua personalità solo quando la mente e il corpo sono pienamente uniti, le due dimensioni dell’essenza e dei fenomeni devono fondersi in perfetta armonia perché il mondo ideale si possa realizzare. Così come avviene nel rapporto tra la mente e il corpo, il mondo dei fenomeni non può esistere separato da quello dell’essenza, né il mondo dell’essenza può esistere separato da quello dei fenomeni. Analogamente, la vita dopo la morte è inseparabilmente legata alla vita in questo mondo, e la gioia spirituale è incompleta senza la genuina felicità fisica.

Le religioni si sono strenuamente impegnate a rinnegare la vita in questo mondo, nella loro ricerca della vita eterna, ed hanno disprezzato i piaceri del corpo, a favore dell’estasi spirituale. E tuttavia l’uomo, per quanto strenuamente possa tentare, non può isolarsi dalla realtà di questo mondo, né sopprimere il desiderio del piacere fisico, che lo segue come un’ombra e non può essere scosso via. Questo mondo e i suoi desideri attaccano tenacemente le persone religiose, conducendole all’estremo dell’agonia. Questa contraddizione inficia la loro devozione. Molti leaders spirituali illuminati, tormentati da questa contraddizione, hanno perfino incontrato una triste fine. Una delle cause principali dell’inerzia e della debolezza delle religioni odierne è che non hanno superato quest’interna contraddizione.

Un altro fattore ha condannato le religioni al declino. Di pari passo col progresso della scienza, l’intelletto umano è diventato sempre più sofisticato ed adotta un approccio scientifico all’analisi della realtà. Le dottrine religiose tradizionali, al contrario, sono decisamente carenti di spiegazioni scientifiche e, di conseguenza, le interpretazioni correnti della verità interiore e di quella esteriore divergono.

Il fine ultimo della religione può essere raggiunto soltanto quando l’uomo crede ad essa nel profondo del cuore, e poi la mette in pratica. La fede, tuttavia, non può stabilirsi senza prima essere compresa. Ad esempio, è per comprendere la verità e rafforzare così la nostra fede, che noi studiamo le Scritture. Analogamente, è per aiutare la gente a capire che egli era il Messia, e portarli così a credere in lui, che Gesù compì i suoi miracoli. La comprensione è il punto di partenza della conoscenza. L’uomo di oggi non accetta ciò che non è dimostrabile con la logica della scienza, e le religioni, che non riescono a condurre l’uomo al livello della comprensione né, a maggior ragione, a quello della fede, non sono in grado di realizzare il loro scopo. Anche la verità interiore richiede spiegazioni logiche e convincenti. In effetti, per tutto il corso della storia, le religioni hanno cercato di giungere al punto da cui i loro insegnamenti potessero essere spiegati scientificamente.

Religione e scienza, partite con la missione di sconfiggere rispettivamente i due diversi aspetti dell’ignoranza umana, hanno dato l’impressione, nel corso del loro sviluppo, di assumere posizioni contraddittorie e inconciliabili. Comunque, perché l’umanità possa completamente superare i due aspetti dell’ignoranza e realizzare pienamente la bontà desiderata dalla mente originale, dovrà necessariamente emergere, a un certo punto della storia, una nuova verità, che sappia mettere d’accordo religione e scienza e risolvere i loro problemi in uno impegno coordinato.

Potrà risultare spiacevole ai credenti, e in particolare ai Cristiani, apprendere che deve apparire una nuova espressione della verità. I Cristiani sono convinti che le Scritture, che essi posseggono, siano già perfette e compiute. Certamente, la verità stessa è unica, eterna, immutabile e assoluta. Le Scritture, tuttavia, non sono la verità stessa, ma testi che insegnano la verità. L’ampiezza e la profondità degli insegnamenti, come pure i metodi dell’esposizione della verità, sono cambiati naturalmente col passare delle epoche, perché gli uomini cui erano destinati avevano, nei vari momenti storici, livelli spirituali e intellettuali differenti. Perciò, non dobbiamo mai considerare quei testi assoluti in ogni dettaglio.[2]

L’uomo ha bisogno della religione per trovare la Realtà Ultima e realizzare il bene, assecondando l’inclinazione della mente originale. Così, tutte le religioni hanno lo stesso scopo e la comparsa di religioni diverse è dovuta alle loro varie missioni, alle differenti culture in cui si sono radicate ed ai rispettivi particolari periodi storici. Anche le loro Scritture hanno preso forme diverse per motivi analoghi. Tutte le Scritture hanno il medesimo scopo: illuminare il loro ambiente con la luce della verità. Tuttavia, quando una lampada più viva si accende, la lampada vecchia è oscurata e la sua missione si esaurisce. Dal momento che le religioni non riescono a condurre le generazioni moderne fuori dell’oscura valle della morte, verso lo splendore della vita, dovrà apparire una nuova espressione della verità capace di diffondere una luce nuova e più intensa. Gesù spiegò che un giorno Dio avrebbe rivelato una nuova verità:

Queste cose v’ho dette in similitudini; l’ora viene che non vi parlerò più in similitudini, ma apertamente vi farò conoscere il Padre – Gv. 16:25

Quale compito dovrà realizzare la nuova verità? La nuova verità dovrà riuscire a unificare la conoscenza, conciliando la verità interiore perseguita dalla religione con quella esteriore perseguita dalla scienza, consentendo a tutti di superare i due tipi d’ignoranza, interiore ed esteriore, e ottenere la pienezza dei due tipi di conoscenza.

Ancora, la nuova verità dovrà guidare l’uomo caduto a inibire le manifestazioni della mente malvagia e perseguire gli obiettivi della mente originale, aiutandolo così a realizzare il bene; dovrà portarlo a eliminare la sua ambiguità, talora rivolta al bene, talaltra al male; dovrà consentire alle persone religiose di superare la contraddizione, che esse affrontano nell’impegnarsi a vivere secondo la Via. Per l’uomo caduto, la conoscenza è la luce di vita che porta in sé il potere della rinascita, mentre l’ignoranza è l’ombra di morte e la causa dalla rovina. Nessuna emozione può essere generata nell’ignoranza e, in mancanza di conoscenze ed emozioni, non può formarsi una volontà d’agire. Senza un appropriato operare di emozione, intelligenza e volontà, non si può vivere da veri esseri umani.

Se siamo stati creati incapaci di vivere lontano da Dio, sicuramente la nostra ignoranza di Lui ci condanna a un destino miserabile. Per quanto diligentemente studiassimo la Bibbia, potremmo veramente dire di conoscere chiaramente la realtà di Dio? Potremmo mai afferrare il Cuore di Dio? La nuova espressione della verità dovrà riuscire a rivelare il cuore di Dio: il Suo cuore di gioia al tempo della creazione, il cuore spezzato che Egli sentì quando gli uomini, i figli che non avrebbe mai potuto abbandonare, si ribellarono contro di Lui, e il Suo cuore di combattente attraverso il lungo corso storico della salvezza.

La storia dell’umanità, intessuta delle vite di persone inclini tanto al bene che al male, è stata piena di lotte. Oggi, i conflitti esteriori – combattuti per la conquista di ricchezze, popolazioni e territori – stanno gradualmente scemando. I popoli s’incontrano, trascendendo le diversità razziali. Le potenze vincitrici della Seconda Guerra Mondiale hanno dato la libertà alle colonie, hanno accordato loro pari diritti e le hanno accolte come membri delle Nazioni Unite, a lavorare insieme a un nuovo ordine mondiale. Nei rapporti internazionali, diminuiscono ostilità e discordia, mentre le tematiche economiche vengono in prima linea e le nazioni cooperano alla costruzione di mercati comuni. La cultura circola liberamente, il tradizionale isolamento dei popoli è superato e viene colmata la distanza culturale tra Oriente e Occidente.

Nonostante ciò, una guerra finale e inevitabile rimane davanti a noi, la guerra tra la democrazia e il comunismo. Anche se ognuna delle due parti contendenti, equipaggiata con armi terrificanti, è schierata contro l’altra in assetto da battaglia, l’essenza del loro conflitto è interiore e ideologica.

Quale lato trionferà in questo conflitto ideologico finale? Chiunque creda nella realtà di Dio risponderà certamente che la vittoria andrà alla democrazia. La democrazia, però, non ha una dottrina capace di debellare il comunismo, e neppure dispone della forza necessaria. Perciò, affinché la provvidenza di salvezza di Dio possa completamente realizzarsi, la nuova verità dovrà elevare a un nuovo livello l’idealismo del mondo democratico, poi utilizzarlo per assorbire il materialismo e infine condurre tutta l’umanità in un mondo nuovo. Questa verità dovrà essere capace di abbracciare tutte le religioni, le ideologie e le filosofie della storia e fonderle in completa unità.

Alcuni, invero, rifiutano di credere nella religione. Essi non credono perché non conoscono la realtà di Dio e dell’aldilà. Ma per quanto energicamente cerchino di negare tali realtà, la natura umana spinge ad accettarle e prestarvi fede, non appena si possa provarle in modo scientifico. Il Cielo ha voluto che la natura dell’uomo faccia sentire inutile e vuoto nel cuore chiunque ponga lo scopo ultimo della vita nella dimensione materiale. Quando raggiungerà la conoscenza di Dio attraverso la nuova verità, e incontrerà la realtà del mondo spirituale, l’uomo si renderà conto che, invece di ricercare lo scopo fondamentale della vita nel mondo materiale, bisogna occuparsi della dimensione eterna. Tutti coloro che percorreranno questo cammino di fede s’incontreranno, quando avranno raggiunto la loro destinazione finale, e si riconosceranno come fratelli e sorelle.

Se tutti s’incontreranno come fratelli e sorelle, grazie a quest’unica verità, come sarà il mondo costruito su queste basi? Illuminati dalla nuova verità, tutti coloro che hanno lottato, nel lungo corso della storia, per scacciare l’oscurità dell’ignoranza, si raduneranno a formare un’unica grande famiglia. Poiché lo scopo della verità è realizzare il bene, e Dio è l’origine del bene, Dio sarà il centro del mondo fondato su questa verità. Tutti adoreranno e serviranno Dio come Genitore e vivranno rapporti di reciproca armonia, uniti dall’amore fraterno. La natura umana fa sì che l’uomo, il quale danneggi il prossimo per il proprio beneficio egoistico, soffra per il rimorso di coscienza più di quanto non goda dell’illecito guadagno. Chiunque se ne renda conto, eviterà di ferire gli altri. Ma se dal profondo del cuore della gente straripasse un sincero amore fraterno, nessuno vorrebbe più fare nulla che possa causare sofferenza al prossimo. E quanto più ciò sarebbe vero, in una società in cui tutti sentissero che Dio, il quale trascende tempo e spazio e osserva ogni nostra azione, desidera che ci amiamo gli uni gli altri? Perciò, con la fine della storia di peccato, inizierà per l’umanità una nuova era, in cui semplicemente le persone non commetteranno alcun crimine.

Fino ad oggi, anche le persone che hanno avuto fede in Dio hanno peccato, perché la loro fede è stata meramente concettuale, e non ha toccato i sentimenti più profondi. Ma chi oserebbe più commettere peccato, se percepisse la presenza di Dio nella profondità del proprio essere? Non rabbrividirebbe al pensiero della realtà della legge celeste, che commina senza eccezione il destino dell’inferno a chi la infrange?

Il mondo senza peccato, che abbiamo appena descritto, la meta tanto a lungo carezzata dall’umanità, sarà chiamato il Regno dei Cieli e precisamente, poiché dovrà essere stabilito sulla terra, il Regno dei Cieli in terra.

Possiamo concludere che il fine ultimo del lavoro di salvezza di Dio è stabilire il Regno dei Cieli in terra. Abbiamo già spiegato che l’uomo cadde, e che la sua caduta avvenne successivamente all’origine della razza umana. Se accettiamo l’esistenza di Dio, la risposta all’interrogativo su quale mondo Dio intendesse originariamente realizzare, prima della caduta dei primi uomini, è ovvia. Basterà dire che quel mondo doveva essere il Regno dei Cieli in terra, nel quale lo scopo di creazione di Dio avrebbe portato i suoi frutti.[3]

A causa della Caduta, l’umanità non è stata in grado di realizzare questo tipo di mondo, ed invece è caduta nell’ignoranza e ha dato origine a un mondo di peccato. D’allora in poi, l’uomo caduto ha lottato incessantemente per restaurare il Regno dei Cieli in terra, il mondo che Dio in origine intendeva creare. Per tutto il corso della storia, l’uomo ha cercato la verità, sia interiore che esteriore, e ha lottato per stabilire il bene. Perciò, dietro la storia dell’umanità c’è la provvidenza di Dio, intesa a restaurare un mondo in cui venga completato il Suo scopo di creazione. Di conseguenza la nuova verità, per riportare l’uomo caduto allo stato cui era destinato in origine, dovrà rivelargli lo scopo per cui Dio creò l’uomo e l’universo ed insegnargli il procedimento della restaurazione e il suo scopo finale.

L’uomo cadde veramente per aver mangiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male, come letteralmente è scritto nella Bibbia? Altrimenti, quale fu la causa della Caduta? La nuova verità dovrà dare risposta a queste e ad altre domande che hanno affranto e turbato le menti dei più profondi pensatori di ogni epoca: perché il Dio della perfezione e della bellezza fece l’uomo suscettibile di cadere? Per quale motivo il Dio onnisciente e onnipotente, sebbene fosse consapevole che l’uomo stava cadendo, non glielo impedì? Perché Dio, con la Sua infinita potenza, non salvò l’umanità peccatrice in un solo istante?

Se restiamo ammirati davanti alle leggi scientifiche nascoste nella natura, dobbiamo dedurre che Dio, il Creatore, è davvero l’origine stessa della scienza. Se la storia dell’umanità è la provvidenza di Dio, intesa a restaurare il mondo in cui si può realizzare il Suo scopo di creazione, dobbiamo concludere che Dio, Signore di tutte le leggi, ha condotto la lunga provvidenza di restaurazione secondo un piano e un ordine. Il nostro compito più urgente è quindi comprendere come sia iniziata la storia dell’umanità peccatrice, quali formule e leggi abbiano governato il corso della provvidenza, in che modo la storia si concluda e, alla fine, in che tipo di mondo l’umanità sia destinata a entrare. La nuova verità deve offrire risposte a tutti questi interrogativi fondamentali della vita. Una volta che tutte le risposte saranno chiarite, non sarà più possibile negare l’esistenza di Dio, il Governatore che pianifica e guida la storia. Riconosceremo in tutti gli avvenimenti storici le tracce del Cuore di Dio, che ha combattuto per salvare gli uomini caduti.

Inoltre, la nuova verità dovrà essere in grado di spiegare molti punti oscuri del Cristianesimo, cui è assegnata la missione di stabilire la propria sfera culturale in ambito mondiale. L’uomo erudito non può accontentarsi di sapere semplicemente che Gesù è il figlio di Dio e il Salvatore dell’umanità. Nei circoli teologici sono sorte innumerevoli controversie, nello sforzo di comprendere il significato più profondo della dottrina cristiana. La nuova verità dovrà chiarire le relazioni tra Dio, Gesù e l’uomo alla luce del Principio di Creazione, chiarire gli oscuri misteri che riguardano la Santa Trinità, e dimostrare perché la salvezza del genere umano, ad opera di Dio, sia stata possibile soltanto a prezzo del sangue versato sulla croce da Suo figlio unigenito.

Ci sono ancora altri punti controversi. I Cristiani credono nella salvezza che viene dalla redenzione tramite la croce, ma nessuno ha mai potuto mettere al mondo un figlio senza peccato, che non avesse bisogno di essere redento dal Salvatore. Ciò dimostra che, anche dopo essere rinato in Cristo, l’uomo continua a trasmettere il peccato originale ai propri figli. Ne viene un interrogativo cruciale: qual è la portata della redenzione operata dalla croce? Quanti milioni di Cristiani, durante la storia bimillenaria del Cristianesimo, hanno proclamato che i loro peccati erano stati completamente perdonati grazie al sangue della crocefissione? Ma in realtà, non sono mai esistiti né un individuo, né una famiglia, né una società immuni dal peccato. Nel frattempo, lo spirito cristiano è andato gradualmente declinando. Come potremo ricomporre la discrepanza tra la fede tradizionale nella redenzione completa tramite la crocefissione e la realtà attuale? Questi sono solo alcuni dei molti dilemmi che abbiamo di fronte. La nuova verità, che tanto aspettiamo, dovrà fornire risposte chiare.

Ci sono molti altri enigmi nella Bibbia, celati in simbolismi e metafore, quali: perché Gesù deve ritornare? Quando, dove e come il suo ritorno avverrà? In che modo gli uomini caduti resusciteranno alla sua venuta? Qual è il significato della profezia biblica secondo cui cielo e terra saranno distrutti dal fuoco e da altre calamità? La nuova verità dovrà svelare tutti questi misteri, non in linguaggio esoterico ma, come promise Gesù, in parole semplici e comprensibili a tutti (Gv. 16:25). Le divergenti interpretazioni date al contenuto simbolico e metaforico di questi versi biblici hanno inevitabilmente prodotto la divisione del Cristianesimo in varie chiese. Soltanto con l’aiuto della nuova verità e con le sue semplici spiegazioni, potremo ricomporre l’unità tra i Cristiani.

Questa definitiva, vivificante verità, comunque, non sarà il frutto di una ricerca approfondita sulle Scritture e sulle dissertazioni degli studiosi, né potrà essere elaborata da un’intelligenza umana. Questa verità dovrà apparire come una nuova rivelazione da parte di Dio, com’è scritto nel Libro dell’Apocalisse:

Bisogna che tu profetizzi di nuovo sopra molti popoli e nazioni e lingue e re – Ap. 10:11

Nella pienezza dei tempi, Dio ha mandato un unico uomo su questa terra per risolvere gli interrogativi fondamentali sulla vita e l’universo. Il suo nome è Sun Myung Moon. Per molti decenni, quest’uomo ha esplorato il mondo spirituale, più vasto di qualsiasi immaginazione, e ha percorso una strada di sofferenza e di sangue, alla ricerca della verità, superando tribolazioni di cui solo Dio può avere memoria. Consapevole che nessuno può pervenire alla verità ultima, destinata a salvare il genere umano, senza prima attraversare le prove più crudeli, egli ha lottato da solo contro milioni di diavoli, sia nel mondo spirituale che in quello fisico, trionfando alla fine su tutti. Attraverso la sua intima comunione spirituale con Dio e i suoi incontri con Gesù e con molti santi in Paradiso, egli ha portato alla luce tutti i segreti del Cielo.

Le parole proclamate in queste pagine non sono che una parte di questa verità. Questo libro è semplicemente una raccolta di quanto i suoi discepoli hanno, fino a questo momento, ascoltato e visto. Noi crediamo e speriamo che, quando il tempo sarà maturo, parti ancora più profonde della verità saranno rese pubbliche.

In ogni angolo del mondo, innumerevoli anime che avevano vagato nell’oscurità ricevono la luce di questa nuova verità e rinascono. Testimoni di ciò, non riusciamo a trattenere le lacrime per la profonda ispirazione e desideriamo sinceramente, nel profondo del nostro cuore, che questa luce riempia presto tutta la terra.

[1] cfr. Il Principio di Creazione 1.1

[2] cfr. L’Escatologia e la Storia Umana 5

[3] cfr. Il Principio di Creazione 3.1

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