Il Principio di Creazione
L’uomo si è arrovellato, lungo tutto il corso della storia, sulle questioni fondamentali circa la vita umana e l’universo, senza tuttavia raggiungere risposte soddisfacenti, perché nessuno ha mai compreso il principio fondamentale secondo cui l’umanità e l’universo furono originalmente creati. Per affrontare adeguatamente questo tema, non è sufficiente esaminare la realtà risultante, perché la questione fondamentale è quella della realtà causale. Gli interrogativi riguardanti la vita umana e l’universo non possono essere risolti senza prima aver compreso la natura di Dio. Questo capitolo tratta estesamente tali questioni fondamentali.
Sezione 1 – Le Caratteristiche Duali di Dio e la Sua Creazione
1.1 Le Caratteristiche Duali di Dio
Come possiamo conoscere la natura divina del Dio invisibile? Una possibilità ci viene dall’osservazione dell’universo che Egli ha creato. Per questa ragione San Paolo disse:
poiché le perfezioni invisibili di Lui, la Sua eterna potenza e divinità, si vedon chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere Sue; ond’è che essi sono inescusabili – Rm. 1:20-21
Proprio come un’opera d’arte manifesta in forma concreta la natura invisibile del suo autore, ogni cosa nel creato è una manifestazione sostanziale di talune qualità della natura divina, invisibile del Creatore e, in quanto tale, si pone in relazione con Dio. Così come possiamo intuire il carattere di un autore attraverso la sua opera, possiamo anche comprendere la natura di Dio osservando le diverse cose della creazione.
Iniziamo con l’evidenziare gli elementi comuni che ricorrono universalmente in ogni aspetto della natura. Ciascuna entità possiede caratteristiche duali di yang (mascolinità) e yin (femminilità) e viene ad esistere solo dopo che queste caratteristiche abbiano formato delle relazioni reciproche, tanto all’interno dell’entità stessa, quanto tra essa e altre entità.
Ad esempio, le particelle subatomiche, che sono le componenti fondamentali di tutta la materia, possono avere una carica positiva, una carica negativa, o una carica neutra, prodotta dalla neutralizzazione di costituenti positivi e negativi. Unendosi tra loro tramite le relazioni reciproche delle proprie caratteristiche duali, le particelle formano un atomo. Gli atomi, a loro volta, esprimono una valenza positiva o negativa. Quando le caratteristiche duali contenute in un atomo stabiliscono relazioni reciproche con quelle di un altro atomo, si forma una molecola. Le molecole formate in questo modo sviluppano ulteriori relazioni reciproche tra le rispettive caratteristiche duali fino a diventare nutrimento idoneo ad essere consumato da piante e animali.
Le piante si riproducono per mezzo di stame e pistillo. Gli animali si moltiplicano e conservano la propria specie attraverso la relazione tra maschi e femmine. Secondo la Bibbia Dio, dopo aver creato Adamo, vide che non era bene che l’uomo rimanesse solo (Gn. 2:18). Soltanto dopo aver creato Eva come controparte femminile di Adamo, Dio dichiarò che la Sua creazione era “molto buona” (Gn. 1:31).
Anche gli atomi divenuti, dopo la ionizzazione, ioni positivi o ioni negativi, consistono di un nucleo positivo e di elettroni negativi stabilmente uniti. Analogamente ogni animale, maschio o femmina, si conserva in vita attraverso la relazione reciproca tra gli elementi yang e yin in sé stesso. Lo stesso vale per le piante. Nelle persone, una natura femminile rimane latente negli uomini e una natura maschile rimane latente nelle donne.
Inoltre, ogni creatura possiede aspetti correlativi: dentro e fuori, interiore ed esteriore, davanti e dietro, destra e sinistra, sopra e sotto, alto e basso, forte e debole, crescente e calante, lungo e corto, largo e stretto, est e ovest, nord e sud, e così via, poiché ogni cosa è stata creata per esistere attraverso la relazione reciproca tra le caratteristiche duali. Così, possiamo comprendere che ogni cosa richiede per la propria esistenza una relazione reciproca tra le caratteristiche duali di yang e yin.
Comunque, c’è un’altra coppia di caratteristiche duali in relazione reciproca, che sono ancor più fondamentali per l’esistenza di quanto lo siano le caratteristiche di yang e yin. Ogni entità possiede sia una forma esterna che una qualità interna. La forma esterna visibile rispecchia la qualità interna invisibile. La qualità interna, sebbene invisibile, possiede una certa struttura che si manifesta visibilmente nella particolare forma esterna. Chiamiamo natura interiore la qualità interna e forma esteriore la forma esterna. Poiché la natura interiore e la forma esteriore sono riferite a corrispondenti aspetti interni ed esterni della stessa entità, la forma esteriore può essere intesa anche come una seconda natura interiore. Perciò, la natura interiore e la forma esteriore costituiscono insieme una coppia di caratteristiche duali.
Prendiamo ad esempio gli esseri umani. L’essere umano consiste di una forma esterna, il corpo, e di una qualità interna, la mente. Il corpo è il riflesso visibile della mente invisibile. Poiché la mente possiede una certa struttura, il corpo che la riflette prende anch’esso un aspetto particolare. Questa idea sta alla base della percezione del carattere e del destino di una persona attraverso l’esame del suo aspetto esterno, con metodi quali la fisiognomonia e la lettura della mano. In questo caso, la mente è la natura interiore e il corpo è la forma esteriore. Mente e corpo sono due aspetti correlativi dell’uomo; perciò, il corpo può essere considerato come una seconda mente. Insieme, essi costituiscono le caratteristiche duali dell’essere umano. Analogamente, ogni essere esiste tramite le relazioni reciproche tra le caratteristiche duali di natura interiore e forma esteriore.
Qual è la relazione tra natura interiore e forma esteriore? La natura interiore è intangibile e causale, e sta nella posizione di partner soggettivo rispetto alla forma esteriore. La forma esteriore è tangibile e risultante, e sta nella posizione di partner oggettivo rispetto alla natura interiore. La mutua relazione tra questi due aspetti di un’entità include interiore ed esteriore, causa e risultato, partner soggettivo e partner oggettivo, verticale e orizzontale. Prendiamo ancora a esempio l’uomo, in cui mente e corpo sono rispettivamente la natura interiore e la forma esteriore. Il corpo rispecchia la mente ed agisce in base ai suoi comandi, così da mantenere la vita e perseguire gli scopi della mente. Mente e corpo, quindi, hanno una mutua relazione di interiore ed esteriore, causa ed effetto, partner soggettivo e partner oggettivo, verticale e orizzontale.
Allo stesso modo, tutte le creature, indipendentemente dal diverso livello di complessità, posseggono una natura interiore intangibile, che corrisponde alla mente dell’uomo, e una forma esteriore tangibile, che corrisponde al corpo umano. In ogni essere, la natura interiore, che è causale e soggettiva, comanda la forma esteriore. Questa relazione consente ad ogni singolo essere di esistere e funzionare secondo uno scopo determinato, come creatura di Dio. Gli animali vivono e si muovono perché il loro corpo è diretto da una facoltà interiore corrispondente alla mente umana, che conferisce loro un certo scopo. Le piante rispettano le loro funzioni organiche grazie alla loro natura interiore, che opera anch’essa, sotto certi profili, come la mente umana.
La mente umana conferisce a ogni persona un’inclinazione naturale a unirsi in armonia con gli altri. Analogamente, ioni positivi e ioni negativi si compongono per formare particolari molecole, perché in ciascuno d’essi esiste una natura interiore rudimentale che li guida a quel fine. Gli elettroni si radunano intorno ai nuclei per formare gli atomi, poiché un attributo della natura interiore li indirizza verso quello scopo. Secondo la scienza moderna, tutte le particelle che formano gli atomi consistono di energia. Anche l’energia stessa, per formare le particelle, deve possedere una natura interiore, che la induce ad assumere determinate forme.
Indagando ancora più a fondo, ci muoviamo alla ricerca della Causa Ultima che ha dato esistenza a questa energia, con i suoi elementi di natura interiore e forma esteriore. Questo essere sarebbe la Causa Prima di tutte le miriadi di cose esistenti nell’universo. Come Causa Prima, dovrà anch’esso possedere le caratteristiche duali di natura interiore e forma esteriore, che stanno nella posizione di partner soggettivo rispetto alle nature interiori e alle forme esteriori di tutti gli altri esseri. Chiamiamo questa Causa Prima dell’universo Dio, e chiamiamo la natura interiore e la forma esteriore di Dio natura interiore originale e forma esteriore originale. Come rilevò San Paolo, dall’esame delle caratteristiche universalmente presenti nelle diverse cose create, possiamo arrivare a conoscere la natura di Dio: Dio è la Causa Prima dell’intero universo e il suo partner soggettivo, che ha in sé le caratteristiche duali armoniose di natura interiore originale e forma esteriore originale.
Abbiamo già detto che ogni entità richiede per la propria esistenza la relazione reciproca tra le caratteristiche duali di yang e yin. Se ne deduce naturalmente che anche Dio, la Causa Prima di tutte le cose, esiste sulla base di un rapporto reciproco tra le Sue caratteristiche duali di yang e yin.
E Dio creò l’uomo a Sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina – Gn. 1:27
Questo passo ci conforta nell’idea che Dio, come partner soggettivo, ha caratteristiche duali di yang e yin in perfetta armonia.
Qual è il rapporto tra le caratteristiche duali di natura interiore e forma esteriore e le caratteristiche duali di yang e yin? La natura interiore originale e la forma esteriore originale di Dio contengono entrambe la mutua relazione di yang originale e yin originale. Perciò, lo yang originale e lo yin originale sono attributi della natura interiore originale e della forma esteriore originale. La relazione tra yang e yin è simile a quella che esiste tra natura interiore e forma esteriore; così, anche yang e yin hanno la mutua relazione di interiore ed esteriore, causa e risultato, partner soggettivo e partner oggettivo, verticale e orizzontale. Per questo motivo, è scritto nel Libro di Genesi che Dio prese una costola dall’uomo, Adamo, e creò una donna, Eva, perché gli fosse d’aiuto (Gn. 2:22). In questo caso, lo yang e lo yin di Dio si manifestarono nella mascolinità e nella femminilità.
L’essere umano raggiunge la perfezione quando centra la propria vita sulla mente; analogamente, la creazione si completa solo quando Dio sta al suo centro. Per questo, l’universo è un corpo organico perfetto, che si muove soltanto in conformità con lo scopo di creazione di Dio. Come un unico corpo organico, l’universo deve fondarsi su una relazione di natura interiore e forma esteriore, con Dio come natura interiore e la creazione come forma esteriore. Per questo motivo è scritto nella Bibbia che gli esseri umani, come centro dell’universo, sono stati creati a immagine di Dio (Gn. 1:27). Dio, che esiste come partner soggettivo dotato delle qualità di natura interiore e mascolinità, creò l’universo come Suo partner oggettivo, con le qualità di forma esteriore e femminilità. Ciò e confermato dal verso biblico che afferma “l’uomo … è immagine e gloria di Dio” (1 Cor. 11:7). Riconoscendo la posizione di Dio come partner soggettivo interiore maschile, lo chiamiamo “Padre Nostro”.
Riassumendo, Dio è il Soggetto, in cui si fondono in armonia le caratteristiche duali di natura interiore originale e forma esteriore originale. Nello stesso tempo, Dio è l’unione armoniosa della mascolinità e della femminilità, che manifestano rispettivamente le qualità di natura interiore originale e forma esteriore originale. In rapporto all’universo, Dio è il partner soggettivo che possiede le qualità di natura interiore e mascolinità.
1.2 La Relazione tra Dio e l’Universo
Abbiamo appreso che ogni creatura è un partner oggettivo sostanziale di Dio, formato a Sua somiglianza come proiezione distinta delle Sue caratteristiche duali. Dio esiste come partner soggettivo incorporeo di tutti gli esseri. Gli esseri umani sono partners oggettivi concretizzati al livello di immagine, e il resto delle creature sono partners oggettivi concretizzati al livello di simbolo. Chiamiamo questi partners oggettivi sostanziali corpi individuali di verità in immagine e in simbolo.
I corpi individuali di verità sono distinte manifestazioni delle caratteristiche duali di Dio. Perciò, si possono distinguere generalmente in due classi: quelli con qualità di tipo yang, che rispecchiano la natura interiore originale e la mascolinità di Dio, e quelli con qualità di tipo yin, che rispecchiano la forma esteriore originale e la femminilità di Dio. Ciascun corpo individuale di verità, pur appartenendo all’una o l’altra di queste due classi, è comunque un partner oggettivo sostanziale di Dio – a somiglianza della Sua natura interiore originale e forma esteriore originale – e possiede in sé stesso sia natura interiore che forma esteriore, e allo stesso modo sia yang che yin.
Alla luce della nostra comprensione delle caratteristiche duali, possiamo riassumere il rapporto tra Dio e l’universo in questo modo: l’universo nel suo complesso è un partner oggettivo sostanziale di Dio, composto da corpi individuali di verità, ognuno dei quali è una manifestazione unica delle caratteristiche duali di Dio al livello di immagine oppure a quello di simbolo, in conformità al Principio di Creazione. Le innumerevoli qualità di Dio, nella loro dualità, sono ripartite in diversi esseri umani, ciascuno come partner oggettivo concretizzato al livello di immagine. Tali qualità sono anche ripartite in tutte le differenti creature, ciascuna come partner oggettivo concretizzato al livello di simbolo. La relazione tra Dio e l’universo è simile a quella tra natura interiore e forma esteriore ed è quindi una mutua relazione analoga a quella che esiste tra le caratteristiche duali: interiore ed esteriore, causa e risultato, partner soggettivo e partner oggettivo, verticale e orizzontale.
Infine, esaminiamo dal punto di vista del Principio di Creazione il concetto metafisico alla base della filosofia orientale basata sul Libro dei Mutamenti (I Ching). Secondo questo libro, l’origine dell’universo è Taeguk (il Grande Assoluto), da cui derivano yang e yin (positività e negatività). Yang e yin danno poi origine allo O-haeing (cinque elementi): metallo, legno, acqua, fuoco e terra. Tutte le cose vennero a esistere dallo O-haeing. Yang e yin insieme vengono chiamati Tao (la Via), ovvero, come enuncia il Libro dei Mutamenti, “un solo yang e un solo yin: questa è la Via”. La Via è definita tradizionalmente come la Parola. Riassumendo, da Taeguk sono sorti yang e yin, o la Parola, e tutte le cose sono venute ad essere sulla base della Parola. Di conseguenza, Taeguk è la Causa Prima di ogni esistenza, il nucleo integrale e il partner soggettivo armonioso di yang e yin.
La Parola era con Dio, e la Parola era Dio … ogni cosa è stata fatta attraverso di lei – Gv. 1:1,3
Se confrontiamo queste parole della Bibbia con la metafisica contenuta nel Libro dei Mutamenti, possiamo dedurre che Taeguk, come sorgente armoniosa dello yang e dello yin, ovvero la Parola, non è altri che Dio, il quale, come abbiamo visto, è il partner soggettivo armonioso delle caratteristiche duali. Secondo il Principio di Creazione, il fatto che ogni cosa creata per mezzo della Parola abbia caratteristiche duali dimostra che la Parola stessa consiste di caratteristiche duali. Di conseguenza, l’affermazione fatta dal Libro dei Mutamenti, per cui yang e yin insieme costituiscono la Parola, è valida.
Tuttavia, questa metafisica orientale osserva l’universo esclusivamente dal punto di vista di yang e yin, ma non riconosce che tutte le cose possiedono anche natura interiore e forma esteriore. Perciò essa, se da una parte rivela che Taeguk è il partner soggettivo dell’armonia tra yang e yin, dall’altra manca di spiegare che Taeguk è anche il partner soggettivo dell’armonia tra natura interiore originale e forma esteriore originale, per cui non comprende che Taeguk è un Dio di personalità.
Abbiamo così appreso che il concetto fondamento della filosofia orientale, basata sul Libro dei Mutamenti, può essere completamente spiegato soltanto con l’ausilio del Principio di Creazione. In tempi recenti, la medicina orientale ha ottenuto sempre più ampi riconoscimenti in tutto il mondo. Il suo successo è dovuto al fatto che i suoi principi basilari, fondati sui concetti di yang e yin, sono coerenti con il Principio di Creazione.
Sezione 2 – L’Energia Prima Universale, l’Azione di Dare e Ricevere e la Base delle Quattro Posizioni
2.1 L’Energia Prima Universale
Dio, il Creatore di tutte le cose, è la realtà assoluta, eterna, autoesistente, che trascende il tempo e lo spazio. Anche l’energia fondamentale del Suo essere è eterna, autoesistente e assoluta. È l’origine di tutte le energie e le forze che consentono alle cose del creato di esistere. Chiamiamo quest’energia fondamentale energia prima universale.
2.2 L’Azione di Dare e Ricevere
Attraverso l’impulso dell’energia prima universale, gli elementi soggettivi e oggettivi in ogni entità formano una base comune e stabiliscono un’interazione. Questa interazione, a sua volta, genera tutte le forze necessarie a quell’entità per l’esistenza, la moltiplicazione e l’azione. L’interazione che genera tali forze, secondo il processo qui descritto, si chiama azione di dare e ricevere. L’energia prima universale e le forze generate dall’azione di dare e ricevere stanno tra loro in un rapporto reciproco di causa e risultato, interiore ed esteriore, partner soggettivo e partner oggettivo. L’energia prima universale è una forza verticale, mentre le forze generate dall’azione di dare e ricevere sono orizzontali.
Esaminiamo ora in dettaglio Dio e la Sua creazione in termini di energia prima universale e azione di dare e ricevere. L’energia prima universale di Dio indirizza le Sue caratteristiche duali eterne a formare una base comune per la loro mutua relazione. Tra di esse si sviluppa allora un’azione di dare e ricevere. Sulla base delle forze generate da questa azione di dare e ricevere, le caratteristiche duali costruiscono una fondazione per la loro eterna reciprocità. Questa è la fondazione per l’esistenza di Dio, sulla quale Dio esiste eternamente e genera tutte le forze necessarie per creare e mantenere l’universo.
Nella creazione, le caratteristiche duali che contraddistinguono ciascun essere, messe in moto dall’energia prima universale, stabiliscono una base comune e sviluppano un’azione di dare e ricevere. Sulla base delle forze generate da questa azione di dare e ricevere, le caratteristiche duali costruiscono una fondazione per la loro continua reciprocità. Questa diventa la fondazione per l’esistenza di ciascun singolo essere e gli permette di diventare un partner oggettivo nei confronti di Dio e generare tutte le forze necessarie per la prosecuzione della propria esistenza.
Ad esempio, gli atomi vengono a esistere quando gli elettroni si riuniscono attorno a un nucleo e avviano uno scambio elettromagnetico, che è un tipo di azione di dare e ricevere. Gli ioni positivi e quelli negativi, quando stabiliscono un’azione di dare e ricevere, formano molecole e producono reazioni chimiche. Il dare e ricevere tra cariche elettriche positive e negative è alla base di tutti i fenomeni elettrici.
Il circolo di elementi nutritivi tra xilema e floema è una delle azioni di dare e ricevere che mantengono le funzioni vitali delle piante e ne stimolano lo sviluppo. Il dare e ricevere tra stame e pistillo è il mezzo principale per la riproduzione delle piante. Gli animali si moltiplicano e mantengono le specie attraverso l’azione di dare e ricevere tra maschio e femmina. Animali e piante coesistono attraverso azioni di dare e ricevere quali lo scambio tra ossigeno e anidride carbonica, e la cooperazione tra api e fiori.
Per quanto riguarda i corpi celesti, il sistema solare si basa sull’azione di dare e ricevere tra il sole e i pianeti. I loro vari movimenti strutturano l’universo. Anche la terra e la luna mantengono i loro movimenti di rotazione e rivoluzione in un’orbita determinata dalla loro azione di dare e ricevere.
Il corpo umano si mantiene in vita attraverso l’azione di dare e ricevere che si svolge tra arterie e vene, inspirazione ed espirazione, sistema simpatico e parasimpatico, e così via. L’azione di dare e ricevere tra mente e corpo consente all’individuo di svolgere attività che sviluppano lo scopo della vita. L’azione di dare e ricevere tra marito e moglie in una famiglia, tra individui in una società, tra governo e cittadini in una nazione, e tra le nazioni nel mondo sono essenziali per una convivenza armoniosa e pacifica.
Per quanto una persona possa essere malvagia, la forza della sua coscienza, che la sprona a condurre una vita virtuosa, è sempre attiva nel suo intimo. Così è stato per le persone di ogni epoca e di ogni luogo. Nessuno può reprimere la forza della coscienza, che opera vigorosamente anche senza farsi notare. Non appena commettiamo un atto malvagio, proviamo immediatamente rimorsi di coscienza. Se negli uomini caduti mancasse la funzione della coscienza, la provvidenza di restaurazione di Dio sarebbe impossibile. Come si genera questa forza della coscienza? Dato che tutte le forze sono prodotte dall’azione di dare e ricevere, la coscienza non fa eccezione. In altre parole, la coscienza può operare solo formando una base comune con un partner soggettivo e stabilendo con esso un’azione di dare e ricevere. Il partner soggettivo supremo della nostra coscienza è Dio.
La Caduta dell’uomo, in essenza, troncò la nostra relazione con Dio. Invece di giungere alla completa unità con Dio, i nostri antenati stabilirono una relazione reciproca con Satana, diventando una cosa sola con lui. Gesù fu il Figlio Unigenito di Dio e si unì completamente a Lui attraverso una perfetta azione di dare e ricevere. Unendoci a Gesù in una perfetta relazione reciproca, possiamo recuperare la natura originale dataci da Dio, coltivare con Dio una relazione di dare e ricevere e diventare una cosa sola con Lui. Per questo Gesù è il mediatore degli uomini caduti: è la nostra via, la nostra verità e la nostra vita. Gesù è venuto con amore e sacrificio per dare all’umanità tutto ciò che aveva e finanche la sua vita. Se ci rivolgiamo a lui con fede “non periremo, ma avremo vita eterna” (Gv. 3:16).
Il Cristianesimo è la religione dell’amore, che cerca attraverso l’amore e il sacrificio di aprire la strada alla restaurazione della relazione orizzontale di dare e ricevere tra le persone nell’amore di Cristo. Su questa fondazione orizzontale d’amore, si apre la porta per la restaurazione della nostra relazione verticale di dare e ricevere con Dio. In effetti, questo era lo scopo principale di tutti gli insegnamenti e le azioni di Gesù. Ad esempio, Gesù disse:
Non giudicate acciocché non siate giudicati; perché col giudicio col quale giudicate sarete giudicati; e con la misura onde misurate sarà misurato a voi – Mt. 7:1-2 Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge ed i profeti – Mt. 7:12
Chiunque adunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io riconoscerò lui davanti al Padre mio, che è nei cieli – Mt. 10:32
Chi riceve un profeta come profeta, riceverà premio di profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà premio di giusto – Mt. 10:41
E chi avrà dato da bere soltanto un bicchier d’acqua fresca ad uno di questi piccoli, perché è un mio discepolo, io vi dico in verità che non perderà punto il suo premio – Mt. 10:42
2.3 La Base delle Quattro Posizioni che Realizza lo Scopo dei Tre Oggetti tramite l’Azione di Origine-Divisione-Unione
2.3.1 L’Azione di Origine-Divisione-Unione
Il processo di creazione di Dio inizia quando le caratteristiche duali presenti in Dio, sollecitate dalla Sua energia prima universale, formano una base comune e, impegnandosi in un’azione di dare e ricevere, generano una forza che consente la moltiplicazione. Questa forza proietta le caratteristiche duali in distinti partners oggettivi sostanziali, ciascuno legato a Dio come proprio centro. Questi partners oggettivi di Dio, sollecitati dall’energia prima universale a formare una base comune e impegnarsi in un’azione di dare e ricevere, assumono la posizione di partner soggettivo e partner oggettivo l’uno nei confronti dell’altro, per poi fondersi in un’unica armoniosa unità, che diventa un nuovo partner oggettivo nei confronti di Dio. Chiamiamo questo intero processo – nel quale partendo da Dio, l’Origine, due entità si manifestano separatamente e poi si riuniscono – azione di origine-divisione-unione.
2.3.2 Lo Scopo dei Tre Oggetti
Come risultato dell’azione di origine-divisione-unione, si formano quattro posizioni: l’origine al centro, il partner soggettivo e il partner oggettivo (partners oggettivi sostanziali distinti rispetto all’origine, modellati sulle sue caratteristiche duali), e la loro unione. Ciascuna delle quattro posizioni può assumere la posizione di partner soggettivo e impegnare le altre tre come suoi partners oggettivi, formando una comunione di tre partners oggettivi. Quando poi ciascuna delle quattro posizioni agisce da partner soggettivo e stabilisce un dare e ricevere con le altre tre, che le ruotano intorno, si completa lo scopo dei tre oggetti.
2.3.3 La Base delle Quattro Posizioni
Quando il partner soggettivo e il partner oggettivo proiettati dall’origine e la loro unione, attraverso l’azione di origine-divisione-unione, realizzano tutti lo scopo dei tre oggetti, si stabilisce la base delle quattro posizioni.
La base delle quattro posizioni è la radice del numero quattro e anche quella del numero tre, poiché costituisce il completamento dello scopo dei tre oggetti. La base delle quattro posizioni si realizza in Dio, marito e moglie e figli, che completano i tre stadi dell’azione di origine-divisione-unione. Perciò, la base delle quattro posizioni è la radice del principio dei tre stadi. Inoltre, ciascuna delle posizioni della base delle quattro posizioni coinvolge tre partners oggettivi nella realizzazione dello scopo dei tre oggetti. In totale, ci sono dodici partners oggettivi; così, la base delle quattro posizioni è la radice del numero dodici. Essa è la fondazione basilare della bontà, e la realizzazione dello scopo di creazione di Dio. È la fondazione basilare per la vita di tutti gli esseri, che fornisce tutte le forze necessarie alla loro esistenza e consente a Dio di abitare in essi. Perciò, la base delle quattro posizioni è lo scopo eterno di creazione di Dio.
2.3.4 Il Modo di Esistere della Base delle Quattro Posizioni
Tutti gli esseri che hanno completato la base delle quattro posizioni realizzando lo scopo dei tre oggetti attraverso l’azione di origine-divisione-unione si muovono su percorsi circolari (ellittici) o sferici e, come risultato, esistono in tre dimensioni. Esaminiamone ora il motivo.
Attraverso l’azione di origine-divisione-unione, le caratteristiche duali di Dio si proiettano in due partners oggettivi sostanziali e distinti, che interagiscono tra loro come partner soggettivo e partner oggettivo. Il partner oggettivo risponde al partner soggettivo formando una base comune e dando inizio a un’azione di dare e ricevere intorno al partner soggettivo. Nell’equilibrio determinato dalla forza del dare (centrifuga) e dalla forza del ricevere (centripeta), il partner oggettivo ruota intorno al partner soggettivo con un movimento circolare, e così entrambi si armonizzano e si uniscono. Allo stesso modo, il partner soggettivo diventa un partner oggettivo nei confronti di Dio, ruota intorno a Dio e arriva all’unità con Lui. Quando il partner oggettivo si unisce completamente col proprio partner soggettivo, la loro unione può stare di fronte a Dio come un nuovo partner oggettivo che rispecchia le Sue caratteristiche duali. Oltretutto, qualsiasi partner oggettivo può stabilirsi come partner oggettivo di fronte a Dio unendosi al proprio partner soggettivo.
In questa unione di partner soggettivo e partner oggettivo, gli stessi partner soggettivo e partner oggettivo sono composti di caratteristiche duali che, in virtù dello stesso principio dell’azione di dare e ricevere, procedono nei rispettivi percorsi circolari. Così, noi vediamo movimenti circolari prodotti dall’azione di dare e ricevere sia nel partner soggettivo che nel partner oggettivo, i quali sono simultaneamente impegnati nel più ampio movimento circolare interno alla loro unione. Pur essendoci momenti in cui i due livelli di moto circolare tra partner soggettivo e partner oggettivo orbitano casualmente sullo stesso piano, in generale, poiché l’angolo della rivoluzione intorno al partner soggettivo varia costantemente, il movimento circolare diventa un movimento sferico. In breve, tutti gli esseri che hanno completato la base delle quattro posizioni eseguono movimenti circolari e sferici, e per questo il loro modo di esistere è sempre tridimensionale.
Prendiamo ad esempio il sistema solare. I pianeti, come partners oggettivi del sole, formano ciascuno una base comune e intraprendono un’azione di dare e ricevere col sole attraverso le forze centripete e centrifughe. Con la rivoluzione intorno al sole su orbite ellittiche, il sole e i pianeti acquistano armonia e unità e formano il sistema solare. Nello stesso tempo il pianeta Terra, che è un corpo composito di caratteristiche duali, ruota sul proprio asse, come fanno anche il sole e gli altri pianeti, che a loro volta sono anch’essi corpi compositi di caratteristiche duali. Le orbite prodotte dall’azione di dare e ricevere nel sistema solare non occupano esattamente lo stesso piano. Anzi, a causa delle differenti angolazioni delle orbite e delle rotazioni, il sistema solare presenta movimenti sferici in tre dimensioni. Analogamente, tutti i corpi celesti esistono in tre dimensioni, grazie ai loro movimenti circolari e sferici. Conducendo l’azione di dare e ricevere gli uni con gli altri, gli innumerevoli corpi celesti formano un’unica entità e danno così struttura all’universo. L’universo esiste in tre dimensioni poiché i suoi elementi, governati dallo stesso principio, eseguono movimenti sferici.
Un elettrone, dopo aver formato una base comune con un protone ed aver avviato un’azione di dare e ricevere, ruota intorno al protone in un moto circolare. Così, il protone e l’elettrone si uniscono e formano un atomo (di idrogeno). L’elettrone e il protone stessi sono composti di caratteristiche duali, che li portano a ruotare continuamente. Perciò, il movimento circolare prodotto dall’azione di dare e ricevere tra il protone e l’elettrone non è limitato a un’orbita su un unico piano ma, modificando continuamente il proprio angolo di rivoluzione, crea un movimento sferico, tramite il quale l’atomo esiste in tre dimensioni. Nello stesso modo, la forza magnetica tra il polo positivo e quello negativo conduce le particelle caricate elettricamente a eseguire movimenti sferici.
Consideriamo ora l’esempio del corpo umano. Come partner oggettivo della mente, il corpo stabilisce una base comune con la mente e produce con essa un’azione di dare e ricevere. In termini figurati, il corpo ruota intorno alla mente e si unisce completamente ad essa. Se e quando la mente si porrà come partner oggettivo di fronte a Dio e Gli ruoterà intorno, risonando in unità con Lui, e il corpo si unirà completamente alla mente, l’individuo rispecchierà le caratteristiche duali di Dio e si porrà come partner oggettivo concretizzato di Dio. Su questa base, quella persona realizzerà lo scopo della creazione. Anche la mente e il corpo sono composti di caratteristiche duali, e perciò mantengono in sé un movimento continuo. Così, il movimento circolare prodotto dalla dinamica del dare e ricevere tra la mente e il corpo modifica incessantemente l’angolo di rivoluzione intorno a Dio e diventa sferico. L’uomo che ha adempiuto lo scopo della creazione esiste come essere tridimensionale, che esplica la propria esistenza in una relazione sferica centrata su Dio, e così ottiene la signoria anche sul mondo incorporeo.[1]
Quando il movimento circolare del partner soggettivo e del partner oggettivo su un singolo piano si trasforma in un movimento sferico su un’orbita tridimensionale, si dispiegano il dinamismo e la creatività dell’universo. Le variazioni nella distanza, forma, stato, direzione, angolo, forza e velocità di ciascuna orbita si manifestano nella bellezza e nell’infinita varietà della creazione.
Proprio come tutti gli esseri hanno natura interiore e forma esteriore, c’è un tipo di movimento sferico che corrisponde alla natura interiore e ce n’è un altro che corrisponde alla forma esteriore. Analogamente, ci sono un centro del movimento che corrisponde alla natura interiore e uno che corrisponde alla forma esteriore. Questi due centri hanno tra loro la stessa relazione che esiste tra natura interiore e forma esteriore.
Qual è il centro ultimo di tutti questi movimenti sferici? Gli esseri umani sono il centro di tutte le creature, che sono i partners oggettivi concreti delle caratteristiche duali di Dio in simbolo. Dio è il centro degli esseri umani, che sono stati creati come Suoi partners oggettivi concreti in immagine. Di conseguenza, il centro ultimo di tutti i movimenti sferici dell’universo è Dio.
Approfondiamo ancora questo argomento. Ogni partner oggettivo di Dio contiene in sé stesso un partner soggettivo e un partner oggettivo. Il centro della loro relazione è il partner soggettivo, così anche il centro dell’unione tra il partner soggettivo e il partner oggettivo è il partner soggettivo. Dio, che è il centro del partner soggettivo, è anche il centro ultimo di quell’unione. Come abbiamo visto sopra, i tre partners oggettivi sostanziali di Dio (il partner soggettivo, il partner oggettivo, l’unione) stabiliscono una base comune tra loro. Quando ciascuno dei tre assume a vicenda la posizione centrale e si unisce con gli altri tramite l’azione di dare e ricevere con Dio come centro ultimo, si realizza lo scopo dei tre oggetti e si completa la base delle quattro posizioni. Di conseguenza, il centro ultimo della base delle quattro posizioni è Dio.
Tutte le cose che hanno stabilito la base delle quattro posizioni in questo modo sono corpi individuali di verità. Come abbiamo già detto, i corpi individuali di verità si dividono generalmente in corpi individuali di verità in immagine (gli esseri umani) e corpi individuali di verità in simbolo (il resto della creazione). L’universo è composto di innumerevoli corpi individuali di verità, coordinati reciprocamente gli uni con gli altri nel giusto ordine, da quelli di livello più basso a quelli di livello più elevato. Tra tutti, gli esseri umani occupano il grado più alto.
I corpi individuali di verità ruotano sfericamente gli uni intorno agli altri, con quelli di livello più basso che fanno da partners oggettivi a quelli di livello più alto. Così, il centro di qualsiasi movimento sferico è un corpo individuale di verità di livello più alto, che funge da partner soggettivo. I centri degli innumerevoli corpi individuali di verità sono collegati dal più basso al più alto, e i centri più alti sono gli esseri umani, come corpi individuali di verità in immagine.
Esaminiamo la centralità degli esseri umani. La scienza afferma che le particelle elementari costituiscono le componenti basilari della materia e spiega che tali particelle sono a loro volta composte di energia. Considerando lo scopo dell’esistenza dei corpi individuali di verità che costituiscono il mondo materiale a diversi livelli, possiamo appurare che l’energia esiste per formare particelle, queste esistono per formare atomi, gli atomi per formare molecole, le molecole per formare la materia, e la materia esiste per la creazione di tutte le singole entità dell’universo. Analogamente, l’attività dell’energia ha lo scopo di formare particelle, l’attività delle particelle è per gli atomi, l’attività degli atomi è per le molecole, l’attività delle molecole è per la materia e l’attività della materia serve lo scopo della costruzione dell’universo.
Qual è lo scopo dell’universo, e cosa ne è il centro? La risposta a entrambe le domande è l’uomo. Per questo motivo Dio, dopo aver creato l’uomo, gli comandò di avere il dominio dell’universo (Gn. 1:28). Se non ci fossero gli esseri umani ad apprezzarlo, l’universo sarebbe paragonabile a un museo senza visitatori. Gli articoli esposti nel museo realizzano il loro vero valore e vengono preservati come cimeli storici, soltanto se ci sono delle persone che li apprezzano, li amano e ne traggono compiacimento. La relazione con gli uomini dà valore alla loro esistenza. Se non ci fosse nessuno ad apprezzarli, che significato avrebbe la loro esistenza? Lo stesso principio vale per l’universo, di cui l’uomo è il signore.
Le diverse cose della creazione stabiliscono mutue relazioni con uno scopo comune quando gli uomini scoprono l’origine e la natura della materia, e quando identificano e classificano le piante e gli animali dell’acqua, della terra e dell’aria, e tutte le stelle del cielo. Il loro scopo comune si realizza quando vengono assimilate nel corpo umano, come elementi essenziali per il mantenimento delle funzioni fisiologiche degli uomini, e quando prendono parte alla costruzione di un ambiente confortevole per la vita degli uomini. In questo e in altri modi, l’uomo sta al centro della creazione in termini di forma esteriore.
Nello stesso tempo, l’uomo è nella posizione di centro interiore dell’universo. A differenza delle relazioni di cui abbiamo parlato sopra, di tipo fisico, consideriamo ora le relazioni mentali o spirituali. Il corpo umano, benché sia fatto di materia, risponde pienamente, sotto il profilo fisiologico, all’emozione, l’intelligenza e la volontà della mente umana. Ciò dimostra che la materia ha in sé elemento capaci di risuonare con l’emozione, l’intelligenza e la volontà – elementi che costituiscono la natura interiore della materia. Per questo motivo ogni cosa nell’universo risponde all’emozione, all’intelligenza e alla volontà dell’uomo, seppure in gradazioni diverse. Possiamo così inebriarci della bellezza della natura e sperimentare il trasporto dell’unione mistica, perché siamo il centro delle nature interiori di tutte le cose della natura. Così, gli esseri umani sono stati creati come il centro dell’universo, e il luogo dove Dio e l’uomo si uniscono totalmente è il centro del cosmo.
Esaminiamo ora la posizione dell’uomo come il centro del cosmo, composto dal mondo spirituale e dal mondo fisico, da un altro punto di vista. Ogni essere umano riassume in sé tutti gli elementi del cosmo ma, come abbiamo già detto, questi ultimi possono essere generalmente distinti in partners soggettivi e partners oggettivi. Se avesse raggiunto la perfezione, Adamo, il progenitore dell’umanità, avrebbe personificato tutti gli elementi soggettivi presenti nelle cose della creazione e da parte sua Eva, se avesse raggiunto la perfezione, avrebbe personificato tutti gli elementi oggettivi presenti nelle cose della creazione. Dio aveva creato Adamo ed Eva perché esercitassero il dominio sulla natura. Crescendo insieme fino alla perfezione, Adamo ed Eva sarebbero diventati rispettivamente il re di tutti gli elementi soggettivi e la regina di tutti gli elementi oggettivi della creazione. Se poi si fossero uniti come marito e moglie, sarebbero diventati il centro che avrebbe governato tutto l’universo, composto di partners soggettivi e partners oggettivi.
Gli esseri umani furono creati come centro di armonia dell’intero cosmo. Se Adamo ed Eva avessero raggiunto la perfezione e si fossero uniti come marito e moglie, ciò avrebbe significato la composizione in unità dei due centri delle caratteristiche duali di tutti gli esseri. Se Adamo ed Eva si fossero mossi in armonia e avessero raggiunto l’unità, diventando una sola, l’intero cosmo, con le sue caratteristiche duali, avrebbe danzato in armonia. Il luogo in cui Adamo ed Eva si uniscono perfettamente nel cuore e nel corpo come marito e moglie è anche il luogo dell’unione tra Dio, il partner soggettivo che dispensa amore, e gli esseri umani, i partners oggettivi che restituiscono bellezza. Quello è il centro della bontà, e il luogo del compimento dello scopo della creazione. Lì Dio, nostro genitore, viene a dimorare in mezzo ai Suoi figli perfetti, e riposa in pace per l’eternità. Questo centro della bontà è il partner oggettivo dell’amore eterno di Dio, dove Dio è eccitato di gioia per l’eternità. È il luogo in cui la Parola di Dio è fatta carne e realizzata concretamente, è il centro della verità e il centro della mente originale, che ci guida a adempiere lo scopo della creazione.
Di conseguenza, tutto l’universo eseguirà un movimento sferico con uno scopo unitario, una volta che sarà fondato sulla base delle quattro posizioni stabilita da un uomo e una donna perfetti uniti come marito e moglie con Dio al centro. Tragicamente, l’universo perse il proprio centro quando gli esseri umani caddero. Questo è il motivo per cui San Paolo scrisse che il creato geme in travaglio, nell’attesa dei figli di Dio (Rm. 8:19-22). La creazione aspetta gli uomini, con la loro natura originale restaurata, che verranno per diventarne il centro.
2.4 L’Onnipresenza di Dio
Abbiamo appreso che la base delle quattro posizioni, costruita sullo scopo dei tre oggetti tramite l’azione di origine-divisione-unione, realizza un movimento sferico intorno a Dio e diventa una sola cosa con Lui. Questa è la base fondamentale occorrente a tutti gli esseri per essere governati da Dio e ricevere tutti i poteri necessari alla vita. In un mondo in cui è stato realizzato lo scopo di creazione di Dio, tutti i diversi esseri rappresentano la natura interiore originale e la forma esteriore originale di Dio, e iniziano un movimento sferico per erigere la fondazione del governo di Dio. Così, Dio è onnipresente.
2.5 La Moltiplicazione della Vita
Gli esseri viventi, per continuare la propria specie, devono riprodursi, e questa moltiplicazione si compie tramite l’azione di origine-divisione-unione costruita su una buona interazione. Per esempio, nelle piante, i semi producono fiori con stame e pistillo: attraverso l’impollinazione questi ultimi producono nuovi semi e propagano la loro specie. Gli animali, maschi e femmine, maturano, si corteggiano, si accoppiano e producono la loro prole. Infine, tutte le cellule, sia degli animali che delle piante, si dividono tramite l’azione di dare e ricevere.
Quando il corpo agisce secondo la volontà della mente, dando luogo così all’azione di dare e ricevere tra la mente e il corpo, l’individuo conduce un’esistenza significativa. Questo individuo attrarrà persone con simili orientamenti. Dal lavoro coordinato e produttivo di tali compagni, prospererà il loro gruppo. Si può dire che l’universo è formato dalla moltiplicazione di miriadi di manifestazioni sostanziali della natura interiore originale e della forma esteriore originale di Dio, tramite la loro azione di dare e ricevere nel compimento dello scopo della creazione.
2.6 Il Motivo per cui ogni Essere è composto di Caratteristiche Duali
Per esistere, ogni cosa ha bisogno di energia, che può essere prodotta soltanto con l’azione di dare e ricevere. Nessuna cosa, però, può condurre una relazione senza un partner. Per generare le forze necessarie all’esistenza, ciascun essere deve contenere delle caratteristiche duali, un partner soggettivo e un partner oggettivo, tra i quali possa aver luogo l’azione di dare e ricevere.
Un movimento in linea retta non può continuare all’infinito. Ogni cosa che voglia esistere eternamente deve muoversi in cerchio, e l’azione di dare e ricevere tra un partner soggettivo e un partner oggettivo è indispensabile a qualunque movimento circolare. Ciò è vero anche per Dio: il possedere caratteristiche duali Gli consente di vivere eternamente. La creazione di Dio, per rispecchiare la Sua natura eterna ed essere il Suo eterno partner oggettivo, deve allo stesso modo essere costituita di caratteristiche duali. Anche il tempo mantiene la sua perpetuità attraverso i suoi cicli periodici.
Sezione 3 – Lo Scopo della Creazione
3.1 Lo Scopo della Creazione dell’Universo
È scritto nella Bibbia che, dopo che Dio ebbe completato ciascun giorno della creazione,
E Dio vide che questo era buono – Gn. 1:4-31
Questo ci fa comprendere come Dio volesse che le Sue creazioni fossero i partners oggettivi, manifestazioni della bontà, di cui Egli potesse essere soddisfatto. In che modo la creazione dà a Dio la gioia più grande?
Creare gli esseri umani fu per Dio il passo finale nella creazione dell’universo. Dio li creò a Sua immagine, a somiglianza della Sua natura interiore e della Sua forma esteriore, e diede loro la sensibilità di provare tutti i sentimenti e le emozioni, poiché aveva intenzione di dividere con loro la Sua gioia. Dopo aver creato Adamo ed Eva, Dio li benedisse:
Crescete e moltiplicate e riempite la terra, e rendetevela soggetta, e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra – Gn. 1:28
Queste sono le tre grandi benedizioni: crescere (divenire maturi e pronti a portare frutto), moltiplicarsi ed esercitare il dominio sulla creazione. Se Adamo ed Eva avessero adempiuto al mandato divino e avessero costruito il Regno dei Cieli, non c’è dubbio che Dio avrebbe provato la gioia più grande, mentre i Suoi figli e le Sue figlie avrebbero goduto del mondo del Suo ideale.
In che modo si possono compiere le tre grandi benedizioni di Dio? Soltanto con la realizzazione della base delle quattro posizioni, che è la base fondamentale della creazione. Le tre grandi benedizioni si realizzano quando tutte le creature, compresi gli esseri umani, completano la base delle quattro posizioni con Dio al centro. Questo è il Regno dei Cieli, dove si realizza la somma bontà e Dio prova la gioia più grande. Proprio questo, in effetti, è lo scopo per cui Dio creò l’universo.
Lo scopo finale dell’universo, con al centro gli esseri umani, è rendere gioia a Dio. Tutte le entità hanno scopi duali. Come è stato già spiegato, ogni entità ha due centri di movimento, uno di natura interiore e l’altro di forma esteriore. Tali centri servono scopi corrispondenti – a beneficio dell’insieme e a beneficio dell’individuo – la cui relazione è la stessa che esiste tra la natura interiore e la forma esteriore. Questi scopi duali sono in relazione tra loro come causa e risultato, interiore ed esteriore, partner soggettivo e partner oggettivo. Nell’ideale di Dio, non può esserci uno scopo individuale che non sostenga lo scopo dell’insieme, né uno scopo dell’insieme che non garantisca gl’interessi del singolo. La varietà infinita degli esseri dell’universo forma un unico vasto corpo organico, intessuto di questi scopi duali.
3.2 I Buoni Partners Oggettivi per la Gioia di Dio
Per comprendere con la miglior precisione le questioni riguardanti lo scopo di creazione di Dio, esaminiamo prima come si produce la gioia. La gioia non è prodotta da un individuo isolato; essa si origina quando abbiamo un partner oggettivo, in cui si rispecchiano e si sviluppano la nostra natura interiore e la nostra forma esteriore. Tramite lo stimolo che ci dà, il partner oggettivo ci aiuta a sentire la nostra natura interiore e la nostra forma esteriore. Questo partner oggettivo può essere incorporeo oppure sostanziale. Ad esempio, il partner oggettivo di un artista può essere un’idea nella sua mente, oppure il dipinto o la scultura che concretizzano quell’idea. Nel visualizzare la sua idea o contemplare la sua opera, l’artista è stimolato a sentire la propria natura interiore e la propria forma esteriore ivi riflesse e prova gioia e soddisfazione. L’idea, quando è essa sola a fare da partner oggettivo, non è così stimolante, né riesce a produrre una gioia così profonda, come riesce a fare un’opera compiuta. La natura degli esseri umani deriva dalla natura di Dio. In maniera analoga, Dio prova la pienezza della gioia quando viene stimolato dai Suoi partners oggettivi sostanziali a sentire attraverso di essi la propria natura interiore e la propria forma esteriore originali.
Come abbiamo già spiegato in precedenza, il Regno dei Cieli – che si realizza attraverso il compiersi delle tre grandi benedizioni e lo stabilirsi della base delle quattro posizioni – diventa il buon partner oggettivo che dà gioia a Dio. Dobbiamo ora comprendere in che modo il Regno dei Cieli diventi il buon partner oggettivo di Dio.
La prima benedizione di Dio consiste nella perfezione della personalità. La mente e il corpo dell’individuo sono distinte proiezioni e partners oggettivi delle caratteristiche duali di Dio. Per raggiungere la perfezione del carattere, un individuo deve formare in sé una base delle quattro posizioni, in cui la mente e il corpo si uniscono completamente attraverso l’azione di dare e ricevere, con Dio come centro. Questo tipo di persone diventano i templi di Dio (1 Cor. 3:16), raggiungono la completa unità con Lui (Gv. 14:20), e acquistano una natura divina; inoltre, sperimentando come proprio il Cuore di Dio, comprendono la Sua Volontà e vivono in piena sintonia con essa. La persona che vive nello stato di perfezione individuale si pone come il partner oggettivo sostanziale della propria mente e, giacché quest’ultima ha a sua volta come centro Dio, si pone nello stesso tempo come il partner oggettivo sostanziale di Dio stesso. Sia la mente, sia Dio sono compiaciuti nello sperimentare la propria natura interiore e la propria forma esteriore attraverso lo stimolo che proviene dai loro partners oggettivi. Così, gli esseri umani che realizzano la prima benedizione di Dio diventano gli oggetti d’amore di Dio e Lo ispirano alla gioia. Provando dentro di sé tutti gli stessi sentimenti di Dio, quegli esseri umani non potrebbero mai commettere alcun atto peccaminoso, suscettibile di far soffrire Dio, e quindi non potrebbero mai cadere.
La seconda benedizione di Dio doveva essere realizzata da Adamo ed Eva, dopo che essi avessero conseguito la perfezione individuale come partners oggettivi di Dio, manifestando ciascuno un aspetto delle caratteristiche duali di Dio. Per costruire la base delle quattro posizioni nella loro famiglia, Adamo ed Eva dovevano unirsi in amorevole unità come marito e moglie ed educare i loro figli. Questo sarebbe stato l’adempimento della seconda benedizione. La famiglia o la società che ha formato la base delle quattro posizioni in linea con l’ideale di Dio è modellata sull’immagine di un individuo perfetto. Essa diventa così il partner oggettivo sostanziale dell’individuo che vive in unità con Dio e, di conseguenza, diventa anche il partner oggettivo sostanziale di Dio. L’individuo e, allo stesso modo, Dio provano gioia quando percepiscono in tale famiglia o comunità la manifestazione della propria natura interiore e della propria forma esteriore. Quando si realizza la seconda benedizione di Dio, questa famiglia o comunità diventa anch’essa un buon partner oggettivo, che dà gioia a Dio.
Per esaminare in che modo l’essere umano stabilisca un buon partner oggettivo, capace di dare gioia a Dio, realizzando la terza benedizione, dobbiamo preliminarmente studiare la relazione che esiste tra gli esseri umani e la creazione dal punto di vista della natura interiore e della forma esteriore.
Dio creò la natura, prima degli esseri umani, esprimendo in essa taluni riflessi parziali della natura interiore e della forma esteriore che Egli aveva concepito per l’uomo. Di conseguenza, l’uomo contiene in sé la sommatoria delle essenze di tutte le cose. Ecco perché l’uomo viene chiamato microcosmo del cosmo.
Nel creare gli esseri viventi, Dio iniziò dalle creature di ordine inferiore. Nel corso del tempo, Egli creò animali di grado più elevato, con funzioni biologiche più complesse, per culminare la Sua opera, al livello più alto, con gli esseri umani. Perciò, l’uomo contiene tutti gli elementi, le strutture e le qualità che si trovano negli animali. Le corde vocali dell’uomo, ad esempio, sono così versatili da poter imitare il verso di qualsiasi animale. Poiché il corpo umano contiene tutte le linee e le curve più belle della creazione, un artista affina la sua arte disegnando modelli di nudo.
Pur avendo differenti strutture e funzioni, gli esseri umani e le piante sono simili nel fatto di essere formati di cellule. Nell’uomo possiamo trovare tutti gli elementi, le strutture e le caratteristiche delle piante. Le foglie delle piante, ad esempio, corrispondono per sembianze e funzioni ai polmoni dell’uomo: come le foglie assorbono anidride carbonica dall’aria, i nostri polmoni assorbono ossigeno. Il tronco e i rami delle piante corrispondono al sistema circolatorio umano, nella loro funzione di fornire nutrimento a tutto il corpo. Lo xilema e il floema corrispondono alle arterie e alle vene dell’uomo, mentre le radici della pianta corrispondono allo stomaco e all’intestino, che assorbono i cibi.
L’uomo fu prodotto con argilla, acqua e aria e, di conseguenza, contiene in sé elementi del regno minerale. Inoltre, la struttura della terra si dimostra simile a quella del corpo umano. La crosta terrestre è coperta di piante, nello strato sottostante esistono corsi d’acqua sotterranei e, ancora più in profondità, c’è un nucleo incandescente ricoperto di un mantello roccioso. Tutto ciò rassomiglia alla struttura del corpo umano, nel quale troviamo la pelle coperta di peli, i vasi sanguigni che scorrono all’interno dei tessuti e il midollo, più all’interno, nelle ossa.
Il significato della terza benedizione di Dio è la perfezione del dominio dell’uomo sulla natura. Per realizzare questa benedizione, si deve stabilire la base delle quattro posizioni del dominio, centrata su Dio. L’uomo e la natura, come partners oggettivi sostanziali di Dio, rispettivamente a livello di immagine e di simbolo, devono scambiarsi amore e bellezza, fino a unirsi completamente.[2]
La natura è il partner oggettivo, che esibisce in vari modi la natura interiore e la forma esteriore dell’uomo: perciò, l’uomo ideale è stimolato dalla natura e, attraverso la percezione della propria natura interiore e della propria forma esteriore, manifestate in tutta la creazione, prova una gioia immensa. Anche Dio si delizia nell’esperienza dello stimolo che l’universo dà alla Sua natura interiore e alla Sua forma esteriore: ciò è possibile quando l’universo diventa il Suo terzo partner oggettivo, tramite l’unione armoniosa degli esseri umani e della natura. Perciò, quando l’uomo realizza la terza benedizione di Dio, l’intero universo diventa un ulteriore buon partner oggettivo, che dà gioia a Dio. Se lo scopo di creazione di Dio si fosse realizzato in questo modo, si sarebbe stabilito sulla terra un mondo ideale, senza neppure una traccia di peccato. Chiamiamo questo mondo il Regno dei Cieli in terra. Al termine della loro vita nel Regno dei Cieli in terra, le persone sarebbero andate nel mondo dello spirito, dove avrebbero naturalmente goduto della vita eterna nel Regno dei Cieli spirituale.
Da tutto quanto abbiamo discusso finora, possiamo comprendere che il Regno dei Cieli assomiglia a un uomo che abbia perfezionato la propria individualità conformandosi secondo la natura interiore e la forma esteriore originali di Dio. Come nell’individuo i comandi della mente vengono trasmessi a tutto il corpo attraverso il sistema nervoso centrale, facendo sì che il corpo operi coordinatamente per un unico scopo, così, nel Regno dei Cieli, le direttive di Dio verranno trasmesse a tutti i Suoi figli tramite i Veri Genitori dell’umanità, guidando tutti a vivere in armonia.
Sezione 4 – Il Valore Originale
4.1 Il Processo e il Criterio per la determinazione del Valore Originale
Come si determina il valore originale della creazione di un essere? Il valore di un’entità può essere determinato dalla relazione tra lo scopo della sua esistenza e il desiderio che l’uomo nutre per essa. Più precisamente, il valore assegnato a un’entità al tempo della sua creazione non è un attributo inerente e fisso, ma si stabilisce invece attraverso la relazione reciproca tra lo scopo dell’entità nel contesto dell’ideale di creazione di Dio e il desiderio originale dell’uomo di valorizzarla e farne emergere tutto il pregio. Un’entità realizza il suo vero valore quando essa partecipa come partner oggettivo a una base delle quattro posizioni centrata su Dio, ponendosi in relazione con un uomo attraverso l’azione di dare e ricevere e diventando insieme a quell’uomo il terzo partner oggettivo di Dio.
Come si stabilisce il criterio per determinare il valore originale di un’entità? Poiché il valore originale è determinato dal partecipare a una base delle quattro posizioni, e il centro di quest’ultima è Dio, Dio stesso stabilisce il criterio del valore. Poiché Dio è assoluto, il valore originale di un partner oggettivo, determinato in relazione al criterio stabilito da Dio, deve essere anch’esso assoluto.
Consideriamo una rosa: la sua bellezza originale si determina quando si realizzano insieme sia lo scopo per cui Dio ha creato il fiore che il desiderio dell’uomo, donatogli da Dio, di apprezzarne e valorizzarne la bellezza. In altre parole, un uomo ideale prova la pienezza della gioia quando il desiderio che lo spinge a cercare la bellezza è soddisfatto dallo stimolo emotivo datogli dal fiore. In quel momento, il fiore manifesta la sua bellezza originale. Tale bellezza diventa assoluta quando realizza il proprio scopo inerente, che è quello di dare gioia completa al proprio partner soggettivo. Il desiderio umano di apprezzare la bellezza del fiore è un esempio del desiderio di sentire i tratti della propria natura interiore e della propria forma esteriore attraverso un partner oggettivo. Nel momento in cui si realizzano lo scopo per cui il fiore è stato creato e il desiderio dell’uomo di farne emergere il valore, il partner soggettivo e il partner oggettivo entrano in uno stato di armoniosa unità.
Un’entità ottiene il suo vero valore quando entra in uno stato di armoniosa unità con un essere umano, il suo partner soggettivo, e forma così il terzo partner oggettivo di Dio nella base delle quattro posizioni. Attraverso questo processo, il vero valore di tutte le cose si determina in modo assoluto, sulla base della relazione col criterio assoluto del valore stabilito da Dio. Finora nessun partner oggettivo ha potuto esprimere il valore assoluto; il valore è rimasto sempre relativo, poiché la relazione con le persone cadute non è stata basata sull’ideale di creazione di Dio ma su scopi e desideri satanici.
4.2 L’Emozione, l’Intelligenza e la Volontà Originali; la Bellezza, la Verità e la Bontà Originali
La mente dell’uomo possiede tre facoltà: emozione, intelligenza e volontà. Il corpo dell’uomo agisce in risposta alle direttive della mente. Quando il corpo risponde all’emozione, all’intelligenza e alla volontà della mente, le sue azioni perseguono rispettivamente i valori della bellezza, della verità e della bontà. Dio è il partner soggettivo della mente umana, e quindi è anche il partner soggettivo dell’emozione, dell’intelligenza e della volontà dell’uomo. Un uomo che desidera realizzare il suo valore originale risponde alla perfetta emozione, alla perfetta intelligenza e alla perfetta volontà di Dio attraverso la mente, e agisce coerentemente col corpo. Così, egli manifesta i valori della bellezza originale, della verità originale e della bontà originale.
4.3 Amore e Bellezza, Bene e Male, Giustizia e Ingiustizia
4.3.1 Amore e Bellezza
Quando due entità, distinte manifestazioni delle caratteristiche duali di Dio, formano una base comune e cercano di unirsi come il terzo partner oggettivo di Dio e di stabilire una base delle quattro posizioni, iniziano tra loro un’azione di dare e ricevere. Nel realizzare ciò, la forza emotiva che il partner soggettivo dà al partner oggettivo si chiama amore, mentre la forza emotiva che il partner oggettivo restituisce al partner soggettivo si chiama bellezza. La forza dell’amore è attiva, mentre lo stimolo della bellezza è passivo.
Nella relazione tra Dio e gli esseri umani, Dio dà amore come partner soggettivo e gli uomini, come partners oggettivi, restituiscono bellezza. Nella relazione tra un uomo e una donna, l’uomo è il partner soggettivo che dà amore mentre la donna è il partner oggettivo che restituisce bellezza. Nell’universo, gli esseri umani sono i partners soggettivi che danno amore alla natura, e quest’ultima, come partner oggettivo, risponde in bellezza. Comunque, quando il partner soggettivo e il partner oggettivo si uniscono completamente in armonia, l’amore si manifesta nella bellezza e la bellezza nell’amore, perché, quando i due partners si uniscono in un movimento circolare, il partner soggettivo agisce a volte da partner oggettivo e il partner oggettivo agisce a volte da partner soggettivo.
Nelle relazioni interpersonali, la bellezza che un subordinato rende in risposta all’amore di un superiore si chiama lealtà, e la bellezza che i figli manifestano in risposta all’amore dei loro genitori si chiama rispetto filiale. La bellezza che una moglie offre in risposta all’amore del marito si chiama fedeltà. Lo scopo dell’amore e della bellezza è consentire a due esseri completi, che originano da Dio, di stabilire la base delle quattro posizioni e realizzare lo scopo della creazione. Attraverso lo scambio di amore e bellezza, essi si fondono in un’unità armoniosa, che diventa il terzo partner oggettivo di Dio.
Proseguendo, esaminiamo la natura dell’amore di Dio. Adamo ed Eva, se avessero raggiunto la perfezione, diventando ciascuno un partner oggettivo sostanziale di Dio che riproduceva una delle Sue caratteristiche duali, si sarebbero uniti come marito e moglie e avrebbero educato i figli in una famiglia divina. Nel fare ciò, Adamo ed Eva avrebbero sperimentato coi loro tre partners oggettivi i tre tipi di amore originale: l’amore dei genitori, l’amore coniugale e l’amore dei figli (l’amore del primo partner oggettivo, del secondo partner oggettivo e del terzo partner oggettivo). Soltanto allora avrebbero completato lo scopo dei tre oggetti e formato la base delle quattro posizioni, e questo sarebbe stato il compimento del loro scopo di creazione.
L’amore di Dio è il soggetto dei vari tipi d’amore che fluiscono nella base delle quattro posizioni. Perciò, l’amore di Dio si manifesta attraverso i vari tipi d’amore dei tre partners oggettivi e costituisce la forza sottostante che dà vita alla base delle quattro posizioni. Di conseguenza, la base delle quattro posizioni è il recipiente della bellezza perfetta, attraverso cui possiamo ricevere e apprezzare pienamente l’amore di Dio, ed è anche la casa della gioia perfetta e la sorgente della bontà. Su questa fondazione si compie lo scopo della creazione.
4.3.2 Bene e Male
Un atto o il suo risultato sono considerati bene quando realizzano lo scopo di creazione di Dio. Ciò avviene quando un partner soggettivo e un partner oggettivo si uniscono attraverso l’armonioso e ardente dare e ricevere di amore e bellezza, diventano il terzo partner oggettivo di Dio e formano la base delle quattro posizioni. Al contrario, un atto o il suo risultato è chiamato male quando viola lo scopo di creazione di Dio, formando una base delle quattro posizioni sotto il dominio di Satana.
Per esempio, quando un individuo completa la prima benedizione di Dio e realizza il suo vero scopo, le azioni volte a questo fine sono buone e l’individuo stesso è buono. Queste azioni implicano lo spontaneo dare e ricevere di amore e bellezza tra la mente e il corpo, sulla cui base la mente e il corpo si uniscono secondo il volere di Dio e formano la base delle quattro posizioni individuale. Quando Adamo ed Eva raggiungono la seconda benedizione, costruendo una famiglia che realizza lo scopo della creazione, le loro azioni volte a questo fine sono buone e la famiglia che essi formano è buona. Tali azioni includono la loro unione come coppia secondo il volere di Dio, attraverso l’armonioso e appassionato scambio d’amore e bellezza, il concepimento e l’educazione dei loro figli, e quindi la fondazione della base delle quattro posizioni familiare. Infine, quando un individuo perfetto realizza la terza Benedizione, le azioni volte a questo fine sono buone e tutte le cose che l’uomo governa sono buone. Quando stabilisce una relazione con la natura, come secondo sé stesso, e le si unisce completamente, l’uomo forma un’unione che diventa il terzo partner oggettivo di Dio e costruisce così la base delle quattro posizioni del dominio. Al contrario, quando una persona forma una base delle quattro posizioni sotto la schiavitù di Satana e realizza uno scopo contrario alle tre benedizioni di Dio, questo atto o il suo risultato sono chiamati male.
4.3.3 Giustizia e Ingiustizia
La giustizia è la qualità insita in una persona, che la guida a ricercare la bontà e perseguirne lo scopo. L’ingiustizia è la caratteristica insita in una persona, che la induce a ricercare il male e perseguire scopi satanici. Una vita conforme a giustizia è assolutamente necessaria per il raggiungimento della bontà.
Sezione 5 – Il Processo della Creazione dell’Universo e il Suo Periodo di Crescita
5.1 Il Processo della Creazione dell’Universo
Secondo il racconto del libro di Genesi sulla creazione dell’universo, Dio creò la luce in mezzo al primordiale stato di caos, vuoto e buio. Egli poi separò le acque sotto il firmamento da quelle sopra il firmamento, divise la terra dall’oceano, creò piante, pesci, uccelli e mammiferi, ed infine fece l’umanità. Tutto ciò richiese un periodo di sei “giorni”. Da questo racconto possiamo ricavare che il processo della creazione dell’universo si sviluppò in un certo periodo di tempo, rappresentato da sei giorni.
Il processo della creazione descritto nella Bibbia contiene alcune assonanze con la teoria sull’origine e la formazione dell’universo enunciata dalla scienza moderna. Secondo quest’ultima, infatti, l’universo iniziò come un plasma in espansione: i corpi celesti si formarono dal caos e dal vuoto e produssero la luce. Quando la terra fusa si raffreddò, eruzioni vulcaniche riempirono il firmamento d’acqua. La terra emerse e l’acqua discese sotto forma di pioggia, generando i continenti e gli oceani. Successivamente vennero a esistere le piante e gli animali inferiori. Poi vennero, nell’ordine, pesci, uccelli, mammiferi e infine l’umanità. L’età della terra è calcolata in molti miliardi di anni. Considerando che il racconto della Bibbia sulla creazione dell’universo, risalente a migliaia d’anni fa, è pressoché coincidente con le scoperte della ricerca scientifica moderna, abbiamo un’ulteriore conferma che questo resoconto biblico è una rivelazione divina.
L’universo non nacque all’improvviso, già completo, del tutto astratto dal decorso del tempo. In realtà, la sua origine e il suo sviluppo richiesero un lunghissimo periodo di tempo. Perciò, il tempo biblico di sei giorni per il completamento dell’universo non va riferito al numero letterale delle albe e dei tramonti, ma simboleggia sei periodi di tempo succedutisi nel processo della creazione.
5.2 Il Periodo di Crescita per la Creazione
Il fatto che ci vollero sei giorni, e cioè sei periodi di tempo, per completare la creazione dell’universo, implica che un certo periodo di tempo era necessario anche per ultimare la creazione di ciascuna delle singole entità che compongono l’universo. Inoltre, il modo in cui il libro di Genesi descrive ciascun giorno ci rivela qualcosa sul decorso del tempo richiesto per la creazione di un’entità. Il racconto ha un modo insolito di contare i giorni della creazione:
Così fu sera, poi fu mattina: e fu il primo giorno – Gn. 1:5
Si dovrebbe pensare che l’arrivo del mattino, dopo il passaggio di una sera e una notte, debba essere considerato come il secondo giorno, e invece la Bibbia lo descrive come il primo. La Bibbia parla di un solo giorno per mostrare come ogni essere creato debba attraversare un periodo di crescita, simboleggiato dalla notte, prima di raggiungere la perfezione, al mattino, e soltanto allora, nel salutare il nuovo giorno, possa procedere oltre e realizzare il suo ideale di creazione.
Ogni fenomeno che si verifica nell’universo porta frutto solo dopo il decorso di un certo intervallo di tempo. Tutte le cose sono concepite per raggiungere la completezza solo dopo aver attraversato un prestabilito periodo di crescita.
5.2.1 I Tre Stadi successivi del Periodo di Crescita
L’universo dispiega e manifesta la natura interiore originale e la forma esteriore originale di Dio secondo principi matematici. Da qui possiamo dedurre che un aspetto della natura di Dio è matematico. Dio è la realtà unica e assoluta in cui le caratteristiche duali interagiscono in armonia; perciò, Egli è un Essere fondato sul numero tre. Tutti gli esseri creati, essendo stati concepiti a somiglianza di Dio, manifestano la propria esistenza, il proprio movimento e la propria crescita attraverso un corso di tre stadi.
La base delle quattro posizioni, che è lo scopo di creazione di Dio, doveva essere completata attraverso un processo in tre stadi: l’origine in Dio, il matrimonio di Adamo ed Eva e la moltiplicazione dei figli. Per stabilire la base delle quattro posizioni e condurre un movimento circolare, un essere deve prima compiere l’azione in tre stadi di origine-divisione-unione e completare lo scopo dei tre oggetti, in cui ogni posizione è impegnata in una relazione con le altre tre. Per analogia, qualsiasi oggetto, per essere stabile, dev’essere sostenuto almeno in tre punti. Allo stesso modo, ogni cosa raggiunge la perfezione passando attraverso tre successivi stadi di crescita: lo stadio di formazione, lo stadio di crescita e lo stadio di completamento.
Nella natura, molte cose appaiono in gruppi di tre. Esistono i tre regni: minerale, vegetale e animale. La materia si manifesta nei tre stati: gassoso, liquido e solido. Le piante sono per lo più composte da tre parti: radici, rami e foglie. Gli animali hanno capo, corpo ed arti.
Ci sono molti esempi del numero tre anche nella Bibbia. Gli esseri umani non poterono realizzare lo scopo della loro esistenza giacché caddero senza completare i tre stadi del periodo di crescita, e così, nei loro ripetuti sforzi per realizzare tale scopo, devono passare attraverso quei tre stadi. Nella provvidenza di restaurazione, Dio ha lavorato per riscattare il numero tre e ciò spiega perché ci siano tanti passi biblici e tante provvidenze, basati sul numero tre: la Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo); i tre livelli del Paradiso; i tre arcangeli; i tre livelli dell’arca di Noè; i tre voli della colomba dall’arca dopo il diluvio; le tre offerte di Abramo; i tre giorni di viaggio prima del sacrificio d’Isacco. Al tempo di Mosè ci furono: i tre giorni della piaga dell’oscurità, i tre giorni di purificazione all’inizio dell’Esodo, i tre periodi di quaranta anni del viaggio in Canaan ed i tre giorni di purificazione sotto il comando di Giosuè appena prima dell’attraversamento del fiume Giordano. Nella vita di Gesù vediamo: tre decenni di vita privata seguiti da tre anni di ministero pubblico, i tre Magi che portarono tre doni dall’Est, i tre discepoli, le tre tentazioni, le tre preghiere nel giardino di Getsemani, le tre negazioni di Pietro, le tre ore d’oscurità dopo la crocifissione e la resurrezione di Gesù dopo tre giorni nella tomba.
Quando caddero i primi antenati? Durante il loro periodo di crescita, quand’erano ancora immaturi. Se gli esseri umani fossero caduti dopo avere raggiunto la perfezione, sarebbe irragionevole credere nell’onnipotenza di Dio. Se gli esseri umani cadessero dopo essere diventati perfette personificazioni del bene, allora il bene stesso sarebbe imperfetto e – di conseguenza – saremmo costretti a concludere che anche Dio, come fonte del bene, è imperfetto.
È scritto nel libro di Genesi che Dio avvisò Adamo ed Eva:
Ma del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché, nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai – Gn. 2:17
Adamo ed Eva potevano scegliere d’ignorare l’avvertimento di Dio e perdere la loro vita, oppure di osservare l’ammonimento e vivere. Il fatto che avessero le due possibilità di cadere o di diventare perfetti, dimostra che erano ancora in uno stato d’immaturità. L’universo fu concepito per raggiungere la perfezione dopo un certo periodo di crescita, descritto nella Bibbia come sei giorni, e gli esseri umani, come parte della creazione di Dio, sono anch’essi legati a questo principio.
In quale stadio del periodo di crescita caddero i primi esseri umani? In cima allo stadio di crescita. Ciò può essere dimostrato esaminando le circostanze della Caduta dei primi progenitori e la storia della provvidenza di restaurazione, come risulterà ancora più chiaro da un attento studio di questo volume.
5.2.2 La Dimensione del Dominio Indiretto
Durante il periodo di crescita, tutte gli esseri della creazione crescono in virtù dell’autonomia e del governo forniti dal Principio di Dio. Dio, l’Autore del Principio, considera solo i frutti della loro crescita, basati sul Principio. In questo modo, Egli governa tutte le cose indirettamente. Chiamiamo questo periodo di crescita la dimensione del dominio indiretto di Dio, e cioè la dimensione del dominio che si basa sulle realizzazioni tramite il Principio.
Tutte le cose raggiungono la perfezione dopo aver attraversato il periodo di crescita (la dimensione del dominio indiretto), in virtù dell’autonomia e del governo forniti dal Principio di Dio. Gli esseri umani, invece, sono stati creati in modo che la loro crescita richieda, in aggiunta alla guida fornita dal Principio, il compimento di una parte di responsabilità. Così, per superare con successo il periodo di crescita e raggiungere la perfezione, l’uomo deve esercitare questa responsabilità. Dal Comandamento che Dio diede ad Adamo ed Eva (Gn. 2:17), possiamo altresì dedurre che i primi antenati avevano la responsabilità di credere nella Parola di Dio e non mangiare il frutto. Disobbedire a Dio e cadere o meno non dipendeva da Dio, ma da loro stessi. Perciò, il fatto che l’uomo raggiunga la perfezione o meno non dipende soltanto dalla forza della creazione di Dio, ma richiede anche il compimento della responsabilità umana. Nella Sua funzione di Creatore, Dio pose gli esseri umani nella posizione di poter attraversare il periodo di crescita (la dimensione del dominio indiretto) e raggiungere la perfezione solo completando la propria parte di responsabilità. È per questo che Dio non interferisce nella responsabilità umana.
Ci sono diverse ragioni per le quali Dio dotò l’uomo di una parte di responsabilità. Completando la parte di responsabilità loro assegnata, e nella quale neppure Dio interviene, gli esseri umani sono destinati a ereditare la natura creativa di Dio e partecipare alla Sua grandiosa opera di creazione. Dio vuole che gli esseri umani ottengano la proprietà del creato e si rendano degni di governarlo, nella posizione di creatori (Gn. 1:28), proprio come Dio governa gli esseri umani come loro Creatore. Questa è la differenza principale tra gli esseri umani e il resto del creato.
Una volta che realizziamo la nostra responsabilità, noi ereditiamo la capacità creativa di Dio e conseguiamo il dominio su tutte le cose, compresi gli angeli. Dio ci assegna un corso attraverso la dimensione del dominio indiretto, affinché possiamo raggiungere tale perfezione. Noi uomini caduti, che non abbiamo ancora conseguito la qualificazione per governare, dobbiamo completare la nostra responsabilità secondo il Principio di restaurazione. Così facendo, possiamo progredire attraverso la dimensione del dominio indiretto e quindi restaurare il nostro diritto di governare tutte le cose, incluso Satana. Questo è l’unico modo in cui possiamo realizzare lo scopo della creazione. La provvidenza di salvezza di Dio è stata prolungata tanto a lungo perché le figure centrali, incaricate della provvidenza di restaurazione, hanno commesso ripetuti errori, mentre cercavano di compiere la loro parte di responsabilità, nella quale nemmeno Dio poteva intervenire.
Per quanto grande possa essere la grazia salvifica della croce di Cristo, la salvezza busserà inutilmente alla nostra porta, se non fortificheremo la nostra fede, come nostra parte di responsabilità. Era responsabilità di Dio donarci il beneficio della resurrezione tramite la crocifissione di Gesù, ma credere o non credere è una responsabilità strettamente personale (Gv. 3:16; Ef. 2:8; Rm. 5:1).
5.2.3 La Dimensione del Dominio Diretto
Cos’è la dimensione del dominio diretto di Dio e qual è il suo scopo? Gli esseri umani vivono nella dimensione del dominio diretto quando, come partner soggettivo e partner oggettivo, si legano nell’amore di Dio per formare una base delle quattro posizioni e si uniscono completamente col cuore a Dio. In questa dimensione, l’uomo condivide liberamente e pienamente amore e bellezza, seguendo la volontà del partner soggettivo e realizzando lo scopo del bene. Quella del dominio diretto è la dimensione della perfezione, essenziale per la realizzazione dello scopo della creazione.
Qual è il significato del dominio diretto di Dio sugli esseri umani? Una volta che avessero perfezionato sé stessi come individui centrati su Dio, Adamo ed Eva avrebbero vissuto insieme completamente uniti, formando la base delle quattro posizioni nella loro famiglia. Vivendo in unità col Cuore di Dio, avrebbero condotto una vita di bontà, condividendo la pienezza dell’amore e della bellezza con Adamo come capo della famiglia. Nella dimensione del dominio diretto di Dio, le persone sentiranno intensamente il Cuore di Dio in sé stessi, conosceranno la Volontà di Dio e la trasferiranno nelle loro azioni. Proprio come ogni parte del corpo si muove spontaneamente rispondendo alle sagaci direttive della mente, le persone attueranno spontaneamente la Volontà di Dio, in conformità alle profonde intenzioni del Suo Cuore. In questo stato di perfetta risonanza, lo scopo della creazione è compiuto.
Come sarà il mondo, quando la natura starà sotto il dominio diretto dell’uomo? Un uomo pienamente maturo e le diverse cose della natura, come suoi partners oggettivi, quando stabiliscono una relazione tra loro, si uniscono a formare una base delle quattro posizioni. Le persone che sono in totale risonanza col Cuore di Dio governeranno la natura, in una libera partecipazione di amore e bellezza, e l’intero universo realizzerà il bene. In questo modo, gli esseri umani eserciteranno il dominio diretto su tutte le cose.
Sezione 6 – Il Mondo Incorporeo e il Mondo Corporeo, con al Centro l’Uomo
6.1 Il Mondo Incorporeo e il Modo Corporeo come Realtà Sostanziali
L’universo fu creato sul modello dell’uomo, che è l’immagine delle caratteristiche duali di Dio. Perciò, la struttura dell’universo e di ogni entità in esso contenuta riproduce quella dell’uomo, che consiste fondamentalmente di mente e corpo.[3] Parallelamente alla mente e al corpo dell’uomo, l’universo consiste del mondo incorporeo e del mondo corporeo, entrambi reali e sostanziali. Il mondo incorporeo si chiama così perché non possiamo percepirlo attraverso i cinque sensi fisici, ma solo tramite i nostri cinque sensi spirituali. Chi ha avuto esperienze spirituali può testimoniare che il mondo incorporeo appare reale quanto il mondo in cui viviamo. Il mondo incorporeo e quello corporeo formano insieme il cosmo.
Il corpo non può agire distaccato dalla propria relazione con la mente, e una persona non può compiere vere azioni, senza una relazione con Dio. Allo stesso modo, il mondo corporeo non può manifestare il suo vero valore, al di fuori di una relazione col mondo incorporeo. Inoltre, proprio come non possiamo discernere il carattere di una persona senza comprenderne la mente, e non possiamo intendere il senso fondamentale dell’esistenza umana senza capire Dio, così non possiamo completamente conoscere la natura e la struttura del mondo corporeo senza una comprensione della natura e della struttura del mondo incorporeo. Il mondo incorporeo, o mondo spirituale, è nella posizione di partner soggettivo e il mondo corporeo, o mondo fisico, è nella posizione di partner oggettivo ed è come un’ombra del primo (Eb. 8:5). Quando abbandoniamo il corpo fisico, alla fine della nostra vita nel mondo fisico, entriamo nel mondo spirituale per vivere lì eternamente come spiriti.
6.2 La Posizione dell’Uomo nel Cosmo
La posizione dell’uomo nel cosmo può essere definita in tre modi. Primo, Dio creò gli esseri umani perché fossero signori dell’universo (Gn. 1:28). L’universo non ha di per sé una sensibilità interiore verso Dio, e perciò Dio non lo governa direttamente. Invece, Dio ha dotato gli esseri umani di sensitività verso tutte le cose dell’universo, e li ha delegati a dominare l’universo direttamente. Dio creò il corpo umano con elementi tratti dal mondo fisico – quali l’acqua, l’argilla e l’aria – per permetterci di percepirlo e dominarlo. Per metterci in condizione di percepire e dominare il mondo spirituale, Dio creò il nostro spirito con gli stessi elementi spirituali che compongono il mondo spirituale. Sul monte della Trasfigurazione, Mosè ed Elia, che erano morti centinaia di anni prima, apparvero a Gesù e dialogarono con lui (Mt. 17:3). Si trattava realmente degli spiriti di Mosè ed Elia, e Gesù poté conversare con loro ed essere glorificato davanti a loro. Così gli esseri umani, composti di carne che può dominare il mondo fisico e di spirito che può dominare il mondo spirituale, hanno la possibilità di governare entrambi i mondi.
Secondo, Dio creò l’uomo perché fosse il mediatore e il centro dell’armonia del cosmo. Quando la carne e lo spirito di una persona si uniscono attraverso l’azione di dare e ricevere e diventano il partner oggettivo sostanziale di Dio, anche il mondo fisico e quello spirituale possono iniziare un’azione di dare e ricevere, con quella persona come centro. Essi raggiungono così un’integrazione armoniosa, e costruiscono un cosmo capace di rispondere a Dio. Come l’aria che consente ai due poli del diapason di risuonare l’uno con l’altro, un vero uomo fa da mediatore e centro d’armonia tra i due mondi. La capacità di comunicare tra i due mondi può essere anche paragonata a una radio o una televisione, che trasforma onde invisibili in immagini e suoni percettibili. Così, l’uomo può accuratamente trasmettere le realtà del mondo spirituale a quello fisico.
Terzo, Dio creò gli esseri umani perché contenessero in una forma sostanziale le essenze di tutte le cose del cosmo. Dio creò l’universo proiettando e sviluppando in innumerevoli forme sostanziali i preesistenti prototipi della natura interiore e della forma esteriore dell’uomo. Lo spirito dell’uomo contiene tutti gli elementi del mondo spirituale, dato che Dio creò quest’ultimo come l’espansione della natura interiore e della forma esteriore dello spirito. Il corpo umano contiene tutti gli elementi del mondo fisico, dato che questo fu creato da Dio come l’espansione della natura interiore e della forma esteriore del corpo. Di conseguenza, dal momento che gli esseri umani contengono in sé le essenze di tutte le cose del cosmo, ogni uomo è un microcosmo.
Tuttavia, a causa della Caduta dell’uomo, l’universo ha perduto il suo signore. San Paolo scrisse:
La creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio – Rm. 8:19
cioè le persone che sono state restaurate allo stato originale.
Tragicamente, con la Caduta degli esseri umani, che avrebbero dovuto fungere da centro dell’armonia universale, il dare e ricevere tra il mondo spirituale e quello fisico fu spezzato. I due mondi sono rimasti definitivamente impossibilitati a integrarsi e armonizzarsi tra loro. A causa di questa divisione, San Paolo continuò:
Tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio – Rm. 8:22
Gesù venne come il nuovo Adamo, perfetto nella carne e nello spirito.
Egli era il microcosmo del cosmo. Ecco perché è scritto:
Iddio ha posto ogni cosa sotto i piedi di esso – 1 Cor. 15:27
Gesù è il nostro Salvatore, venuto nel mondo per aprire la via agli uomini caduti, affinché diventino perfetti com’egli è perfetto, muovendo i nostri cuori a credere in lui e unirci completamente a lui.
6.3 La Relazione Reciproca tra il Sé Fisico e il Sé Spirituale
6.3.1 La Struttura e le Funzioni del Sé Fisico
Il sé fisico consiste dalle caratteristiche duali della mente fisica (partner soggettivo), e del corpo fisico (partner oggettivo). La mente fisica dirige il corpo fisico affinché mantenga le funzioni necessarie per la propria sopravvivenza, difesa e riproduzione. L’istinto, per esempio, è un aspetto della mente fisica di un animale. Per crescere in buona salute, il sé fisico deve avere un nutrimento adeguato: deve assorbire aria e luce solare, che sono nutrimenti intangibili di tipo yang, e mangiare cibo e bere acqua, che sono nutrimenti tangibili di tipo yin. Il corpo ha un dare ed avere con tali nutrimenti tramite i sistemi digestivo e circolatorio.
La condotta, buona o cattiva, del sé fisico è il fattore principale che determina lo sviluppo, nel bene o nel male, del sé spirituale, poiché il sé fisico fornisce un certo elemento, che noi chiamiamo l’elemento di vitalità, al sé spirituale. Nella nostra esperienza quotidiana, la mente gioisce quando il sé fisico compie buone azioni, ma prova ansietà dopo un gesto malvagio, poiché gli elementi di vitalità, che possono essere buoni o cattivi a seconda delle azioni del sé fisico, vengono trasfusi nel sé spirituale.
6.3.2 La Struttura e le Funzioni del Sé Spirituale
Il sé spirituale, o spirito, è una realtà sostanziale ma incorporea, che può essere percepita soltanto attraverso i sensi spirituali, ed è il partner soggettivo del sé fisico. Il nostro spirito può comunicare direttamente con Dio ed è designato a governare il mondo incorporeo, inclusi gli angeli. Il nostro spirito rispecchia nelle sembianze il nostro fisico. Dopo aver abbandonato il sé fisico, noi entriamo nel mondo spirituale e viviamo lì eternamente. Il motivo per cui desideriamo una vita eterna è che la nostra essenza più interiore è il sé spirituale, che ha natura eterna. Il sé spirituale consiste dalle caratteristiche duali di mente spirituale (partner soggettivo) e corpo spirituale (partner oggettivo). La mente spirituale è il centro del sé spirituale ed è il luogo ove Dio dimora.
Lo spirito cresce attraverso l’azione di dare e ricevere tra due tipi di nutrimenti: gli elementi di vita, di tipo yang, che provengono da Dio, e gli elementi di vitalità, di tipo yin, che provengono dal sé fisico. Il sé spirituale non si limita a ricevere elementi di vitalità dal sé fisico, ma fornisce in cambio a quest’ultimo ciò che chiamiamo l’elemento vitale spirituale. Le persone che ricevono grazia da uno spirito celeste subiscono molti cambiamenti positivi nel sé fisico: sentono sprigionarsi gioia infinita e nuova forza, che possono anche curare le malattie. Questi fenomeni si verificano quando il sé fisico riceve elementi vitali spirituali dal sé spirituale.
Lo spirito può crescere soltanto mentre dimora nella carne. Così, la relazione tra il sé fisico e il sé spirituale è simile a quella tra un albero e i suoi frutti. Quando la mente fisica obbedisce alla mente spirituale e il sé fisico agisce perseguendo lo scopo di bontà della mente spirituale, il sé fisico riceve elementi vitali spirituali dal sé spirituale e cresce sano. In cambio, il sé fisico fornisce buoni elementi di vitalità al sé spirituale, mettendolo in condizione di crescere adeguatamente nella direzione del bene.
La verità illumina i desideri riposti della mente spirituale. L’uomo deve prima comprendere il desiderio più profondo della propria mente spirituale attraverso la verità, e poi tradurre in atti tale comprensione, per realizzare la propria responsabilità. Soltanto allora gli elementi vitali spirituali e gli elementi di vitalità si contraccambiano tra loro, consentendo all’uomo di progredire verso il bene. Gli elementi vitali spirituali e gli elementi di vitalità hanno la relazione di natura interiore e forma esteriore. Dato che ogni persona ha in sé elementi vitali spirituali costantemente attivi, anche la mente originale di una persona malvagia è incline al bene. Tuttavia, se tale persona non conduce effettivamente una vita di bontà, gli elementi vitali spirituali non possono instaurare un corretto dare e ricevere con gli elementi di vitalità, né possono essere trasfusi nel sé fisico per mantenerlo in salute.
Da quanto abbiamo esposto si può dedurre che il sé spirituale può raggiungere la perfezione solo durante la vita terrena di una persona. La mente spirituale guida il sé spirituale mentre questo cresce sul terreno del sé fisico. La crescita del sé spirituale verso la perfezione procede attraverso i tre stadi successivi stabiliti dal Principio di Creazione. Uno spirito nello stadio di formazione della vita si chiama spirito in formazione, nello stadio di crescita si chiama spirito di vita e nello stadio di completamento si chiama spirito divino.
Uno spirito matura pienamente come spirito divino quando il sé spirituale e il sé fisico della persona si uniscono in una perfetta azione di dare ed avere centrata su Dio e formano la base delle quattro posizioni. Uno spirito divino può sentire e percepire chiaramente ogni realtà del mondo spirituale. Tali realtà spirituali, quando risuonano attraverso il corpo e si manifestano come fenomeni fisiologici, sono riconoscibili dai cinque sensi fisici. Le persone di spirito divino, grazie a tale risonanza col mondo spirituale, costruiscono il Regno dei Cieli in terra e poi, quando lasciano il corpo fisico, passano senza difficoltà nel Regno dei Cieli nel mondo spirituale. Per questo motivo, il Regno dei Cieli in cielo non potrà essere realizzato che successivamente allo stabilimento del Regno dei Cieli in terra.
Tutte le sensibilità di uno spirito sono coltivate attraverso la relazione reciproca col sé fisico durante la vita terrena. Perciò, solo la persona che raggiunge la perfezione ed è totalmente immersa nell’amore di Dio durante la sua vita in terra può gioire pienamente dell’amore di Dio, come spirito, dopo la morte. Il sé spirituale sviluppa tutte le sue qualità mentre abita nel sé fisico: una condotta peccaminosa durante la vita terrena rende più malvagio e brutto lo spirito di una persona caduta, mentre la redenzione dai peccati, ricevuta durante la vita terrena, apre allo spirito la strada della bontà. Perciò, per salvare l’umanità peccatrice, Gesù dovette venire sulla terra nella carne. Dobbiamo condurre una vita di bontà mentre siamo sulla terra. Gesù diede le chiavi del Regno dei Cieli a Pietro, che rimaneva sulla terra (Mt. 16:19), e, poiché l’obiettivo primario della provvidenza di restaurazione doveva essere svolto sulla terra, gli disse:
Tutte le cose che avrete legate sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra, saranno sciolte nel cielo – Mt. 18:18
Non è Dio a stabilire se lo spirito di un uomo, dopo la morte, vada in cielo o all’inferno; è lo spirito stesso a deciderlo. Gli uomini sono stati creati in modo che, una volta raggiunta la perfezione, possano pienamente respirare l’amore di Dio. Coloro che commettono peccati durante il loro tempo sulla terra menomano il proprio spirito di tale capacità. Stare di fronte a Dio, il centro del vero amore, è per loro un’agonia. Di loro spontanea volontà, essi scelgono di vivere nell’inferno, lontani dall’amore di Dio.
Dal momento che lo spirito umano può crescere soltanto sul terreno del sé fisico, la moltiplicazione degli spiriti umani avviene simultaneamente alla moltiplicazione dei sé fisici, e cioè durante la vita terrena.
6.3.3 La Mente Spirituale, la Mente Fisica e la loro Relazione nella Mente Umana
La mente umana consiste della mente spirituale e della mente fisica. La relazione tra queste due menti è come quella tra natura interiore e forma esteriore. Quando si uniscono tramite l’azione di dare e ricevere con Dio come centro, esse formano un’unica entità funzionale, che guida il sé spirituale e il sé fisico ad armonizzarsi e progredire verso lo scopo della creazione. Quest’entità unita è la mente di un essere umano.
La coscienza è quella facoltà della mente umana che, per virtù innata, ci dirige costantemente verso ciò che crediamo bene. Tuttavia, a causa della Caduta, gli esseri umani sono diventati ignoranti di Dio e perciò ignoranti del criterio assoluto del bene. Per questa ragione, non siamo capaci di stabilire il giusto parametro di giudizio per la nostra coscienza. Poiché il parametro del bene varia, anche il parametro della nostra coscienza fluttua e questo causa frequenti dispute, anche tra coloro che invocano una vita secondo coscienza.
La mente originale è quella facoltà della mente umana che persegue il bene assoluto. È in relazione con la coscienza come la natura interiore rispetto alla forma esteriore. Una persona è diretta dalla propria coscienza a perseguire il bene secondo il criterio che essa ha determinato nell’ignoranza, anche se tale criterio differisce da quello originale. Ma la mente originale, essendo sensibile alla giusta direzione, rifiuta i falsi criteri e si adopera a correggere la coscienza.
Fintanto che la nostra mente spirituale e la nostra mente fisica sono alla mercé di Satana, l’entità funzionale che esse formano con la loro azione di dare e ricevere è chiamata la mente malvagia. La mente malvagia spinge costantemente le persone a fare del male. La nostra mente originale e la nostra coscienza, con sforzo disperato, ci guidano a respingere la mente malvagia e a rifiutare i cattivi desideri, per collegarci alla bontà, spezzando i legami con Satana e volgendoci a guardare verso Dio.
[1] cfr. Il Principio di Creazione 6.2
[2] cfr. Il Principio di Creazione 5.2.3
[3] cfr. Il Principio di Creazione 1.2
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