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Cristologia

Fra i molti interrogativi che deve risolvere l’uomo caduto alla ricerca della salvezza, alcuni dei più importanti riguardano probabilmente la Cristologia. Gli argomenti attinenti a questo campo trattano sia della Trinità, cioè la relazione fra Dio, Gesù e lo Spirito Santo, che della rinascita, ovvero la relazione fra Gesù, lo Spirito Santo e l’umanità caduta. Fino ad oggi, le controversie nate attorno a questi temi non sono mai state risolte e, di conseguenza, una notevole confusione rimane nella dottrina e nel corso di fede dei Cristiani. La chiave per affrontare questi argomenti è comprendere il valore originale dell’uomo. Affronteremo questo punto per primo, come base per rispondere alle altre domande sulla Cristologia.

Sezione 1 – Il Valore di un Uomo che ha Realizzato lo Scopo della Creazione

Esaminiamo il valore di un uomo che ha realizzato lo scopo della creazione, vale a dire il valore di Adamo ed Eva perfetti, da diverse prospettive.

Primo, la relazione fra Dio e un uomo completamente maturo assomiglia a quella fra le caratteristiche duali. L’uomo fu creato con una mente e un corpo, a somiglianza delle caratteristiche duali di Dio.[1] Allo stesso modo, la relazione fra Dio e un uomo che ha perfezionato la propria individualità può essere paragonata a quella che esiste fra le caratteristiche duali dell’uomo stesso, cioè fra la sua mente e il suo corpo. Proprio come il corpo è creato a somiglianza della mente intangibile per esserne l’oggetto sostanziale, un uomo è creato a somiglianza del Dio intangibile per essere il Suo oggetto sostanziale, e proprio come un’unità inseparabile esiste fra la mente e il corpo di un vero uomo centrato su Dio, un’unità inseparabile esiste fra Dio e un vero uomo che, insieme, formano una base delle quattro posizioni. In questa unione, l’uomo sente dentro di sé il Cuore di Dio. Un tale uomo, pienamente maturo nel carattere, è un tempio di Dio: Dio può stabilmente dimorare nell’uomo e l’uomo giunge a possedere la natura divina (1 Cor. 3:16). Gesù parlò di questo stato di perfezione dicendo:

Voi dunque siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro celeste – Mt. 5:48

Perciò, un uomo che ha raggiunto lo scopo della creazione assume un valore divino, paragonabile a quello di Dio.

Secondo, consideriamo il valore dell’uomo dalla prospettiva dello scopo per cui è stato creato. Dio creò l’uomo per sperimentare con lui la gioia. Ogni essere umano ha delle caratteristiche individuali uniche, e per quanti miliardi di uomini possano nascere sulla terra, non ce ne saranno mai due con la stessa, identica personalità. Ogni uomo è l’oggetto sostanziale di Dio e manifesta un aspetto specifico delle caratteristiche duali divine. Perciò, ciascun uomo è l’unico in tutto l’universo capace di stimolare un particolare aspetto della natura di Dio, procurandoGli gioia. Ogni uomo che ha completato lo scopo della creazione costituisce quindi un’esistenza unica nel cosmo e possiamo perciò confermare l’esattezza delle parole di Buddha: “In cielo e in terra, io solo sono l’onorato”.

Terzo, consideriamo il valore dell’uomo sulla base della sua relazione con l’universo, come è stata chiarita dal Principio di Creazione. Un uomo che ha completato lo scopo della creazione può governare l’intero universo (Gn. 1:28). Avendo in sé lo spirito e la carne, può avere dominio sia sul mondo spirituale che su quello corporeo. Con l’uomo in funzione di mediatore, i due mondi stabiliscono una relazione reciproca e formano un cosmo unificato, che è un completo oggetto di Dio. Come abbiamo appreso dal Principio di Creazione, l’universo è lo sviluppo sostanziale delle caratteristiche duali dell’uomo. Il suo spirito ingloba tutti gli elementi del mondo spirituale, mentre la sua carne ingloba tutti gli elementi del mondo fisico. Perciò, un uomo che ha completato lo scopo della creazione incapsula l’essenza di ogni cosa esistente nel cosmo. Questo è il motivo per cui l’uomo è definito come il microcosmo dell’universo e ha lo stesso valore del cosmo intero. Possiamo quindi comprendere in una nuova luce le parole di Gesù:

E che gioverà egli a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua? – Mt.16:26

Supponiamo che ci sia una macchina perfetta, i cui componenti sono unici al mondo nel loro genere, e che non ci sia alcuna possibilità di procurarsi o produrre i ricambi per nessuno di loro. Per quanto piccolo o insignificante, ognuno di quei componenti avrà un valore pari a quello dell’intera macchina. Allo stesso modo, un uomo totalmente maturo è unico in tutto l’universo e, per quanto insignificante possa sembrare, il suo valore è uguale a quello del cosmo intero.

Sezione 2 – Gesù e l’Uomo che ha Realizzato lo Scopo della Creazione

2.1 Adamo Perfetto, Gesù e la Restaurazione dell’Albero della Vita

La storia umana, che è la storia della provvidenza di restaurazione, ha come meta la realizzazione del Regno dei Cieli in terra: riconquistare, alla fine della storia, l’albero della vita perduto nel Giardino di Eden (Ap. 22:14; Gn. 3:24). Possiamo comprendere la relazione fra Adamo perfetto e Gesù confrontando l’albero della vita nel Giardino di Eden con l’albero della vita che dev’essere restaurato negli Ultimi Giorni.

Come abbiamo già esaminato, Adamo, se avesse realizzato pienamente l’ideale di creazione, sarebbe diventato l’albero della vita, e lo stesso avrebbero fatto tutti i suoi discendenti. Invece, la caduta di Adamo frustrò la Volontà di Dio e d’allora in poi l’umanità caduta ha sperato di essere restaurata come albero della vita (Pr. 13:12; Ap. 22:14). Poiché l’uomo caduto, coi suoi soli sforzi, non potrà mai restaurarsi completamente come albero della vita, deve venire un uomo che, dopo aver completato l’ideale di creazione come albero della vita, possa innestare di sé tutti gli uomini. Gesù è l’albero della vita descritto nella Bibbia: perciò Adamo, se avesse realizzato l’ideale di perfezione simboleggiato dall’albero della vita nel Giardino dell’Eden, sarebbe stato identico a Gesù, rappresentato dall’albero della vita nel libro dell’Apocalisse, nel senso della realizzazione dello scopo della creazione, ed entrambi avrebbero avuto lo stesso valore.

2.2 Gesù, l’Uomo e la Realizzazione dello Scopo della Creazione

Confrontiamo il valore di Gesù con quello di un uomo che ha perfezionato la propria individualità. Dal punto di vista dello scopo della creazione, un uomo completamente maturo è perfetto come Dio è perfetto (Mt. 5:48) ed è infinitamente prezioso, perché ha la stessa natura divina di Dio. Poiché Dio è un essere eterno, anche l’uomo, creato per diventare, con la perfezione, il Suo oggetto incarnato, deve avere una vita eterna. Un uomo pienamente maturo è unico in tutto il cosmo e inoltre, come signore di tutta la natura, che non può realizzare il suo pieno valore senza di lui, possiede il valore del cosmo.

Non c’è valore più grande di quello di un uomo che ha realizzato l’ideale di creazione. Gesù ebbe questo valore, sicuramente il più alto immaginabile. La tradizionale fede cristiana nella divinità di Gesù è basata sul fatto che, come uomo perfetto, Gesù è totalmente unito a Dio. Affermare che Gesù non è altro che un uomo che ha completato lo scopo della creazione non ne sminuisce affatto il valore. Piuttosto, il Principio di Creazione esalta il vero valore di tutti gli uomini che realizzano lo scopo della creazione a un livello paragonabile a quello di Gesù.

Esaminiamo alcune prove bibliche, che testimoniano che Gesù è un uomo che ha realizzato lo scopo della creazione. È scritto:

Poiché v’è un solo Dio ed anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo – 1 Tim. 2:5

Poiché, siccome per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’ubbidienza d’un solo, i molti saran costituiti giusti – Rm. 5:19

Infatti, poiché per mezzo d’un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo d’un uomo è venuta la risurrezione dei morti – 1 Cor. 15:21

Perché ha fissato un giorno, nel quale giudicherà il mondo con giustizia, per mezzo dell’uomo ch’Egli ha stabilito – At. 17:31

Così, la Bibbia mostra chiaramente che Gesù è un uomo. Soprattutto, Gesù doveva venire come essere umano per poter diventare il Vero Genitore, capace di dare la rinascita all’umanità.

2.3 Gesù è Dio Stesso?

Quando Filippo chiese a Gesù di mostrargli Dio, Gesù disse:

Chi ha veduto me, ha veduto il Padre; come mai dici tu: Mostraci il Padre? Non credi tu ch’io sono nel Padre e il Padre è in me? – Gv. 14:9-10

Di Gesù è scritto:

Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto – Gv. 1:10

In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse nato, io sono – Gv. 8:58

Basandosi su questi versi biblici, molti cristiani hanno creduto che Gesù fosse Dio, il Creatore. Gesù può essere chiamato Dio perché‚ come uomo che ha realizzato lo scopo della creazione e vive in unità con Dio, ha una natura divina; tuttavia, Gesù non è Dio stesso. La relazione fra Dio e Gesù può essere paragonata a quella tra la mente e il corpo. Il corpo, che è l’oggetto sostanziale della mente, le assomiglia e agisce in unità con essa, può essere considerato come una seconda mente, ma non è la mente stessa. Analogamente Gesù, che è uno con Dio ed è l’incarnazione di Dio, può essere considerato un secondo Dio, ma non Dio stesso. Anche dicendo che chi ha visto Gesù ha visto Dio (Gv. 14:9-10), Gesù non intendeva affermare di essere Dio stesso.

La Bibbia si riferisce a Gesù come alla Parola fatta carne (Gv. 1:14). Questo versetto significa che Gesù è l’incarnazione della Parola; vale a dire è un uomo in cui la Parola diventa viva. È scritto che tutte le cose furono fatte attraverso la Parola e inoltre che la Parola fu fatta attraverso Gesù (Gv. 1:3-10). Perciò, si potrebbe dire che Gesù sia il creatore. Per capire il significato di questi versi, dobbiamo considerare che l’universo, secondo il Principio di Creazione, è lo sviluppo sostanziale della natura interiore e della forma esteriore di un uomo di perfetto carattere. Tutti gli elementi dell’universo sono incapsulati in un uomo pienamente maturo e rispondono in armonia attorno a lui. In questo senso, si può affermare che l’universo è creato attraverso l’uomo perfetto. Inoltre, Dio diede all’uomo il carattere e il potere del creatore perché voleva farlo diventare, una volta raggiunta la perfezione attraverso la realizzazione della sua responsabilità, creatore e signore della natura. Visti da questa prospettiva, questi versi sono coerenti con la nostra visione di Gesù come l’uomo che ha completato lo scopo della creazione e non significano che egli sia il Creatore stesso. Gesù disse anche:

Prima che Abramo fosse nato, io sono – Gv. 8:58

Gesù era un discendente di Abramo ma, dal punto di vista della provvidenza di restaurazione, ne è l’antenato, perché, come colui che dà la rinascita a tutta l’umanità, è venuto nella posizione di primo antenato. Dobbiamo capire che con queste parole Gesù non intendeva sostenere di essere Dio stesso. Quando viveva sulla terra, Gesù non era diverso da noi, se non per il fatto di non avere il peccato originale. Anche nel mondo spirituale, dove dimora dopo la resurrezione, Gesù vive come uno spirito, al pari dei suoi discepoli. La sola differenza è che Gesù è un spirito divino, che emana brillanti raggi di luce, mentre i suoi discepoli sono spiriti di vita, che riflettono quella luce. È scritto che, dopo la sua resurrezione, Gesù ha interceduto per noi davanti a Dio (Rm. 8:34) come aveva fatto mentre era sulla terra (Lc. 23:34). Se Gesù fosse Dio, come potrebbe intercedere per noi davanti a sé stesso? Inoltre, Gesù chiamò Dio “Padre”, riconoscendo perciò di non essere Dio (Gv. 17:1). Infine, se Gesù fosse Dio, come potrebbe essere tentato da Satana, come in effetti avvenne? Possiamo definitivamente concludere che Gesù non era Dio stesso, dalle parole che pronunciò sulla croce:

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? – Mt. 27:46

Sezione 3 – Gesù e l’Uomo Caduto

L’uomo caduto non ha nulla del valore di un vero uomo che ha completato lo scopo della creazione, anzi è caduto a un livello talmente basso da alzare gli occhi verso gli angeli, creati come suoi subordinati. Al contrario, poiché Gesù venne con tutto il valore di un vero uomo che ha realizzato lo scopo della creazione, “ogni cosa gli è sottoposta” (1 Cor. 15:27). L’uomo caduto, macchiato dal peccato originale, porta con sé una condizione attraverso cui Satana può attaccarlo, mentre Gesù, essendo libero dal peccato originale, non aveva alcuna condizione che permettesse a Satana d’invaderlo. Un uomo caduto non può capire profondamente la Volontà e il Cuore di Dio, al massimo ne può percepire un barlume. Al contrario, Gesù non si limitò a comprendere completamente la Volontà di Dio, ma ne sperimentò il Cuore nella realtà della sua vita.

Un uomo non ha veramente niente del suo valore originale, finché rimane nel suo stato caduto, ma, se rinascesse spiritualmente e fisicamente attraverso Gesù, il Vero Genitore, e ne diventasse un buon figlio, purificato dal peccato originale, verrebbe restaurato allo stato di vero uomo che ha perfezionato lo scopo della creazione, al pari di Gesù stesso. La sua relazione con Gesù sarebbe allora simile al rapporto umano che c’è tra figlio e genitore e, pur mantenendo sempre l’ordine verticale della relazione, il loro valore originale non sarebbe affatto diverso. Perciò, Cristo è il capo della Chiesa (Ef. 1:22) e noi siamo il suo corpo e le sue membra (1 Cor. 12:27); Gesù è il tempio principale e noi siamo i templi secondari; Gesù è la vite e noi siamo i tralci (Gv. 15:5). Noi, che siamo i germogli dell’ulivo selvatico, dobbiamo essere innestati di Gesù, il vero ulivo (Rm. 11:17), prima di poter diventare noi stessi veri alberi d’ulivo. Per questo Gesù ci ha chiamati “miei amici” (Gv. 15:14) ed è scritto che “quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui” (1 Gv. 3:2). Gesù solo è “la primizia”, ma, al suo ritorno, noi che apparteniamo a Cristo saremo quelli che seguiranno (1 Cor. 15:23).

Sezione 4 – Rinascita e Trinità

In questa sezione esamineremo la dottrina della Trinità, che è rimasta uno degli argomenti più misteriosi della teologia cristiana, e anche la connessa dottrina della rinascita che, per quanto sembri chiara a tutti, ha anch’essa bisogno di una spiegazione più profonda.

4.1 La Rinascita

4.1.1 Gesù e lo Spirito Santo e la loro Missione di Dare la Rinascita

Gesù disse a Nicodemo:

In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio – Gv. 3:3

Rinascita significa nascere una seconda volta, ma perché l’uomo caduto deve nascere di nuovo? Se avessero realizzato l’ideale di creazione, Adamo ed Eva sarebbero diventati Veri Genitori dell’umanità, avrebbero generato buoni figli senza il peccato originale e avrebbero formato il Regno dei Cieli in terra. Invece, Adamo ed Eva caddero e divennero cattivi genitori, moltiplicando i figli malvagi che hanno costruito quest’inferno terreno. Perciò, come Gesù disse a Nicodemo, l’uomo caduto non può vedere il Regno di Dio, a meno che non rinasca come figlio senza il peccato originale.

Non si può rinascere senza genitori. Chi sono i buoni genitori attraverso i quali possiamo rinascere, purificati dal peccato originale, con la possibilità di entrare nel Regno di Dio? I genitori che hanno il peccato originale non possono dare vita a figli buoni che ne siano esenti. È del tutto impossibile trovare genitori senza peccato nell’umanità caduta; essi debbono discendere dal Cielo. Gesù era quel Genitore, venuto dal Cielo come Vero Padre per fare rinascere gli uomini caduti e trasformarli in buoni figli, purificandoli dal peccato originale e mettendoli in grado di costruire il Regno dei Cieli in terra. Perciò, nella Bibbia è scritto:

Nella sua gran misericordia ci ha fatti rinascere, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, ad una speranza viva – 1 Pt. 1:3-4

Gesù venne come quel Vero Padre che Adamo non era riuscito a diventare. Per questo motivo, la Bibbia parla di lui come “ultimo Adamo” e “Padre Eterno” (1 Cor. 15:45; Is. 9:5). Tuttavia, un padre da solo non può far nascere dei figli. Affinché i figli caduti rinascano come buoni figli dev’esserci anche una Vera Madre. Lo Spirito Santo venne in questa posizione: per questo motivo Gesù disse a Nicodemo che nessuno può entrare nel Regno di Dio se non rinasce attraverso lo Spirito Santo (Gv. 3:5).

Molti hanno ricevuto la rivelazione che la natura dello Spirito Santo è femminile, perché lo Spirito Santo viene come Vera Madre o Seconda Eva. Non possiamo presentarci a Gesù come sue spose senza prima aver ricevuto lo Spirito Santo, che è l’aspetto femminile della divinità. Con la sua natura femminile, lo Spirito Santo consola e muove il cuore delle persone (Rm. 5:5; Gv. 14:26-27; At. 9:31), e le libera dal peccato, espiando così la colpa di Eva. Gesù, il Signore maschile, opera in cielo (yang), mentre lo Spirito Santo, la sua controparte femminile, lavora in terra (yin).

4.1.2 Gesù e lo Spirito Santo e le Caratteristiche Duali del Logos

Logos è una parola greca che significa principio razionale o Parola. La Bibbia indica che il Logos è un oggetto di Dio (Gv. 1:1), esistente in relazione reciproca con Lui. Poiché Dio, il soggetto del Logos, ha caratteristiche duali, il Logos, come Suo oggetto, deve avere anch’esso caratteristiche duali. Se il Logos ne fosse privo, anche tutte le cose fatte attraverso di esso (Gv. 1:3) non avrebbero caratteristiche duali. Adamo ed Eva, gli oggetti incarnati di Dio in immagine, furono creati come esseri distinti sulla base delle caratteristiche duali del Logos.

Se Adamo, come uomo, avesse realizzato l’ideale della creazione diventando l’albero della vita ed Eva, come donna, avesse realizzato l’ideale della creazione completando l’albero della conoscenza del bene e del male, insieme si sarebbero stabiliti come Veri Genitori dell’umanità, avrebbero realizzato l’ideale delle tre grandi benedizioni e avrebbero edificato il Regno di Dio in terra. Invece, a causa della loro caduta, questo mondo divenne l’inferno in terra. Così, per dare la rinascita alle persone cadute, Gesù venne come secondo Adamo (1 Cor. 15:45) e Vero Padre dell’umanità, con la missione simboleggiata dall’albero della vita (Ap. 22:14). Perché allora non avrebbe dovuto venire anche la Vera Madre dell’umanità (Ap. 22:17), la seconda Eva, con la missione simboleggiata dall’albero della conoscenza del bene e del male? Lo Spirito Santo venne come Vera Madre, col compito di dare la rinascita alle persone cadute.

4.1.3 La Rinascita Spirituale Attraverso Gesù e lo Spirito Santo

Una nuova vita nasce dall’amore dei genitori. Se crediamo in Gesù come Salvatore, attraverso l’ispirazione dello Spirito Santo (1 Cor. 12:3), riceviamo l’amore dei Veri Genitori spirituali, generato dal dare e ricevere fra Gesù, il Vero Padre spirituale, e lo Spirito Santo, la Vera Madre spirituale. Questo amore infonde in noi una nuova vita e il nostro spirito rinasce come un’entità nuova. Questa è la rinascita spirituale. Tuttavia, poiché gli uomini caddero sia spiritualmente che fisicamente, dobbiamo essere purificati dal peccato originale rinascendo sia spiritualmente che fisicamente. Perciò, Cristo deve ritornare sulla terra per offrire all’umanità la salvezza fisica, che deve realizzarsi attraverso la nostra rinascita fisica.

4.2 La Trinità

Secondo il Principio di Creazione, il completamento dello scopo di creazione di Dio si fonda sulla base delle quattro posizioni, che viene stabilita realizzando i tre scopi oggettivi attraverso l’azione di origine-divisione-unione. Per completare lo scopo della creazione, Gesù e lo Spirito Santo si stabiliscono nei confronti di Dio come gli oggetti che manifestano separatamente le Sue caratteristiche duali. Essi si uniscono attraverso l’azione di dare e ricevere, con Dio come loro centro, e formano la base delle quattro posizioni. Dio, Gesù e lo Spirito Santo diventano perciò un’entità unica, che costituisce la Trinità.

In origine, lo scopo di Dio nel creare Adamo ed Eva era quello di formare con loro una trinità, educandoli a diventare Veri Genitori dell’umanità, uniti armoniosamente, come marito e moglie centrati su Dio, in una base delle quattro posizioni. Se Adamo ed Eva, invece di cadere, avessero formato questa trinità con Dio e, diventati Veri Genitori, avessero moltiplicato buoni figli, anche i loro discendenti sarebbero diventati buoni mariti e mogli, con Dio come centro della loro vita. Così, ciascuna coppia avrebbe formato una trinità con Dio e già in quel tempo sarebbe stato completato il Regno dei Cieli in terra, in cui si realizzano le tre grandi benedizioni divine. Al contrario, Adamo ed Eva caddero e formarono una base delle quattro posizioni con Satana come loro centro; in altre parole, Adamo ed Eva formarono una trinità caduta con Satana. Analogamente, i loro discendenti hanno continuato a formare delle trinità con Satana e hanno costruito una società corrotta e immorale.

Dopo la caduta, Dio ha sempre lavorato per far giungere il giorno, in cui poter dare la rinascita all’umanità e unirla in trinità con Lui. Per questo scopo, Dio voleva stabilire Gesù e la sua Sposa come secondi Adamo ed Eva, affinché diventassero i Veri Genitori dell’umanità. Gesù risorto e lo Spirito Santo, in unità con Dio, poterono invece formare soltanto una trinità spirituale e compiere unicamente la missione di Veri Genitori spirituali. Perciò, Gesù e lo Spirito Santo hanno dato la rinascita spirituale agli uomini di fede come loro figli spirituali, restaurandoli a trinità spirituali.

Cristo deve ritornare nella carne e trovare la sua Sposa. Insieme formeranno sulla terra una perfetta trinità con Dio, diventeranno Veri Genitori sia spiritualmente che fisicamente, e daranno la rinascita sia spirituale che fisica agli uomini caduti, rimuovendone il peccato originale e mettendoli in condizione di stabilire trinità sulla terra con Dio come centro. Restaurati fino al punto di poter formare vere basi delle quattro posizioni centrate su Dio, gli uomini potranno finalmente costruire il Regno dei Cieli in terra, in cui saranno adempiute le tre grandi benedizioni divine.


[1] cfr. Il Principio di Creazione 1.1

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