La Teoria dell’Immagine Originale
Il Pensiero di Unificazione inizia con Dio. Il suo postulato fondamentale è che Dio ha creato l’umanità e l’universo a Sua stessa somiglianza. Di conseguenza, esso ritiene che in Dio possa trovarsi il modello per la soluzione dei problemi concreti dell’individuo e della società.
Consideriamo a mo’ di esempio un oggetto prodotto dall’uomo, come un orologio. Quando l’orologio si rompe, il gioielliere che lo ripara prende come modello la funzionalità dell’orologio al momento della sua produzione. Come altro esempio, pensiamo a un medico che vuole curare la patologia del suo paziente usando come modello lo stato fisico di un individuo sano. Qualcosa di simile può dirsi anche sul processo di salvezza dell’umanità caduta o della società caduta. I problemi umani possono essere risolti soltanto ponendo come base il modello concepito da Dio inizialmente, all’epoca della creazione dell’uomo e dell’universo, e poi ricercando la soluzione in quella direzione. Poiché Dio creò l’umanità e l’universo a Sua stessa somiglianza, per risolvere i problemi concreti dobbiamo domandarci che tipo di essere Dio sia; in altre parole, dobbiamo partire dalle caratteristiche di Dio.
Dio, l’umanità e tutte le altre creature sono esseri, ma su livelli diversi. Dio è il Creatore, mentre l’umanità e le altre creature sono esseri creati. Così, nel Pensiero dell’Unificazione, Dio è descritto come l’Essere Originale, l’uomo e le altre creature come esseri esistenti. Nell’investigare che cosa sia Dio, ci stiamo in realtà interrogando sulle Sue caratteristiche. Definiamo così gli attributi di Dio come l’Immagine Originale, e chiamiamo la teoria che concerne quegli attributi Teoria dell’Immagine Originale.
La questione della natura di Dio è generalmente legata a quella dell’origine dell’universo. Il campo teoretico che tratta dell’origine dell’universo è denominato ontologia, e costituisce l’autentica fondazione dei diversi sistemi di pensiero. Così, nella maggior parte dei casi, ciascun sistema di pensiero ha una propria ontologia, specifica e unica, e sulla base di quella approfondisce i problemi dell’uomo e della società.
Dio e l’origine dell’universo hanno tradizionalmente costituito argomento di discussioni importanti, nelle filosofie religiose come nei sistemi di pensiero. Tuttavia, le teorie tradizionali su Dio e l’universo, elaborate dalle ontologie sviluppate fino ad oggi, non sono state in grado di promuovere soluzioni radicali ai problemi concreti dell’uomo e della società. Ciò significa che le visioni ontologiche tradizionali si sono dimostrate carenti e non hanno offerto una corretta comprensione di Dio e dell’origine dell’universo. Di qui viene la necessità di una nuova visione di Dio e una nuova ontologia.
I. L’IMMAGINE DIVINA
Il nostro studio degli attributi di Dio si concentrerà dapprima sul contenuto e successivamente sulla struttura. Come contenuto intendiamo ciascuno degli attributi, mentre la struttura è data dalle mutue relazioni tra gli attributi stessi. Il contenuto può essere ulteriormente suddiviso nei due elementi dell’Immagine Divina e del Carattere Divino. L’Immagine Divina costituisce l’aspetto della forma negli attributi di Dio, mentre il Carattere Divino riguarda l’aspetto della natura e dell’attitudine. Per prima cosa, ci occuperemo dell’Immagine Divina.
Dall’affermazione biblica che “Dio creò l’uomo a Sua immagine”, (1) possiamo comprendere che Dio, sebbene invisibile, ha l’aspetto della forma. Si tratta delle caratteristiche duali di songsang e hiongsang, delle caratteristiche duali di yang e yin, e delle Immagini Individuali.
A. ATTRIBUTI DEL SONGSANG E DELLO HIONGSANG
Negli attributi di Dio, troviamo le caratteristiche di songsang e hiongsang. Il songsang di Dio è la causa dell’aspetto interiore e invisibile degli esseri creati, e lo hiongsang di Dio è la causa dell’aspetto esteriore e visibile degli esseri creati. In Dio, songsang e hiongsang formano un corpo (2) armonizzato nella relazione di soggetto e oggetto. Formare un corpo armonizzato significa che il songsang e lo hiongsang, anziché essere separati, esistono come un’unione e sono legati tra loro. Per distinguere il songsang e lo hiongsang di Dio da quelli degli esseri creati, il songsang e lo hiongsang di Dio sono talvolta chiamati Songsang Originale e Hiongsang Originale.
1. Il Songsang Originale
Il Songsang Originale, ovvero il songsang di Dio, è la parte di Dio che corrisponde alla mente e rappresenta la causa fondamentale dell’aspetto invisibile, o l’aspetto funzionale, di tutti gli esseri creati. L’aspetto invisibile degli esseri creati corrisponde alla mente nell’uomo, all’istinto negli animali, alla vita nelle piante e al carattere fisico-chimico nei minerali.
Il songsang di Dio si manifesta nella creazione in varie dimensioni, che formano i differenti livelli dell’aspetto invisibile. Più specificamente, nei minerali, il songsang di Dio è quasi dormiente e si manifesta soltanto simbolicamente. Nelle piante, il songsang di Dio si manifesta in una dimensione più alta, e negli animali, in una ancor più elevata. Nell’uomo, il songsang di Dio si manifesta nel grado più pieno.
Un’analisi più approfondita del Songsang Originale dimostra che esso contiene l’aspetto della funzione e l’aspetto della forma, che sono chiamati rispettivamente Songsang Interno e Hiongsang Interno. Il Songsang Interno ha le facoltà dell’intelligenza, del sentimento e della volontà; mentre lo Hiongsang Interno contiene idee, concetti, leggi originali, principi matematici, e così via. Il Songsang Interno è la parte soggettiva del songsang e lo Hiongsang Interno è la parte oggettiva del songsang.
L’intelligenza è la facoltà della cognizione; il sentimento è la facoltà delle emozioni – la facoltà di provare gioia, rabbia, tristezza, soddisfazione, etc.; la volontà è la facoltà della volizione, la facoltà di desiderare, avere intenzione, decidere, etc. Inoltre, l’intelligenza ha le facoltà della percezione, della comprensione e della ragione. La percezione è l’attitudine a recepire rappresentazioni, o immagini, scattate da un oggetto. La comprensione è l’attitudine ad elaborare giudizi tramite l’uso di concetti. La ragione è l’attitudine a formulare deduzioni basate su idee, per comprendere le verità universali e l’essenza delle cose.
Ad esempio, consideriamo l’episodio che si dice sia capitato ad Isaac Newton (1642-1727), quando questi scoprì la legge della gravitazione universale. Tramite l’intervento della propria percezione, Newton si rese conto che una mela era caduta dall’albero. Attraverso l’opera della propria comprensione, Newton elaborò il giudizio che la mela era caduta perché era stata attratta da qualche forza. Infine, per mezzo dello sforzo della propria ragione, Newton dedusse che la ragione per cui la mela era caduta stava nell’esistenza della gravitazione universale.
Nell’affermare ciò, comunque, non intendo dire che Dio s’impegni in un pensiero logico attraverso la Sua comprensione, fondata sulla Sua ricognizione percettiva e poi, su quella base, elabori un pensiero intellettivo tramite la Sua ragione. Nelle facoltà intellettuali di Dio, le tre funzioni della percezione, della comprensione e della ragione esistono in unità; nel manifestarsi nell’uomo, invece, esse si esprimono differenziate nei tre stadi consecutivi di percezione, comprensione e ragione.
E ora discuteremo dello Hiongsang Interno. Il Principio Divino dice che “pur essendo invisibile, il songsang possiede una certa struttura”. (3) Ciò sta a indicare che nel songsang c’è già un elemento di forma, e precisamente lo Hiongsang Interno. Il Principio Divino afferma anche che “lo hiongsang è un secondo songsang“. (4) Questo vuoI dire che la forma nella mente (lo Hiongsang Interno) appare come la forma esteriore (lo Hiongsang Originale).
Quando vediamo un fiore, un uccello o una montagna, le immagini di ciò che vediamo rimangono nella nostra mente. Da queste immagini ricaviamo idee o concetti. Nel nostro caso di esseri umani, l’idea o il concetto di una cosa appare nella nostra mente soltanto dopo che l’abbiamo sperimentata, (5) ma Dio, invece, possedeva già idee e concetti ancor prima di creare l’universo. È scritto nella Bibbia che quando Dio disse: “Sia la luce!” la luce apparve, e quando disse: “Apparisca l’asciutto” vennero ad esistere le terre emerse. Dio proclamò che una certa cosa doveva esistere, “e così fu”. (6) Ciò significa che ogni cosa venne a esistere esattamente come Dio l’aveva concepita o pensata. Perciò Dio, quando creò l’universo, aveva già idee e concetti, ed è proprio in base a quelle idee e quei concetti che creò l’universo.
Idee e concetti qui sono immagini, o rappresentazioni, nella mente. Le idee sono rappresentazioni concrete di singoli esseri creati, e i concetti sono rappresentazioni degli elementi comuni estrapolati da varie cose concrete. Platone (427-347 a.C.) sostenne che le idee immateriali sono la vera realtà. Si può dire che Platone colse le idee e i concetti che fanno parte dell’Immagine Originale.
Le leggi originali sono leggi fondamentali. Le leggi stabilite dall’uomo presentano delle differenze e contengono aspetti che mutano col tempo. Le leggi originali, invece, sono assolute. Le leggi che esistono in Dio sono leggi originali. Al loro manifestarsi nella creazione, le leggi originali mostrano due aspetti, e precisamente l’aspetto songsang e quello hiongsang. L’aspetto songsang ha riguardo alle norme della convivenza umana, quali l’etica e la moralità; per contro, l’aspetto hiongsang attiene alle leggi della natura.
Inoltre, Dio è un essere matematico. Nel Suo Hiongsang Interno, Dio ha contenuti matematici, che si esplicano in una quantità infinita di valori e formule matematici. Pitagora (c. 570-496 a.C.) vide nei numeri la radice dell’universo; così, egli fu in grado di cogliere i principi matematici che sono inerenti all’Immagine Originale. Lungo tutta la storia, gli scienziati hanno scoperto una gran quantità di formule numeriche. Ciascuno di loro ha colto la manifestazione di un certo aspetto della natura matematica di Dio. Paul Dirac (1902- … ), fisico inglese che ha contribuito alla formulazione della meccanica quantistica, ha detto che Dio è un matematico di altissimo livello e non si può non riconoscere che Dio ha usato matematica ad altissimo livello nella formazione dell’universo. (7) In questo modo, Dirac ha testimoniato che Dio è effettivamente un essere matematico.
Edmund Husserl (1859-1938), il filosofo tedesco fondatore del movimento fenomenologico, parlò della struttura della pura coscienza. Secondo Husserl, la pura coscienza è quella da cui discende la nostra intuizione delle entità del mondo esterno. La pura coscienza ha una parte funzionale e una parte oggettiva ovvero, in altre parole, una parte pensante e una parte da pensare. Husserl le chiamò noesis e noema, e nel Pensiero dell’Unificazione esse corrispondono al Songsang Interno e allo Hiongsang Interno. Husserl studiò la coscienza umana; ma la ragione dell’esistenza di due parti, una funzionale e l’altra oggettiva, nella coscienza dell’uomo sta nel fatto che il songsang di Dio è strutturato in questo modo, e l’uomo è creato a immagine di Dio.
2. Lo Hiongsang Originale
Lo Hiongsang Originale, cioè lo hiongsang di Dio, è quell’aspetto di Dio che corrisponde al corpo e l’attributo di Dio che costituisce la causa fondamentale dell’aspetto visibile e materiale di tutti gli esseri creati. Lo hiongsang corrisponde a quello che generalmente si indica come materia. È il materiale che forma tutti gli esseri creati e, nello stesso tempo, è il potenziale che può manifestarsi in un numero illimitato di forme. (8)
Lo hiongsang di Dio è la causa fondamentale degli aspetti materiali degli esseri umani, degli animali, delle piante e dei minerali. In altre parole, il corpo umano, il corpo degli animali, e la sostanza delle piante e dei minerali sono manifestazioni dello hiongsang di Dio in dimensioni differenti. L’aspetto visibile di tutti gli esseri creati consiste di materia e forma, la cui causa essenziale sono la materia fondamentale e il potenziale per un numero illimitato di forme, che risultano inerenti allo hiongsang di Dio. Come abbiamo menzionato prima, la causa di queste forme sta nello Hiongsang Interno.
Qual è l’essenza della materia? Gli antichi filosofi greci chiamavano archè la radice di tutte le cose, o la materia fondamentale. Talete (c. 624-546 a.C.) della scuola di Mileto, identificò l’archè come “acqua”; Anassimandro (c. 610-547 a.C.) lo chiamò apeiron, ovvero “illimitato”; e Anassimene (c. 585-528 a.C.) disse che era “aria”. Quello che Anassimandro definì apeiron può anche essere identificato nella materia caotica e infinita. Eraclito (c. 535-475 a.C.) identificò l’archè come “fuoco”; Empedocle lo considerò composto dei quattro elementi di fuoco, acqua, aria e terra; e Democrito (c. 460-370 a.C.) lo immaginò come la particella fondamentale che non può essere divisa, vale a dire l’atomo.
Dall’altra parte, i Cinesi, sin dai tempi antichi, hanno considerato il ch’i come l’origine dell’universo. Il ch’i è quella cosa che può essere descritta come la materia che riempie l’universo. La teoria dello yin e dello yang, che ebbe origine da Tsou Yen (305-240 a.C.), spiega che il T’ai-ch’i generò lo yin e lo yang. Yin e yang, a loro volta, diedero vita alle “quattro immagini”, e precisamente il grande yin, il piccolo yin, il grande yang, e il piccolo yang. Queste quattro immagini produssero gli “otto trigrammi” (pa-kua), che tramite l’interazione e la moltiplicazione, produssero l’universo. Più tardi, il T’ai-ch’i fu interpretato come il chi monistico fondamentale che aveva generato yin e yang. (9) Così, anche nella teoria dello yin e dello yang, il ch’i è considerato l’origine dell’universo.
Secondo la fisica moderna, tutta la materia è composta di atomi, gli atomi sono composti di particelle elementari e le particelle elementari sono fatte di energia; per cui, l’essenza della materia può essere considerata come energia. Dal punto di vista del Pensiero dell’Unificazione, l’essenza dello hiongsang di Dio è una sorta di energia. Quell’energia, peraltro, non corrisponde all’energia fisica che è presente nella creazione, bensì è energia in uno stadio anteriore alla sua fenomenalizzazione come energia nella creazione. L’energia dello hiongsang di Dio può essere definita “pre-energia” o “pre-materia,” nel senso che essa può diventare materia. (10) In ogni caso, dal momento che la natura ultima della materia è correntemente oggetto di studio da parte della scienza, dobbiamo attenderne i futuri sviluppi per avere un’idea più chiara.
Quando, centrati sullo scopo, il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale (pre-energia) instaurano un’azione di dare e ricevere, (11) si genera l’energia, o la forza. (12) A seconda dei differenti scopi, possono essere generati due tipi di energia, e precisamente l’energia operante (o forza operante) e l’energia formante (o forza formante). L’energia operante è la forza di Dio ed è chiamata “Forza Primaria”. La Forza Primaria agisce in tutti gli esseri creati e si manifesta come la forza che stimola l’azione di dare e ricevere tra il soggetto e l’oggetto. In quanto tale, questa forza è chiamata “Forza Primaria Universale”. Dall’altra parte, l’energia formante forma la massa delle particelle della creazione.
La materia di cui parla Aristotele, è in origine un materiale puro senza alcuna differenziazione. Perché allora il Pensiero dell’Unificazione lo chiama con il termine hiongsang che, nei caratteri Cinesi, ha il connotato di “forma”? La ragione è che lo hiongsang ha la potenzialità di assumere forme specifiche. Per spiegare questo punto, prendiamo l’acqua come esempio. L’acqua non ha una forma propria, ma può assumere forme diverse a seconda del recipiente in cui è contenuta. Perciò, si può dire che l’acqua, pur non avendo forma, ha una quantità illimitata di forme e, analogamente, anche la materia è senza forma, ma ha la potenzialità manifestarsi in un’infinità di forme diverse. Per questo motivo, risulta appropriato chiamarla hiongsang.
Secondo la scienza contemporanea, le particelle elementari sono formate di energia. Per essere precisi, le particelle elementari sono generate dall’energia, partendo da uno stato di vuoto senza massa. Tuttavia, quando l’energia vibra e produce le particelle elementari dallo stato di vuoto, la vibrazione dell’energia non è continua ma ha luogo su livelli o stati graduati. Proprio come ci sono le scale nella musica, ci sono stati graduati nella vibrazione dell’energia e, come risultato, c’è un limite alla varietà delle particelle elementari che possono venire a esistere. Ciò implica che l’energia stessa ha un certo tipo di scala di vibrazione e, perciò, una certa forma. Sebbene invisibile, l’energia possiede già una sorta di forma e, in rapporto a questa forma, vengono a esistere le particelle elementari. Anche in questo senso, è appropriato usare il termine hiongsang per la materia.
3. La Differenza tra il Songsang e lo Hiongsang
A questo punto, ci porremo come domanda se il songsang e lo hiongsang nell’Immagine Originale siano essenzialmente eterogenei. Se così fosse, Dio dovrebbe essere visto come un essere dualistico. Il Pensiero dell’Unificazione, invece, non considera il songsang e lo hiongsang essenzialmente eterogenei. Illustrerò questo punto usando come analogia gli stati dell’acqua.
L’acqua e il vapore sono piuttosto differenti nella natura fisica, ma sono essenzialmente identici nel senso che entrambi sono costituiti dalle stesse molecole, precisamente di H20. L’acqua e il vapore differiscono soltanto nello stato, a causa della diversità del rapporto tra l’energia cinetica (la forza repulsiva) e l’attrazione molecolare (la forza attrattiva) delle molecole d’acqua. Perciò, l’acqua e il vapore non sono essenzialmente eterogenei. Si può pensare al songsang e allo hiongsang con lo stesso criterio. Sebbene il songsang consista fondamentalmente di elementi mentali, vi sono in esso anche elementi energetici – ma nel songsang ci sono più elementi mentali che elementi energetici. Analogamente, lo hiongsang consiste fondamentalmente di elementi energetici, ma esistono in esso anche elementi mentali – e nello hiongsang ci sono più elementi energetici che elementi mentali. Così, songsang e hiongsang non sono essenzialmente eterogenei; entrambi hanno elementi sia mentali che energetici.
Nella creazione, il songsang e lo hiongsang si manifestano come spirito (o mente) e materia (o corpo). Queste due categorie sono eterogenee tra loro, e pur tuttavia hanno qualcosa in comune. Si può dire, infatti, che nella mente c’è anche un elemento di energia. Ad esempio, è ben noto che, se al nervo di una zampa staccata a una rana viene applicato un impulso elettrico, il muscolo si contrae. Ma anche la mente può muovere i muscoli, come fa l’energia fisica (energia elettrica). Questo prova la presenza dell’energia all’interno della mente. Inoltre, il fatto che talune persone siano capaci di muovere il corpo di un altro individuo attraverso l’ipnotismo, indica che nella mente c’è energia.
Ancora, come abbiamo detto prima, quando l’energia si sviluppa sotto forma di particelle elementari, si configurano soltanto quelle particelle elementari che rispondono a un particolare canone di regolarità. Ciò dimostra che vi sono taluni elementi songsang inerenti all’energia stessa.
Così, ci sono elementi hiongsang nel songsang, e allo stesso modo ci sono elementi songsang nello hiongsang. Nell’Immagine Originale, songsang e hiongsang sono essenzialmente un tutt’uno e costituiscono il medesimo attributo assoluto, da cui prende origine la differenziazione del songsang e dello hiongsang. Questo attributo assoluto, manifestandosi nella creazione tramite il processo creativo, dà luogo a due elementi differenti, come due rette tracciate in due direzioni diverse, a partire da uno stesso punto. Una delle rette, in questo caso, corrisponde al songsang (o spirito) e l’altra corrisponde allo hiongsang (o materia).
Fig.1.1 – La differenza tra songsang e hiongsang dal punto di vista della Teoria dell’Unità
È scritto nella Bibbia che si può comprendere la natura invisibile di Dio osservando gli esseri creati. (13) Infatti, se osserviamo gli esseri creati, notiamo che tutti hanno gli aspetti duali di mente (spirito) e corpo (materia), ovvero istinto e corpo, vita e corpo, e così via. Da ciò possiamo desumere che Dio, l’essere causale, ha anch’Egli, allo stesso modo, caratteristiche duali. In Dio, però, le caratteristiche duali sono in unità. In relazione a questo punto, il Principio dell’Unificazione afferma che “Dio è il soggetto che consiste delle caratteristiche duali di songsang e hiongsang“. Definiamo questo punto di vista “Teoria dell’Unità” o “Teoria dell’Unificazione”. (14)
Esaminiamo ora alcuni punti importanti della visione della sostanza di Aristotele e della visione del dualismo di Descartes. Secondo Aristotele (384-322 a.C.), la sostanza consiste di eidos (forma) e hyle (materia). Eidos è l’essenza che fa di una sostanza ciò che essa in effetti è; mentre hyle è il materiale che forma la sostanza. Eidos e hyle di Aristotele, divenuti poi due concetti cardine della filosofia occidentale, corrispondono a songsang e hiongsang del Pensiero dell’Unificazione. Ci sono, tuttavia, differenze fondamentali tra i due punti di vista, come dimostra l’esposizione che segue.
Secondo Aristotele, quando riconduciamo eidos e hyle alla loro origine primordiale, arriviamo al “puro eidos” (o eidos primario) e alla “hyle primaria”. Il puro eidos, o Dio, è pura attività senza alcuna forma; non è altro che il pensiero di sé. Così, Dio è stato immaginato come puro pensiero, o pensiero del pensiero, mentre la hyle primaria è considerata interamente indipendente da Dio: per questo, nell’ontologia di Aristotele, c’è una sorta di dualismo. Inoltre, nel considerare la hyle primaria come indipendente da Dio, la teoria aristotelica risulta inconciliabile con la visione cristiana di Dio come Creatore di tutte le cose.
Assimilando il pensiero di Aristotele nel Cristianesimo, Tommaso d’Aquino (1225-1274) ritenne che il puro eidos, ovvero il pensiero del pensiero, fosse Dio. Come già Agostino (354-430 d.C.) prima di lui, Tommaso affermò che Dio avrebbe creato il mondo dal nulla. Infatti, considerando Dio come creatore di ogni cosa, inclusa la hyle, e rilevando che in Dio non esisteva alcun elemento di hyle, Tommaso non poté che affermare la dottrina della creatio ex nihilo (creazione dal nulla). La dottrina che la materia provenga dal nulla, tuttavia, è ripudiata dalla scienza moderna, secondo la quale l’universo è fatto di energia.
Nella teoria di René Descartes (1596-1650), Dio, lo spirito e la materia sono tre tipi di sostanza. Secondo Descartes, la sostanza di Dio è assolutamente una, mentre nella creazione la sostanza è duplice, e consiste di spirito e materia (o mente e corpo). Nella sua concezione, spirito e materia sono totalmente indipendenti uno dall’altra, sebbene ciascuno di essi sia dipendente rispetto a Dio. Così, Descartes propose una visione dualista che, come risultato, produsse la difficoltà, non solo per lui ma anche per la filosofia occidentale a lui postuma, di spiegare come spirito e materia possano interagire tra loro.
Il filosofo fiammingo Arnold Geulincx (1624-1669) proseguì nel lavoro di Descartes sviluppando ulteriormente la dottrina del dualismo. Geulincx cercò di risolvere il problema dell’interazione tra mente e corpo ipotizzando una mediazione tra i due operata da Dio. In parole povere, il verificarsi di uno stato mentale dà a Dio l’occasione di determinare un’azione fisica ad esso corrispondente; e il verificarsi di uno stato fisico dà a Dio l’occasione di determinare uno stato mentale a quello corrispondente. Questa è l’essenza dell’occasionalismo. (15) Questa spiegazione, comunque, si risolve in un espediente inaccettabile, che nessuno oggi prende sul serio. La radice del problema di Descartes fu l’aver concepito spirito e materia come entità completamente eterogenee. Così, i concetti di eidos (forma) e hyle (materia), come quelli di spirito e materia, hanno presentato problemi di difficile soluzione, nell’elaborazione fattane dal pensiero occidentale. Si può dire che i concetti di songsang e hiongsang, illustrati dal Pensiero dell’Unificazione, sono la risposta a quei complessi problemi.
B. YANG E YIN
Dio è descritto nel Principio dell’Unificazione come un soggetto armonioso che consiste delle caratteristiche duali di yang e yin, (16) che sono anch’esse, insieme al songsang e allo hiongsang, caratteristiche duali di Dio. Allora, in che relazione stanno le caratteristiche duali di yang e yin rispetto a quelle di songsang e hiongsang?
Secondo il Principio dell’Unificazione, “la positività originale (yang originale) e la negatività originale (yin originale) di Dio sono pertanto attributi del Suo Songsang Originale del Suo Hiongsang Originale“. (17) Ciò vuoI dire che il songsang e lo hiongsang di Dio hanno ciascuno gli attributi sia delle caratteristiche yang che delle caratteristiche yin. In altre parole, sia il songsang che lo hiongsang di Dio hanno la possibilità di manifestare caratteristiche yang e yin. Perciò, le caratteristiche duali di yang e yin sono in una dimensione differente rispetto alle caratteristiche duali di songsang e hiongsang. In effetti, all’interno dell’Immagine Originale, songsang e hiongsang sono attributi primari, mentre yang e yin sono attributi secondari.
Nel songsang, yang e yin sono nella relazione di soggetto e oggetto; ma anche nello hiongsang, yang e yin sono nella relazione di soggetto e oggetto. (18) Nella mente dell’uomo, lo yang del songsang si esprime come brillantezza, esaltazione, dinamismo, etc.; mentre lo yin del songsang si manifesta come inerzia, calma, passività, e così via. Nel corpo umano, lo yang dello hiongsang è evidente nelle protuberanze e lo yin dello hiongsang si mostra nelle cavità. Yang e yin sono espressi universalmente nella natura come luce e oscurità, alto e basso, dinamico e statico, forte e debole.
Perché, allora, esistono gli attributi di yang e yin, oltre a quelli di songsang e hiongsang? Yang e yin stanno a esprimere la mutevolezza, l’armonia e la bellezza della creazione. Più l’essere creato è elevato, più la sua forma è complessa e, distaccandosi dal disegno globulare, assume un contorno fatto di tratti convessi e concavi. La natura mostra molti tipi di variazioni, come la diversità delle stagioni, l’andamento ritmico del giorno e della notte, l’alternarsi di cime e vallate nel paesaggio. Nell’armonia di queste variazioni scopriamo la bellezza. Attraverso il cambiamento, possiamo sperimentare l’armonia nella diversità, ma nulla di tutto ciò sarebbe possibile se gli esseri fossero stati creati soltanto con il songsang e lo hiongsang.
Secondo la filosofia orientale, tutte le cose sono composte di yang e yin, e una buona parte dei suoi contenuti riguardano proprio yang e yin. Tuttavia, la filosofia orientale contiene punti ambigui e oscuri. A volte considera yang e yin sostanze, a volte li considera attributi. Ad esempio, sostanze come il sole, i maschi, le montagne, e qualità come luminoso, caldo e alto, sono descritte come yang; sostanze come la luna, le femmine, le valli, e qualità come buio, freddo e basso sono descritte come yin.
La caratterizzazione di yang e yin come sostanze non è condivisa dal Pensiero dell’Unificazione, che vede yang e yin come meri attributi. L’uomo, ad esempio, non è considerato come un’entità interamente yang, né la donna è vista come un’entità interamente yin; uomo e donna sono entrambi entità dotate di songsang e hiongsang, laddove l’uomo assume caratteristiche yang e la donna caratteristiche yin. In altre parole, il maschio è un’entità con songsang yang e hiongsang yang, mentre la femmina è un’entità con songsang yin e hiongsang yin. Consideriamo per primo lo hiongsang. Sia l’uomo che la donna hanno, nel loro aspetto hiongsang, elementi yang ed elementi yin, ma i maschi hanno più elementi yang che yin, e le femmine hanno più elementi yin che yang. Questa differenza nello hiongsang può essere definita una differenza quantitativa. Anche nel loro aspetto songsang, sia l’uomo che la donna hanno elementi yang ed elementi yin, ma c’è una differenza qualitativa tra il tipo di elementi yang e yin posseduti dal maschio e il tipo di elementi yang e yin posseduti dalla femmina. (19)
La filosofia occidentale ha sviluppato i concetti di eidos e hyle (o spirito e materia) ma, ad oggi, non ha concetti assimilabili a yang e yin. Al contrario, la filosofia orientale si è concentrata soprattutto su yang e yin e, pur avendo anche i concetti di li e chi, che corrispondono a spirito e materia, non li ha elaborati a livelli confrontabili con le riflessioni che invece sono state svolte nell’idealismo e nel materialismo della filosofia occidentale. In generale, si può dire che eidos e hyle nella filosofia occidentale corrispondono a songsang e hiongsang nel Pensiero dell’Unificazione, mentre yang e yin nella filosofia orientale corrispondono agli omologhi concetti del Pensiero dell’Unificazione.
La filosofia occidentale e quella orientale hanno ciascuna una storia di oltre duemila anni ma, fino ad ora, non sono mai state validamente coordinate. Nell’ontologia del Pensiero dell’Unificazione, invece, la teoria occidentale di eidos e hyle e la teoria orientale di yang e yin sono organicamente fuse come songsang–hiongsang e yang–yin. Ciò significa che le ontologie che stanno a fondamento delle due scuole di filosofia, orientale e occidentale, possono essere unificate attraverso l’ontologia del Pensiero dell’Unificazione. Di conseguenza, più in generale, anche la cultura orientale e quella occidentale possono essere armonizzate sulla base del Pensiero dell’Unificazione. Possiamo dare il nome di cultura unificata a quella che sarà stabilita unendo le culture dell’Oriente e dell’Occidente. L’unità delle caratteristiche duali di songsang e hiongsang con quelle di yang e yin può essere espressa nel diagramma seguente.
Fig. 1.2 – Le Caratteristiche duali di songsang e hiongsang e yang e yin nell’Immagine Originale
Nella discussione che precede, abbiamo trattato songsang–hiongsang e yang–yin come contenuti dell’Immagine Divina. Definiamo anche songsang–hiongsang e yang–yin insieme come “Immagine Universale”, poiché questi attributi di Dio appaiono universalmente in tutti gli esseri creati. Peraltro, ogni essere creato ha un attributo esclusivo, associato all’Immagine Universale. L’immagine esclusiva proviene dall’Immagine Individuale di Dio. Quella che segue è l’illustrazione dell’Immagine Individuale di Dio.
C. L’IMMAGINE INDIVIDUALE
Definiamo “Immagine Individuale” l’attributo di Dio che sta all’origine degli attributi esclusivi, ovvero dei caratteri specifici, inerenti a ciascun essere creato. Ogni essere creato ha propri caratteri specifici; l’uomo, in particolare, ha tratti somatici chiaramente distinguibili, una costituzione fisica e una personalità. Da un punto di vista biologico, l’uomo ha diversi geni (il DNA), presenti nei cromosomi. Il DNA di ciascun uomo è differente da quello di chiunque altro perché l’Immagine Individuale, che esiste in Dio, risiede nei cromosomi sotto forma di DNA. Nel creare gli uomini e tutte le altre creature, Dio immaginò una forma e una natura particolari per ciascun essere creato. Questa forma e natura particolari esistono come idea nello Hiongsang Interno di Dio, e tale idea è precisamente l’Immagine Individuale. In conseguenza di ciò, l’Immagine Individuale sta nello Hiongsang Interno del Songsang Originale.
Il fatto che ogni essere creato abbia le proprie caratteristiche esclusive significa che in ciascuno di essi il songsang e lo hiongsang sono individualizzati, come pure sono individualizzati lo yang e lo yin. Così, l’Immagine Individuale non esiste indipendentemente dall’Immagine Universale; in realtà, l’Immagine Individuale non è altro che un’Immagine Universale individualizzata.
Qual è lo scopo delle tante differenze nelle caratteristiche e nella personalità della gente? Le differenze esistono per dare a Dio la gioia più completa. Dio intendeva ricavare da ciascuna singola persona un aspetto di gioia speciale e unico. Naturalmente, tutti gli esseri della creazione hanno il proprio carattere esclusivo, ma quello delle altre creature, rispetto all’uomo, non è così chiaramente determinato. La differenza sta nel fatto che l’uomo fu creato a diretta somiglianza di Dio, mentre il resto della creazione denota una somiglianza con Dio meramente simbolica.
L’Immagine Individuale di Dio manifestata in un uomo costituisce l’individualità di quell’uomo. Così, l’individualità umana è preziosa e va assolutamente rispettata. Per quanto concerne le cose, la loro individualità proviene anch’essa da Dio e va perciò rispettata; ma il valore di essa non può essere paragonato con quello dell’individualità umana. È questo il motivo per cui l’uomo esercita la signoria su tutte le cose.
A questo punto, viene da porsi una domanda: la personalità di un individuo gli è data dai genitori o da Dio? Sebbene certi aspetti dei genitori si trasmettano ai figli, non tutte le caratteristiche uniche dei genitori divengono ereditarie. Inoltre, ogni persona, alla nascita, è provvista di connotazioni nuove e singolari, di cui non c’è traccia nei genitori. Si deve perciò concludere che Dio crea gli esseri umani utilizzando come materiale le caratteristiche uniche dei loro genitori, ma seguendo anche un’idea specifica concepita nello Hiongsang Interno di Dio stesso.
Secondo Tommaso d’Aquino, il principium individuationis sta nell’hyle. Tutte le cose consistono di eidos e hyle, ma l’eidos è universale e non individuato, per cui è attraverso l’hyle, secondo Tommaso, che le cose vengono individuate. Secondo questa teoria, tuttavia, sembrerebbe che l’individualità sia determinata dal caso. La teoria di Tommaso non offre una base filosofica in grado di dar conto dell’assolutezza dell’individualità umana.
Per contro, il pensiero umanista parte dall’affermare che l’individualità umana merita rispetto, ma mantiene una posizione ambigua, poiché evita di definire la base filosofica per l’assolutezza dell’individualità dell’uomo. Il comunismo, da parte sua, è convinto che l’uomo sia un animale evoluto a un livello più alto e, nello stesso tempo, un prodotto dell’ambiente sociale. Il comunismo sostiene anche che l’uomo si trasforma al mutare delle condizioni ambientali; perciò, per i comunisti, l’individualità dell’uomo non è gran che importante; più importanti sono l’ambiente sociale e le istituzioni. Gli stermini di massa e i genocidi che hanno accompagnato le rivoluzioni comuniste e le “purghe” caratteristiche delle susseguenti lotte di potere sono la dimostrazione che nel comunismo non vi è alcuna base teoretica a supporto del rispetto per l’individualità dell’uomo.
Al contrario, il Pensiero dell’Unificazione sostiene che l’individualità umana proviene dall’Immagine Individuale, e perciò non è determinata dalle circostanze. Innegabilmente, vi sono aspetti dell’individualità su cui l’ambiente esercita un’influenza ma, in ogni caso, i tratti che promanano dall’Immagine Individuale di Dio sono primari, e quelli influenzati dall’ambiente rimangono meramente secondari. Questi sono i motivi per cui il Pensiero dell’Unificazione ritiene che l’individualità umana è assoluta.
II. IL CARATTERE DIVINO
Mentre l’aspetto della forma di Dio è definito “Immagine Divina”, l’aspetto delle funzioni, o dell’attitudine, è chiamato “Carattere Divino”. (20) Nella teologia tradizionale, le caratteristiche di Dio s’individuano nell’onniscienza, onnipotenza, onnipresenza, eternità, immutabilità, bontà suprema, bellezza suprema, amore supremo, e così via. Il Pensiero dell’Unificazione, invece, indica il Cuore, il Logos e la Creatività come le più importanti caratteristiche divine. Anche l’amore è uno degli aspetti fondamentali della natura di Dio, ma l’amore deriva dal Cuore, che ne è la sorgente. Discuteremo ora della natura del Cuore, del Logos e della Creatività.
A. IL CUORE
Il Cuore, o Shimjung, è il nucleo delle caratteristiche di Dio. Il cuore è l’impulso emotivo a conseguire la gioia, la vera gioia che si ottiene tramite l’amore. Perciò, l’impulso indirizzato alla gioia è strettamente legato allo stimolo emotivo ad amare. Così, il Cuore è la “pulsione emotiva a trovare la gioia attraverso l’amore”.
Il Cuore di Dio è dato dalla forza emotiva e dal desiderio irrefrenabile che scaturiscono dal profondo di Dio. Per questo motivo, Dio provava l’assoluto bisogno di avere un oggetto da amare e così creò l’uomo e le cose: gli esseri umani furono creati come oggetto del Suo amore; poi, per rendere felice l’uomo, Dio gli diede le cose come suoi oggetti.
L’uomo sente gioia quando ama un oggetto. La gioia provata dal soggetto è ancora più grande, quando l’oggetto gli rassomiglia. Per questo motivo, Dio creò l’uomo a Sua immagine, come Suo oggetto d’amore, e per la felicità del genere umano creò tutte le cose a somiglianza dell’uomo, come oggetti di quest’ultimo.
Nessuna religione o filosofia, fino ad ora, è stata in grado di spiegare in modo convincente la ragione per cui Dio abbia creato l’universo. Le dissertazioni religiose e filosofiche su Dio e l’universo hanno di solito assunto l’opera creativa di Dio come un fatto scontato. Ad esempio, la filosofia cinese, illustrata ne I Ching, spiega che dal Tai-chi vennero lo yin e lo yang, e questi, a loro volta, diedero origine alle “quattro immagini” del grande e del piccolo yin e del grande e del piccolo yang. Le quattro immagini produssero gli “otto trigrammi” (pa-kua), che generarono tutte le cose. Comunque, la filosofia cinese non dà alcuna spiegazione sul perché il Tai-chi abbia originato lo yin e lo yang e sviluppato le quattro immagini, gli otto trigrammi e tutte le cose.
Osservazioni analoghe possono essere fatte con riguardo alla teologia cristiana, nella quale si afferma che Dio è onnisciente e onnipotente. L’onniscienza e l’onnipotenza di Dio non implicano che Egli fosse tenuto a creare alcunché; Dio avrebbe potuto restare in silenzio e soddisfatto di sé, senza fare assolutamente nulla, rimanendo comunque onnisciente e onnipotente. Né l’onniscienza né l’onnipotenza possono essere considerate come la motivazione che spinse Dio a creare l’universo. Per altro verso, il Cristianesimo individua l’essenza di Dio nell’amore. La forma più alta dell’amore cristiano è l’agape, che è l’amore basato sul sacrificio di sé, manifestato nella crocifissione di Gesù. Lo scopo di quell’amore è la salvezza dell’umanità peccatrice. In ultima analisi, dunque, l’agape non può aver costituito la ragione per cui Dio ha creato l’uomo e l’universo.
Eppure, diventa difficile convincerci dell’esistenza di Dio se non riusciamo a chiarire il Suo scopo nel creare l’umanità e l’universo. Questa enigmaticità ha dato spazio al diffondersi dell’ateismo e c’è stato anche chi, come Ludwig Feuerbach (1804-1872), ha suggerito che, invece di essere stato Dio a creare l’uomo, sarebbe stato quest’ultimo a inventare Dio.
Secondo Feuerbach, le caratteristiche essenziali dell’essere umano sarebbero la ragione, la volontà e l’amore. L’uomo, pur limitato come individuo, cerca di raggiungere la perfezione nel pensare, desiderare e amare. Feuerbach pervenne alla conclusione che la perfetta ragione, la perfetta volontà e il perfetto amore non sono altro che la natura essenziale dell’umanità, e descrisse queste caratteristiche essenziali come la “specie-essenza” (Gallungswesen) dell’umanità. (21) Feuerbach giunse ad affermare che Dio non è altro che l’oggettivazione della specie-essenza umana, ovvero l’essenza dell’umanità. Un pittore crea un quadro oggettivando i concetti immaginati nella propria mente. Allo stesso modo – secondo Feuerbach – gli esseri umani venerano l’ideale della specie umana, che è loro proprio, oggettivandolo. (22) In altre parole, Dio non creò l’uomo; fu l’uomo a creare Dio.
Di fronte a sfide di questo tenore, il Cristianesimo non fu in grado di ribattere in modo efficace. Se solo avessero saputo chiaramente la ragione per cui Dio creò l’umanità e l’universo, i Cristiani avrebbero respinto con convinzione la polemica di Feuerbach. Ma la Cristianità non aveva risposte chiare; affermazioni come quelle di Feuerbach rimasero inconfutate e sulla fondazione dell’ateismo di Feuerbach poté svilupparsi il marxismo. Ora, con il Pensiero dell’Unificazione, questi punti risultano chiari. Dio, che è un essere basato sul Cuore, deve aver creato l’umanità come Suo oggetto – e l’universo come oggetto dell’umanità – mosso dal Suo irrefrenabile desiderio di essere felice attraverso l’amore.
Anche gli esseri umani, creati a somiglianza di Dio, sentono la stessa spinta emotiva a ricercare la gioia attraverso l’amore. È l’impulso del Cuore, che in effetti consiste di due tipi di stimoli, rispettivamente per la gioia e per l’amore. Così, per prima cosa, ogni uomo vuol essere felice. C’è chi cerca di diventare ricco, potente o sapiente, ma tutti fanno così perché, in questo modo, vogliono essere felici. La ricerca della gioia induce i bambini a giocare; e l’anelito alla gioia spirituale determina i martiri a sacrificare la loro stessa vita fisica.
Di conseguenza, tutti cercano la gioia. Chiaramente, anche la gioia che potrà venire a chi guadagna tantissimo denaro, acquisisce un potere smisurato o si forma una vastissima cultura, non durerà a lungo. Allora, come si arriva alla vera gioia? C’è un solo modo: attraverso l’amore. Chi proverà nel cuore la gioia più grande sarà sicuramente colui che, mentre s’impegna in un’attività economica, politica o scientifica, nello stesso tempo ama il suo prossimo e ne è contraccambiato.
L’amore è la forza emotiva che il soggetto dà all’oggetto. (23) Perciò, per il soggetto, è l’impulso ad amare e, per l’oggetto, è l’impulso a essere amato. Ad esempio, il sentimento di un bambino che vuol essere amato è incontenibile. Se quel desiderio non è soddisfatto, il bambino si ribella o si ammala. Anche l’inclinazione dei genitori ad amare i figli è incontrollabile. Ci sono tanti esempi di genitori che, quando i loro figli sono in pericolo, sono disposti a tutto per proteggerli e trascurano totalmente la propria incolumità personale. Il motivo di tutto ciò è che soltanto attraverso l’amore si può ottenere la vera gioia.
In questo modo, la ricerca della gioia è collegata alla ricerca dell’amore, non quello egocentrico e mondano, ma l’amore vero, che è amore altruista centrato su Dio. La gioia che viene dall’amore profano è relativa ed effimera, mentre quella prodotta dal vero amore è assoluta ed eterna. Il vero amore cerca di dare più che ricevere. Lo scrittore giapponese Takeo Arishima disse una volta che l’amore ruba senza ritegno – ma l’amore cui egli si riferiva non è quello vero. Il vero amore dà senza ritegno; chi è motivato dal vero amore cerca per prima cosa di soddisfare l’oggetto, perché, così facendo, ne ricava gioia anche per sé stesso. Dio creò gli esseri umani e riversò su di essi amore all’infinito. La felicità che Dio voleva trovare era quella di vedere gli uomini felici.
Il Cuore è il nucleo dell’essenza di Dio. Per descriverlo figurativamente, potremmo usare uno schema di cerchi concentrici, dei quali il più interno è il Cuore, intorno ad esso sta il songsang, e il cerchio più esterno è lo hiongsang. Dal momento che il Cuore esiste nel songsang, come nucleo del songsang, gli attributi di Dio rimangono le caratteristiche duali di songsang e hiongsang. Qual è allora, la relazione tra l’emozione e il Cuore? Entrambi sono elementi della stessa funzione emotiva, ma il Cuore è la causa mentre l’emozione è il risultato. Ci sentiamo felici quando l’impulso del Cuore è soddisfatto, ma quando non lo è, ci deprimiamo. La gioia e la depressione sono le emozioni o i sentimenti risultanti, ed è a quelli che la gente di solito si riferisce quando parla di emozioni. Il Cuore è l’emozione interna, causale; mentre l’emozione nel Songsang Interno (intelligenza, sentimento e volontà) è quella esterna, risultante.
Fig. 1.3 – Songsang e hiongsang centrati sul Cuore
E che dire della relazione tra il Cuore e l’amore? Sia il Cuore che l’amore sono alla radice dell’intelligenza, del sentimento e della volontà, ma il Cuore è la forza emotiva e spontanea che ricerca la gioia, mentre l’amore è la forza sentimentale che collega il soggetto e l’oggetto. Con l’impulso del Cuore come motivazione, una forza emotiva scorre dal soggetto all’oggetto e viceversa. Questa forza emotiva è l’amore. Perciò, il Cuore è la sorgente, ovvero il punto di partenza, dell’amore.
Con riguardo all’intelligenza, il sentimento e la volontà dell’uomo, la facoltà dell’intelligenza è tesa all’apprendimento, la facoltà del sentimento è rivolta all’arte, e la facoltà della volontà è indirizzata verso l’etica e la morale. Ma dal momento che il Cuore è il nucleo del songsang, le facoltà dell’intelligenza, del sentimento e della volontà devono essere centrate sul Cuore. Lo scopo del Cuore è la realizzazione dello scopo della creazione, che consiste nello stabilire il Regno dei Cieli sulla terra. In altre parole, le azioni di ogni individuo devono essere guidate dal Cuore, avendo come scopo la costruzione del Regno dei Cieli sulla terra.
La creazione di Dio iniziò col Cuore come motivazione. Di conseguenza, nell’Immagine Originale, l’azione di dare e ricevere tra il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale si sviluppò centrata sul Cuore. In quell’azione di dare e ricevere, la forza impulsiva del Cuore nel Songsang Originale si unì con l’elemento energetico dello Hiongsang Originale, e la loro unità si manifestò nella Forza Primaria. La Forza Primaria agisce su tutte le cose e si esprime come quella forza che produce l’azione di dare e ricevere ed è chiamata Forza Primaria Universale. Nell’essere umano, essa è la forza che stimola i rapporti interpersonali, ovvero la forza dell’amore.
Le religioni e le filosofie non hanno adeguatamente spiegato, fino ad ora, come Dio sia un essere fondato sul Cuore, e così non sono state in grado di chiarire la ragione per cui Dio ha creato questo mondo. Per contro, il Pensiero dell’Unificazione offre la “teoria della motivazione del Cuore”, che spiega il movente dietro l’opera creativa di Dio.
La teoria della motivazione del Cuore afferma con forza l’idea della creazione e ci dà la certezza dell’esistenza di Dio come creatore. Questa visione mette fine alla controversia tra la teoria della creazione quella dell’emanazione. La teoria della creazione afferma che Dio creò il mondo, ma lascia in ombra la motivazione di Dio nel crearlo e, inoltre, non risolve l’ulteriore problema della creazione della materia dal nulla. Da parte sua, la dottrina dell’emanazione sostiene che ogni cosa esisteva in Dio e da Dio è scaturita; essa ha sfumato la distinzione tra Dio e il mondo e ha promosso il panteismo. Al contrario, la teoria della motivazione del Cuore spiega che tutte le essenze causali del mondo esistono in Dio, ma il mondo stesso non scaturisce da Dio. Dio creò il mondo motivato dal Cuore, investendo il proprio songsang e hiongsang in un’azione di dare e ricevere tra uno e l’altro.
Dobbiamo ora esaminare la differenza che c’è tra l’amore di Dio e il concetto cristiano di agape dal punto di vista del Pensiero dell’Unificazione. Quello che il Pensiero dell’Unificazione intende come “amore di Dio” è il Suo amore pieno di speranza, che era la sorgente della vita, al tempo della creazione; è anche l’amore contenuto nell’ideale della creazione, che si sarebbe sicuramente realizzato se Adamo ed Eva non fossero caduti e avessero invece stabilito una famiglia centrata su Dio.
Al contrario, l’agape è l’amore di Dio basato sull’esortazione e il sacrificio di sé, che mira a salvare l’umanità caduta. Lo scopo originale della venuta di Gesù era la realizzazione sulla terra dell’amore originale di Dio. Tuttavia, Gesù fu crocifisso, a causa dell’incredulità della gente del suo tempo e di conseguenza, non potendo perfezionare quell’ideale, espresse l’amore di Dio come agape, il desiderio di riportare l’umanità caduta a Dio.
B. IL LOGOS
Nel primo capitolo del Vangelo di Giovanni, sta scritto che “nel principio era la Parola, e la Parola era con Dio, e la parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta”. (24) Questo passo biblico ci vuole dire che tutte le cose furono create per mezzo della Parola di Dio. Il Principio dell’Unificazione concorda con questa visione e avalla il pensiero che Dio abbia creato l’universo con la Sua Parola. La Parola, qui, corrisponde al Logos. Si dice che l’identificazione della Parola con Dio sia stata il frutto dell’elaborazione di Giovanni, influenzato su questo punto da Filone di Alessandria (c. 25 a.C. – 40 d.C.), il quale considerava il Logos come un secondo Dio. Tuttavia, se identifichiamo la Parola con Dio, sorge un problema, che si manifesta tipicamente nella teoria di Hegel. Quest’ultimo, considerando l’Idea, o Logos, come Dio, descrisse la creazione dell’universo come l’auto-espansione dell’Idea (o Logos). Di conseguenza, la filosofia hegeliana escluse gli aspetti personali di Dio.
Dalla prospettiva del Pensiero dell’Unificazione, il Logos è il pensiero di Dio e, nello stesso tempo, la Parola proferita da Dio. Il Logos come Parola di Dio è il concetto, o il progetto, di ogni essere creato al tempo della creazione. Perciò, il Logos è un’entità moltiplicata (entità creata) che emerge nella mente di Dio. Quando il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno, centrandosi sullo scopo della creazione, instaurano un’azione di dare e ricevere, ne nasce un concetto o un progetto, e questo è ciò che chiamiamo Logos. Ad esempio, supponiamo che Dio, centrato sul Cuore, determini come scopo la creazione di un uccello, a beneficio dell’uomo. Nel cercare di portare a termine quest’obiettivo, Dio s’impegna in un pensiero, nel quale esercita le proprie funzioni volitive e intellettuali, e in particolare la Sua ragione. Dio si chiede: “Che aspetto darò a questo uccello? Quale colore? In che forma e struttura farò le sue ali? Come comporrò lo scheletro e i muscoli?” Procedendo in questo modo, Dio arriva a concepire l’immagine di un uccello associando varie idee nel Suo Hiongsang Interno. Questo processo conduce alla progettazione approssimativa dell’uccello e, a questo punto, entra in gioco l’emozione di Dio, che Lo indirizza a valutare se questo o quell’aspetto del progetto siano buoni o cattivi. Se si rende conto che qualcosa non va, Dio riformula la Sua ideazione esercitando nuovamente le facoltà della volontà e dell’intelligenza. Alla fine di tale processo, Dio completa il Suo concetto.
Il Songsang Interno consiste di intelligenza, sentimento e volontà; da parte sua, lo Hiongsang Interno consiste di idee, concetti, leggi originali e principi matematici. Quando il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno intraprendono un’azione di dare e ricevere e formano il Logos, gli elementi che svolgono il ruolo principale sono la ragione nel Songsang Interno e la legge nello Hiongsang Interno. Così, se poniamo attenzione al ruolo speciale che ragione e legge giocano nella formazione del Logos, quest’ultimo può essere inteso come l’unità delle due, ovvero la “ragione-legge”.
Dal momento che l’universo è creato tramite il Logos, e quest’ultimo è ragione-legge, in ogni essere creato si può sempre trovare un elemento di ragione e uno di legge (o un elemento matematico), che operano in unità. La ragione ha la connotazione della libertà, poiché fa parte dell’aspetto funzionale della mente, mentre la legge appare come necessità. Così, libertà e necessità sono sempre unite nella funzione della ragione-legge. Nell’uomo, la funzione della ragione ha un’operatività relativamente forte mentre, nelle altre creature, la funzione della ragione è debole a confronto della legge o necessità, che ha invece un’operatività più forte.
Il Logos è la ragione-legge, ma è anche conosciuto come la “legge universale” o la “Via del Cielo”. In effetti, la ragione-legge che agisce nella natura potrebbe ben essere chiamata semplicemente “legge”; questo, tuttavia, non vuol dire che nella natura non ci sia libertà.
Qualcuno ha calcolato che l’universo si sia sviluppato lungo un arco temporale di 1520 miliardi di anni. Ma è anche vero che c’è una certa direzione nello sviluppo dell’universo. Un particolare sistema di pianeti (ad esempio, il sistema solare) venne a esistere in seguito alla condensazione di una primordiale nebulosa allo stato gassoso, e in quel sistema si formò la Terra. Sulla Terra comparvero le piante, gli animali e infine l’uomo. Che caratteristiche ha lo sviluppo dell’universo?
In risposta a questa domanda, sono state proposte tre ipotesi. La prima di esse immagina che l’universo sia diventato qual è oggi per mero accidente, in un novero di svariate possibilità. Nella seconda ipotesi, l’universo si sarebbe sviluppato in una direzione definita – e così continuerebbe necessariamente a fare – in conformità delle leggi naturali. Secondo la terza ipotesi, l’universo si sarebbe sviluppato autonomamente in una direzione precisa, escludendo molte altre possibilità.
Mentre i materialisti propendono, naturalmente, per uno dei primi due punti di vista, il Pensiero dell’Unificazione, forte del postulato che l’universo fu creato tramite la ragione-legge, opta decisamente per il terzo. Secondo Il Pensiero dell’Unificazione, la direzione dello sviluppo dell’universo fu decisa dalla funzione della ragione, sulla base dell’operatività delle leggi: dietro l’universo c’è la cosiddetta coscienza cosmica, che è la vita dell’universo; esso si è sviluppato in una direzione ben precisa, consapevolmente prescelta tra le tante diverse possibili.
Per delucidare ulteriormente questo punto, consideriamo la crescita di una pianta. Il germoglio nasce da un seme, lo stelo si alza verso l’alto, spuntano i rami e le foglie, alla fine sbocciano i fiori e la pianta produce i suoi frutti. La vita è presente nel seme e la pianta cresce, attraverso le attività della vita, secondo un modello determinato, adattandosi all’ambiente e compiendo varie scelte. Nella crescita di una pianta non interviene soltanto la legge, ma anche la ragione, che è un elemento mentale. E negli animali, il ruolo dell’elemento razionale è ancor più forte che nelle piante.
Nella vita dell’uomo, la ragione-legge opera contemperando la libertà e le leggi etiche. Il comportamento dell’uomo deve essere improntato al libero esercizio della sua volontà, ma dentro gli schemi di certe leggi, la cui mancata osservanza provoca scompensi nella famiglia e confusione nella società. Il giusto modo di vita dell’uomo deve essere basato sulla libera volontà, nell’osservanza delle leggi etiche. In Dio, il Logos è fondato sul Cuore, e lo scopo della creazione va completato attraverso l’amore. Di conseguenza, le leggi etiche hanno lo scopo di concretizzare l’amore.
Il Reverendo Sun Myung Moon dice che l’universo è governato dalla legge dell’amore: l’universo opera centrato sullo scopo di rendere effettivo l’amore di Dio. Ad esempio, la Terra ruota attorno al Sole grazie alla funzione della gravità universale. In questo modo, la Terra si mantiene in esistenza, ma nello stesso tempo produce un ambiente idoneo alla vita dell’uomo. Gli scienziati, finora, hanno generalmente puntato l’attenzione solo sulle leggi; è tempo che essi scoprano l’elemento della ragione, l’aspetto dello scopo e la legge dell’amore, che operano nella natura.
C. LA CREATIVITÀ
La creatività e l’attitudine a creare. L’uomo si è sempre sforzato di arricchire la propria vita sviluppando nuove idee e producendo nuove cose. Questa è l’espressione della funzione della creatività. La creatività di Dio, con la quale Egli ha creato l’universo, è stata data all’uomo.
Il Logos prende forma nel Songsang Originale allorquando il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno stabiliscono un’azione di dare e ricevere centrata sullo scopo. Un essere creato si forma quando il Logos e lo Hiongsang Originale stabiliscono un’azione di dare e ricevere. La creatività non è altro che la capacità di formare un corpo moltiplicato iniziando un’azione di dare e ricevere. Chiameremo “azione di dare e ricevere interna” quella tra il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno nel Songsang Originale, mentre chiameremo “azione di dare e ricevere esterna” quella tra il Logos e lo hiongsang. Esterno e interno, in questo caso, sono concetti centrati sul Songsang Originale. La creatività può essere descritta come la capacità di formare basi delle quattro posizioni interne ed esterne stabilendo azioni di dare e ricevere interne ed esterne. (25) Al tempo della creazione, ebbe luogo un’azione di dare e ricevere centrata sullo scopo. Tuttavia, il Cuore sta dietro lo scopo, poiché lo scopo deriva dal Cuore, e di conseguenza la creatività di Dio è basata sul Cuore.
Nel creare l’uomo, Dio lo dotò di creatività. In questo modo, Egli intendeva che l’uomo esercitasse con la creatività la signoria su tutte le cose. La creatività di Dio è basata sul Cuore; perciò, l’uomo si qualifica a ereditare completamente la creatività di Dio solo quando diventa perfetto ed eredita il Cuore di Dio. In altre parole, un uomo è qualificato a esercitare il dominio sulle cose solamente dopo essere cresciuto fino alla maturità, perfezionando la propria personalità, e aver formato una coppia in un matrimonio centrato sull’amore di Dio, realizzando una famiglia ideale. L’essere umano, tuttavia, è caduto, e perciò non ha ereditato il Cuore di Dio; la sua creatività è incompleta e, per giunta, basata su motivazioni egoistiche. Per questo motivo, fino ad ora, l’attività creativa umana ha avuto ben poco a che fare con l’amore di Dio.
Nel suo significato originale, la creatività deve essere basata sull’amore. Ciò vuol dire che, per aver il controllo della natura, la scienza deve essere indirizzata sui valori. Fino ad oggi, nello sviluppo delle scienze, i valori sono stati trascurati e, come risultato, da una parte la vita dell’uomo è diventata molto confortevole, ma dall’altra le conquiste scientifiche hanno finito per essere usate spesso per scopi di sopraffazione, lotta e distruzione, causando così danni enormi all’uomo stesso e alla natura.
La Bibbia dice: “Poiché la creazione con brama intensa aspetta la manifestazione dei figliuoli di Dio; perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua propria volontà, ma a cagion di colui che ve la ha sottoposta, non senza speranza però che la creazione stessa sarà anch’ella liberata dalla servitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figliuoli di Dio. Poiché sappiamo che fino ad ora tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio”. (26) A causa della Caduta, l’uomo non ha manifestato la vera creatività centrata sull’amore e invece è stato crudele e distruttivo nei confronti della natura. Perciò, tutte le cose soffrono. Ma quando l’uomo arriverà a ricevere l’amore di Dio e manifestare la vera creatività, non ci saranno più crudeltà o devastazioni contro la natura e, a quel punto, la creazione non dovrà più soffrire. In quel tipo di mondo, i ritrovati scientifici contribuiranno soltanto a realizzare la felicità.
Oggi i movimenti ecologisti hanno grande vigore, ed è stata messa a fuoco l’importanza di armonizzare le scienze e i valori. Questi sviluppi possono essere considerati come la manifestazione del desiderio dell’uomo di ritrovare la creatività originale perduta.
III. LA STRUTTURA DELL’IMMAGINE ORIGINALE
Per struttura dell’Immagine Originale intendiamo le interrelazioni tra i vari attributi di Dio. In termini rigorosi, l’idea di una struttura può applicarsi soltanto alla creazione e non è appropriata per descrivere Dio, che trascende il tempo e lo spazio. Ma ugualmente, per comprendere Dio con le nostre capacità mentali, non possiamo non adottare un metodo analitico. In altre parole, possiamo comprendere Dio soltanto relativizzandoLo. È in questo senso che parleremo di Dio nell’ambito del concetto di “struttura” dell’Immagine Originale.
Anche in altri casi, noi comprendiamo cose invisibili ricorrendo all’idea di una struttura. Quando parliamo della mente di una persona, ad esempio, la descriviamo a volte come “aperta” o “ristretta”. Possiamo anche dire che la mente di una certa persona ha un tipo di “struttura” diverso. Questi esempi dimostrano che è possibile comprendere la mente invisibile, parlandone come se si trattasse di una cosa dotata di una sua struttura. Allo stesso modo, è possibile attingere a una certa comprensione di Dio, che trascende il tempo e lo spazio, descrivendoLo come se si trattasse di un essere spazio-temporale dotato di una certa struttura.
A. L’AZIONE DI DARE E RICEVERE E LA BASE DELLE QUATTRO POSIZIONI
Quando il songsang e lo hiongsang di Dio attuano una relazione reciproca, ha luogo un’azione di scambio di elementi e di forze, che definiamo “azione di dare e ricevere”. Nell’azione di dare e ricevere, c’è sempre uno scopo; e quando essa si sviluppa, ne viene un preciso risultato. In Dio il centro dell’azione di dare e ricevere è, a seconda dei casi, il Cuore o lo scopo. Lo scopo è stabilito dal Cuore, il Cuore è la sorgente dell’amore, e l’amore è armonia. Così, l’azione di dare e ricevere nell’Immagine Originale è armoniosa, mai conflittuale o antagonistica. In altre parole, i punti caratterizzanti dell’azione di dare e ricevere in Dio sono l’armonia, la fluidità e la pace.
Il songsang e lo hiongsang di Dio, quando attuano un’azione di dare e ricevere centrata sul Cuore, formano un “corpo armonizzato” o “unione”. Tramite questo processo, vengono a stabilirsi quattro posizioni, e precisamente il centro (es. il Cuore), il songsang, lo hiongsang e il corpo armonizzato (o unione). La struttura formata da queste quattro posizioni si chiama ”base delle quattro posizioni”. La base delle quattro posizioni è la proiezione spaziale dell’azione di dare e ricevere tra le caratteristiche duali di Dio, cioè il songsang e lo hiongsang. Nella creazione dell’universo, lo scopo di Dio viene stabilito nel Suo Cuore e, con questo scopo al centro, il songsang e lo hiongsang di Dio stabiliscono un’azione di dare e ricevere e danno origine a un “corpo nuovo” o un “corpo moltiplicato”.
Questo processo dà luogo a una base delle quattro posizioni composta dallo scopo, dal songsang, dallo hiongsang e dal corpo moltiplicato.
Fig. 1.4 – L’azione di dare e ricevere e la base delle quattro posizioni
La relazione tra il songsang e lo hiongsang è quella di soggetto e oggetto. Soggetto e oggetto hanno posizioni differenti: il soggetto è centrale, dinamico, attivo, creativo, intraprendente, estroverso, in rapporto all’oggetto; mentre l’oggetto è dipendente, statico, passivo, moderato, riflessivo, introverso, in rapporto al soggetto. In poche parole, il soggetto è nella posizione dominante, mentre l’oggetto è nella posizione di essere dominato. Come espressione del suo dominio, il songsang, mentre sviluppa un certo concetto, trasmette certe forme e qualità allo hiongsang (pre-materia). La risposta dello hiongsang, che ha potenzialità illimitate, consiste nell’assumere certe forme e qualità a seconda dell’azione del songsang.
Anche yang e yin, in Dio, stabiliscono un’azione di dare e ricevere. Quando il songsang e lo hiongsang di Dio stabiliscono un’azione di dare e ricevere centrata sul Cuore e formano un corpo armonizzato, anche yang e yin stabiliscono un’azione di dare e ricevere e formano un corpo armonizzato (un’unione). Quando il songsang e lo hiongsang stabiliscono un’azione di dare e ricevere centrata sullo scopo e danno origine a una nuova entità, yang e yin interagiscono con il songsang e lo hiongsang, dando varietà e armonia al processo della creazione. La relazione tra yang e yin è quella di soggetto e oggetto, a somiglianza di quella tra il songsang e lo hiongsang.
B. TIPI DI BASI DELLE QUATTRO POSIZIONI
In Dio, non sono soltanto il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale ad attuare un’azione di dare e ricevere, formando una base delle quattro posizioni; anche il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno di Dio attuano un’azione di dare e ricevere, formando una base delle quattro posizioni. Definiamo “Azione di dare e ricevere Interna” quella tra il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno di Dio e “Base delle quattro posizioni Interna” quella formata da tale azione di dare e ricevere. Chiamiamo invece “Azione di dare e ricevere Esterna” quella tra il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale di Dio e “Base delle quattro posizioni Esterna” quella formata da quest’ultima azione di dare e ricevere.
L’azione di dare e ricevere tra il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno, oppure tra il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale, che si svolge centrata sul Cuore, è statica, e il suo risultato è un’unione, cioè un corpo armonizzato. Da qui possiamo dedurre che l’assolutezza, l’armonia e l’immutabilità perpetua sono fra gli attributi di Dio. L’azione di dare e ricevere può anche svolgersi centrata sullo scopo, che è fondato nel Cuore: in questo caso essa è dinamica e dà origine a una nuova entità, cioè un corpo moltiplicato. È quest’azione di dare e ricevere che dà luogo alla creazione di tutte le cose.
Definiamo “azione di dare e ricevere per il mantenimento dell’identità” quella centrata sul Cuore e “base delle quattro posizioni per il mantenimento dell’identità” quella formata da tale azione di dare e ricevere. Chiamiamo invece “azione di dare e ricevere per lo sviluppo” quella centrata sullo scopo e “base delle quattro posizioni per lo sviluppo” quella formata da quest’ultima azione di dare e ricevere. Riassumendo, in Dio ci sono quattro tipi di basi delle quattro posizioni, e precisamente:
- la Base delle quattro posizioni Interna per il mantenimento dell’identità: essa forma un’unione, cioè un corpo armonizzato, attraverso l’azione di dare e ricevere tra il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno, centrata sul Cuore. Essa costituisce la struttura interna del Songsang Originale ed esprime l’assolutezza e l’immutabilità del songsang di Dio;
- la Base delle quattro posizioni Esterna per il mantenimento dell’identità: essa forma un’unione, cioè un corpo armonizzato, attraverso l’azione di dare e ricevere tra il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale, centrata sul Cuore. Essa costituisce la struttura interna dell’Immagine Originale e mostra l’assolutezza, l’armonia e l’immutabilità perpetua dell’Immagine Originale, ovvero degli attributi di Dio;
- la Base delle quattro posizioni Interna per lo sviluppo: essa produce il Logos, come corpo nuovo, attraverso l’azione di dare e ricevere tra il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno, centrata sullo scopo della creazione, che è fondato sul Cuore (conseguentemente, anche il Logos è fondato sul Cuore), e denota il formarsi di una concezione;
- la Base delle quattro posizioni Esterna per lo sviluppo: essa produce un corpo nuovo attraverso l’azione di dare e ricevere tra il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale, centrata sullo scopo della creazione. In questo caso, il songsang equivale al Logos prodotto come corpo nuovo tramite l’azione di dare e ricevere interna.
Fig. 1.5 – Quattro tipi di Basi delle Quattro Posizioni formate nell’Immagine (o piano) Originale, al tempo della creazione, nella mente di Dio
La realizzazione di un corpo nuovo tramite l’azione di dare e ricevere tra il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale riguarda la creazione di tutte le cose. Lo sviluppo in questo caso è la comparsa di un corpo nuovo attraverso l’azione di dare e ricevere.
Le basi delle quattro posizioni che permettono a Dio di esistere eternamente sono le basi delle quattro posizioni per il mantenimento dell’identità interna ed esterna, le quali, combinate tra loro, sono definite come “la struttura in due stadi dell’Immagine Originale”.
Fig. 1.6 – La struttura in due stadi dell’immagine Originale
Al momento dell’atto creativo, l’Immagine Originale si orienta allo sviluppo e si formano le basi delle quattro posizioni per lo sviluppo interna ed esterna. La formazione di queste due basi rende possibile la creazione di un nuovo essere come corpo nuovo, per cui esse, combinate tra loro, sono definite come “la struttura in due stadi della creazione”.
Fig. 1.7 – La struttura in due stadi della creazione
Approfondiremo adesso la spiegazione sulla struttura in due stadi della creazione. Il corpo nuovo che si forma attraverso l’azione di dare e ricevere tra il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno, centrata sullo scopo, è il Logos. Il Logos è la Parola di Dio, cioè il pensiero o il progetto di Dio. Più precisamente, il Logos non è altro che il songsang di Dio al tempo della creazione. In altre parole, il Songsang Originale di Dio al momento della creazione diventa il Logos. (27) Poi, il Songsang Originale (che in questo stadio è il Logos) stabilisce un’azione di dare e ricevere con lo Hiongsang Originale, che è pre-energia.
Tramite l’azione del Songsang Originale sullo Hiongsang Originale, Dio poté generare l’energia e le particelle elementari. Poi Egli formò gli atomi combinando le particelle elementari, formò le molecole combinando gli atomi, formò le cellule da atomi e molecole e formò gli organismi viventi inducendo le cellule a moltiplicarsi. Tutti questi processi furono stabiliti sulla base del Logos. La Bibbia dice che Dio creò l’uomo dalla polvere della terra. La polvere qui deve essere intesa come energia; così, Dio creò ogni cosa combinando l’energia secondo il progetto che aveva scritto nel Logos.
Anche nella creazione possiamo trovare quattro tipi di basi delle quattro posizioni, simili alle quattro che abbiamo riscontrato in Dio. Occorre tuttavia notare che, nella creazione, sia la base delle quattro posizioni per il mantenimento dell’identità che quella per lo sviluppo sono centrate sullo scopo (mentre in Dio la base delle quattro posizioni per il mantenimento dell’identità è centrata sul Cuore). Dal momento che gli esseri sono stati creati con uno scopo, l’esistenza stessa di un essere creato contiene già uno scopo. Ad esempio marito e moglie, quando si amano l’un l’altra, si uniscono e preservano l’armonia della famiglia, centrati sullo scopo della creazione, stabiliscono una base delle quattro posizioni per il mantenimento dell’identità. Quando poi stabiliscono un’azione di dare e avere per lo sviluppo, qual è il concepimento di un figlio, marito e moglie, centrati sullo scopo della creazione, formano una base delle quattro posizioni per lo sviluppo. Lo stesso schema si ripete in tutta la creazione, il che dimostra come il centro di tutte le basi delle quattro posizioni nella creazione sia costituito dallo scopo, che, naturalmente, deve essere basato sul Cuore (amore).
Lo scopo supremo di Dio nel creare l’universo era quello di creare l’uomo a somiglianza della Sua immagine e costruire, per mezzo dell’uomo, il Regno dei Cieli eterno – un mondo di amore, pace, verità, bontà e bellezza. Inoltre, lo scopo per cui Dio creò le cose della natura era subordinato a quello scopo supremo. Per quanto complessi possano essere i fenomeni e i movimenti dell’universo, i principi fondamentali che li reggono sono, piuttosto semplicemente, l’azione di dare e ricevere e la base delle quattro posizioni. L’origine del mondo e della storia caduti consistette nel fatto che quei principi fondamentali non poterono più operare. Così, mettendo adeguatamente in pratica quei principi, troveremo le soluzioni ai problemi della società, del mondo e della storia.
C. L’AZIONE DI ORIGINE, DIVISIONE E UNIONE
Mentre la base delle quattro posizioni rappresenta una concezione della struttura dell’Immagine Originale dal punto di vista dello spazio, l’azione di “origine, divisione e unione”, o chong-bun-hap, è una concezione dell’Immagine Originale dal punto di vista del tempo.
Nell’Immagine Originale, il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale attuano un’azione di dare e ricevere, centrati a volte sul Cuore, a volte sullo scopo, e formano un’unione o un corpo nuovo. Si può affermare che, quando ciò si verifica, l’azione di dare e ricevere percorre tre stadi, e precisamente lo stadio del Cuore (o dello scopo), che è l’origine (chong); lo stadio del Songsang Originale e dello Hiongsang Originale, che è la divisione (bun); e lo stadio di un essere unito o un corpo nuovo, che è l’unione (hap): questa è l’azione di chong-bun-hap. Il Principio dell’Unificazione spiega che “Dio è la realtà unica e assoluta in cui le caratteristiche duali interagiscono in armonia; perciò, Egli è l’Essere rappresentato dal numero tre”. (28) Questa è l’esatta descrizione dell’azione di chong-bun-hap.
La realtà di Dio trascende tempo e spazio; ma, come facemmo per la base delle quattro posizioni, allorché relativizzammo Dio in termini di spazio, ora possiamo relativizzare Dio in termini di tempo. L’azione di chong-bun-hap, che attraversa un processo tempo-dimensionale in tre stadi, è un fenomeno della creazione; comunque, il prototipo di quest’azione esiste in Dio. Proprio come, con riferimento alla base delle quattro posizioni, ci sono i tipi interno, esterno, per il mantenimento dell’identità e per lo sviluppo, analogamente, con riguardo all’azione di chong-bun-hap, ci sono i tipi interno, esterno, per il mantenimento dell’identità e per lo sviluppo. In Dio l’origine (chong) dell’azione di chong-bun-hap per il mantenimento dell’identità è il Cuore, e l’origine (chong) dell’azione di chong-bun-hap per lo sviluppo è lo scopo. Negli esseri creati, tuttavia, l’origine (chong) delle azioni di chong-bun-hap sia per il mantenimento dell’identità che per lo sviluppo è lo scopo (come si è notato prima, tuttavia, dietro lo scopo c’è il Cuore). Si tratta della stessa casistica che abbiamo già riscontrato nella base delle quattro posizioni. Va anche notato che l’azione di chong-bun-hap per il mantenimento dell’identità si chiama anche “azione di chong-bun-hap del completamento”, nel senso che si tratta di un’azione, per il momento, completa in sé stessa.
D. L’UNITÀ NELLA STRUTTURA DELL’IMMAGINE ORIGINALE
Finora, la struttura dell’Immagine Originale è stata discussa in senso figurato, e in particolare nella prospettiva di tempo e spazio. Questo, tuttavia, non significa che in Dio ci siano effettivamente un’estensione spaziale o un ordine temporale (es. struttura). In verità, l’Immagine Originale esiste in assoluta unità sia dalla prospettiva del tempo che da quella dello spazio. In questo senso parliamo di unità della struttura dell’Immagine Originale.
Il fatto che non vi sia spazio nell’Immagine Originale significa che in Dio non c’è avanti o dietro, destra o sinistra, su o giù, vicino o lontano. Ciò che esiste in Dio è un infinito “qui”, cioè, ogni cosa in Dio è “qui”. Analogamente, non c’è tempo nell’Immagine Originale, e questo implica che in Dio non c’è passato, presente o futuro, e non c’è prima o dopo. Nel mondo di Dio, ogni cosa esiste in un eterno “adesso”, cioè, è sempre “adesso”. In questo modo, la struttura dell’Immagine Originale esiste in assoluta unità sia nel tempo che nello spazio.
La struttura dell’Immagine Originale esiste in unità nel mondo che trascende il tempo e lo spazio. Possiamo prendere a paragone la bobina di un film, che contiene gli elementi di un racconto in una modalità che trascende il tempo e lo spazio. Le immagini proiettate spazialmente sullo schermo si sviluppano secondo una sequenza temporale, e la storia si svolge come se fosse realtà. Si può concepire la creazione di Dio in modo simile. L’universo prese ad esistere mentre il piano di Dio si dispiegava sullo schermo del tempo e dello spazio; successivamente, sulla Terra apparvero le piante, poi gli animali e, da ultimi, gli esseri umani.
È per motivi di opportunità che ho fatto uso, fin qui, di termini spazio-temporali nell’illustrare la nostra comprensione di Dio. Anche se in Dio strutture differenziate di questo genere, in effetti, non esistono, l’azione di dare e ricevere in Dio si manifesta comunque spazialmente e temporalmente, nel mondo fenomenico, con gli aspetti della base delle quattro posizioni e dell’azione di chong-bun-hap. Di conseguenza, possiamo comprendere che queste strutture esistono in unità, all’interno dell’Immagine Originale, come i prototipi delle analoghe strutture presenti nella creazione.
IV. L’ONTOLOGIA TRADIZIONALE E IL PENSIERO DELL’UNIFICAZIONE
Il punto di vista sull’origine dell’universo costituisce la base di ciascun sistema di pensiero. Questo è ciò che definiamo “ontologia”. Per altro verso, il modo in cui si affrontano i problemi della realtà è generalmente determinato dall’ontologia stessa: è quanto illustreremo ora, delineando vari esempi.
A. LA VISIONE DI DIO IN AGOSTINO E TOMMASO D’AQUINO
Secondo Agostino, Dio, che è spirito, nel creare il mondo produsse la materia dal nulla. Tommaso d’Aquino ereditò il principio aristotelico di materia e forma e considerò Dio come pura forma, che non ha materia. Come già per Agostino prima di lui, anche secondo l’Aquinate Dio creò il mondo dal nulla.
Come si pone questa comprensione di Dio di fronte ai problemi concreti? Le teorie, che hanno considerato lo spirito primario a la materia secondaria, hanno incoraggiato la tendenza a trascurare il mondo fisico e attribuire importanza solamente alla dimensione spirituale. Ne è derivata la concezione che sia importante unicamente la salvezza nell’al di là, sebbene, comunque, la materia risulti indispensabile alla vita reale. Rimane irrisolta la contraddizione, nella condotta di vita del cristiano, tra la ricerca dei beni corporei necessari all’esistenza concreta e, nello stesso tempo, la scarsa considerazione che viene loro attribuita nella pratica della fede; di conseguenza, la teologia cristiana ha trascurato di dare risposta a tanti problemi concreti.
B. LA TEORIA DEL LI-CHI
Durante la dinastia Sung, il neo-confucianista Chou Tun-i (1017-1073) affermò che l’origine dell’universo è il Tai-chi, mentre Chang Tsai (1020-1077) usò il nome di Tai-hsu. Entrambi concepirono questa entità come l’unione di yang e yin. Dal momento che il Chi-can può generalmente essere identificato con la materia, queste teorie furono in sostanza vicine al materialismo.
Al contrario, la teoria del Li-ch’i, enunciata da Ch’en I (1033-1107), affermò che tutte le cose sono composte di Li e Ch’i. Questa teoria fu ulteriormente elaborata da Chu Hsi (1130-1200), il quale considerò Li come il principio o la sostanza intangibile che esiste oltre i fenomeni, e Ch’i come la materia. Secondo Chu Hsi, Li era più essenziale di quanto lo fosse Ch’i, e Li era non soltanto la legge del cielo e della terra, ma anche la legge insita nell’umanità. Chu Hsi vide nella legge seguita dal cielo e dalla terra, come pure nelle leggi etiche della società umana, la manifestazione della medesima ed unica entità.
La vita quotidiana, basata su questo sistema di pensiero, era finalizzata alla conservazione dell’armonia e all’osservanza della legge del cielo e della terra, con l’attenzione concentrata sul mantenimento dell’ordine e il rispetto dell’etica sociale. Dal momento che la causa di tutto veniva ricondotta alla legge, la gente si abituò a guardare con atteggiamento distaccato i cambiamenti e le crisi, tanto quelli attinenti ai fenomeni naturali, quanto quelli riguardanti la vita sociale, e rimase prevenuta verso ogni atteggiamento di vita creativo e soggettivo, orientato al controllo della natura e al progresso della società. Come risultato, chi si attiene alla teoria del Li-Ch’i non è preparato ad affrontare efficacemente le questioni concrete.
C. LO SPIRITO ASSOLUTO DI HEGEL
Secondo Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831), l’origine dell’universo è Dio, che è Spirito Assoluto. Nella concezione di Hegel, il Logos, o Nozione, che è il pensiero di Dio, si sviluppa attraverso la contraddizione. Raggiunto il livello d’Idea, la Nozione aliena (nega) sé stessa per diventare Natura. Tramite l’uomo, l’Idea ritrova sé stessa, e alla fine lo Spirito Assoluto si concretizza.
Hegel considerò la storia umana come il processo attraverso cui il Logos manifesta sé stesso. La società umana, attraverso la fondazione di uno Stato ideale, mira in definitiva a realizzare una forma razionale in cui la libertà si esprime nel grado più ampio. Perciò, nella filosofia di Hegel, l’auto-concretizzazione del Logos conferisce naturalmente al mondo una forma razionale. Hegel ritenne che lo Stato ideale sarebbe stato stabilito in Prussia: lo Stato esistente (la Prussia) non poteva non diventare lo Stato ideale.
Inoltre, il concetto di Hegel, secondo cui la Natura è una forma di altruità dell’Idea, può essere considerato una variante del panteismo, (29) con al suo interno i presupposti per essere trasformato in una visione umanistica e atea o materialista. La visione di Hegel avrebbe preparato l’impianto per la nascita di teorie basate sul conflitto, qual è il Marxismo, che considera la contraddizione come l’impulso verso lo sviluppo. In altre parole, la filosofia di Hegel, invece di risolvere i problemi effettivamente presenti nella società prussiana, provvide le basi su cui si sarebbero sviluppate le filosofie atee, e specialmente il Marxismo.
D. LA VOLONTÀ CIECA DI SCHOPENHAUER
Arthur Schopenhauer (1788-1860), confutò il razionalismo di Hegel, affermando che l’essenza del mondo è irrazionale. Nella sua teoria, l’essenza del mondo è la volontà che opera alla cieca, senza alcuno scopo, che egli chiamò blinder Wille von Leben (cieca volontà di vivere). Mosso da questa volontà cieca, l’uomo è costretto a vivere per l’unico fine della vita stessa, senza alcun tipo di soddisfazione, sempre in cerca di qualcosa. L’appagamento e la felicità sono esperienze meramente temporanee; soltanto insoddisfazione e dolore esistono davvero.
Schopenhauer considerò questo mondo essenzialmente come un “mondo di dolore” e dal suo pensiero si ricava un profondo pessimismo. Egli predicò la salvezza dal mondo del dolore attraverso la contemplazione artistica e l’esteticismo religioso, ma non riuscì a offrire altro che una teoria improntata alla fuga dalla realtà, lontana delle soluzioni alle questioni concrete.
E. LA VOLONTÀ DI DOMINIO DI NIETZSCHE
Al contrario di Schopenhauer, che assunse un atteggiamento pessimista verso la vita e identificò l’essenza del mondo nella cieca volontà di vivere, Friedrich Nietzsche (1848-1900) affermò che l’essenza del mondo è il Wille zur Macht (volontà di potenza) e assunse una posizione di forte affermazione della vita. Secondo Nietzsche, la volontà che cerca di essere forte, di controllare, è l’essenza dell’attività della vita. Nietzsche elaborò il concetto dell’Obermensch (superuomo) come l’immagine ideale che impersona la volontà di dominio: nella vita, l’uomo deve essere pronto ad affrontare qualunque destino e controllare qualsiasi sofferenza, puntando a raggiungere lo stato di superuomo. Nietzsche rinnegò radicalmente il Cristianesimo e proclamò la morte di Dio, ritenendo che la morale cristiana, solidarizzando coi deboli, contraddica l’essenza della vita e sia, in effetti, un’etica di schiavitù.
Le teorie di Nietzsche rappresentano la negazione di tutti i concetti di valore tradizionali e, in particolare, la sua teoria della volontà di potenza ispirò il ricorso alla forza come modalità di soluzione dei problemi. Più tardi, Hitler e Mussolini presero spunto dal suo pensiero come metodo di gestione del potere. Alla fine, anche Nietzsche non fu di alcun aiuto per la soluzione dei problemi umani.
F. IL MATERIALISMO DI MARX
Secondo Karl Marx (1818-1883), l’essenza del mondo è la materia e il mondo si sviluppa dal conflitto tra elementi opposti o contraddittori. Le trasformazioni sociali non possono compiersi per mezzo della religione o della politica, ma solo tramite la lotta di classe che modifica violentemente le relazioni materiali della produzione (il sistema economico).
L’uomo è considerato un essere di classe, a seconda della sua appartenenza alla classe dominante o a quella dominata. La persona acquista valore soltanto quando partecipa all’azione rivoluzionaria, entrando nella lotta a fianco della classe dominata (il proletariato). Le idee di Marx non contengono alcuna prospettiva di valori, che comporti come categoria assoluta il rispetto della personalità dell’individuo. Per questa ragione i marxisti sono stati capaci di perpetrare, senza alcun rimorso di coscienza, lo sterminio di massa di quelle persone che non risultavano utili alla causa della rivoluzione o si opponevano ad essa.
G. L’ONTOLOGIA DEL PENSIERO DELL’UNIFICAZIONE
Come abbiamo esaminato nell’esposizione che precede, dal modo in cui s’intendono l’origine dell’universo e gli attributi di Dio dipende il punto di vista da cui s’interpretano l’essenza dell’uomo e le caratteristiche della società, e così quindi si determina il metodo, da adottare per la risoluzione delle problematiche concrete, attinenti alla vita umana e alle dinamiche sociali. È logico che una visione corretta di Dio, ovvero una giusta ontologia, è il presupposto indispensabile per la soluzione appropriata e definitiva di quelle problematiche concrete.
Secondo l’antologia del Pensiero dell’Unificazione, e cioè la Teoria dell’Immagine Originale, il nucleo degli attributi di Dio è il Cuore. Nel Songsang Originale, centrato sul Cuore, il Songsang Interno (intelligenza, sentimento e volontà) e lo Hiongsang Interno (idee, concetti, etc.) intraprendono un’azione di dare e ricevere; analogamente, anche il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale (pre-materia) intraprendono un’azione di dare e ricevere tra loro. Questo è il modo in cui Dio esiste. Quando lo scopo è stabilito dal Cuore, l’azione di dare e ricevere si orienta allo sviluppo e ha luogo la creazione.
Le ontologie tradizionali sono centrate sulla ragione, sulla volontà, su un’idea o sulla stessa materia. Inoltre, alcune ontologie tradizionali sono monistiche (affermano cioè che lo spirito soltanto – oppure, al contrario, la materia soltanto – è sostanziale), mentre altre sono dualistiche (e quindi considerano spirito e materia come sostanze reciprocamente indipendenti). Dal punto di vista del Pensiero dell’Unificazione, si può dire che le ontologie tradizionali non sono riuscite a comprendere correttamente la realtà degli attributi di Dio e la relazione fra tali attributi.
Al contrario, la Teoria dell’Immagine Originale, elaborata nel Pensiero dell’Unificazione, spiega come lo scopo per cui Dio creò il mondo sia quello di costruire il Regno dei Cieli, cioè un mondo d’amore, verità, bontà e bellezza, ed anche come le facoltà dell’intelligenza, del sentimento e della volontà, come pure le idee e la materia, debbano tutte contribuire al conseguimento di questo scopo.
Note: La Teoria dell’Immagine Originale
(1) Genesi, 1:27 (tutte le citazioni bibliche, trascritte nel presente volume, sono tratte dall’edizione curata dalla Casa della Bibbia, Ginevra – Genova 1968).
(2) La parola corpo, così come è usata in questa e in simili espressioni del Pensiero dell’Unificazione, si riferisce non soltanto alle entità visibili, ma anche a quelle invisibili. Questo concetto di corpo è caratteristico del Pensiero dell’Unificazione. Nell’accezione utilizzata in espressioni come corpo unito, corpo armonizzato, corpo nuovo e corpo moltiplicato, la parola corpo è riferita a un’entità che è venuta a esistere come risultato di un’azione di dare e ricevere. Di conseguenza, la parola corpo si riferisce sia ad entità visibili che a entità invisibili.
(3) Esposizione del Principio Divino, Roma, The Holy Spirit Association for The Unification of World Christianity, 1997, pag. 24
(4) ibid.
(5) “Esperienza” qui si caratterizza non soltanto come la percezione acquisita con i cinque sensi fisici, ma anche come l’esperienza nella relazione interiore tra la mente e il corpo.
(6) Genesi, 1:3-9.
(7) Paul Adrien Maurice Dirac, e altri, Scientific American Resource Library: Readings in the Physical Science, 1970.
(8) Approfondiamo la differenza tra lo Hiongsang Interno e lo Hiongsang Originale. Tutti gli elementi contenuti nello Hiongsang Interno (idee, concetti, leggi originali, principi matematici, etc.) hanno certe forme, o immagini, che sono invisibili, ma quando sono manifestate nelle cose, appaiono necessariamente vestite, per così dire, di un “abito esteriore”. È lo Hiongsang Originale che diventa il “vestito esteriore”. Perciò, la relazione tra lo Hiongsang Interno e lo Hiongsang Originale è quella tra il contenuto e l’abito esterno.
(9) Il Tai-ch’i de I Ching fu interpretato come un ch’i monistico nel primo periodo della dinastia Tang.
(10) Werner Heisenberg (1901-1976), il fondatore della meccanica quantistica, si occupò, a partire dal 1951, della teoria delle particelle elementari e propose l’idea della “materia primaria”, Secondo questa teoria, le particelle elementari che sono state osservate (ce ne sono approssimativamente 300) si sono prodotte da una materia primaria, che è la materia fondamentale, secondo un’equazione cosmica espressa in una certa forma matematica. Heisenberg disse anche che la materia primaria è l’equivalente dell’energia primaria, e che tutti i vari tipi di particelle elementari (e perciò, tutta la materia) dell’universo consistono di energia primaria. La materia primaria, o energia primaria, ipotizzata da Heisenberg, può essere paragonata alla pre-materia, o pre-energia, descritta dal Pensiero dell’Unificazione. Oggi sappiamo che tutta la materia consiste di quark e leptoni. Più di recente è stato invocato il modello dei sub-quark, secondo cui i quark e i leptoni sono costituiti di particelle ancor più basilari, e in quest’area vengono condotte attive ricerche. Specificamente, questo modello enuncia che tutta la materia è formata di sub-quark, raggruppabili in tre tipi, che possono essere considerati come differenti stati di un unico sub-quark. Se questa teoria è corretta, ne consegue che tutta la materia è fatta di un’unica sostanza fondamentale. Si può vedere in ciò una versione contemporanea del modello monistico di Heisenberg. Per un ulteriore approfondimento, si veda Hidezumi Terasawa, Fisica Sub-quark e Geometria Originale, Tokyo, 1982.
(11) In precedenti scritti sul Pensiero dell’Unificazione, è stata usata l’espressione “azione di dare e avere”. Tuttavia, d’ora in avanti verrà adottata l’espressione “azione di dare e ricevere”, che è una traduzione più appropriata del termine coreano originale susujag-ong.
(12) Si veda la discussione sull’azione di dare e ricevere nel paragrafo “La struttura dell’Immagine Originale” più avanti in questo capitolo.
(13) Epistola ai Romani, 1:20.
(14) Il famoso fisico teorico inglese David Bohm esplorò la dimensione della coscienza e formulò la sua esclusiva cosmologia. Bohm disse: “Se cerchiamo l’immanenza sempre più profondamente nella materia, io credo che alla fine potremo giungere alla radice che sperimentiamo anche come mente, sì che la mente e la materia si fondano” (Ken Wilber, The Holographic Paradigm and Other Paradoxes, Boston, 1985). Possiamo vedere che Bohm, nell’esplorare la dimensione della coscienza dalla prospettiva di uno scienziato, ha raggiunto la stessa conclusione cui conduce la Teoria dell’Unità professata dal Pensiero dell’Unificazione.
(15) Nicolas de Malebranche (1638-1715) applicò il principio occasionalista di Geulincx alle questioni epistemologiche. Se lo spirito e la materia sono generi di sostanza totalmente diversi uno dall’altra, come può lo spirito riconoscere la materia? Malebranche spiegò che in Dio ci sono idee eterne, come prototipi delle cose e noi, nel riconoscere una cosa, non la riconosciamo direttamente, ma piuttosto riconosciamo l’idea che è in Dio. Su questo punto Malebranche disse che noi vediamo tutte le cose in Dio. La conseguenza di questa teoria è che le nostre relazioni sono soltanto relazioni con Dio, e l’esistenza della materia perde molto del suo significato (si veda in proposito Takeo Iwasaki, Storia della Filosofia Occidentale, Tokyo, 1975).
(16) La traduzione italiana rende yang in positività e yin in negatività (Esposizione … , op. cit., pag. 27).
(17) Ibid., pag. 26.
(18) Sulla relazione di soggetto e oggetto, si veda il paragrafo “La struttura dell’Immagine Originale”.
(19) Questo punto sarà ulteriormente approfondito nel capitolo “Ontologia”.
(20) Le funzioni del Songsang Interno sono quelle individuali, e specificamente, le funzioni intellettive, emotive e volitive. Al contrario, le funzioni del Carattere Divino sono le funzioni sintetiche e combinate del Songsang Interno, dello Hiongsang Interno, e dello Hiongsang Originale nel loro complesso. Il cuore è il nucleo e l’essenza dell’Immagine Originale (Songsang Originale e Hiongsang Originale). Perciò, qualsiasi discorso sul Cuore deve avere come presupposto il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale. Il Logos può venire a esistere soltanto attraverso la relazione reciproca tra il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno. Nella manifestazione della Creatività, invece, non sono implicati soltanto il Songsang Interno e lo Hiongsang Interno, ma anche lo Hiongsang Originale.
(21) Ne “L’essenza del Cristianesimo” Feuerbach, dopo aver sostenuto che è impossibile amare, volere o pensare senza percepire queste attività come perfezioni, spiegò che questo genere di compiacimento diventa vanità solo quando l’uomo si esalta della propria forma considerandola come individualmente sua, ma non quando egli l’ammira come esempio della bellezza umana in generale.
(22) Feuerbach affermò che l’essere divino è la natura umana purificata, libera dalle limitazioni del singolo individuo, resa oggettiva, contemplata e riverita come un altro, distinto essere.
(23) Il Principio dell’Unificazione dice: “la forza emotiva che il soggetto dà all’oggetto si chiama amore, mentre la forza emotiva che l’oggetto trasmette in risposta al soggetto si chiama bellezza” (Esposizione … , op. cit., pag. 41). Amore e bellezza, tuttavia, sono come le due facce di una medaglia. Vista dalla posizione del datore, la forza emotiva è amore; ma quella stessa forza, vista dalla posizione del recettore, è bellezza. Peraltro, quando soggetto e oggetto sono entrambi esseri umani, non è vero che soltanto la forza emotiva data dal soggetto è amore, giacché amore è anche la forza emotiva trasmessa dall’oggetto al soggetto.
(24) Vangelo secondo Giovanni 1:1-3.
(25) Una spiegazione più completa dell’azione di dare e ricevere e della base delle quattro posizioni sarà fornita nel prossimo paragrafo “La Struttura dell’Immagine Originale”.
(26) Epistola ai Romani, 8: 19-22.
(27) Qui forniremo maggiori dettagli sulla formazione del Logos tramite l’azione di dare e ricevere interna. Il Songsang Interno concerne la facoltà dell’intelligenza, dell’emozione e della volontà. Nel formare il Logos, queste facoltà operano all’unisono (per inciso, con riguardo all’uomo, chiamiamo queste facoltà operanti all’unisono “percezione spirituale”). Lo Hiongsang Interno contiene idee, concetti, leggi, principi matematici, e così via. Tutti questi elementi sono uniti centrati sull’idea; vale a dire che i concetti, le leggi, i principi matematici, sono tutti uniti all’interno dell’idea. Anche la formazione del Logos si può spiegare in termini di “stadio iniziale” e “stadio avanzato”. Nello stadio iniziale, varie idee sono vagliate tramite l’azione di dare e ricevere interna. Questo processo dà luogo alla creazione di uno “stampo mentale”, che è l’idea da usare come modello dell’essere da creare. Questo stampo mentale è ancora un’immagine statica o un prototipo statico, non un prefetto Logos, e può essere definito una “concezione iniziale” o un “pre-Logos“.
Successivamente, nello stadio avanzato dell’azione di dare e ricevere interna, le facoltà dell’intelligenza, dell’emozione e della volontà, centrate sul Cuore, vengono trasfuse nello Hiongsang Interno. In questo caso, lo Hiongsang Interno è lo stampo mentale, o concezione iniziale, che si era formato alla fine dello stadio iniziale dell’azione di dare e ricevere interna. Con lo stadio avanzato dell’azione di dare e ricevere, si forma un Logos come concezione vivente, ovvero concezione perfetta. Dopo i due stadi dell’azione di dare e ricevere interna, descritti sopra, inizia a stabilirsi l’azione di dare e ricevere esterna tra il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale. In questa fase, il songsang è l’essere unitario dotato d’intelligenza, emozione e volontà, che contiene il Logos; lo hiongsang è pre-energia. Attraverso l’azione di dare e ricevere tra il Songsang Originale e lo Hiongsang Originale, la pre-energia entra nello stampo del concetto perfetto (es. il Logos) e in questo processo si producono gli esseri creati.
(28) Esposizione … , op. cit., pag. 44.
(29) Hirschberger afferma: “Molti amano chiamarlo pan-logismo, e in relazione a questo pan-logismo, hanno considerato Hegel come fautore della teoria mistica e panteistica che ogni cosa sia un tutt’uno. I filosofi d’inclinazione scolasticista hanno generalmente, uniformemente considerato Hegel un filosofo con un’identità panteistica” (Hirschberger, Geschichte der Philosophie, Freiburg, 1965).
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