Capitolo VI - Predestinazione
Introduzione
Ci sono molti cristiani che pensano che ogni cosa sia predestinata da Dio. Ma noi sappiamo che ogni uomo ha la sua parte di responsabilità da compiere. Quindi, in quale misura Dio predetermina la sua volontà e quale è la relazione tra la predestinazione di Dio e la parte di responsabilità dell’uomo? Esamineremo alcuni passi della Bibbia per scoprire il vero significato di predestinazione.
Sezione 1
La predestinazione della volontà di Dio
1. Visione generale dei passi biblici riguardanti la predestinazione
(1) Passi biblici che sembrano sostenere la predestinazione:
Rm. (8:30) “E quelli che ha predestinati li ha pure chiamati, e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati”.
Rm. (9:15-16) “Egli stesso dice a Mosè: “Io userò misericordia a chi userò misericordia e avrò compassione di chi avrò compassione”. Non dipende, dunque, né da chi vuole, né da chi corre ma da Dio che fa misericordia”.
Confronta anche Rm. (9:21) e Rm. (9:11-13).
(2) Passi biblici in antitesi a quelli citati.
Gn. (6:7) “Così il Signore disse: Sterminerò dalla faccia della terra l’uomo, dall’uomo fino agli animali domestici, fino ai rettili e fino agli uccelli del cielo perché sono pentito di averli fatti”.
Mt. (7:7) “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”.
Confronta anche Gn. (2:17) e Gv. (3:16).
Se Dio avesse predestinato ogni cosa, perché si dovrebbe mettere enfasi sullo sforzo degli uomini?
Gc. (5:14) “Si ammala qualcuno tra di voi? Chiami i presbiteri della Chiesa e questi preghino sopra di lui …”.
Se ammettiamo la teoria convenzionale sulla predestinazione, allora tutti gli sforzi dell’uomo quali la preghiera, la testimonianza, le azioni di carità non sarebbero di alcun aiuto alla provvidenza di Dio per la restaurazione.
Infatti, se tutto è predestinato da Dio in modo assoluto, allora gli sforzi degli uomini non possono cambiare niente.
2. La predestinazione della volontà di Dio
La volontà di Dio è di realizzare il Suo scopo per la creazione, cioè il Suo scopo per la provvidenza di restaurazione.
(1) Dio è il soggetto del bene, quindi il suo scopo per la creazione deve essere il bene, e anche il Suo scopo per la provvidenza di restaurazione deve essere il bene. Perciò, Dio predestina solo il bene, non il male.
Esempi: Dio non predestinò la caduta dell’uomo, o il giudizio degli uomini caduti o la distruzione del mondo, come molte persone credono. Ancora, Dio si pentì di aver creato l’uomo, dopo che questi cadde, o di aver fatto proclamare re Saul, perché queste cose portarono verso il male.
Gn. (6:6) “E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne dolse nel Suo cuore”.
1 Sm. (15:11) “Io mi pento di aver fatto re Saul, egli infatti si è sviato da me e non ha tenuto in alcun conto la mia parola”.
Ma Dio non aveva predestinato questo. Se i risultati del male fossero il frutto della Sua predestinazione, allora Dio non potrebbe essere un Dio di bene. Dio non può pentirsi di un risultato malvagio se Egli stesso lo ha predestinato.
(2) Ogni qualvolta Dio desidera operare, prima fa un piano e poi lo realizza. Quindi, Dio prima di tutto predestina la Sua volontà che è il Suo piano e poi lavora per realizzarla.
La Sua volontà per la realizzazione dello scopo della creazione, a causa della caduta dell’uomo, divenne la Sua volontà per la realizzazione dello scopo della provvidenza di restaurazione.
(3) Dio è unico, eterno, immutabile ed assoluto, quindi la Sua volontà è unica, eterna, immutabile ed assoluta.
Perciò Dio predestina la Sua volontà, che è immutabile, al 100 per cento e lavora continuamente per realizzarla completamente.
(4) Dio predestina un uomo a completare una missione. Se quest’uomo sbaglia, Dio ne sceglie un altro che prende il suo posto.
Esempi: Il primo Adamo cadde, perciò Dio ha dovuto mandare al suo posto l’ultimo Adamo per completare il Suo scopo della creazione.
La famiglia di Adamo fallì nel completare la sua missione ed essa fu sostituita dalla famiglia di Noè, che però fallì anch’essa e fu sostituita dalla famiglia di Abramo.
Mosè fallì nella sua missione quando colpì la roccia due volte e Giosuè gli successe guidando in Canaan in popolo eletto.
Giuda Iscariota fallì miserabilmente quando tradì Gesù, e il suo posto tra gli apostoli fu preso da Mattia.
3. La predestinazione di Dio per la realizzazione della Sua volontà
Dio non può realizzare la Sua volontà da solo. Come spiegato nel Principio della creazione, la volontà di Dio può essere realizzata solamente dal completamento della parte di responsabilità di Dio e della parte di responsabilità dell’uomo.
Dio predestina la Sua volontà al 95 per cento (simbolicamente): perché essa sia realizzata completamente, c’è quindi bisogno che l’uomo realizzi la propria parte di responsabilità.
Mc. (5:34) “Ed egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata; va in pace, e sii guarita dalla tua infermità”.
Gc. (5:15) “E la preghiera della fede salverà l’infermo e il Signore lo solleverà: e se ha commesso dei peccati gli saranno rimessi.
Mt. (7:8) “… perché chiunque chiede, riceve, chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto”.
4. La predestinazione di Dio per l’uomo
(1) Dio creò l’uomo perché diventasse perfetto osservando il Suo comandamento.
Perciò, l’uomo caduto, per diventare l’uomo perfetto della predestinazione di Dio, deve realizzare la propria parte di responsabilità. Da questo possiamo capire che Dio non predestina l’uomo al 100 per cento.
(2) Quando Dio chiama un uomo lo fa sulla fondazione della Sua parte di responsabilità. Su questa fondazione l’uomo deve realizzare la propria parte di responsabilità che simbolicamente è il 5 per cento del totale.
Esempi: Dio predestinò Mosè ad entrare nella terra di Canaan. Tuttavia, a causa della sua disobbedienza a Kadish, ossia fallendo nel realizzare la propria parte di responsabilità, non poté entrare nella terra promessa e la predestinazione di Dio non fu realizzata.
Dio predestinò anche Giuda Iscariota ad essere uno dei dodici apostoli, ma questi tradì Gesù. A causa del fallimento della sua parte di responsabilità egli perse quella posizione.
(3) Lo scopo della provvidenza di salvezza di Dio è di restaurare il mondo all’ideale della creazione. Perciò Dio predestina ognuno alla salvezza.
Gv. (3:16) “Infatti, Dio ha tanto amato il mondo, da dare il Suo figlio unigenito, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna”.
Quindi il Suo lavoro inizia da un uomo solo (la figura centrale) e si espande fino a comprendere l’intera umanità.
(4) Le caratteristiche che l’uomo deve avere per essere predestinato come figura centrale.
a) Deve essere di una nazionalità specifica, adatta alla sua missione.
Al tempo di Gesù, gli uomini che furono predestinati ad essere gli apostoli, dovevano appartenere alla nazione di Israele.
b) Deve discendere da antenati che abbiano dato un grande contributo alla realizzazione della volontà di Dio.
c) Deve essere un uomo nato con una naturale predisposizione alla sua missione.
d) Deve essere un uomo che abbia adeguate qualifiche quali cultura, talento, appropriate condizioni fisiche e così via.
e) Deve avere l’età giusta e vivere nel giusto periodo di tempo nella dispensazione di Dio.
Sezione 2
Interpretazione dei passi biblici che sembrano sostenere la teoria della predestinazione
Rm. (8:30) “… e quelli che ha predestinati li ha pure chiamati e quelli che ha chiamati li ha pure giustificati e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati”.
Dio è onnisciente e conosce gli uomini che sono adatti per una missione specifica nella sua provvidenza. Grazie a questa conoscenza Egli predestina un certo uomo e lo chiama. Questa è la parte di responsabilità di Dio. Ma per mezzo di questa solamente l’uomo non può essere giustificato e glorificato. Perché ciò avvenga egli deve realizzare la sua parte di responsabilità. Per cui, senza la parte di responsabilità dell’uomo non può esserci nessuna giustificazione e gloria.
Nel passo precedente, tutto ciò che si riferisce alla parte di responsabilità dell’uomo è tralasciato. A causa di ciò, sembra che ogni cosa sia predestinata da Dio in modo assoluto.
Rm. (9:15-16) “Egli stesso dice a Mosè: “Io userò misericordia a chi userò misericordia e avrò compassione di chi vorrò aver compassione”. Non dipende dunque da chi vuole, né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia”.
L’uomo più adatto per una certa missione nella provvidenza divina di restaurazione è conosciuto solo da Dio ed Egli lo sceglie in base a questa conoscenza. Perciò è privilegio di Dio scegliere un certo uomo e dargli la Sua misericordia o compassione: ciò non può essere deciso soltanto dalla volontà, o dagli sforzi dell’uomo. Questo passo è dato per mettere enfasi su quanto l’uomo dipenda dalla potenza e grazia di Dio.
Rm. (9:21) “Il vasaio non è egli padrone della propria argilla in modo da modellare dalla stessa pasta un vaso di pregio e uno ordinario?”.
L’uomo, a causa della caduta è diventato un essere indegno, come un rifiuto, per cui non può lamentarsi di Dio, non importa come Egli lo tratti. Questo è ciò che questo passo vuole insegnarci.
Rm. (9:11-13) “Infatti prima ancora che fossero nati, e che avessero operato bene o male, affinché si affermasse la libertà dell’elezione divina, che dipende non dalle opere, ma dall’elezione di Dio, le fu detto: “Il maggiore sarà servo del minore, secondo come sta scritto: “Ho amato Giacobbe e odiato Esaù”.
Dio disse questo per poter tener fede al programma della Sua provvidenza di restaurazione. Qui, Esaù era nella posizione di Caino che doveva essere odiato da Dio e Giacobbe nella posizione di Abele che doveva ricevere l’amore di Dio (vedi parte II, Il Principio di Restaurazione).
Tuttavia, se Dio li avesse veramente amati o odiati sarebbe stato deciso dalla realizzazione o meno della loro parte di responsabilità. Infatti quando Esaù obbedì e si sottomise a Giacobbe, poté ricevere da Dio la stessa benedizione d’amore di Giacobbe. In conclusione, la teoria di Calvino sulla predestinazione nacque poiché egli pensò che Dio potesse realizzare da solo la Sua volontà.
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