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Preghiera

Dicembre 1976 – Limonta

Dio e l’uomo dovevano essere un’unità fin dall’inizio, così l’uomo avrebbe vissuto nell’amore di Dio. Ma, a causa della caduta, l’uomo perse la sua purezza, perciò egli aveva difficoltà di percepire la presenza e l’amore di Dio nella sua vita.

Dio però aveva instillato nell’uomo la Sua natura che, essendo eterna, non poteva essere cancellata completamente neanche dalla caduta. Per questo motivo Dio non poteva abbandonare l’umanità e non potendo cessare di amarla, dovette stabilire la Sua provvidenza per salvarla. Affinché l’uomo potesse ricevere amore malgrado non ne fosse più qualificato. Dio dovette mutare la natura di questo amore che, da amore gioioso, divenne un amore di compassione.

L’amore di compassione è espresso attraverso la Provvidenza di Dio per restaurare l’uomo che ha il suo apice nella venuta del Messia. Dio era responsabile di mandare il Messia, così che noi abbiamo un perfetto esempio di vita, mentre avere fede è la responsabilità dell’uomo.

Poiché l’uomo è caduto, Dio non può dargli amore incondizionato perciò, se vogliamo ricevere il Suo amore, non è sufficiente che glieLo chiediamo, ma dobbiamo anche vivere una vita di fede così indennizziamo il nostro peccato. Allora, Dio potrà darci la Sua benedizione e noi possiamo divenire l’uomini perfetti.

La migliore condizione per pagare indennizzo è la preghiera che è un’offerta fra l’uomo caduto e Dio. A noi piace pregare, ma fino a che punto?

A pochi piace pregare più di mangiare o dormire. La sera, ad esempio, appena possiamo andiamo a riposare, molti non pregano profondamente ne parlano con Dio ma dormono, così non possiamo rivitalizzarci spiritualmente. Il nostro desiderio essenziale è di tomare a Dio, ed anche se attraverso la preghiera possiamo sentire il suo caldo abbraccio molte volte non lo preghiamo. Che contraddizione! Questo significa che il nostro desiderio di ritornare a Dio non è determinante nella nostra vita.

Satana cerca d’invaderci attraverso la nostra mente, togliendoci il desiderio di tornare a vivere con Lui. Noi desideriamo ed amiamo la restaurazione ma non vogliamo troppo cambiare noi stessi e pagare indennizzo. Sarebbe come dire: “Io voglio avere un bel vestito, voglio mangiare cibo delizioso, voglio vivere in una bella casa, però non mi piace lavorare per guadagnare i soldi necessari”. L’essenza dei Principi Divini, invece, è proprio questa: senza indennizzare il nostro peccato non vi è restaurazione e la preghiera è una buona condizione d’indennizzo. Lo scopo della preghiera è di stabilire una condizione per purificare il peccato e ridurre la distanza fra Dio e l’uomo caduto.

Attraverso la preghiera possiamo essere sicuri che siamo vicini a Dio e tutto sarà più chiaro, la Sua natura, le Sue parole, la Sua volontà, il Suo amore: ogni cosa.

Molti di noi, tramite la preghiera, hanno avuto esperienze meravigliose. Se vogliamo veramente comprendere la verità di Dio, il significato dei Principi Divini e se abbiamo qualche problema o domande su di essi, possiamo chiedere al nostro insegnante o al Maestro, ma se preghiamo profondamente il Padre Celeste potrà insegnarci direttamente. Preghiamo disperatamente, potremo ricevere delle ispirazioni e spesso la risposta che riceveremo sarà molto chiara.

In molti abbiamo avuto questo tipo di esperienza. Per esperienza personale, io so che Dio può lavorare attraverso la preghiera. Molte volte mi sono reso conto che le parole che dicevo non erano mie. Io non sarei stato capace di dirle, esse furono realmente un’ispirazione della Sua verità. A volte, se avevamo delle domande su Gesù o sulla caduta, il Padre non rispondeva direttamente ma ci diceva: “Pregate”. Infatti, se il Padre ci rivela direttamente dei segreti sulla dispensazione, noi ne diveniamo responsabili perché li abbiamo uditi da lui, ma se li riceviamo dal cielo, attraverso la preghiera, non siamo responsabili del loro contenuto e quindi, alla fine, non ci causeranno un giudizio. A volte è meglio sentirli dal Padre Celeste, tre volte chiedere al Padre, o a chi ci guida, altrimenti possiamo mal interpretare alcune cose o avere rivelazioni sbagliate.

Gesù conosceva Dio profondamente perché era senza peccato: egli era uno con Dio.

Questo è vero anche per il Maestro. A volte mi domando come egli abbia potuto scoprire questa verità.

Il modo di pensare del Padre è sempre molto differente dal nostro perché i suoi pensieri sono i pensieri di Dio: egli è uno con Dio.

Se non abbiamo il peccato siamo anche più intelligenti e più capaci. La scarsa intelligenza o limitata capacità derivano dal peccato e, se sentiamo di non esserlo troppo, non dobbiamo preoccuparci di ciò, ma solo di eliminare il nostro peccato così che Dio possa venire a noi e chiarirci ogni cosa.

La nostra stessa mente si rischiarerà perché quando siamo depressi diventiamo anche ignoranti di tutto, ma se preghiamo profondamente pagando indennizzo per essere più vicini a Dio e ci purifichiamo dal nostro peccato diventiamo anche capaci di molte più cose.

Quindi se il nostro peccato sarà eliminato, Dio potrà lavorare attraverso di noi.

Il Padre e i nostri Veri Genitori, sono come un rubinetto dell’inesauribile verità.

Come sarebbe meraviglioso essere senza peccato! Attraverso l’ispirazione potremo trovare qualsiasi verità: persino delle verità scientifiche. Per questo i Principi Divini affermano che l’ignoranza è il frutto del peccato.

Parliamo ora di come risolvere ed eliminare il peccato

Attraverso la preghiera troviamo la soluzione ai nostri problemi e la soluzione che Dio ci offre è assoluta.

Tutti noi abbiamo problemi e difficoltà da risolvere e tutti noi abbiamo difetti. A volte il nostro carattere è strano e non piace a nessuno e pur cercando di cambiarlo, abbiamo molte difficoltà. Spesso nel rapporto Caino Abele pensiamo: “Non mi piace il mio Abele, se fosse possibile vorrei andare in qualche altro centro”. Pensiamo possa essere una soluzione? No! Dobbiamo invece pensare: “È mai possibile che Dio, il creatore di questo mondo, Colui che ha guidato la storia per più di 6000 anni, non possa risolvere la nostra relazione con l’Abele? Pensiamo proprio che Dio sia incapace di farlo? Dio ha la soluzione per tutti i nostri problemi e se non crediamo nelle Sue capacità ci troveremo a lottare da soli. Però prima dobbiamo pregare, poi Dio ci mostrerà come risolvere il problema.

Noi dobbiamo credere nelle capacità di Dio e non solo nella Sua esistenza. Poiché il Padre Celeste è nostro Padre, possiamo chiederGli qualunque cosa, dalla soluzione dei nostri problemi individuali, a quelli nazionali, fino a quelli mondiali.

Se solo abbiamo fede nella preghiera non vi è nulla che Dio non possa risolvere. Accade anche a chi è nel movimento da molto tempo di essere depresso e che i membri non credono più in lui. In questi casi, secondo la mia esperienza, quando non sappiamo proprio cosa fare, è necessario stabilire una speciale condizione di preghiera. Altre volte all’inizio pensiamo: “Lui sta sbagliando”. Ma dopo una settimana di preghiera sentiamo in noi stessi: “Non è lui che sbaglia, sono io”. Così facendo possiamo capire che la colpa è nostra, della nostra natura caduta. Anche quando fratelli e sorelle ci muovono delle accuse dobbiamo avere fede e con il tempo se siamo nel giusto, la verità verrà alla luce.

Perseverando possiamo pagare indennizzo, superare ogni difficoltà e scoprire una meravigliosa soluzione a tutti i problemi. In una prima settimana di preghiera, Dio può mostrarci dove sbagliamo. Nella settimana successiva, potremo pregare in questo modo: “Padre Celeste mostrami come risolvere questo problema, indicami una soluzione”. E Dio potrà mostrarci chiaramente cosa fare. Questo avverrà se la nostra preghiera sarà profonda e di cuore.

La preghiera è una forma passiva di pagare indennizzo che consiste nell’attendere. Possiamo anche agire attivamente iniziando subito a realizzare quello che abbiamo chiesto nella preghiera. Questa è una condizione di indennizzo positiva ed attiva.

Chi guida deve stabilire condizioni di indennizzo aggressive, altrimenti non può superare gli altri. Non dobbiamo soltanto guardare al futuro, guardare a un mese, un anno, dieci anni, o anche poter fare grandi piani, ma dobbiamo anche stabilire condizioni di indennizzo aggressive per realizzarli. Potremo così risolvere i nostri problemi o conoscere qual è il piano di Dio per la loro soluzione o per la realizzazione della nostra missione.

La prima cosa che potremmo fare prima di iniziare qualunque cosa è affermare la vittoria: “Io sarò vittorioso, lo sarò per il Padre Celeste”. Non dobbiamo assolutamente dubitare di riuscire. Dobbiamo fare molte condizioni di preghiera e di indennizzo e, attraverso queste esperienze, capiremo che non siamo noi che raccogliamo fondi, lavoriamo o testimoniamo, ma Dio. Perciò, stabilendo condizioni, Dio potrà agire attraverso di noi. Questa è la chiave per riuscire: Dio può farlo. Dobbiamo avere una fede straordinaria stabilita con questo tipo di indennizzo aggressivo.

Se si paga indennizzo, la restaurazione avviene automaticamente ed avremo risultati nella misura in cui ne pagheremo. Perciò non importa la zona, non importa il tempo, né le persone o se andiamo dove altri sono stati il giorno prima, noi porteremo buoni risultati perché abbiamo pagato indennizzo e possiamo “raccogliere” poiché abbiamo “seminato”. Dobbiamo applicare lo stesso principio per essere vittoriosi anche nella testimonianza. Perciò, grazie a questo discorso, ognuno di noi può capire veramente cos’è la restaurazione tramite indennizzo, portando migliori risultati e realizzando la meta di 1.1.1. Condizioni di indennizzo aggressive ed il nostro amore per il Padre sono le due chiavi per ottenere la vittoria.

Molti di noi non hanno avuto questo tipo di esperienza, ossia aver sfidato Satana con condizioni d’indennizzo aggressive e molti di noi non hanno un così profondo amore per il Padre.

L’amore è il soggetto e la condizione di indennizzo è l’oggetto. Quando soggetto ed oggetto sono uniti il risultato è enorme. Possiamo mutare noi stessi, il nostro movimento ed il mondo intero. La nostra natura caduta è egocentrica ed egoista. Così, senza pagare indennizzo per essa, non potremo purificarci simbolicamente dal peccato, e non potremo amare i fratelli e le sorelle.

Quando vi è qualcuno che non possiamo amare, anche se può essere molto difficile, dovremmo pregare per lui come fece Gesù per coloro che lo stavano uccidendo. La persona con cui siamo in contrasto non è nostra nemica e non ha intenzione di ucciderci ma è semplicemente nostro fratello o sorella con cui non andiamo d’accordo. Dobbiamo divenire un “Re” d’amore, ma prima dobbiamo divenire un “Re” di preghiera e tutti sono qualificati per questo.

Quando preghiamo dobbiamo lottare profondamente perché fra noi e Dio vi è il mondo spirituale che è diviso in due: un mondo Caino ed un mondo Abele.

Quello Abele è più vicino a Dio, quello Caino è più vicino a noi. Per ricevere aiuto dal mondo spirituale Abele ed entrare in contatto con Dio, dobbiamo prima di tutto passare attraverso il mondo spirituale Caino. Quindi è Satana che incontriamo per primo e dopo averlo superato possiamo incontrare Dio.

Prima di superare Esaù, Giacobbe superò l’angelo che rappresentava Satana. Per prima cosa dobbiamo quindi lottare contro il mondo spirituale negativo, proprio come Giacobbe. Se continuiamo disperatamente e superiamo le barriere proveremo un sentimento di gioia e di purezza, di contatto con Dio e sentiremo la sua presenza. Da quel momento in poi la preghiera sarà una gioia, e potremo continuare per molto tempo. In noi nascerà serenità e saremo sicuri che questa preghiera è stata accettata da Dio.

La preghiera è un’offerta e un’offerta deve essere pura altrimenti Dio, come l’offerta di Caino o la prima offerta di Abramo, non la può accettare. L’offerta è amata sia da Dio che da Satana ed entrambi vogliono averla. Perciò, quando facciamo un’offerta, Satana è sempre vicino. La purezza dell’offerta deciderà la sua appartenenza: a Dio o a Satana.

L’offerta più bella sono le lacrime di pentimento. Satana non può pentirsi. Perciò se ci pentiamo, piangendo del nostro peccato, Satana non può accusarci in nessun modo, egli si ritirerà e Dio potrà prendere l’offerta.

Prima di tutto dobbiamo riconoscere che non abbiamo niente di cui essere orgogliosi davanti a Dio.

Questo è il primo stadio del pentimento. Noi non siamo qualificati per fare un’offerta ma, se comprendiamo questo punto le lacrime di pentimento saranno l’offerta più bella sull’altare di Dio.

Preghiamo con fede perché, se non abbiamo fiducia che la nostra preghiera possa essere ricevuta da Dio, si verificherà proprio questo. Dio infatti non potrà accettare questa preghiera senza fede ed il suo contenuto non sarà mai realizzato. Se preghiamo con fede possiamo essere sicuri che la nostra preghiera sarà ricevuta da Dio e che, una volta accettata da Lui, essa presto o tardi si realizzerà. Allora sentiremo una grande pace.

Dobbiamo pregare con amore, non con astio, altrimenti Satana invaderà la nostra preghiera.

Dobbiamo pregare con speranza perché la preghiera è la gioia segreta della vita di fede. Come abbiamo bisogno di pane per nutrire il nostro corpo fisico, necessitiamo anche di preghiera per la nostra vita spirituale. Se non preghiamo il nostro corpo spirituale non può cibarsi. Il nostro spirito sarà magro e morirà di fame.

La preghiera è la vita della “vita di fede”. Senza preghiera non possiamo imparare ad amare, né risolvere i problemi e completare la nostra missione. Senza preghiera non possiamo realizzare la restaurazione di questo mondo, né risolvere, sia le cose importanti che quelle piccole.

Se il motivo per cui preghiamo è impuro, Satana può invaderlo impossessandosi dell’intera offerta che diventerà per lui un buon nutrimento.

Le nostre preghiere dovrebbero seguire un certo ordine. Prendiamo l’esempio di Mosè nel deserto. Dio gli si rivelò dicendo: “Togliti i calzari”. Ma qual è il significato di questo ordine? Mosè aveva percorso la strada su cui Satana aveva camminato, perciò, simbolicamente i suoi calzari erano contaminati. Dio non può avere alcun rapporto con qualcosa di impuro perciò, per camminare con Lui, dobbiamo essere puri. Ma, per diventarlo, cosa dobbiamo fare? Innanzitutto dobbiamo pentirci. Le lacrime di pentimento devono essere la prima offerta sull’altare di Dio. Pentirsi non significa solo versare lacrime ma, prima di tutto comprendere veramente l’errore che abbiamo fatto. Poi dobbiamo rifiutarlo davanti a Dio. Terzo, dobbiamo agire secondo i Principi facendo felice Dio e dandoGli gioia. Primo stadio, secondo stadio, stadio finale.

Comunque, prima di tutto, viene il pentimento che impedisce a Satana di accusarci. Poi la nostra preghiera deve essere profonda. Una preghiera di gratitudine è una delle più belle preghiere e quando non possiamo realizzare tutto quello che abbiamo promesso a Dio, almeno ringraziamoLo per quello che abbiamo potuto fare promettendoGli di fare di più nel futuro.

Pentimento e gratitudine: queste sono le basi essenziali per poter poi parlare con Dio quando vogliamo.

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