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Posizione di mezzo

Dicembre 1976 – Limonta

Il nostro movimento è diverso dalle altre Chiese Cristiane perché stabilisce la fondazione per ricevere il Messia ed a causa di ciò, è sorto e si è sviluppato sotto molte persecuzioni.

Se la nostra missione fosse la stessa delle Chiese Cristiane non avremmo motivo di esistere. La missione del nostro movimento è di dare soluzione al peccato originale e così realizzare il Regno dei Cieli in terra. Questo è ciò che contraddistingue il nostro movimento dalle altre Chiese.

Il Messia è qui, così c’è soluzione per una nuova vita, per il peccato originale, un matrimonio senza peccato, figli puri, famiglie, nazioni, un mondo ed il Regno dei Cieli. Tutto questo è meraviglioso ma, nonostante ciò, molti hanno lasciato il movimento. In Italia, come in tutto il mondo, molte persone hanno frequentato i corsi e sono divenuti membri. Se tutti loro fossero rimasti nel movimento, ora saremmo 4 o 5 volte più numerosi.

Possiamo forse essere sicuri di non andarcene mai? Se, pur lavorando con dedizione e magari su un Team di raccolta fondi, non abbiamo i risultati sperati, abbiamo difficoltà di trovare figli spirituali, difficoltà nei rapporti tra fratelli e sorelle e con chi guida ed inoltre ci è difficile pregare; rapidamente ci sentiamo depressi ed inutili: come fossimo un peso per tutti.

Se in uno di quei momenti i nostri genitori ci telefonano e nostra madre, piangendo, ci dice: “Torna a casa”, cosa facciamo? Forse ci ricorderemo del passato e delle buone cose che mangiavamo, ecc. Anche gli Israeliti nel deserto desideravano mangiare cocomeri ed altre cose di cui godevano in Egitto. Canaan, la meta degli Israeliti, sembrava troppo lontana in mezzo alle difficoltà che stavano attraversando nel deserto.

Questo può accadere anche a noi nella nostra vita, e sentendo la meta troppo lontana abbiamo desiderio di andarcene.

Immaginiamo un membro che è da qualche anno nel movimento; più il tempo passa più strano diventa. Non si alza volentieri, non gli piace raccogliere né testimoniare, si isola da tutti e non si sa bene cosa stia facendo.

Quando gli altri membri tornano al centro egli è sempre da qualche altra parte. In lui cominciano a nascere depressioni, invidie e gelosie. I membri più giovani hanno risultati migliori dei suoi.

Il Messia è qui, il peccato originale sarà eliminato, avremo un matrimonio senza peccato, figli puri nasceranno e la grande vittoria del Padre è vicina. Tutto questo è vero! Eppure delle volte le persone hanno queste difficoltà.

Quale può essere la causa di tutto ciò? Nessun legame con i Veri Genitori? Egoismo? Non vedere chiaro il nostro scopo? Abbiamo perso la speranza? Non siamo capaci di vedere le cose dal punto di vista di Dio? Poca preghiera? Non c’è mai stato, in tutta la storia, un posto più meraviglioso del nostro movimento, eppure a volte noi non ci sentiamo gioiosi. Quando siamo fuori è forse il cattivo tempo che ci fa sentire infelici? No! La causa non è il freddo ma la nostra separazione da Dio. Siamo forse in crisi perché il risultato da raggiungere è troppo alto? Ce ne andiamo forse per qualche problema con un fratello o una sorella? No! A volte ci lamentiamo dicendo: “Fa troppo freddo; io sto male e nessuno dei miei fratelli si è curato di me. Io non sento amore. Ho cercato il vero amore e ho sperato di trovarlo nel movimento: neppure qui l’ho trovato!” Così succede che qualcuno se ne va, lasciando un piccolo biglietto con scritto: “arrivederci”, invece non si fa più vivo. Pensate che questa persona se ne sia andata perché nel movimento vi è poco amore? Non è così, anche se essa ci dirà che è stato proprio per quel motivo. La verità è che se questa persona avesse sentito Dio, fosse stata una con Dio, non avrebbe mai lasciato la famiglia.

Se sentiamo Dio, possiamo fare qualunque cosa, anche lavorare tutto il giorno dormendo e mangiando poco. Noi ci lamentiamo per tante cose e accusiamo gli altri, criticando la situazione, i fratelli e le sorelle; ma tutto ciò serve soltanto a giustificare il nostro comportamento. La verità è che siamo separati da Dio.

Questa è l’esperienza di un nostro membro

Qualche anno fa una sorella era nel Team di raccolta fondi. I suoi risultati non erano tanto buoni ed a volte non desiderava tornare al centro perché si sentiva accusata per i pochi risultati. Così diventava sempre più triste e, anche se cercava con sempre maggiore impegno di ottenere migliori risultati, non ci riusciva. Per questo era sempre più depressa. Alla fine cercò di andarsene dal movimento pensando: “Io non posso stare qui.”

Mentre stava preparando la valigia, un fratello le si avvicinò chiedendo: “Cosa stai facendo?” Lei parlò e lui riuscì a convincerla a restare. Un’altra volta, mentre stava andandosene, incontrò una sorella alla stazione e ancora una volta decise di rimanere.

Alla fine però, decise di andarsene definitivamente. Al mattino pregò con molta fede e disse: “Padre Celeste, se tu sei qui con me fatti sentire, altrimenti io non posso rimanere più nel movimento. Padre Celeste questo è l’ultimo giorno, mi capisci?” Come al solito quel giorno fu lasciata in un paese dal suo capo team, dove iniziò a vendere mazzi di fiori. I risultati della mattina non erano buoni e la situazione non migliorò nel pomeriggio. Quando ormai era sera si sedette e, piangendo, disse: “Padre Celeste io me ne vado”!

Non poteva negare il Padre, non poteva negare la validità dei Principi, ma, ciononostante non aveva più forza per rimanere. Ma in quel momento ebbe una visione del Maestro, che stava camminando davanti a lei con mazzi di fiori più grandi dei suoi. Si alzò e iniziò a seguire il Padre, che si fermò davanti ad una casa. Una giovane donna aprì la porta e le disse: “Ma che splendidi fiori!” E ne comprò qualcuno.

Il Padre si diresse poi verso un’altra casa ed anche qui una signora comprò i fiori. In ogni casa in cui il Padre si fermava, qualcuno comperava dei fiori. Il suo entusiasmo era enorme ma ben presto le case finirono e si trovò di fronte ad un bivio. Il Padre si diresse verso la strada di destra; era stretta, buia e tirava un forte vento, e lei ebbe paura perché quella strada sembrava inoltrarsi nei boschi. Ciononostante lei lo seguì e presto arrivò in un piccolo villaggio. La visione del Padre scomparve e lei iniziò a vendere di porta in porta. In ogni casa tutti, senza eccezione, comprarono i suoi fiori. C’erano 26 case e lei aveva giusto 26 mazzi di fiori; così, quando finirono le case, terminarono anche i fiori.

Lei capì e pregò: “Padre Celeste Tu sei stato con me oggi, Tu hai sentito la mia preghiera”. Poi pianse quasi tutta la notte per la gioia di aver conosciuto finalmente il Padre.

Non era stata lei a vendere i fiori, ma i Veri Genitori, che solo attraverso di lei potevano farlo.

La tristezza che provava quando non vendeva a sufficienza altro non era che la tristezza del Padre. Lei comprese che la sua tristezza nel lasciare la famiglia non era realmente sua, ma era la tristezza dei Veri Genitori e del Padre Celeste. Capì, che per quanto infelice e triste potesse essere, non vi era infelicità e tristezza che il Padre non avesse già sperimentato. Ora poteva realmente comprendere che quando era triste anche il Padre lo era; anzi, per quanto fosse infelice, il Padre doveva esserlo ancora di più. Egli stava da sempre guidando il suo cammino.

Quindi, per quanto depressi possiamo sentirci e per quanto desideriamo piangere, sappiamo che il Padre è davanti a noi e prova miseria, dolore ed incomprensione molto più grandi e profondi delle nostre.

Egli lottò contro Satana sperimentando tutti questi sentimenti e fu vittoriosa su di essi. Quella ragazza poté vedere realmente come il Padre era innanzi a lei. Ogni casa che visitava era già stata visitata dal Padre. Anche nel gelo il Padre aveva camminato casa dopo casa. Con la pioggia, con la tempesta, in inverno, in estate, il Padre aveva camminato porta dopo porta con i mazzi di fiori.

Lei ora poteva capire che lo spirito del Padre era in tutto il mondo. Il corso che stiamo attraversando è lo stesso attraversato dal Padre e questo stesso corso fu fatto da Gesù e dal Padre Celeste. Questa ragazza, tra la vita e la morte spirituale, incontrò il Padre. Questo incontro la mutò completamente. Se possiamo vedere Dio, se possiamo incontrarLo, se possiamo essere uno con Lui, per quanto difficile e disperata sia la nostra situazione, ci sentiremo felici e saremo capaci di fare qualsiasi cosa per Dio e per i Ven Genitori. A volte dopo una lezione dei Principi molti piangono. Se domandate perché, essi vi risponderanno che hanno sentito il cuore di Dio. In qualunque situazione noi possiamo provare gioia se possiamo essere uno con Lui. Per quanto possa essere difficile prendere una decisione, per quanto freddo possa esserci, non esiste alcun problema.

Come sappiamo, Stefano, il primo martire cristiano, predicava e fomentava tumulti; perciò il popolo, adiratosi contro di Lui lo lapidò. Ma nel momento finale egli incontrò Gesù, e subito dopo, morì in pace. Questo dimostra che, anche a costo della nostra vita, se possiamo vedere Dio ed incontrare il Messia possiamo essere felici. Vogliamo vedere Dio, vogliamo incontrarci con Lui anche a prezzo della nostra vita. Questo mostra chiaramente che siamo veramente i Suoi figli e che non possiamo essere felici senza di Lui.

Qualunque cosa facciamo, anche la più difficile, se possiamo incontrare Dio saremo felici. La posizione di mezzo è quando non sentiamo vitalità spirituale, né gioia nella vita spirituale, né pace interiore, ma allo stesso tempo, non desideriamo commettere peccato.

Sappiamo che dobbiamo ubbidire a Dio, credere al Messia e seguire la figura centrale; però più andiamo avanti meno ricaviamo dalla nostra vita di fede. Questa è la posizione di mezzo.

Quando Adamo era uno con Dio era pieno di vita, di gioia, di speranza. Dopo la caduta, sia lui che Eva diventarono depressi e confusi. Perciò, il motivo per cui alle volte siamo giù, confusi, depressi, è perché siamo separati da Dio e rimaniamo nella posizione tra bene e male. Non abbiamo nessuna relazione con Dio, ma nello stesso tempo neppure Satana può prenderci. Dobbiamo allora sforzarci di uscire da questa posizione per tornare a sentire Dio, ricevendo direttamente vitalità da Lui. Adamo non si trovò nella posizione di mezzo perché perse fede ma a causa del peccato. Dio non poteva avvicinarsi a lui e non poteva gioire di lui, perché in Adamo vi era una natura caduta.

L’unica cosa che poteva salvare Adamo era il Messia e tutti noi abbiamo bisogno di lui per uscire da questa posizione.

Perciò, per poter realizzare una vera relazione di vita con il Messia dobbiamo prima stabilire una fondazione di fede e una fondazione di sostanza.

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