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I Valori Assoluti e la Nuova Rivoluzione Culturale

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XVa Conferenza Internazionale sull’Unità delle Scienze

28 Novembre 1986 – Washington, D.C.

Onorevole Presidente, presidenti dei comitati, distinti professori, signore e signori: vorrei esprimervi la mia sincera gratitudine per essere venuti qui, a questo 15° Convegno Internazionale sull’Unità delle Scienze.

In questa occasione l’argomento di cui voglio parlarvi è “Il vero amore e il mondo unificato”. La causa fondamentale della confusione che esiste oggi nel mondo è il conflitto fra materialismo e idealismo, cioè la lotta fra il lato del bene e quello del male, lotta che, a sua volta, potrebbe anche essere espressa come l’opposizione fra il Dio buono e il Dio cattivo.

La speranza dell’umanità è la pace, e la pace può essere realizzata soltanto attraverso l’unificazione. Con questo non si intende solo l’unificazione del mondo, ma molti altri livelli di unificazione: unificazione all’interno di ogni nazione, unificazione nell’ambito di ogni famiglia e unificazione in ciascun individuo. Tra queste, l’unificazione più importante è proprio quella dell’individuo.

Per poter realizzare il mondo di pace che Dio desidera, ecco cosa è importante fare: innanzitutto il movimento che lavora per l’unificazione deve raggiungere la preminenza nel campo del pensiero umano, ponendosi in alternativa a tutte le visioni filosofiche e religiose più ristrette.

In secondo luogo, questo movimento deve toccare l’apice nel campo della tecnologia e della scienza e poi distribuire equamente questa tecnologia a tutto il mondo. Fino ad oggi, gli Stati Uniti, un paese tecnologicamente molto avanzato, hanno tenuto in uno stato di subordinazione il Sud America, mentre l’Europa ha fatto la stessa cosa nei confronti dell’Africa. Per correggere questa situazione, si deve equilibrare il livello tecnologico fra tutte le nazioni.

In terzo luogo questo movimento deve affrontare i problemi economici mondiali. Il mondo si trova, come sappiamo, di fronte ad una crisi monetaria internazionale, ma questa crisi può essere controllata se numerose piccole aziende associate comprano azioni e stabiliscono una banca sovranazionale.

In quarto luogo questo movimento deve raggiungere un notevole livello nel settore dell’informazione. Così facendo si potranno raggiungere tutte le aree del pensiero umano.

Tuttavia, anche se raggiungesse l’apice in tutti i campi, del pensiero, della tecnologia, dell’economia e dei media, rimarrebbe pur sempre un altro problema: come creare una persona che trascenda la razza e la nazionalità. Quando qualcuno ha la responsabilità di un progetto, se è un americano ha la tendenza ad impiegare per quel lavoro soltanto degli americani, se è un inglese soltanto degli inglesi, se è un francese dei francesi e così via.

Perciò, prima di poter pensare alla pace e all’unificazione del mondo, bisogna essere in grado di educare una persona in modo che sappia andare completamente al di là del suo senso nazionalistico, a beneficio dell’intera umanità. Persino il comunismo, che ha trasformato la metà del globo, non può liberarsi delle sue tendenze nazionalistiche e razziali e si è ridotto ad un “comunismo razziale”.

Se poi ci volgiamo a considerare il problema di Dio, vediamo come nell’ultima parte del 20° secolo, la maggioranza delle persone si è orientata verso una visione di tipo umanistico, che nega Dio, volgendosi verso una forma di adorazione del denaro, mentre l’altra metà è caduta sotto il comunismo che è puro materialismo. La filosofia, il cui compito è scoprire Dio (la verità assoluta) ha fallito e la religione, che dovrebbe vivere in contatto con Dio, ora l’ha perduto ed è diventata molto debole.

Nell’unificazione del mondo il problema cruciale è l’uomo. Prima di poter realizzare l’unificazione mondiale, dobbiamo raggiungere l’unificazione della nazione e della famiglia, e unificazione della famiglia deve essere a sua volta preceduta dall’unificazione del singolo individuo. Unificare l’individuo significa realizzare l’unità fra la mente e il corpo. Quando l’individuo soffre, soffre anche la famiglia e quando la famiglia soffre, anche la nazione non può fare a meno di soffrire per questo; lo stesso avviene per il mondo nei confronti della nazione. In definitiva occorre trovare un vero uomo, un uomo che sia amato dall’umanità e dall’universo e in cui Dio possa riporre la Sua fiducia.

Agli uomini piacciono le cose che non cambiano. La gente stima la durezza dei diamanti, lo splendore dell’oro ed il delicato colore delle perle perché queste sono tutte qualità che non si alterano.

La stessa cosa vale per gli uomini. Prezioso è l’uomo che non cambia, perché è un vero uomo. Ecco perché tutti vogliono dei genitori che non cambiano, degli insegnanti, dei leaders e delle nazioni che non mutano mai.

Oggi la maggioranza delle persone non riesce a percepire Dio perché, come individui, la loro mente e il loro corpo sono in conflitto. D’altra parte, tuttavia, persino quelle persone che all’inizio non conoscono Dio, se incominciano a pensare che “negli uomini ci dev’essere qualcosa di sbagliato”, arrivano pian piano a vedere le cose in modo diverso e di conseguenza ad ipotizzare l’esistenza di Dio. Poi, imbattendosi in concetti religiosi come quello della caduta dell’uomo e della salvezza, potrebbero veramente scoprire Dio.

Quando scopriamo Dio per noi la differenza fra ciò che è pubblico e ciò che è privato diventa evidente. Pubblico è tutto ciò che esiste per l’insieme, mentre privato è ciò che va a beneficio dell’individuo. Quando riflettete con calma su voi stessi, vi accorgete di trovarvi in imbarazzo nella scelta fra ciò che è pubblico e ciò che è privato. E proprio per questo motivo che la religione ci insegna delle restrizioni come il digiuno, la sofferenza, l’umiltà e la modestia, in modo che il corpo, che è molto incline verso un tipo di comportamento “privato”, sia posto sotto controllo a vantaggio della mente e del cuore che, invece, hanno una natura più “pubblica”.

Certamente Dio esiste e il vero uomo è colui che Gli assomiglia. Per realizzare un mondo in cui ci siano tanti veri uomini, non è necessario che avvenga una rivoluzione globale da parte dell’umanità, ma piuttosto una “rivoluzione del carattere” all’interno dell’uomo. Questa rivoluzione del carattere deve trasformare le persone in veri uomini che arrivano ad assomigliare a Dio, elevando la natura umana e portandola più vicina a quella divina. Dio, che di per sé è onnipotente e onnisciente, non ha bisogno di altra conoscenza o di altro potere, però, anche Lui, ha bisogno dei Suoi “oggetti” d’amore: l’uomo e la donna.

Nel 16° versetto del terzo capitolo del Vangelo di Giovanni leggiamo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da mandare il Suo Figlio unigenito, Gesù…”.

Ciò significa che Dio mandò Gesù per amore di tutta l’umanità, non solo a beneficio di una particolare denominazione o chiesa. Perciò Dio desidera ardentemente avere dei figli e delle figlie che amino il mondo a costo della propria vita, proprio come fa Lui. Ciò che Dio ama di più è una cultura d’amore. Dio non vuole che ogni uomo diventi una persona famosa e ricca o un grande studioso; Dio vuole che ogni uomo sia un uomo d’amore. Nella Bibbia incontriamo innumerevoli insegnamenti sull’amore: “Ama il tuo nemico”, “Ama il tuo prossimo”, “Tra la fede, la speranza e l’amore il più grande di tutti è l’amore”, per nominarne soltanto alcuni. Le mogli amano veramente i loro mariti, e gli studenti i propri insegnanti? E i cittadini amano veramente la loro patria?

La cosa più preziosa per l’uomo è la donna. Analogamente, la cosa più preziosa per la donna è l’uomo. Lo scopo della vita per il quale siamo tutti nati, per l’uomo è la donna e per la donna l’uomo. L‘uomo e la donna nascono l’uno per l’altra. L’armonia delle forme del loro corpo e dei loro organi dell’amore è fatta semplicemente per questo.

Dio, il grande Re della saggezza, ha posto i nostri organi dell’amore sotto la reciproca custodia. Perciò il vero padrone dell’organo dell’amore che un uomo o una donna posseggono, non è la persona che lo possiede, ma il suo amato sposo. I mariti e le mogli che ignorano questa realtà e fanno cattivo uso di quello che hanno, andranno sicuramente incontro al giudizio dell’universo.

Se comprendono questa verità, marito e moglie possono raggiungere la vera armonia. I figli che metteranno al mondo sapranno sviluppare un vero sentimento di amore filiale. Un figlio nato da un simile matrimonio, crescendo diventerà un cittadino leale, e una figlia diventerà una moglie pura. Poi questi figli, sapranno crescere ancora fino a diventare dei santi e così diventeranno il figlio e la figlia che appartengono a Dio.

Senza realizzare l’amore reciproco fra marito e moglie, che è un rapporto orizzontale, non possiamo ricevere l’amore di Dio, che è un rapporto verticale. Se l’uomo non fosse caduto il cielo sarebbe iniziato nella famiglia e l’espansione di questa famiglia avrebbe formato la popolazione del mondo. Così la famiglia è il terreno in cui ci si allena ad amare, e che qualifica gli uomini ad entrare in Cielo.

Solo coloro che possiedono l’amore di Dio possono ereditare il diritto al Cielo e alla terra. Quanto alla domanda che cosa viene prima, la vita o l’amore, la risposta è l’amore. L’amore è la prima cosa che esiste nell’universo mentre la vita, che comincia solo come risultato dell’amore, è la seconda. Nella famiglia i figli nascono dall’amore dei genitori. Così un figlio eredita la vita dai suoi genitori essendo stato una parte del loro amore.

Quando due elementi sono legati insieme da un rapporto d’amore, vengono a trovarsi sullo stesso piano. Dato che l’amore proviene sempre dall’altro, “vivere per gli altri” è il più alto principio filosofico. Dio creò l’uomo perché fosse il Suo “oggetto”, Dio creò l’uomo per il bene dell’uomo stesso. Analogamente, pertanto, l’uomo fu creato per esistere per Dio. In seguito alla caduta, tuttavia, gli uomini sono diventati egoisti e vivono per loro stessi anziché per il bene degli altri.

Oggi la società umana si è corrotta e le filosofie stanno diventando egocentriche. Solo l’amore di Dio, il vero amore può spazzarle via. Il vero amore è l’amore che dona e dona senza aspettarsi nulla in cambio; dona e dimentica.

Una volta che manteniamo questo rapporto con Dio, ci viene dato il privilegio del dominio, dell’indipendenza e dell’eredità. Quando stabiliamo il regno dell’oggetto di Dio e comprendiamo la gloria che viene dall’amore immutabile, possiamo giustificare l’etica eterna basata sull’amore umano.

Dio, in una posizione veramente pietosa e miserabile, sta ancora cercando il Suo regno, il regno del vero “oggetto” dell’amore di Dio. L’unificazione del mondo, compresa quella della Corea divisa, non potrà mai essere realizzata con la forza militare. L’unificazione diventerà possibile solo con l’amore di Dio, un amore che abbraccia anche i paesi nemici.

Durante il mio ministero in America ho insegnato a persone che provenivano da nazioni nemiche nella II guerra mondiale, ad amarsi gli uni gli altri: giapponesi e coreani, giapponesi e americani, americani e tedeschi. Se non stabiliamo fermamente la tradizione di nascere ed amare le persone delle nazioni nemiche più di quelle del nostro paese l’unificazione del mondo non si realizzerà mai. E solo l’amore di Dio farà sì che una persona possa amare i paesi nemici più del proprio.

Ripetendo, perché l’unificazione del mondo si possa realizzare, deve prima venire l’unificazione della nazione, l’unificazione della famiglia e l’unificazione dell’individuo. Realizzare l’unificazione dell’individuo significa, come ho già accennato, raggiungere l’unità fra la mente e il corpo, nell’amore verso Dio e verso gli uomini. Su questa base marito e moglie possono raggiungere l’unità nell’amore e l’unificazione della nazione e del mondo verranno poi di conseguenza.

Inoltre, questo è l’unico modo per realizzare il mondo che vedrà una nuova civiltà. Per questo è mio profondo desiderio che anche tutti voi professori e studiosi qui riuniti, vi impegnate a raggiungere l’unità fra la vostra mente e il vostro corpo. Amate vostro marito o vostra moglie profondamente, e contribuirete così all’unificazione del mondo e alla costruzione di una nuova cultura.

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