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La Home Church è la base per il Regno dei Cieli

ai membri del News World

Novembre 1979 – New York

I brani seguenti sono tratti da un discorso del dottor William Bergman ai membri del News World. Includono alcuni dei punti su cui il Rev. Won Pil Kim ha messo enfasi nei suoi discorsi sulla provvidenza delle HC.

1 Qual è lo scopo delle HC?

Il Padre ha attraversato un corso in cui è dovuto passare dal livello individuale a quello familiare e successivamente a quello tribale e nazionale. Nel 1976 col Washington Monument egli ha stabilito una fondazione vittoriosa a livello mondiale. Sulla base di quella vittoria il 4 ottobre del 1976 il Padre ha potuto dichiarare il giorno della Vittoria del Cielo e nel giorno del Compleanno dei Veri Genitori (febbraio 1977) ha annunciato l’inizio del primo anno del Regno di Dio sulla terra. Prima di allora il Padre aveva dovuto stabilire la fondazione per iniziare il Regno di Dio. Noi stiamo vivendo i primi giorni di questo Regno.

Le future generazioni ricorderanno il 1979, l’anno in cui stiamo vivendo, come il terzo anno del Regno di Dio.

Come ogni genitore, anche il Padre desidera trasmettere la sua vittoria e le sue realizzazioni ai suoi figli e figlie. Noi però non abbiamo capito completamente questo punto e ci siamo fatti molte idee diverse delle Home Church. Abbiamo pensato che si trattasse di un dovere, di una responsabilità, o di una missione o ancora di una tecnica di testimonianza. In realtà però il vero motivo per cui facciamo le Home Church è quello di poter diventare eredi del Padre e restare per sempre con lui. Egli ci ha dato le Home Church perché potessimo condividere con lui le sue vittorie.

Naturalmente per tutto il tempo in cui rimarrà sulla terra, il Padre cercherà di estendere la sua vittoria a livello mondiale e di riversare la sua benedizione sulla terra anche se lui, personalmente, ha già conquistato la vittoria. Ora noi la vogliamo ereditare, e per fare questo dovremmo fare le stesse cose che ha fatto il Padre. In realtà però noi non saremo mai in grado di fare lo stesso corso che il Padre ha fatto per salvare questo mondo. Da questo deriva il significato della Provvidenza delle HC e delle 360 case: metterci in condizione di ereditare ogni cosa. Quella delle 360 case non è una missione, è un dono che il Padre ci sta facendo, e rappresenta per noi la dispensazione o provvidenza grazie alla quale possiamo diventare diretti eredi dei nostri Veri Genitori.

Per questo il Padre non ha mai parlato delle HC come di una tecnica di testimonianza, ma come il nostro destino. Il nostro compito è quello di andare nella nostra area con la stessa attitudine con cui il Padre ha affrontato il mondo. Il Padre dice: “Io vi dò una piccola parte di questo mondo. Se andrete in quel mondo nello stesso modo in cui io sono venuto in questo e fate ciò che ho fatto io in questa terra, tutto ciò che è mio diventerà vostro.

La nostra missione specifica può cambiare ma il nostro destino ci aspetta e la provvidenza non cambia. Può darsi che la nostra attività esteriore possa cambiare ma questo non avviene per la provvidenza di Dio. Questa è la dispensazione finale, l’opportunità di lavorare per diventare i diretti eredi del Padre.

2 Qual è la relazione tra le HC e la nostra missione?

La relazione tra le HC e la nostra missione è la stessa che esiste tra la nostra mente e il nostro corpo. Si tratta di una relazione soggetto-oggetto, dove le HC sono nella posizione della mente e la nostra missione specifica in quella del corpo. Perciò, come tutti sappiamo dai Principi di Creazione, per diventare individui perfetti bisogna unire la nostra mente e il nostro corpo centrati su Dio.

Nello stesso modo, secondo la volontà di Dio, dobbiamo unire il lavoro nelle HC e la nostra missione centrandole su Dio e sui Veri Genitori. Finora la tendenza della maggior parte di noi è stata quella di separare queste due cose nello stesso modo in cui, a causa della nostra natura caduta, tendiamo a separare la mente dal corpo. Pensiamo: “Mi piacerebbe lavorare nelle HC perché il Padre ne parla, però ora ho la mia missione e quando avrò terminato il mio lavoro potrò andare nella mia area”. Oppure qualche volta diciamo: “Non posso andare nella mia area perché la mia missione non mi lascia il tempo per farlo”.

Non possiamo pensare che la nostra missione ci impedisca in qualche modo di realizzare il nostro destino. Perciò non importa la missione o quanto tempo ci prenda, ci dev’essere comunque un modo di unire queste due attività.

3 Come possiamo collegare le HC alla nostra missione?

La chiave sta nella nostra attitudine. Dato che la relazione tra le HC e la nostra missione è simile a quella che intercorre tra la mente e il corpo, come possiamo determinare quanto tempo dobbiamo spendere nella nostra area di 360 case?

Dato che la testimonianza nelle 360 case è nella posizione soggettiva qualcuno potrebbe pensare che si dovrebbe passare la maggior parte del tempo nell’area. Questo è il punto in cui noi cominciamo ad avere le idee confuse sulla nostra missione. Come possiamo sapere quanto tempo dobbiamo dedicare alla nostra missione e quanto alla testimonianza? Il Rev. Won Pil Kim ha detto che questo dipende dalle decisioni del nostro Abele. Tutti noi abbiamo un Abele, ed è da lui che possiamo ricevere una direzione su come impostare i nostri programmi. Ma qualunque sia il tempo che abbiamo a disposizione per andare nella nostra area dobbiamo riuscire ad armonizzare le due attività che stiamo svolgendo.

I ragazzi che lavorano al Garage di East Garden sono un esempio di questa situazione. La loro missione è quella di riparare i furgoni. Il Rev. Won Pil Kim due settimane fa ha parlato con loro e ha detto: “Il lavoro che voi state facendo impegna una parte delle vostre energie. Ma non dovete sentire che adesso state lavorando su questi furgoni e che probabilmente alle sei di questo pomeriggio potrete andare a testimoniare nella vostra area. Questo significa che state separando le due cose. Voi dovete riparare questi furgoni come se ognuno di loro fosse una persona della vostra area che voi dovete restaurare. Infatti, riparando questi furgoni voi state restaurando le vostre famiglie”.

Il Rev. Kim mette spesso in rilievo questo punto parlando di quando il Padre andava a pescare prima dello Yankee Stadium e del Washington Monument. Noi dovevamo suonare i campanelli e bussare alle porte per invitare le persone ai nostri rally, e questa era l’attività esteriore. Ma il Padre era sulla prima linea della dispensazione, anche se geograficamente si trovava in mezzo all’oceano. Naturalmente uno dei motivi per cui il Padre era sull’oceano era quello di progettare in anticipo un piano per le coppie benedette e di fare una base finanziaria per il futuro del nostro Movimento.

Nello stesso tempo però stava pensando profondamente alle persone che sarebbero intervenute alle conferenze. Per questo il Padre non si trovava sull’oceano con l’unico scopo di pescare dei tonni, perché la sua mente era anche rivolta a quelle persone che noi stavamo cercando di invitare alle manifestazioni, affinché potessero essere offerte come condizione per la salvezza di questa nazione. C’erano molte altre persone che stavano pescando in mezzo all’oceano. Quelle persone lanciavano le stesse lenze e cercavano gli stessi tipi di pesce, ma l’attitudine interiore del Padre era completamente differente nella dimensione e nel valore rispetto a quella di coloro che erano usciti nell’oceano con il semplice scopo di catturare dei pesci. Questo è il motivo per cui il Padre poté stabilire le condizioni per la vittoria del Washington Monument.

Come potete perciò unirvi al punto di vista del Padre nella vostra situazione? Un modo molto valido in cui il Rev. Kim ci insegna a pensare è: “Cosa farebbe il Padre se fosse al mio posto?” Se studiamo la sua vita, ci rendiamo conto che il Padre ha fatto di tutto. Egli ha fatto anche quello che stiamo facendo ora o perlomeno qualcosa di molto simile. Per questo possiamo chiederci: “Cosa farebbe il Padre al mio posto? Che cosa farebbe il Padre se vivesse nella mia stanza del New Yorker Hotel, e se facesse il mio lavoro?”

Pensando in questo modo cominceremo ad essere ispirati dal mondo spirituale e da Dio che stanno dietro a tutte le idee del Padre e che ci mostreranno come le sue idee sono collegate alla nostra situazione. In questo modo cominciamo ad avere una comprensione più profonda e a vedere come possiamo integrare la nostra missione e diventare più efficienti. Cominciamo ad essere più entusiasmati dal nostro lavoro e ci sentiamo pieni di vita. Dato che il nostro cuore e il nostro lavoro sono collegati alle persone della nostra area, anche loro verranno influenzate. Noi sappiamo che tutto ciò che il Padre realizza è miracoloso, e ci chiediamo come possa fare. Il Padre dice che questo avviene perché egli ha capito come usare i Principi. Egli dice che se noi applichiamo i Principi riusciremo ad avere il sostegno del mondo spirituale e a diventare più entusiasti ed efficienti, e le cose cominceranno a cambiare anche dove noi non siamo presenti. Questa attitudine è fondamentale, ma non è facile svilupparla. Tutti noi possiamo comprendere questi punti intellettualmente ma non è molto facile metterli in pratica. Per questo dobbiamo fare un programma.

Prendete un giorno al mese e dite: “Durante quel giorno voglio pensare per una volta in questo modo”. Chi di noi non potrebbe farlo? Se lo potete fare una volta al mese, perché allora non provate una volta alla settimana? Se poi potete farlo una volta alla settimana, potete provare una volta al giorno. Se lo potete fare una volta al giorno, provate per tre volte al giorno. Se vi riesce facile farlo una volta all’ora, potete provare una volta ogni quindici minuti. Il Padre pensa continuamente in questo modo, e vive con questo tipo di attitudine. Questo è il motivo per cui tutto quello che egli fa ha un effetto cosmico. Anche noi possiamo fare la stessa cosa soltanto se ci discipliniamo. Può darsi che non sia facile, ma col tempo e con l’impegno diventa possibile.

4 Come dobbiamo reagire di fronte alla persecuzione e al rifiuto?

Andare nelle HC può non essere facile e può essere un’esperienza veramente dura. Spesso ci sono delle persone molto ristrette di mente che costringono i nostri fratelli e sorelle a sopportare la loro bigotta religiosità. Può essere molto scoraggiante: nessuno ama essere ridicolizzato o essere vittima di pregiudizi. Noi siamo entrati nella Chiesa di Unificazione perché credevamo di potere trovare Dio attraverso il Padre, i Principi e questo movimento. E questa è anche la volontà di Dio: che noi Lo possiamo conoscere.

Perciò Egli ci sta dando l’opportunità di vederLo nelle stesse circostanze in cui Egli è stato costretto a vivere durante tutta la storia di restaurazione. Invece di considerare il rifiuto delle persone come un problema personale dovremmo considerare la nostra sofferenza in relazione alla situazione di Dio. La differenza è tutta qui. Molte volte quando soffriamo, non solo nelle HC, ma anche nella nostra missione, cominciamo a prendere le cose in modo personale: “Mi sento veramente infelice”. Non riusciamo a comprendere che quella situazione ci dà l’opportunità di comprendere meglio la situazione del Padre, di Gesù e di Dio. Se pensiamo in questo modo la miseria che incontriamo comincia ad assumere un significato completamente diverso e può diventare per noi un mezzo attraverso il quale possiamo avere una delle nostre più profonde esperienze verticali con Dio.

Perciò invece di rimanere scoraggiati da questo tipo di esperienza possiamo comprendere qualcosa di nuovo, qualcosa che ci fa sentire rinati e uniti a Dio. Nelle HC possiamo trovare l’amore di Dio. Se riusciamo a cambiare la nostra attitudine, ciò che prima rappresentava una esperienza scoraggiante diventa un tesoro. Il Padre ci dice che se lo vogliamo conoscere dobbiamo andare nella nostra area di 360 case, perché quello è il luogo dove possiamo incontrarlo. Le HC rappresentano per noi la possibilità di diventare uno con lui. Questo è il nostro destino. Il Regno dei Cieli lo troveremo nel mondo spirituale attraverso un’eterna relazione col Padre. Anche se questo è il nostro destino abbiamo bisogno di un lasciapassare per poter arrivare a questo punto.

Questo lasciapassare sta nelle persecuzioni e nei rifiuti che riceviamo dalle persone. Perciò, ciò che prima pensavamo fosse un’esperienza difficile diventa per noi il mezzo per poter raggiungere il nostro scopo. Con la nostra attitudine possiamo tramutare una situazione difficile in qualcosa di positivo e di apprezzabile. La medesima esperienza può renderci scoraggiati o darci vita spirituale.

5 Perché siamo perseguitati?

Le persecuzioni vengono perché il lavoro nelle HC è il modo in cui possiamo porre una condizione per ereditare la vittoria del Padre. Il Padre è venuto in questo mondo caduto sotto il dominio di Satana. In altre parole il Padre è il vero Abele che viene nel mondo Caino. Naturalmente Satana, che è il dominatore di questo mondo, fa di tutto per opporsi al lavoro del Padre.

Per questo il Padre sa che ci devono essere delle persecuzioni. Egli pensa in quale modo anche noi andando nel mondo possiamo avere lo stesso tipo di esperienze che egli ha avuto. Questo è il motivo per cui noi dovremmo andare nelle HC essendo consapevoli che incontreremo delle persone che si opporranno a noi. Come il mondo si è opposto al Padre, così sarà per noi con le HC.

Finché andate nelle vostre famiglie senza dire chi state rappresentando, le persone pensano a voi come alle persone più meravigliose che abbiano mai incontrato.

Forse avete già avuto l’esperienza di incontrare delle persone che sono state contente di vedervi finché non hanno saputo da chi eravate mandati. Quando questo è successo, quelle persone sono improvvisamente cambiate. Non hanno più voluto avere niente a che fare con voi ed hanno cominciato a trattarvi male. Se siamo perseguitati e rifiutati, ciò è semplicemente dovuto alla persona che rappresentiamo. Se non rappresentassimo il Padre, non succederebbero queste cose e le persone ci accetterebbero più facilmente.

Qual è il motivo per cui il Padre è rifiutato da questo mondo? Il Padre viene rifiutato perché rappresenta Dio, se non fosse così non sarebbe rifiutato. Questo è il motivo per cui il mondo Caino si è messo contro di lui. Perciò quando noi andiamo in questo mondo dobbiamo comprendere che lo stiamo facendo come rappresentanti dello stesso Dio che ha mandato il Padre. È molto facile per noi comprendere questo punto intellettualmente, ma non è altrettanto facile sentirlo più profondamente. In realtà quando andiamo nella nostra area anche noi lo stiamo facendo come rappresentanti di Dio e di Cristo. Per questo non importa molto chi noi siamo, quale sia il nostro livello intellettuale o che tipo di educazione abbiamo ricevuto. Ciò che veramente ha significato è chi rappresentiamo. Soltanto questo è importante.

Quando andiamo, siamo i rappresentanti di Dio e dei Veri Genitori. L’essere un rappresentante di Dio e del Padre non può essere comparato nemmeno con l’essere il rappresentante o il presidente di una nazione. Inoltre, stiamo diventando i figli di Dio.

6 Come ci dobbiamo avvicinare alle persone?

Dato che sappiamo di essere rappresentanti del Padre in qualità di suoi figli dovremmo essere molto umili. Duemila anni fa Israele non rifiutò soltanto Gesù ma anche tutti i discepoli che Lui aveva mandato. Noi siamo proprio nella loro stessa posizione. Perciò se quando andiamo nella nostra area siamo arroganti come possiamo pretendere che la gente ci accetti? Se la gente ci rifiuta, non sta a noi giudicarla, il nostro compito è quello di avvicinare le persone con umiltà e prudenza cercando di mantenere la nostra posizione e di fare del nostro meglio per vincerle.

Il Padre ci sta mandando nell’area perché vuole che portiamo il più elevato standard di amore e di verità, ma non desidera che creiamo delle situazioni che ci portino ad essere rifiutati. Lo scopo finale è quello di riuscire a vincere. Per questo motivo dobbiamo imparare il modo migliore di avvicinare le persone. Ricordatevi che stiamo andando nelle HC per ereditare la vittoria del Padre e che dobbiamo seguire il modello di amore e di servizio che il Padre ci ha mostrato, “versando sudore per la terra, lacrime per l’uomo e sangue per il cielo come un servo, ma col cuore del Padre”. Questo è il processo che noi chiamiamo restaurazione del dominio di Caino. La vostra area di 360 case può essere definita “HC di tipo Caino”. Sulla fondazione della restaurazione delle HC di tipo Caino il nostro destino diventa quello di tornare nella nostra città natia e con lo stesso processo restaurare i nostri genitori e i nostri parenti, restaurando così il dominio di Abele o ciò che noi chiamiamo le HC di tipo Abele. Quando Caino e Abele sono uniti viene restaurata la posizione dei genitori.

Perciò, dall’unità tra l’HC di tipo Caino e l’HC di tipo Abele centrata su di voi, che siete centrati su Dio e sul Padre, deriva la restaurazione del livello tribale. Questa condizione vi permette di ricevere tutta la benedizione che deriva dalla vittoria del Padre. Secondo le parole del Padre noi diventiamo Messia a livello tribale quando stabiliamo le condizioni per la restaurazione dei nostri genitori e dei nostri parenti attraverso il corso nelle 360 case. Quando Caino e Abele si uniscono centrandosi su di noi, possiamo essere qualificati ad ereditare tutto ciò che il Padre riceve dal Cielo grazie alla sua vittoria mondiale. Questo è il motivo per cui le HC sono il nostro destino.

7 Cosa dobbiamo fare se sentiamo del risentimento?

Il Rev. Kim ha detto: “Cosa credete che Gesù abbia pensato mentre era perseguitato sulla croce?” Egli ha detto che Gesù provò frustrazione e risentimento. Se leggiamo il Vangelo però vediamo che ad un certo punto egli pregò dal profondo del suo cuore, con sincerità, e disse: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Questo significa che anche il cuore di Gesù, poteva cambiare. In qualche modo Gesù riuscì a trovare la forza di mutare il suo risentimento in amore compassionevole e in perdono. Questo deve essere quindi anche il nostro corso.

In che modo Gesù riuscì a fare questo? Mentre era sulla croce egli comprese che ciò che stava sperimentando in quel momento, rabbia, miseria e frustrazione, era proprio ciò che anche Dio aveva provato al tempo della caduta di Adamo ed Eva: malgrado i suoi sentimenti, non poté fare a meno di perdonarli perché era loro Padre. Questo diede a Gesù la forza di cambiare il suo cuore, e questo è anche il nostro modello. Il Rev. Kim ha detto che da quando il Padre è in America, lui e la sua famiglia non sono mai stati trattati bene. Nonostante questo il sentimento del Padre è stato quello di dare sempre di più al popolo americano, anche se non è stato capito. Chiedere a Dio di perdonare gli altri significa avere il cuore di un genitore che si prende responsabilità per gli errori dei suoi figli.

Noi possiamo pregare: “Padre, per favore benedici coloro che ci accettano e perdona coloro che ci rifiutano. Ma perdona anche me se non sono riuscito ad amarli di più e dare di più”.

Supplicare Dio di perdonarci il non aver fatto abbastanza perché essi potessero comprendere, e prendere responsabilità per la loro situazione è espressione del cuore del Padre.

8 La nostra attitudine nei confronti di Abele

Il modo in cui la gente vi tratta è simile a quello con cui voi trattate il vostro Abele. Il nostro comportamento nei confronti di Abele pone la condizione per il modo in cui Caino ci tratterà. La nostra relazione con Abele rappresenta la nostra linea di vita, è il modo attraverso cui ci possiamo unire a Dio e al Padre attraverso i Principi. Per questo è per noi la relazione più importante.

Qualche volta pensiamo: “Io amo il Padre e amo Dio e non importa ciò che può accadere perché sarò sempre fedele e mi impegnerò totalmente”. Nonostante questo però, abbiamo dei problemi con il nostro Abele. Se voi foste sott’acqua e la sorgente di ossigeno fosse un tubo che vi collega con la superficie, non vorreste mai che quel tubo si spezzasse. Questo è il modo in cui dovremmo considerare il nostro rapporto con l’Abele, come ciò che ci collega alla vita spirituale. Il più grande desiderio di Satana è quello di invadere questa relazione. Anche se possiamo pensare che la nostra relazione con Dio e col Padre è buona, in realtà Satana sta cercando di invadere il nostro rapporto con Abele. Questo non è difficile perché abbiamo una natura caduta e tendiamo a criticare il nostro Abele se non è del tutto perfetto. Naturalmente, sarebbe meglio se Abele fosse una persona totalmente coerente e fosse una perfetta realizzazione delle sue parole. Ma la nostra responsabilità, come Caino, non è quella di giudicare Abele e di valutarlo continuamente.

Dovremmo ascoltare Abele quando parla, indipendentemente dal fatto che lui metta o meno in pratica quello che dice. La nostra responsabilità è quella di cercare di percepire la verità e di metterla in pratica con tutto il nostro cuore. Questa è la volontà di Dio. Pregate perché Abele possa migliorare, sostenetelo, amatelo e cercate di scoprire che cosa Dio ama in lui. Se noi non accettiamo il nostro Abele soffriamo, e tutto questo non è buono per Dio, per la Provvidenza, per Abele e neppure per noi. Ma se noi lo amiamo, lo sosteniamo e preghiamo per lui, si crea una condizione grazie alla quale avremo lo stesso tipo di rapporto anche con le persone che incontriamo.

Questi sono alcuni punti che ci possono aiutare a comprendere il rapporto tra la nostra missione e le HC, e l’attitudine che dobbiamo sviluppare per avere successo. Il Rev. Kim ci ha detto di pregare su questi punti. Possiamo comprenderli meglio pregando e desiderando di mettere in pratica le parole del Padre. Il Cielo ci può ispirare e ci può dare una comprensione più profonda del loro significato e, sulla base del nostro sforzo, potremo creare una fondazione per qualcosa di ancora più profondo. Perciò la cosa più importante da fare è uscire e lavorare nelle HC. Impegnandoci praticamente possiamo dare gioia a Dio, al Cielo e al Padre.

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